Manoscritto composito dal contenuto essenzialmente grammaticale, allestito nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Contiene innanzitutto delle trascrizioni dell'Ars maior di Donato, dell'Ars grammatica di Onorato, dell'Ars de verbo di Eutiche, dell'Ars grammatica di Diomede come pure del libro I delle Etimologie di Isidoro di Siviglia.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto contiene un trattato grammaticale latino, il cui inizio è probabilmente andato perduto. Secondo Bursill-Hall (p. 229), si tratta di un commento anonimo alle Institutiones grammaticae di Prisciano. Il testo a due colonne è diviso solo da occasionali maiuscole nello stesso inchiostro di testo. La scrittura minuscola risale probabilmente al XIII secolo (contrariamente all'opinione di Scherrer). I fogli di pergamena hanno spesso margini irregolari e le loro dimensioni variano da fascicolo a fascicolo. A p. 145 si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564. A p. 3 Pius Kolb ha apposto l'antica segnatura D. n. 268 e una nota sul contenuto. La rilegatura in cartone con dorso rinforzato e angoli rinforzati in pelle, così come le controguardie e le guardie anteriori e posteriori (p. 1/2, 148/149), risalgono ai decenni intorno al 1800.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto cartaceo, del XIV secolo, contiene il testo più antico redatto da Konrad von Mure (1210-1281 circa), magister della scuola del capitolo e canonico del Grossmünster di Zurigo. Il Novus Graecismus è un'enciclopedia scolastica versificata (di orientamento grammaticale e lessicale), di cui sono sopravvissute undici copie databili tra il XIV e il XV secolo (ed. A. Cizek, München, 2009). Si tratta di una rielaborazione del Graecismus scritto da Eberardo di Béthune all'inizio del XIII secolo. L'esemplare conservato nella biblioteca abbaziale di S. Gallo, copiato in una corsiva serrata, a piena pagina, è incompleto. Comprende la prefazione (inc.: Notitiam gramatice saltem... p. 3), il libro I (pp. 4-100) e 80 versi del libro II (pp. 100-106), in altre parole, due dei dieci libri che compongono quest'opera. Delle brachette in pergamena con frammenti di testo rinforzano i fascicoli (pp. 18, 46, 70, 94). Molti fogli presentano macchie marroni e scolorimenti dovuti all'infiltrazione di umidità. Il manoscritto ha una rilegatura moderna in cartone con un frammento a stampa.
Online dal: 20.12.2023
Il colophon di questo manoscritto riporta il titolo dell'opera e il suo autore, il Graecismus di Eberardo di Béthune, nonché il nome dello scriba Johannis Czepilwicz, e la data di completamento della copia, il 9 agosto 1386 (p. 150). Il Graecismus è un lungo poema grammaticale (oltre 4.000 versi) scritto intorno al 1212, le cui fonti principali sono grammatici antichi come Donato e Prisciano. Sembra che abbia avuto un'ampia diffusione. L'autore di questa copia in pergamena, Johannis Czepilwicz, sembra essere un canonico del monastero agostiniano di S. Maria virginis in Arena a Breslau/Wrocław. Ad eccezione di una prima grande iniziale ornata, leggermente danneggiata (p. 3), la decorazione si limita a lettere rubricate e ad alcune iniziali, la cui forma prefigura le iniziali a cadelle del XV secolo. Secondo il timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 25), il manoscritto si trova nella biblioteca abbaziale al più tardi dal 1553-1564. Il codice è rilegato in una copertina di pergamena morbida con dorso rinforzato in pelle.
Online dal: 20.12.2023
Il codice contiene alle pp. 2–73 in totale 153 lettere del politico tardoantico Quinto Aurelio Simmaco († 402/403), e cioè una lettera dal lib. IX, 10 lettere dal lib. IV, 44 dal lib. V, 18 dal lib. VI, 40 dal lib. VII, 36 dal lib. I e 4 dal lib. II. Si tratta delle seguenti lettere, secondo la numerazione dell'edizione MGH Auct. ant. 6,1: IX, 142 (20); IV, 16 (17), 57 (58) – 60 (61), 63 (64), 66 (67) f., 69 (70), 72 (73); V, 3–5, 8, 13, 19 (18), 21 (20), 23 (22), 29 (27) f., 34 (32), 36 (34), 38 (36), 41 (39), 44 (42) – 47 (45), 49 (47) – 51 (49), 53 (51), 55 (53), 57 (55) – 60 (58), 65 (64), 67 (65) f., 68 (66), 70 (68) f., 73 (71), 75 (73), 77 (75) – 80 (78), 84 (82) f., 89 (87), 91 (89) f., 96 (94); VI, 3, 13, 17 (18), 22 (23), 28 (29), 31 (32), 45 (46), 47 (48), 55 (56), 60 (61) f., 65 (66), 72 (73) – 74 (75), 78 (79) – 80 (81); VII, 2f., 9, 11, 16, 19, 21f., 22, 25, 33, 44, 47, 49, 51–54, 56, 60f., 66f., 71–73, 78, 80, 85, 88 (87), 92 (91) – 94 (93), 98 (97) f., 102 (101), 105, 107, 109, 114, 117; I, 28 (22), 31 (25) – 34 (28), 36 (30) – 77 (71), 79 (73) f., 82 (76) – 84 (78), 86 (80), 88 (82), 90 (84) – 93 (87), 96 (90), 99 (93) f., 105 (99), 107 (101); II, 1, 3, 6, 8. Ogni lettera inizia con una inziale, di solito di due righe, rossa. Conclude il manoscritto, alle pp. 73–79, uno scambio epistolare fittizio tra il filosofo romano Seneca e l'apostolo Paolo.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto miscellaneo contenente le opere di Berno (978 - c. 1048), abate di Reichenau dal 1008 al 1048: copia frammentaria del voluminoso esemplare di dedica che Berno presentò nel 1043 al re Enrico III, in occasione del Concilio di Costanza. Il manoscritto contiene anche l'“Epistola de tonis” (sui toni musicali salmodici), sermoni per le principali solennità dell'anno liturgico e su San Marco, patrono di Reichenau, inni, sequenze dedicate ai santi Ulrico, Gereone e Villibrordo, l'officio dedicato a sant'Ulrico e una vasta collezione di lettere. Molte delle opere ivi tràdite sono gli unici esemplari tramandati del secondo terzo dell'XI secolo.
Online dal: 09.12.2008
Significativo manoscritto poetico della seconda metà del IX e del X secolo, allestito nell'abbazia di San Gallo. Contiene tra le altre una copia del poema Mosella di Ausone con una descrizione di un viaggio sul Reno e la Mosella, un poema in esametri di Valafrido Strabone sulla vita e la morte del beato Blathmac (Versus Strabi de beati Blaithmaic vita et fine) e l'opera De ieiunio quattuor temporum (la cosiddetta Lettera di Callisto).
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto in pergamena contiene il Doctrinale di Alessandro de Villedieu con un commento del maestro Bertholdus Turicensis. Non si sa altro di questo commentatore zurighese, né del copista, un certo «Hermannus», i cui nomi sono rivelati nel colophon (p. 123). Il volume, a due colonne, è strutturato con cura: gli esametri del Doctrinale sono generalmente divisi in paragrafi di uno o più versi e sono copiati in un modulo più grande dei commenti che li seguono. Questo commento, che varia in lunghezza a seconda dei versetti, è anche ricco di abbreviazioni, a differenza del testo commentato. Eleganti iniziali filigranate, tipiche dei manoscritti miniati della regione dell'Alto Reno all'inizio del XIV secolo, scandiscono questo esemplare. La presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 59) conferma la sua presenza nella biblioteca abbaziale al più tardi dal 1553-1564.
Online dal: 20.12.2023
Codice di scuola, per la scuola abbaziale di San Gallo. Contiene la grammatica greca di Dositeo e una versione in prosa del poema didattico Phaenomena di Arato di Soli, illustrato con un disegno a penna.
Online dal: 14.09.2005
Trascrizione dei 16 libri della grammatica di Prisciano di Cesarea (Priscianus maior), scritta in minuscola carolina, a cavallo tra l'VIII e il IX secolo, probabilmente nel nord d'Italia (Verona ?). Il manoscritto giunse all'abbazia di San Gallo già nel IX secolo, sotto l'abbaziato di Grimaldo.
Online dal: 23.12.2008
Il Prisciano irlandese di San Gallo: copia delle Institutiones grammaticae del grammatico Prisciano di Cesarea (VI secolo), con oltre 9000 glosse, 3478 delle quali in antico irlandese. Testo base per la ricostruzione dell'antico irlandese. Contiene numerose iniziali aristiche a penna. Trascritto in uno scrittorio irlandese (Bangor? Nendrum?) intorno all'845.
Online dal: 12.06.2006
Il Vocabularium di Salomone, un'enciclopedia alfabetica del periodo carolingio lunga 1070 pagine e trascritta da una varietà di mani nell'anno 900 circa, probabilmente non nel convento di San Gallo. L'opera non è stata tramandata nella sua forma completa: mancano le voci comprese tra Aa e Ab e quelle inizianti con le lettere Y e Z. Attribuita dalla storiografia interna a San Gallo all'abate Salomone (890-920), essa è probabilmente basata su un Liber Glossarum dell'Abbazia francese di Corbie.
Online dal: 09.12.2008
Codice miscellaneo trascritto per la scuola abbaziale di S. Gallo dal monaco Winithar.
Online dal: 14.09.2005
«Il re dei palinsesti»: frammenti di pergamena della tarda antichità il cui testo originario è stato cancellato tramite raschiatura e sostituito da un testo più recente, talvolta – come accade non di rado in questo caso – anche più di due volte. L'interesse scientifico del palinsesto è rappresentato, di norma, dal testo più antico. Alcune opere dell'antichità sono pervenute unicamente grazie a tale pratica. Il volume, composto dal bibliotecario Ildefonso di Arx prima e dopo il 1800 grazie all'assemblaggio di singoli frammenti che egli trovò nella Biblioteca abbaziale, contiene – tra i molti altri testi – la versione più antica della Mulomedicina di Vegezio (sec. V), gli unici scritti tramandati, in versi e in prosa, dell'ispanico Flavio Merobaude (sec. V), gli Oracoli sangallesi («Sortes Sangallenses», sec. VI).
Online dal: 12.12.2006
Il più antico volume in tedesco, il cosiddetto manoscritto "Abrogans". Databile intorno al 790, contiene i più antichi "Padre nostro" e "Credo" in tedesco.
Online dal: 31.12.2005
Il glossario palinsesto Abba-Ababus è uno dei manoscritti più antichi della biblioteca abbaziale di S. Gallo ancora conservato in forma di libro. Nel glossario, nel quale ogni parola è spiegata con l'ausilio di un'altra, fu verosimilmente trascritto nel convento di Bobbio sopra testi più antichi, databili al V secolo. Il testo sottostante, talvolta più, talvolta meno leggibile, include frammenti dei Salmi, del libro veterotestamentario di Geremia, estratti dalle opere del grammatico Donato e del poeta latino Terenzio. Contiene anche una miniatura di un retore in posa declamatoria.
Online dal: 09.12.2008
Il Vocabularius sancti Galli – dizionario scritto in antico alto-tedesco da un missionario, 150 anni dopo la morte di San Gallo. Il codice, miscellaneo e di piccolo formato, è stato scritto intorno al 790 in tedesco come una sorta di diario da uno scriba formatosi nella tradizione anglosassone. Contiene testi concernenti questioni teologiche o legate alla missione e all'istruzione. La sezione finale conserva un dizionario latino – alto-tedesco antico, classificato secondo gruppi funzionali.
Online dal: 12.12.2006
Successivo all'810, è il testimone più importante della Regula Benedicti.
Online dal: 14.09.2005
Il più antico capitolare dell'abbazia di S. Gallo. Contiene, tra gli altri testi, un martirologio, un necrologio, gli annali di S. Gallo e numerose regole monastiche.
Online dal: 31.12.2005
La Regola di S. Benedetto in latino e antico alto-tedesco; uno dei più antichi monumenti dell'antico alto-tedesco.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto miscellaneo dal contenuto in prevalenza storico, trascritto in latino e in tedesco per lo più dal monaco itinerante sangallese Kemli († circa 1481). Contiene, oltre a numerosi altri testi, una Regula Benedicti, degli enigmi e dei proverbi in latino e tedesco, una Rappresentazione della Passione (nell'unica versione conservata) nel tedesco del Medio Reno del XIV secolo e una sorta di curriculum vitae dello scriba Kemli.
Online dal: 23.12.2008
Copia importante da un punto di vista storico-testuale della regola monastica di Basilio Magno (329-379) nella traduzione latina di Rufino (c. 345-410), trascritta da diverse mani a San Gallo, nella seconda metà del IX secolo. Oltre ad altri due testi più brevi, il manoscritto contiene anche una scelta di estratti dal De institutis coenobiorum di Giovanni Cassiano († 430/35; a partire da 4,32 e ss.).
Online dal: 23.12.2008
Codice miscellaneo importante dal punto di vista testuale, proveniente dal monastero di S. Gallo, con copie di testi monastici riguardanti il movimento di riforma della prima metà del XV secolo. Contiene tra gli altri testi le Consuetudines Sublacenses (pp. 1-19), le Consuetudines di un monastero cistercense in Boemia (pp. 26-74; Directorium et consuetudines monasterii de Nepomuk ord. Cist. in Bohemia), indicazioni generali e liturgiche per la vita monastica (pp. 74-87), sprezzanti commenti di un monaco di Hersfeld residente a S. Gallo sui tentativi di riforma del capitolo generale (pp. 98-108) così come le Consuetudines Castellenses (p. 113 fino a 258). Queste contengono disposizioni liturgiche per l'ufficio divino e indicazioni per la vita quotidiana, e per l'organizzazione della comunità monastica di Kastl nell'Alto Palatinato. Queste Consuetudines si diffusero e influenzarono la vita monastica in numerosi altri monasteri nella Germania meridionale, tra i quali S. Gallo. Quale unico manoscritto, il Cod. Sang. 928 tramanda il prologo originale dell'abate Otto Nortweiner von Kastl (1378-1399) su queste riforme. La legatura del manoscritto, in origine una legatura floscia, fu restaurata nel XIX o all'inizio del XX secolo con grave intervento nella sostanza originale del codice.
Online dal: 23.09.2014
Il volume in-quarto raccoglie vari testi, per lo più brevi. L'accento è posto sulle riflessioni spirituali e sulle preghiere, tra cui un trattato sulla Passione (pp. 4-38), preghiere per la Passione (pp. 68-84), per le ore del giorno (pp. 88-91), un trattato sul peccato originale (pp. 92-107) e un altro sulle quattuor gemitus turturis (pp. 112-159); una Biblia pauperum raccoglie, per numerosi santi, le situazioni di emergenza in cui possono essere invocati (pp. 160-193). Tra i testi spirituali ve ne sono anche alcuni in tedesco (per es. pp. 218-220, 238). Due lettere riguardano S. Gallo: una è indirizzata all'abate Eglolf (pp. 40-43), l'altra ai monaci fuggiti a S. Gallo (pp. 85-88). Altri testi trattano del concilio di Costanza e delle riforme monastiche; anche in questo caso con riferimenti a S. Gallo (pp. 239-250). L'ultimo fascicolo è in pergamena e potrebbe risalire al XIV secolo; contiene una grammatica e testi di medicina (pp. 251-266). La legatura è costituita da una copertina floscia. Quali brachette è stato utilizzato un documento pergamenaceo in tedesco, nel quale si leggono ancora la data 1415 e il nome di un ulrichen leman burger ze arbon.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene come testo principale (pp. 1-199) la cosiddetta Waldregel, una traduzione in lingua alto-tedesca protomoderna della Regula solitariorum (regola per eremiti), che il monaco Grimlaicus, probabilmente originario della Lorena, aveva scritto nel IX o X secolo. La Waldregel è integrata da ulteriori testi sul tema della vita eremitica e della povertà: pp. 199-256 Hie vachet an ain ander buoch ainsidelliches lebens und von siner bewaerung ...., inc. Die muoter der hailigen cristenhait hat zwayer hand gaistlicer lüt; pp. 256-326 Das ander buoch von bewärung der armuot, inc. Gelobet sy got vnser herr iesus cristus; pp. 326-334 Hie nach ain bredige, inc. Fünf stuk sint dar inn begriffen. Secondo l'explicit a p. 335 questi quattro testi sono riassunti sotto il titolo Waldregel, ma solo la prima parte fino a p. 199 si rifà alla Regula solitariorum. Segue, alle pp. 337-419, uno Spiegel der geistlichen Zucht. Si tratta qui di una traduzione del libretto per novizi del francescano Davide di Augusta († 1272). Alle pp. 420-422 trovano posto delle preghiere. Il codice è stato scritto in gran parte da p. Johannes Hertenstein (OSB) ed era in possesso dell'eremo nello Steinertobel, non lontano da San Gallo. Una copia dei primi quattro testi si trova nel Cod. Sang. 931.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto contiene quale testo principale (pp. 1-180) la cosiddetta Waldregel, una traduzione in lingua alto-tedesca protomoderna della Regula solitariorum (regola per eremiti), che il monaco Grimlaicus, probabilmente originario della Lorena, aveva scritto nel IX o X secolo. La Waldregel è integrata da ulteriori testi sul tema della vita eremitica e della povertà: pp. 180–222 Hie fachet an ein ander buoch von der bewerung einsidliches lebens …, inc. Die muoter der heilge kristenheit het zweyerhand geistlicher lüte; pp. 222–277 Dz ander buoch von bewerung armuot, inc. Gelobet sy got vnser herre vnd got iesus cristus; pp. 277–284 [predica] Inc. Fünf stuk sind dar inne begriffen. Alle pp. 285-289 trovano posto delle preghiere. La decorazione è costituita da semplici iniziali rosse, alle pp. 1 e 3 con filigrana verde. Il manoscritto è una copia, tranne che per le preghiere, del Cod. Sang. 930. Era in possesso dell'eremo della chiesa di San Giorgio di fronte alle mura di San Gallo. Tre donne ecclesiastiche che vi abitavano negli anni '30 del XV secolo sono rappresentate sulla controguardia posteriore in semplici disegni a penna.
Online dal: 14.12.2018
Sono molti i copisti che tra il 1437 ed il 1443 hanno partecipato al lavoro di copia di questo manoscritto di formato ridotto, tra questi anche il monaco itinerante di S. Gallo, Gallo Kemli (1417-1481). Il manoscritto, la cui etichetta sul dorso reca la scritta Miscellanea Regularia Liturgica et Medica, conserva la legtura originale e contiene, oltre alle Consuetudines Sublacenses, altri scritti riformistici dall'ambiente dei movimenti di riforma tardomedievali di Subiaco e Melk. A questi appartengono tra gli altri delle orazioni da leggere durante i pasti, che cambiavano nel corso dell'anno liturgico a seconda delle varie feste (p. 99-117), numerosi testi liturgici e calcoli per il calendario. Nella parte finale si trovano dei trattati medici, tra i quali (p. 480) versi mnemonici sul salasso (pp. 569-571) e il trattato pseudo-aristotelico Secretum Secretorum, una sorta di insegnamento enciclopedico segreto con delle caratteristiche orientali, tramandato in numerosi manoscritti. L'indice del contenuto che si trova all'interno della coperta anteriore è stato scritto tra il 1774 e il 1780 da p. Magnus Hungerbühler (1732-1811), nel corso della sua attività di bibliotecario.
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto costituito da quattro unità con raccolta di testi in tedesco: regole monastiche (tra cui la Regola di S. Benedetto), preghiere e brevi testi a carattere spirituale. Un confronto della scrittura permette di attribuire le unità I, II e IV alla mano del benedettino Friedrich Kölner (Köllner, Cölner, Colner), che soggiornò nel monastero di S. Gallo tra il 1429/30 e il 1439. L'unità III, o il suo modello, era stato dedicato, come si deduce da una nota in un secondo momento cancellata, ad Anna Vogelweider, suora cistercense nel monastero di Magdenau nel Basso Toggenburgo. Questa Anna era probabilmente la zia, come si deduce da una nota di donazione, di una suora Els (Elsbeth?) del convento di suore di S. Giorgio a S. Gallo.
Online dal: 31.03.2011
Questo piccolo manoscritto contiene una serie di testi ascetici, copiati su una colonna da un unico scriba. Si apre con un testo dello pseudo-Bernardo di Chiaravalle, Formula honestae vitae (pp. 1-11a). Segue il primo libro dell'opera del francescano Davide di Augusta, De exterioris et interioris hominis compositione, che spesso è circolato indipendentemente con il titolo Formula novitiorum (inc.: Primo semper debes considerare ad quid veneris...; [pp. 11a-63]). Seguono tre sermoni, sul Giudizio Universale, sul Cantico dei Cantici e sul disprezzo del mondo (pp. 64-83), seguiti da un elenco dei capitoli dell'abate Bernardo [di Chiaravalle] sul Cantico dei Cantici (inc. Incipiunt capitula Bernahardi [!] abbatis in cantica canticorum [pp. 83-84]). La poesia Quinquaginta bona proverbialia occupa le pagine 85-94 (Morawski, p. XXXVIII), seguita dall'inno, privo dei versi iniziali, De forma vivendi monachorum (AH, vol. 33, n. 220; pp. 95-101). Gli ultimi due testi riguardano s. Bernardo di Chiaravalle: in primo luogo, un poema sulla sua vita (inc.: Anno milleno centeno cum duodeno...; Walther, Initia 1162; pp. 102-105) seguito da un poema incompleto sui suoi miracoli (inc.: Gaude claustralis contio...; p. 106). La legatura floscia è costituita da un frammento di un messale in pergamena. Sulla coperta anteriore è incollata un'etichetta con un'antica segnatura corrispondente a quelle del catalogo dei manoscritti della biblioteca abbaziale del 1461 (Cod. Sang. 1399, pp. 1-8), il che indica che il volume si trovava all'abbazia di S. Gallo al più tardi a quella data. Verso la fine del manoscritto si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer, usato tra il 1553 e il 1564 (p. 101).
Online dal: 31.05.2024
Il codice, scritto da diversi copisti, è composto da sette parti, interrotte da fogli bianchi, e raccoglie scritti teologici a carattere molto diverso. Parte I: pp. 1-14 indice e pp. 17-124 testo del De decem praeceptis di Henricus de Frimaria, a p. 124 i Septem dona sancti spiritus contra septem peccata mortalia, alle pp. 125-139 il Tractatus de confessione et de peccatis mortalibus et venialibus, a p. 139 il Quid sit vera poenitentia et confessio, alle pp. 139-140 un appunto a carattere teologico e ulteriori annotazioni a p. 142, alle pp. 143-173 il trattato De proprietate ad canonicos regulares religiosa del teologo, astronomo e attore della politica ecclesiastica Heinrich Heinbuche von Langenstein (1325-1397) e alle pp. 177-186 un frammento della Expositio regulae S. Augustini. La parte II comprende alle pp. 187-199 un frammento del De sacramento ordinis, alle pp. 199-257 i Notabilia super Cantica Canticorum di fr. Johannes, seguito alle pp. 258-260 dal sermone Omnia parata sunt venite ad nuptias. Le parti III (pp. 261-284), IV (pp. 285-316) e V (pp. 317-340) contengono altri sermoni. La parte VI è composta dalle Sibyllenweissagungen in tedesco del XIV e XV sec. (Von Kung Salomo wishait, pp. 341–361) e da una lettera frammentaria (pp. 361-362). La parte VII contiene alle pp. 365-376 moralizzazioni dalla Historia septem sapientium. In una nota a p. 379, il bibliotecario del monastero Ildefons v. Arx riferisce della malattia e della morte del precedente bibliotecario del monastero Johann Nepomuk Hauntinger nel 1823. Un'annotazione nel margine superiore di p. 1 testimonia che il manoscritto si trovava già nel monastero di San Gallo nel XV secolo.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto miscellaneo, scritto e compilato da varie mani nel sec. XV e proveniente dal monastero di S. Gallo, contiene (accanto a dei brevi testi e a numerose pagine bianche), degli estratti ordinati alfabeticamente dagli scritti latini dei Padri della Chiesa riguardanti vari concetti teologici (De abiectione – De voto; pp. 3−179), l'opera Soliloquium del teologo e filosofo francescano Bonaventura (1221-1274; pp. 181-226), una copia dell'opera anonima, frequentemente recepita nel XV secolo, Stella clericorum (pp. 291−319), l'opera falsamente attribuita ad Agostino Speculum peccatoris (p. 339−354), la predica Corde creditur ad iustitiam di Tommaso Ebendorfer (pp. 355−361), il Capitulare monasticum III dell'818/819 (pp. 363−367), una copia non del tutto completa della lettera dell'abate di Montecassino Teodemaro a Carlomagno (pp. 369-373), così come le Consuetudines Fuldenses del sec. X/XI nella Redactio Sangallensis-Fuldensis (pp. 374−404). La copertina lignea è rivestita di pelle di colore rosso; a p. 361 si legge una annotazione del copista: per me syfridum pfragner.
Online dal: 08.10.2015
Il volume contiene quale unico testo un'interpretazione del Cantico dei cantici in tedesco, di cui si conoscono ad oggi 25 manoscritti. La struttura dell'ampio testo, che probabilmente non ha un modello latino, è via via meno sistematica. Pur basandosi su passi del Cantico dei cantici, non offre un vero e proprio commento ma è diviso in tre libri: una dottrina della fede (Libro 1, pp. 8-241), una dottrina monastica sulla virtù (Libro 2, pp. 241-431) e riflessioni sui peccati, sul pentimento, ecc. (Libro 3, pp. 443-512). Il testo è preceduto da un dettagliato indice (pp. 5-7). Un colophon alla fine del secondo libro (p. 431) menziona l'anno 1497 come data di completamento di questa parte. L'intero manoscritto è scritto e rubricato da una sola mano. Secondo una annotazione a p. 1, proviene da un convento di Friburgo (Liber S. Galli Emptus 1699 Friburgi), Scarpatetti ipotizza Adelhausen (domenicane). Su un foglietto inserito figura una annotazione sulla professione di fede delle suore Margret Boshartin, Kattrin Ferberin e Anna Branwartin di Costanza nel 1511 e 1514; sul verso un frammento di lettera (?). La legatura in mezza pelle, con decorazioni a filetti, ferri e fermagli, è contemporanea. Un segnalibro intrecciato e bicolore è attaccato al capitello.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto cartaceo, copiato da più mani nel XIV secolo, è una raccolta di testi spirituali. Reca un doppio ex-libris della biblioteca abbaziale del XV secolo (p. 1) e il timbro dell'abate Diethelm Blarer usato tra il 1553 e il 1564 (p. 64). Sulla controguardia anteriore si trova un indice del contenuto contemporaneo alla legatura in mezza pelle rossa, cioè del XV secolo. Apre il codice (pp. 1-9) un estratto dello Stimulus amoris (III, 17). Segue un testo molto diffuso del francescano Bonaventura, De triplice via, noto anche come Incendium amoris (pp. 10-25), e poi un trattato sulle otto beatitudini (pp. 25-36). Sono presenti anche brani del De reparatione lapsi di Giovanni Crisostomo, suddivisi in due punti diversi di questo manoscritto (pp. 41-54 e 186-193). Segue alle pp. 54-64 il trattato di Ugo di San Vittore, Soliloquium de arra animae, anch'esso molto diffuso nel medioevo (Goy 1976, n. 94). Infine, questo volume contiene anche lo Speculum humanae salvationis (pp. 65-171), ampliato da due dei suoi tre capitoli finali non tipologici, De septem stationibus passionis Christi (pp. 171-177) e De septem tristitiis B. V. Mariae (p. 177-185). Contrariamente alla prassi abituale, questo testo non è illustrato; inoltre, il fatto che sia in rima si nota appena, essendo copiato su linee continue.
Online dal: 31.05.2024
Il manoscritto, che conserva la legatura floscia originale, contiene nella parte principale (pp. 1-88; indice p. 93) degli estratti in ordine alfabetico dagli scritti dei Padri della Chiesa in latino riguardanti vari concetti teologici (De abiectione – De voto). Seguono dei brevi testi: a p. 89 si trova un poco noto ritratto di popoli e tribù in versi in latino medievale (soprattutto dalla regione della Germania), che porta il titolo Versus de provinciis e che inizia con Roma potens, reverenda Ravenna, Britannia pauper. Alle pp. 90-92 è trascritta una lettera di un erudito universitario di Parigi (Epistola cuiusdam egregii magistri parisiensis) che disserta sul male rappresentato dalla proprietà, al quale fa seguito alle pp. 94-100 una interpretazione del Padre nostro in latino, così come altri testi a carattere spirituale-ascetico in latino e (pp. 106-112) lingua tedesca. L'indice del contenuto all'interno della coperta anteriore è stato scritto da p. Jodocus Metzler (1574-1639), che fu per lungo tempo bibliotecario del monastero.
Online dal: 23.09.2014
La copia cartacea dello Speculum humanae salvationis (pp. 1-174), datata 30 aprile 1388, è stata realizzata a Wil da Johannis Phister de Gossow, che nel colophon (p. 174ab) afferma che, avendo completato il suo lavoro, ora si rilasserà (ludere eat). Completa questo manoscritto un secondo testo, intitolato nella rubrica De passione domini (pp. 178a-190b), dovuto ad un secondo scriba contemporaneo. Prima di entrare in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo, al più tardi durante l'abbaziato di Diethelm Blarer (cfr. il suo timbro usato tra il 1553 e il 1564 a p. 192), il codice appartenne a Ulrich Varnbüler, borgomastro e balivo imperiale di S. Gallo dal 1481 al 1490, come indica l'ex-libris apposto sulla prima pagina di questo volume. Sulle controguardie anteriore e posteriore della legatura originale in pelle sono presenti le impronte in negativo di un manoscritto, dal quale sono state ricavate strette strisce di pergamena che rinforzano i fascicoli di questo codice.
Online dal: 31.05.2024
Questa raccolta di scritti dovrebbe provenire dalla regione Rheinfranken o dall'Oberrhein e giunse nel 1699 nel monastero di S. Gallo, probabilmente dal monastero delle Clarisse di Freiburg in Brisgovia (come per es. il Cod. Sang. 985). Contiene un grande numero di prediche varie e di testi mistici-ascetici, soprattutto del XIII e XIV secolo. Tra questi si trovano per esempio il trattato Von der Minne (pp. 7−19) attribuito a Johannes Hiltalingen di Basilea, la cosiddetta «sünde-Version» dell'opera dello pseudo Alberto Magno Paradisus animae (pp. 62−68 e pp. 195−196), dieci prediche tradite sotto il nome di Bertoldo di Regensburg (pp. 70−104), la interpretazione del Padre nostro Adonay, gewaltiger herre (p. 109−192) o la allegoria Es ist ein hoher Berg attribuita a Johannes Tauler (p. 211−250).
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto contiene la cosiddetta Reformatio Sigismundi, un testo sulla riforma della chiesa e dell'impero, scritto in forma anonima in tedesco nel 1439 durante il Concilio di Basilea da un autore che fino ad oggi non ha potuto essere identificato in modo affidabile. Il testo è stato stampato per la prima volta nel 1476. Il trattato formula proposte di riforma nelle quali si sottolinea l'importanza della cura pastorale e si propaga una liberazione del clero secolare dall'obbligo del celibato, e dei vescovi dall'esercizio del potere secolare. Egli riferisce inoltre di una presunta visione dell'imperatore Sigismondo, al quale sarebbe apparso un sacerdote-re Federico con dei piani di riforma. In una annotazione a p. 234 il copista si sottoscrive come Petrus Hamer von Weissenhorn, cappellano a Kirchberg. Egli introduce i capitoli con delle iniziali rosse e ne decora due con volti barbuti caricaturali (p. 158 e 212).
Online dal: 14.12.2018
Unica copia rimasta del racconto in prosa Frau Tugendreich, redatta da una autrice sconosciuta o da un autore sconosciuto nella cerchia dell'imperatore Massimiliano (1508-1519) nel secondo decennio del XVI secolo. Per quanto riguarda il testo, si tratta di un miscuglio tra romanzo d'epoca e un dibattito sopra il valore o l'inutilità della donna. In una cornice di racconto esterna dibattono un giovane ingabbiato nell'ideale di corte e il suo maestro, con maggiore esperienza, imprigionato nell'immagine tradizionale della donna, sul valore, il significato e il buon comportamento della donna. Purtroppo dopo la pagina 196 sono andate perse importanti parti del testo a causa della caduta di fogli. La copia, scritta da un copista A. S. (p. 219) in dialetto svevo dell'est, è datata al 1521.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto, datato in due posti agli anni 1465 (p. 393) e 1467 (p. 181) e forse scritto da otto diverse mani, appartenne al monastero delle benedettine di S. Giorgio sopra S. Gallo, e giunse intorno al 1780/82 per scambio nella biblioteca del monastero di S. Gallo. Il codice, scritto interamente in tedesco, contiene la spiegazione del decalogo di Marquardo di Lindau (pp. 3−176), il canto Ain raine maid verborgen lag dallo Spiegelweise di Heinrich Frauenlob (pp. 177−181), una disposizione relativa all'attenzione nel pregare attribuita a Tommaso d'Aquino (pp. 182−186), il Büchlein der ewigen Weisheit di Enrico Susone (pp. 195−393), riflessioni sulla consacrazione (pp. 394−399) e per la domenica (pp. 399−402) così come un trattato anonimo sulla morte (pp. 405−422). Quali rinforzi dei fascicoli vennero utilizzate numerose strisce di pergamena provenienti da un manoscritto sangallese dell'XI/XII secolo con neumi.
Online dal: 25.06.2015
Questo manoscritto composito, realizzato probabilmente per la comunità femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo e scritto in dialetto svizzero nordorientale-alemannico, contiene numerosi testi corti e lunghi di autori conosciuti e sconosciuti, tra i quali: pp. 1−106: Tommaso a Kempis, libro terzo della Imitatio Christi; pp. 106−123: Bonaventura, estratti dall'opera De triplici via; pp. 124−126: St. Georgener Prediger, predica Geistliche Blume; pp. 126−134: Maestro Eckhart (attribuito), trattato Von der Vollkommenheit; p. 135−166: Johannes Tauler, predica su Mt 13,8 e altri estratti di prediche; pp. 167−181: due prediche anonime Vom Leiden und Meiden; pp. 184−259: trattato di sorella Katrei; pp. 259−268 dialogo istruttivo anonimo con domande di Timoteo a Paolo; pp. 271−372: Johannes di Neumarkt, estratti dalla terza delle cosiddette lettere a Gerolamo; pp. 377−407: Marquard di Lindau, Trattato su Giobbe; pp. 409−434 e pp. 472−481 (mal rilegato da un rilegatore): Das Buch des Lebens di autore anonimo; pp. 435−442: etratti da Meister Wichwolt (Cronica Alexandri des grossen Königs); pp. 446−448: Ps.-Bertoldo di Ratisbona, dieci insegnamenti di Bertoldo per una sorella spirituale. La metà circa del manoscritto è stata vergata dal monaco riformatore di Hersfeld Friedrich Kölner, attivo dal 1430 al 1436 nel monastero di S. Gallo; le rimanenti parti vennero scritte nel XV secolo da tre altri copisti.
Online dal: 17.03.2016
Codice miscellaneo del sec. XV di carattere ascetico-spirituale. Contiene massime, esortazioni e sermoni di santi e dottori della Chiesa sui sacramenti e sul Padre nostro (tra gli autori Meister Eckhart, Davide d'Asburgo, Bertoldo di Regensburg, il predicatore di Engelberg); contiene anche il cosiddetto Mistero di Natale, detto di S. Gallo (conosciuto anche come Mistero dell'infanzia di Gesù) e il commento al Libro di Daniele di Niccolò di Lira.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto composito, scritto per la comunità religiosa femminile di San Giorgio sopra S. Gallo (si veda la nota di possesso a p. 3), contiene numerosi testi più brevi e più lunghi di Marquard von Lindau, e di altri autori conosciuti per nome, e di autori anonimi, tra gli altri: pp. 5-13: Marquard von Lindau, Deutsche Predigt; pp. 25-46 e 51-69: Marquard von Lindau, Von der Geduld; pp. 76-102: trattato catechistico anonimo Von einem christlichen Leben; pp. 149-260: Rulman Merswin, Neunfelsenbuch; pp. 261-262: Volmar, Sermone; pp. 262-263: Stimulus amoris, ted. (estratto); pp. 268-379: Marquard von Lindau, Auszug der Kinder Israel; pp. 381-404: Marquard von Lindau, De fide, ted., Heinrich von St. Gallen, Ciclo di prediche sulle Acht Seligkeiten. Circa un terzo delle pagine furono scritte dal monaco riformatore Friedrich Kölner (o Colner), proveniente dal monastero di Hersfeld in Assia, attivo nel monastero di San Gallo dal 1430 al 1436 e confessore delle suore di San Giorgio. Le parti rimanenti sono state scritte da diverse altre mani nel XV secolo.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto, senza decorazione, in lingua sveva-alemanna, è scritto da due mani e contiene numerosi testi a carattere ascetico-mistico in lingua tedesca, tra i quali il trattato De contemptu mundi (pp. 3−6), varie prediche (pp. 7-33), saluti a Maria, preghiere, exempla e sentenze da autorità dottrinali ecclesiastiche (pp. 33-46), la legenda di s. Giorgio (pp. 69-105), le prime otto favole dal racconto Edelstein di Ulrich Boner (pp. 116−129), il trattato Die besessene Schwester Agnes (pp. 131−215) e una menzione dei dieci comandamenti accompagnata da scherzosi versetti in rima (p. 108). Probabilmente venne realizzato nel convento delle terziarie cappuccine di Wonnenstein presso Teufen e giunse nel 1728 (cf. Cod. Sang. 1285, p. 12) nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 08.10.2015
Il codice, scritto dalle sorelle del Terz'ordine di s. Francesco di Wonnenstein presso Teufen, non lontano da S. Gallo, intorno al 1500, contiene quale introduzione un elenco redatto intorno al 1500 delle opere manoscritte ed a stampa della biblioteca del convento (pp. 1−9), con in totale 110 registrazioni. La maggior parte è costituita da trattati a carattere ascetico-edificante. Tra questi si trova la traduzione in tedesco della Regula novitiorum di Bonaventura (pp. 15−107) del frate Conrad Nater, la versione tedesca dell'opera De exterioris et interioris hominis compositione di Davide di Augsburg (pp. 109−188), la Ermahnung zu einem wahren klösterlichen Leben del frate francescano Heinrich Vigilis di Weissenburg (pp. 190−223), il trattato Die besessene Nonne Agnes (pp. 225−404), un trattato sulla passione attribuito a Bernardino da Siena (Lernung das lyden unsers lieben heren zu betrachten; pp. 406−475), le rivelazioni delle mistiche Gertrud von Hefta e Christine Ebner (pp. 476−486), l'opera Soliloquium di Bonaventura in una versione abbreviata in lingua tedesca (pp. 496−713) ed il trattato Vom Reuer, Wirker und Schauer del cosiddetto Kuttenmann (pp. 717−727). L'11 febbraio 1782 il bibliotecario del monastero di S. Gallo Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) ricevette il manoscritto unitamente a quattro altri codici (oggi Cod. Sang. 972A, Cod. Sang. 976, Cod. Sang. 977 e Cod. Sang. 991) dalla comunità delle cappuccine di Wonnenstein.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto fu copiato nel 1499 (cfr. le datazioni alle pp. 174 e 519) da una sorella del terzo ordine di s. Francesco di Wonnenstein presso Teufen, non lontano da San Gallo. Contiene una copia dello Schürebrand, un trattato spirituale del XIV secolo della cerchia degli Amici di Dio di Strasburgo (pp. 2-174), la prima e la terza parte del trattato Von dreierlei Abgründen (pp. 176-313) attribuito a s. Bonaventura, e il trattato sulla Passione Extendit manum di Heinrich von St. Gallen (pp. 315-519). La copista invoca un'Ave Maria a p. 519. Nel 1782 il bibliotecario del monastero di San Gallo P. Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) acquistò il manoscritto insieme ad altri quattro (oggi Cod. Sang. 972a, Cod. Sang. 973, Cod. Sang. 977 e Cod. Sang. 991) dalla comunità delle cappuccine di Wonnenstein.
Online dal: 08.10.2020
I due testi principali di questo libro di preghiere, probabilmente aggiunti continuativamente da una sola mano, sono un trattato dell'ufficio divino (pp. 34-224) e un successivo ufficio di Maria (versione tedesca dell'Officium parvum Beatae Mariae Virginis, pp. 225-343). Sono accompagnati da sermoni e da trattati più brevi: all'inizio vi sono delle riflessioni sulle sofferenze di Cristo, strutturate secondo le sette richieste del Padre nostro (pp. 1-33, manca il primo foglio); alla fine il breve trattato mistico Von der seligen Dorfmagd (pp. 344-346), un trattato frammentario sulle dodici virtù del sacramento (pp. 347-352), un sermone di Johannes Nider (pp. 352-362), un altro sermone (In unser Capel die erst bredig von gehorsami, pp. 363-384), seguiti da testi più brevi e frammenti di testo (pp. 385-396). Una annotazione tardomedievale a p. 390 menziona un nome (das buch hadt hanns petris auch ze len). La legatura, rivestita in pelle rossa, con borchie staccate e fermagli mancanti, risale al XV secolo; i fogli di guardia in carta marmorizzata a mano testimoniano un restauro moderno.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto cartaceo, proveniente del convento femminile presso la chiesa di S. Leonardo di S. Gallo (p. 4), riproduce due opere di Riccardo di San Vittore (1110 ca. - 1173) considerate precorritrici della «mistica speculativa» del XIV secolo. La prima è il Benjamin maior, noto anche come De contemplatione [eiusque commendatione], come indica l'etichetta incollata sul dorso del codice (pp. 4a-97a). Ognuno dei suoi cinque libri è introdotto da un'iniziale dipinta, più grande di quelle che segnano i paragrafi, e con estensioni marginali. Segue, dello stesso autore il Benjamin Minor (pp. 97a-144a). Il volume è stato copiato da un unico scriba che, pur non lasciando il proprio nome, ha riportato un colophon comune a molti manoscritti: Explicit iste liber sit scriptor crimine liber. Le ultime due colonne del volume (pp. 144b-145a) sono di un'altra mano, che trascrive due capitoli del De spiritu et anima (inc.: Nobilis creatura est anima... , PL 40, col. 807-809), un testo a lungo attribuito ad Agostino, ma che risale al XII secolo. La legatura gotica risale al XIV o XV secolo. Gil assi di legno sono coperti con pezzi di cuoio riutilizzati.
Online dal: 31.05.2024
Al momento della stesura dei Die 24 Alten terminata intorno al 1386, il francescano Otto di Passau era membro del convento dei Minoriti di Basilea. L'opera, una sorta di guida alla vita cristiana, trovò larga diffusione nei conventi femminili quale lettura ad alta voce durante i pasti. Questo esemplare venne scritto nel 1464 da swester Endlin, forse nel convento di francescane di S. Leonardo a S. Gallo.
Online dal: 04.11.2010
Questo manoscritto del 1467, che appartenne al monastero delle clarisse di Freiburg in Brisgovia prima di venire acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1699, contiene oltre a pochi testi in latino, numerosi trattati spirituali edificanti in traduzione tedesca, tra i quali una Ars moriendi, il Cordiale de quattuor novissimis di Gerard van Vliederhoven, le cosiddette Lettere di Gerolamo tradotte da Giovanni di Neumarkt (ca. 1315-1356), lo „Spiegelbuch“ – un testo in forma di dialogo in rima sulla corretta condotta di vita, tentativi di vita secolare e di punizioni dell'aldilà con venti disegni a penna colorati – e Le gesta dei tre beatissimi re nella versione di Giovanni di Hildesheim (1310/1320-1375). Nel manoscritto si trovano alcuni altri disegni a penna: un unicorno (p. 87), due figuri di apostoli (p. 107; Paolo e Giovanni?), un uomo ed una donna in vestiti secolari, un cervo ed un cinghiale (p. 513). Nelle carte di guardia anteriori e posteriori si riconoscono tracce di minuscola carolingia (carta posteriore: Rabano Mauro, De computo).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto contiene tre voluminosi trattati in lingua tedesca. All'inizio si trova la vita dell'arcivescovo Johannes di Alessandria (pp. 5−83), redatta da Atanasio bibliotecario. Seguono il trattato edificatorio Die vierundzwanzig Alten oder der goldene Thron der minnenden Seele di Otto von Passau (pp. 87−544) e la leggenda dei tre Magi Historia trium regum) di Johannes von Hildesheim (p. 546−602). Il trattato di Otto di Passau è illustrato con 25 disegni a penna colorati e incorniciati in rosso della larghezza della colonna. La leggenda dei tre magi inizia con una miniatura a piena pagina (p. 546) che mostra i tre magi in visita a Gesù Bambino. Il copista e gli illustratori di questo codice, creato probabilmente nell'ambiente della comunità dei frati conversi di S. Gallo, sono sconosciuti; le caratteristiche stilistiche ricordano la miniatura di Costanza di Rudolf Stahel. Il manoscritto è datato in tre diversi punti all'anno 1454 (p. 93 quale iscrizione nell'immagine; p. 544; p. 602). Nel XV secolo si trovava in possesso dei frati conversi (che non conoscevano il latino) del monastero di S. Gallo; nel 1618 si trovava ancora nella biblioteca della casa dei fratelli conversi. Al più tardi nel 1755 la sua presenza è attestata nella biblioteca principale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto, allestito nel convento delle domenicane di S. Caterina a S. Gallo negli anni 1521 e 1522 dalle copiste del luogo Regina Sattler, Dorothea von Hertenstein e Elisabeth Schaigenwiler, è l'unico a trasmettere l'opera spirituale del domenicano di Pforzheim Wendelin Fabri (intorno al 1465-dopo il 1533). I testi a carattere spirituale vennero da lui redatti nella sua funzione di spirituale del convento delle domenicane di Zoffingen a Costanza tra il 1510 e il 1518 per la lettura a tavola, cioè per il sacramento dell'altare, per i cinque pani d'orzo dei religiosi e sui frutti della santa messa, le collazioni sulle sette Antifone O e i trattati Villicatorius e Prudentia simplex religiosorum. Il manoscritto giunse tra il 1780 e il 1782 nella biblioteca del monastero di S. Gallo; alla fine del XVI sec. si trovava ancora nel monastero delle domenicane di Wil.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto in-folio contiene come unico testo la Gemahelschaft Christi mit der gläubigen Seele (versione Es spricht ain haidischer maister es sy besser und nützer), un voluminoso e inedito libro di edificazione per monaci. L'autore anonimo potrebbe essere un eremita agostiniano e l'opera fu letta soprattutto nelle comunità spirituali femminili. Anche il presente manoscritto proviene da una comunità di questo tipo; dal confronto della scrittura risulta essere stato scritto e datato da Angela Varnbühler, cronista e per molti anni priora del convento di S. Caterina a San Gallo (colophon a pp. 842/843). Nell'imminenza della Riforma, la bibliotecaria Regula Keller inviò il manoscritto, insieme a un altro ora perduto, alla casa delle suore di Appenzello, come riportato nella lettera che ne accompagna la spedizione incollata a p. 2. Da lì il codice passò al convento di Wonnenstein e nel 1782 alla biblioteca dell'abbazia (nota di possesso di P. Pius Kolb a p. 4). Due annotazioni del 1584 ricordano che un certo Hans Bart ha das Buoch gelernet (p. 1 e p. 845). Il manoscritto è scritto su due colonne ed è interamente rubricato. Vi si trovano inseriti un segnalibro e un foglio singolo dalla cinquecentina di un breviario stampato da Erhard Ratdolt di Augusta. Tra p. 839 e p. 840 sono state rimosse alcune pagine (con perdita di testo). La legatura, in pelle senza decorazione con due fermagli (uno perduto) è coeva. Sulle assi in legno sono visibili le impronte di due atti in lingua tedesca.
Online dal: 22.09.2022
Il copista principale di questo manoscritto cartaceo ha coperto quasi tutte le pagine con la sua scrittura piccola e serrata, moltiplicando le abbreviazioni e lasciando solo un sottile margine bianco (più di 50 righe continue per pagina). I fascicoli a volte variano di dimensione per lo stesso testo. Il primo di questi presenta i Sermones de tempore del maestro parigino Jean d'Abbeville (pp. 3-182). Segue un commento al decalogo del monaco agostiniano Enrico di Friemar, De decem praeceptis (pp. 183-233). Il resto del codice è occupato da una serie di sermoni anonimi, ad esempio su s. Bernardo (p. 239), sull'Assunzione (p. 253) o sulla decapitazione di Giovanni Battista (p. 288). Tra i sermoni si intercala un estratto dell'Elementarium logicae di Guglielmo di Ockham (inc.: [F]inis logici principalis est scire discernere...) (pp. 291-293). Il manoscritto appartene alla biblioteca dell'abbazia di S. Gallo al più tardi dall'epoca dell'abate Diethelm Blarer, come indica il timbro datato tra il 1553 e il 1564 (p. 300).
Online dal: 31.05.2024
Il manoscritto contiene l'opera Die 24 Alten oder der goldene Thron der minnenden Seele (completata intorno al 1386) del francescano Otto von Passau. Quest'opera, una sorta di insegnamento cristiano della vita in sentenze, è rivolta a laici, fratelli laici nei monasteri e monache. Il monaco riformatore Friedrich Kölner (o Colner), che proveniva dal monastero di Hersfeld in Assia e fu attivo nel monastero di S. Gallo tra il 1430 e il 1436, trascrisse, a detta del colophon a p. 512, il manoscritto per la comunità religiosa femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo, di cui era il confessore.
Online dal: 18.06.2020
L'unico copista di questo manoscritto su carta ha lasciato due colofoni che indicano le date di completamento della sua copia nel maggio e nel giugno 1398 (pp. 187 e 448). La prima parte del volume (pp. 3-187) contiene una serie di sermoni anonimi su s. Giovanni Battista, la Vergine Maria, la dedicazione della chiesa, ecc. Le pagine successive contengono materiale per altri sermoni, di cui manca l'inizio (pp. 189-204), seguiti da una serie di pagine bianche (pp. 205-220). La seconda parte datata combina un trattato sui cinque sensi con vari sermoni, come notato nel primo explicit (p. 252), e altri sermoni, uno dei quali è scritto in tedesco (pp. 258-259). Il codice si trova nel monastero di S. Gallo almeno dal XV secolo, come suggerisce la nota di possesso (p. 1). Tra le numerose brachette che rinforzano i fascicoli, sedici frammenti provengono da un manoscritto in ebraico, in scrittura quadrata ashkenazita, di un testo talmudico risalente alla fine del XIII o all'inizio del XIV secolo (si veda la descrizione di Justine Isserles, Books within books, 2024). Gli altri frammenti in latino provengono da un documento del XIV secolo.
Online dal: 31.05.2024
Il testo principale del manoscritto, che mostra forti tracce d'uso, è la Regola di Benedetto nella traduzione tedesca (pp. 3-107). Sulla base di un confronto con il Cod. Sang. 546 si deduce che questo testo è stato trascritto dal monaco sangallese p. Joachim Cuontz († 1515). Secondo la nota di possesso del 1504 a p. 1, il manoscritto apparteneva alla comunità religiosa femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo. Alle pp. 120-121 c'è un ammonimento alle sorelle a rispettare la regola, ugualmente scritto da p. Joachim Cuontz. Nel mezzo e di seguito ci sono brevi testi di altre mani: pp. 108-112 un'istruzione su come recitare l'«Himmlische Rosenkranz» che segue alle pp. 112-117, un canto spirituale per la meditazione del rosario in 13 versetti con promessa di indulgenza (Inc. gott vater in dem höchsten tron), a p. 118 un ammonimento alle suore di essere vigili (secondo 1 Pt 5,8-9) e richieste di benedizioni, alle pp. 123-125 un motto e la preghiera in rima di Nicolao della Flüe (ain guotti hailsamy lerr von bruoder clausen in schwitz, Inc. bruoder klaus von underwalden, e bruoder klausen gewonliches betett, Inc. O min gott und min schöpfer nim mich und gib mich gantz zuo aigen). A p. 126 ci sono delle note di possesso (?), a p. 128 (secondo Paul Staerkle, Die Handschriften des ehemaligen Klosters Wiborada zu St. Georgen, in: Die hl. Wiborada, vol. 2: Die Verehrung der Heiligen, St. Gallen 1926, p. 84) un registro per il trasporto della sabbia del 1477-1487, che «fissa alcuni servizi della cava donata alla chiesa per la nuova costruzione della chiesa» («der einige Dienstleistungen aus dem der Kirche geschenkten Steinbruch zum neuen Kirchenbau festsetzt»).
Online dal: 18.06.2020
Il monaco Friedrich Kölner (anche Colner), originario del monastero di Hersfeld in Assia, fu attivo tra il 1430 ed il 1436 nel monastero di S. Gallo per introdurvi, con alcuni confratelli, delle riforme interne. Friedrich Kölner operò in questo periodo anche come confessore per la comunità a carattere monastico delle sorelle di S. Giorgio sopra S. Gallo. Per queste tradusse numerosi testi dal latino in tedesco. I testi contenuti nel Cod. Sang. 998 trattano prevalentemente di verginità e castità. Il volume contiene numerose sentenze dei Padri della Chiesa in alemanno con riflessi in medio alto tedesco; frequentemente compaiono testi di Bernardo di Clairvaux. Nel volume si trovano anche traduzioni dei libri I e II (pp. 67-139; pp. 141-187) della Imitatio Christi di Tommaso da Kempis, varie prediche e estratti tradotti in tedesco dal trattato per i novizi di David di Augsburg De exterioris et interioris hominis compositione secundum triplicem (p. 291−299 und p. 319−338).
Online dal: 08.10.2015
Il manoscritto contiene il trattato in tedesco sul Corpus Domini del Monaco di Heilsbronn, un monaco del monastero cistercense di Heilsbronn situato tra Norimberga e Ansbach, vissuto probabilmente nel XIV secolo. Il manoscritto di piccolo formato, con copertina floscia, proviene dalla comunità delle suore di s. Leonardo, vicino a San Gallo, e fu in seguito di proprietà della comunità religiosa femminile di S. Giorgio, sopra San Gallo.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto, che a p. 3 presenta due note di possesso della comunità religiosa femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo (probabilmente dell'epoca intorno al 1500), contiene due testi spirituali del XIII, rispettivamente XIV secolo. Si tratta di una trasposizione della introduzione del ministro generale domenicano Umberto di Romans († 1277) alla regola del suo ordine in tedesco (pp. 5–295) e dell'opera Die geistliche Hochzeit (Brulocht) del teologo fiammingo Jan von Ruusbroec († 1381) in una versione della Germania meridionale (pp. 296–482).
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto, redatto nel 1498, proviene dalla biblioteca della comunità regolare di sorelle delle terziarie francescane dell'eremo inferiore (Untere Klause) di S. Leonardo davanti alle porte della città di S. Gallo. La sconosciuta copista, che scrive fino a p. 536, prega a due diverse riprese le future lettrici di pronunciare in suo favore una Ave Maria (p. 201; p. 536). Il manoscritto contiene all'inizio un'importante versione del Schürebrand (pp. 10−201), nel mezzo (pp. 206−339) le parti 1 e 3 del trattato Von dreierlei Abgründen attribuito a S. Bonaventura ed alla fine (pp. 344−535) il trattato sulla Passione Extendit manum di Enrico di S. Gallo. Il saluto a Maria inserito alla fine del manoscritto (pp. 537−539) è di altra mano. Il manoscritto giunse dopo la Riforma e la secolarizzazione della comunità di suore di S. Leonardo nella biblioteca delle benedettine di S. Giorgio ed infine, nel 1780/82 nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.06.2015
Questo codice, scritto tra gli altri dal benedettino Friedrich Kölner e destinato all'eremitaggio di S. Giorgio, contiene oltre ad una traduzione della vita di s. Benedetto (secondo Gregorio Magno Dialoghi, Libro 2) e ad un estratto del trattato sull'eucarestia di Marquardo di Lindau, una versione particolarmente precoce di orazioni dal «Wilhelm-» e dall' «Ebran-Gebetbuch» di Johannes von Indersdorf. Tramanda inoltre alcune delle «Engelberger Predigten» completando in questo modo la raccolta contenuta nel Cod. M 47 del convento delle domenicane di S. Caterina di Wil. Degno di nota il fatto che entrambi i manoscritti si rifacciano ad un modello al quale si orienteranno anche circa 50 anni dopo i manoscritti Cod. Sang. 1919 e Wil M 42 (anche in questo caso in modo complementare) per la loro scelta di «Engelberger Predigten».
Online dal: 09.04.2014
Le cinque parti del manoscritto sono state scritte da diversi copisti, tra questi il conventuale di S. Gallo Hans Conrad Haller (1486-1525), calligrafo, sacerdote e dal 1523 al 1525 bibliotecario del monastero di San Gallo, che ha trascritto diverse opere come un messale e altra letteratura spirituale, e una vita di Notker Balbulus. Nel Cod. Sang. 1006 Haller ha lasciato spesso delle sottoscrizioni, per es. alle pp. 531 e 540. Le cinque parti del manoscritto contengono i seguenti testi: parte I (pp. 13-45) orazioni per la Passione e – in parte frammentarie – sacre rappresentazioni, tra le quali alle pp. 33-44 il Ludus ascensionis. Parte II (pp. 46-65) una preghiera a Santa Dorotea, secondo il copista tradotta dal latino e scritta nel 1430 (pp. 61-62). Parte III (pp. 66-80) il Der Seele Klage di Heinrich der Teichner. Parte IV (pp. 81-95) la liturgia delle ore della Passione di Cristo. Parte V (pp. 96-762) una moltitudine di testi edificanti come preghiere e riflessioni, tra cui alle pp. 188-190 Ein babst lag uurmals an dem tod, alle pp. 406-486 St. Anselmi Fragen an Maria e alle pp. 508-524 un Salve Regina in rima in tedesco.
Online dal: 14.12.2018
Il volume consiste nell'unione di due manoscritti, il primo in pergamena risalente alla fine del XIII secolo e paginato con inchiostro nero da 7 a 118, il secondo in carta del XV secolo e paginato a matita rossa da 1 a 144. Secondo la legatura, furono assemblati nel XIX secolo, quando Franz Weidmann, bibliotecario dell'abbazia di S. Gallo, fece un elenco dettagliato del vario contenuto di questi due manoscritti (pp. 1-2). Il primo, probabilmente copiato nel sud della Francia, contiene un poema latino, Certamen animae, composto da Raimond Astruc (pp. 7-95 in inchiostro nero), seguito da un altro brano di questo autore, Epistola de consolatione (pp. 95-98 in inchiostro nero). Completano questa prima parte, delle lettere di Carlo I d'Angiò, brani in versi sulle sue vittorie e satire morali (contro i vizi del secolo o contro gli ordini religiosi) (Delisle 1916). Secondo una annotazione, questo manoscritto fu donato da un ex gesuita, diventato predicatore riformato a Montbéliard, a Bartholomäus Schobinger di S. Gallo nel 1598 (p. 5 in inchiostro nero). La seconda parte del Cod. Sang. 1008, copiato da un unico scriba nel XV secolo, inizia con il testo del certosino Heinrich Eger von Kalkar, De puritate conscientiae (pp. 1-17 a matita rossa). Segue il dialogo in prosa latina tra la Morte e il maestro Policarpo, Colloquium de morte (Pirożyńska 1966) (pp. 18-25 a matita rossa). Infine, si trovano le meditazioni sulla Passione di Cristo (pp. 26-47 a matita rossa), le meditazioni di sant'Anselmo (pp. 48-67 a matita rossa) e il De institutione novitiorum di Bonaventura (pp. 116-139 a matita rossa).
Online dal: 31.05.2024
Il piccolo e voluminoso codice cartaceo è composto da una dozzina di unità codicologiche e contiene numerosi testi copiati da diverse mani tra il XIV e il XV secolo. Vi si trovano dei sermoni e diversi trattati come lo Speculum boni et mali (pp. 1-48), lo Speculum monachorum (pp. 62-65), l'Opus tripartitum di Jean Gerson (pp. 73-122), il De malitia mulierum (pp. 463-475), testi sulla messa - uno dei quali è un'esortazione a celebrarla (pp. 122-144) - le Visiones Pauli (pp. 159-167), degli exempla (pp. 297-328), un computo (pp. 353-390), nonché una serie di lettere. I fascicoli sono rinforzati da un certo numero di frammenti di manoscritti. Tra questi spiccano i frammenti copiati in scrittura unciale del VII o VIII secolo (p. 84-s1-2, 180-s1-3, 204-s1-3, 224-s1-3, 288-s1-3, 304-s1-3), tutti provenienti da un salterio. Con ogni probabilità provengono dallo stesso manoscritto datato alla fine del VII secolo e descritto da A. Allgeier (1929), (CLA 7, n. 985), di cui se ne conservano alcuni piu grandi frammenti alle pp. 370-391 del Cod. Sang. 1395 della biblioteca abbaziale.
Online dal: 31.05.2024
Questo manoscritto a carattere composito di contenuto teologico-mistico, che proviene forse dal Nord della Baviera e che venne completato nell'area del lago bodanico, appartenne intorno al 1500 alla comunità spirituale delle francescane dell'eremo inferiore (untere Klause) di S. Leonardo ad occidente della città di S. Gallo, che venne soppresso con l'introduzione della Riforma. Il volume contiene più di trenta prediche, trattati, estratti da trattati a carattere domenicano, per lo più anonimi. Tra questi si trova la lettera aperta Von wahrer Andacht di Eberhard Mardach (pp. 83–116), una predica di Johannes Tauler (pp. 129−156), il trattato Liebhabung Gottes an den Feiertagen di Thomas Peuntner del 1434 (pp. 232−237), estratti dalla Auslegung der zehn Gebote di Marquardo di Lindau (pp. 238–245), l'inizio del prologo e tre capitoli della Theologia deutsch (anche menzionato Der Frankfurter; pp. 287–297) tramandato anonimo e integralmente pubblicato per la prima volta da Martin Lutero nel 1518, così come estratti da una versione tedesca del Der Minnebaum (Arbor amoris; pp. 323–331) che si discosta molto da quella di altri manoscritti.
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto è vergato interamente dal monaco riformatore di Hersfeld Friedrich Kölner, che fu attivo nel monastero di S. Gallo dal 1430 al 1436. Egli si occupò tra l'altro della cura spirituale della comunità femminile di S. Giorgio. I manoscritti da lui redatti, dodici dei quali si sono conservati, furono probabilmente destinati principalmente a questa cerchia di destinatari. Questo può essere ipotizzato anche per il presente manoscritto, in comodo formato in-ottavo. Contiene un corposo ciclo di sermoni, introdotto da una predica presumibilmente di Rulmann Merswin (pp. 2-22: Leben Jesu / Von der geistlichen Spur), che Kölner attribuisce a Johannes Tauler (la stessa combinazione di testi si trova nel Cod. Sang. 1067). I seguenti quaranta sermoni sono in effetti di Tauler (pp. 22-557). Sotto la voce Von der drivaltikait, alle pp. 134-147, si trova il trattato composito dello pseudo-Eckhart Von dem anefluzze des vaters. Mancano i discorsi quaresimali di Tauler; Kölner fa invece riferimento a due lettere di Johannes von Schoonhoven. Sebbene non siano inclusi nel presente volume, sono disponibili come traduzioni indipendenti di Kölner nel Cod. M 47 dell'archivio del convento di S. Caterina a Wil, un manoscritto che Kölner ha probabilmente scritto per la comunità di S. Giorgio. Il manoscritto, a piena pagina, è fittamente scritto e completamente rubricato. La legatura, senza decorazioni, è stata restaurata nel 1992, ma il volume presenta già numerose riparazioni medievali.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene dei sermoni per l'anno liturgico ed è stato copiato da una mano regolare in una minuscola gotica del XIII secolo. È incompleto all'inizio e alla fine. I sermoni, numerati nel margine superiore, vanno dal VII (Dominica iiii. in quadragesima) al LXXXVIII (In vigilia epiphanie domini). All'inizio di ogni sermone c'è una semplice iniziale rossa alta due righe e un titolo rubricato che indica il giorno in cui il sermone doveva essere letto. Vista la presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 410), il manoscritto deve trovarsi nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo al più tardi dalla metà del XVI secolo. La rilegatura in cartone, rivestita di pergamena bianca e munita di nastri di seta verde a guisa di fermagli, risale al XVIII-XIX secolo.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto in pergamena contiene due raccolte di sermoni sui santi. La prima è del priore domenicano Peregrinus de Oppeln (pp. 3-250), il cui nome compare nelle rubriche poste all'inizio della sezione invernale (p. 3) ed estiva (p. 131). La seconda, copiata da un'altra mano contemporanea, contiene sermoni di Jacopo da Varagine (pp. 251-346). L'appartenenza di questi autori all'ordine domenicano si riflette nell'importanza data, ad esempio, a s. Caterina di Siena da Peregrino (le sono dedicati tre sermoni, pp. 239-250), o a s. Domenico da Jacopo da Varagine (due sermoni alle pp. 288-290, 311-315). Per contro, sono stati invece omessi alcuni santi specifici della collezione di Peregrinus, provinciale di Polonia, come Adalberto, Venceslao ed Edvige. La copia è accurata e sistematicamente decorata con iniziali filigranate. Annotazioni marginali coeve riassumono il contenuto di alcuni sermoni, talvolta in forma schematica. L'ex-libris (p. 351) indica che questo manoscritto appartenne ad Angela Varnbüler (1441-1509), priora del convento domenicano di S. Caterina a San Gallo, prima di entrare nella biblioteca di S. Gallo, al più tardi durante l'abbaziato di Diethelm Blarer (il suo timbro è datato tra il 1553 e il 1564, p. 347) (Mengis 2013, n. 52).
Online dal: 31.05.2024
Questo manoscritto in pergamena contiene sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona († 1272) in una copia della seconda metà del XIII secolo o della prima metà del XIV secolo. Inizia con la festa del protomartire Stefano (26 dicembre; p. 1a) e si estende fino alla festa della decollazione di Giovanni Battista (29 agosto; p. 181b). Seguono altri sermoni e testi, due dei quali con il titolo De passione (p. 197a) e De resurrectione (p. 199b). A p. 209 il testo si interrompe alla fine della colonna di destra. Seguono, alle pp. 210a-215a, i sermoni per la Conversio sancti Pauli (p. 210a) e la Purificatio beatae Mariae (p. 213a), anche se queste due feste compaiono già nella parte originale (pp. 23b e 31b). Nel XIV secolo un'altra mano ha scritto nella colonna destra di p. 215 un testo tedesco (Wilt du wizzen wie ...). Secondo un'annotazione a p. 216, il cappellano Jodocus Maiger nel 1433 donò questo libro a Nicolaus Jeuchin o Jenchin, parroco di S. Mangen (una chiesa fuori la città di S. Gallo). Da notare, a p. 111/112, la cucitura decorativa in quadricromia con contorno frastagliato, a p. 150a il disegno a penna e a p. 216 il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura con assi in legno risale probabilmente al XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
La maggior parte di questo manoscritto è costituita da sermoni copiati su due colonne da diversi scribi (pp. 1-144). Le singole omelie sono talvolta introdotte da rubriche e piccole iniziali, alternativamente blu o rosse con filigrana. L'ultima parte (pp. 145-157), di dimensioni più ridotte (19 x 17 cm) e copiata per la maggior parte su una sola colonna, contiene versi leonini e detti versificati. In possesso della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo almeno dalla metà del XVI secolo (si veda il timbro dell'abate Diethelm Blarer a p. 120), il manoscritto è stato nuovamente rilegato nel XVIII-XIX secolo in pergamena bianca incollata su cartone, con lacci di seta verde.
Online dal: 22.09.2022
Il volume in pergamena (pp. 5-162) contiene alle pp. 8-162 una raccolta di sermoni latini per le feste dell'anno ecclesiastico (Temporale e Santorale) in una piccola gotica minuscola del XIII secolo. A p. 7 in alto c'è una tabella con lettere greche come segni numerici e in basso un incipit in maiuscole rosse, in parte coperto dal timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. Un foglio singolo (p. 5/6), probabilmente aggiunto nella seconda metà del XIV secolo, contiene un indice dei sermoni fino all'Assunzione. La raccolta inizia con le prediche per l'Avvento (p. 8) e continua fino all'Esaltazione della Croce (p. 109) e all'Assunzione (p. 112). Seguono altri sermoni, tra cui alcuni Ad populum (p. 157, 162), prima che il testo si interrompa alla fine di p. 162. Le prediche sono solitamente introdotte da un'iniziale decorativa di due o tre righe in rosso, blu e verde. La legatura, così come le carte di guardia cartacee (pp. 1-4, 163-190), risale probabilmente alla fine del XVII o al XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto è stato scritto in textualis probabilmente nella seconda metà del XIII o nella prima metà del XIV secolo. L'antica foliotazione va da I a CLXXXIII e da CCLVI a CCLXXX (foliotazione a matita: 184-209). Oggi fa fede quella a matita A-B, poi a inchiostro rosso I-CLXXXIII e infine a matita 184-216. L'indice, inserito nel XIV secolo nell'ultimo fascicolo separato (cc. 211r-214v), utilizza la numerazione in cifre romane da I a CCLXXVIII senza lacune. Ciò dimostra che, dopo la stesura dell'indice, alcuni fascicoli sono andati perduti dopo il foglio CLXXXIII, già annotato nel XV secolo nell'indice con «vacat». I fogli rimasti tramandano dapprima i sermoni di Bertoldo di Ratisbona († 1272) sulle feste del Signore e dei santi (cc. Ir-CLXXIIIIv) e poi - a causa della già citata perdita di fogli - solo la fine delle sue prediche per il Commune sanctorum (cc. 184r-184v). In mezzo e dopo ci sono altri sermoni (Sermones ad religiosos, Sermones ad speciales) o testi spirituali della stessa mano, ma alla fine (cc. 209r-210r) di una mano diversa. All'indice fanno seguito (cc. 214r-215v) altre aggiunte, probabilmente del XIV secolo, tra cui alcune in tedesco. Secondo la nota di possesso Liber sancti Galli a c. Br, probabilmente nel monastero di S. Gallo al più tardi dal XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto di piccolo formato, scritto da più mani, contiene per lo più sermoni (pp. 3-49). Sono numerati a margine da una mano più tarda (1-39), che ha scritto anche l'intestazione Sermones de tempore e la nota di possesso Liber s. Galli a p. 3. Secondo Schneyer, Repertorium der lateinischen Sermones des Mittelalters für die Zeit von 1150-1350, II.766 e IV.49, e Hamesse, Repertorium initiorum manuscriptorum latinorum medii aevi, n. 31477, tra gli autori dei sermoni figurano Lotario dei conti di Segni (futuro Papa Innocenzo III), Ugo di Santo Caro e Nicolaus de Gorra. Da p. 49 in poi si susseguono testi molto diversi tra loro: alle pp. 49-51 sette brevi lettere o formule epistolari (tra l'altro dall'abate di Isny all'abate di Blaubeuren, dal duca di Baviera a due siniscalchi, dai genitori al figlio all'epoca studente a Padova e dallo studente ai suoi genitori); a p. 51 versetti mnemonici sull'ostia, sui compiti di un confessore, sui sette sacramenti, ecc.; a p. 52 un altro sermone (di Luca di Bitonto; Schneyer, Repertorium, IV.56, n. 88); a p. 53 i Fünfzehn Vorzeichen des Jüngsten Gerichts; a p. 54 la Parabola De rustico et eius domino di Odo di Cheriton; alle pp. 55-62 un Tractatus naturalis, Inc. Cum alterius nature sit truncus, alterius surculus; alle pp. 63-77 un commento al De anima di Aristotele, Inc. Bonorum honorabilium noticiam [...] subiectum huius libri de anima est anima prout est coniuncta corpori. Il manoscritto, privo di ornamenti, presenta una legatura di cartone della prima età moderna, ricoperta da frammenti di un messale a stampa.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene circa un terzo dei testi della Legenda aurea di Jacopo da Voragine, con singoli testi che compaiono due volte. La prima parte (pp. 1-267) inizia con l'Avvento e termina con il giorno di Ognissanti e la consacrazione della chiesa. Il titolo sopra il primo testo (Sermo de adventu domini, p. 1) è fuorviante e ha portato a identificare erroneamente il contenuto del manoscritto come dei sermones. La seconda parte (pp. 271-665) inizia con Mattia (24 febbraio) e termina con Tommaso (21 dicembre). Questa raccolta è completata da alcuni testi dalla cosiddetta appendice Provincia (Osvaldo, Ulrico, Pelagio, Verena, Gallo, Otmaro, Corrado), inseriti al rispettivo posto nel corso dell'anno liturgico. Nel mezzo (pp. 267-270) si trovano sette brevi exempla, i primi tre dei quali si basano su testi dei Verba seniorum. Alla realizzazione del manoscritto hanno partecipato due scribi. Il cambio di mano a p. 382/383 (alla fine del fascicolo ma a metà della parola) è accompagnato da un cambio della decorazione: mentre nella prima parte ci sono solo singole iniziali rosse di più righe decorate con semplice filigrana rossa, la filigrana nella seconda parte è bicolore (rosso/blu), più rigogliosa e più fine. La decorazione filigranata è simile a quella delle iniziali filigranate del manoscritto di Friburgo, BCU, ms. L 34, ma un po' meno raffinata. Nella prima parte saltano all'occhio cuciture decorative multicolori che riempiono i fori (pp. 55/56, 75/76, 115/116, 123/124, 131/132, 143/144 e 147/148). Nel margine superiore delle pp. 7-664 è presente una antica foliazione (III-CCCXXXI). La legatura in cartone, rivestita di pergamena bianca e munita di nastri di seta verde a guisa di fermagli, risale al XVIII-XIX secolo.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, redatto nel convento delle domenicane di S. Gallo probabilmente nel 1484, costituisce la prima parte (conservatasi) di una raccolta la quale originariamente doveva contenere, secondo una indicazione contenuta nell'indice, 151 prediche ordinate secondo l'anno liturgico e con tutta probabilità destinate alla lettura durante i pasti. Vi si trovano tra l'altro prediche di Meister Eckhart, Johannes Tauler, Nikolaus von Straßburg, Rudolf Goltschlacher, Meister Wilhelm, Felix Fabri (?), Jordan von Quedlinburg e alcune dal corpus delle «St. Georgener» e «Engelberger Predigten». Degno di nota il fatto che per quanto riguarda il contenuto di «Engelberger Predigten» il Cod. Sang. 1066 si comporti in maniera complementare ai manoscritti Cod. Sang. 1919 e Wil M 42 anche loro redatti nel convento sangallese di S. Caterina. Diversamente dal Cod. Sang. 1919 e dal Wil M 42, che indirettamente o direttamente si rifanno alla medesima versione *C, al quale anche i due manoscritti Cod. Sang. 1004 e Wil M 47 - realizzati 50 anni prima - devono il loro fondo contenuto di «Engelberger Predigten», il Cod. Sang. 1066 deriva da un manoscritto del gruppo testuale *Y3, prossimo anche al Cod. 752(746) della biblioteca del monastero benedettino di Einsiedeln.
Online dal: 09.04.2014
Il volume in-folio contiene un ampio ciclo di sermoni, introdotto da una predica presumibilmente di Rulmann Merswin (fol. 1ra-5vb: Leben Jesu / Von der geistlichen Spur), qui attribuita a Tauler (come nel Cod. Sang. 1015). I sermoni successivi (fol. 5vb-235ra) sono in effetti di Tauler. Sotto il titolo Von der drivaltikait, i fol. 85va-93va contengono il trattato composito dello pseudo-Eckhart Von dem anefluzze des vaters; nei fol. 235ra-241va sono trascritte quattro lettere di Enrico Susone (lettere 3, 4, 6 e 7 del Kleines Briefbuch), seguite da un altro sermone. Il manoscritto, a due colonne, è scritto con cura, corretto in molti punti e completamente rubricato. Ogni sermone è introdotto da un'iniziale ornamentale, per lo più di cinque righe, con una semplice filigrana in blu e rosso; alcune iniziali sono un po' più grandi e più elaborate (ad es. fol. 190vb). La legatura in pelle ben conservata, con cinque borchie (una sola mancante sul piatto posteriore) e due fermagli, decorata con filetti e decorazioni, risale alla fine del XV secolo. Secondo due note di possesso sul foglio di guardia anteriore, il volume appartenne alle suore dell'eremo di S. Leonardo e successivamente a quelle di S. Giorgio a San Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene in gran parte delle prediche. Inizia (pp. 1-279) con lo Speculum ecclesiae di Honorius Augustodunensis (ca. 1080 – 1150/1151). Seguono (pp. 279-281) rispettivamente 20 versi sulle Virtù e sui Peccati in esametri leonini, ognuno con una breve spiegazione in prosa. Sulla p. 282, rimasta bianca, è stato aggiunto un disegno a penna dell'Apostolo Paolo. Alla fine (pp. 283-411) i Sermones di Mauritius de Sulliaco (Maurice de Sully, ca. 1120-1196), con un elenco dei capitoli ed un prologo a p. 283. Alle pp. 411-414 un commento alla professione di fede apostolica (inc. Quo nomine vocatur hec doctrina apostolica symbolum, expl. latine dicitur vere fideliter fiat). Il brevissimo testo a p. 415 tratta della comunione per gli scomunicati (inc. Communicans excommunicato, expl. ad correctionem communicabis excommunicato).
Online dal: 22.03.2018
Armerista dell'abate di San Gallo Ulrich Rösch (1463-1491), contenente la riproduzione di 1626 armi di importanti personaggi laici o ecclesiastici, per lo più della regione della Germania meridionale.Fu probabilmente prodotto nel laboratorio di Heidelberg di Hans Ingeram per un committente sconosciuto tra Neckar e Oberrhein. Negli anni intorno al 1480 Ulrich Rösch acquistò il volume e vi aggiunse, nell'ultima sezione, un gran numero di armi della Svizzera e della Germania limitrofa, che fece riprodurre dal pittore di Winterthur Hans Haggenberg. Uno dei più importanti armeristi del XV secolo.
Online dal: 23.12.2008
Armerista dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), databile agli anni compresi tra il 1530 e il 1572. Contiene le riproduzioni di più di 2000 armi, appartenenti per lo più a famiglie dell'antica Svizzera. Diverse armi contengono spiegazioni genealogiche autografe di Tschudi.
Online dal: 23.12.2008
Tra due tarde carte di guardia cartacee rispettivamente anteriori e posteriori sono rilegate sette tavolette di legno, delle quali la prima è scritta solo sul verso con della cera colorata di nero, le successive cinque pagine su tutti e due i lati, e l'ultima è vuota. Il formato delle tavolette lignee senza i rinforzi di carta è di 14.8 x 8 cm. Secondo Wilhelm Wattenbach (in: Anzeiger für Kunde der deutschen Vorzeit 1873, S. 79f.) si tratta probabilmente di "Bruchstücke des Taschenbuchs eines Klosterbeamten aus dem 15. Jahrh."; si possono indovinare alcune parole in latino e tedesco (in parte capovolte).
Online dal: 08.10.2015
La pianta carolingia di S. Gallo è il più antico disegno architettonico dell'Occidente che ci sia stato tramandato e costituisce quindi un monumento della storia della cultura europea. E' costituito da cinque fogli di pergamena di pecora cuciti assieme, in un secondo tempo piegati in modo da raggiungere il formato in-quarto. Sulla facciata anteriore si trova la pianta originale di un'abbazia con 52 edifici, 333 didascalie esplicative in latino ed una lettera di dedica. Venne realizzata, probabilmente sulla base di modelli, a Reichenau sotto l'abbaziato di Heito o Erlebald, per (l'abate?) Gozberto di S. Gallo (819 o intorno all'827/830); le didascalie sono state aggiunte dal bibliotecario Reginbert e da un giovane confratello. Sulla facciata posteriore - in origine bianca - (e su rasura nella parte inferiore della facciata anteriore) è stata aggiunta la Vita beati Martini episcopi sulla base di Sulpicio Severo (redatta a S. Gallo alla fine del sec. XII).
Online dal: 20.03.2014
Il manoscritto si presenta in forma di rotolo di pergamena; questo consiste in sei strette strisce di pergamena di circa 60-80 cm di lunghezza cucite assieme nel senso della larghezza. Si tratta di una guida per pellegrini attraverso la città di Roma ed è costituita di due testi: i Mirabilia Romae descrivono sotto forma di lista gli edifici della città di Roma: mura, templi, palazzi, piazze, terme, teatri ecc. Questa parte inizia, nella presente versione, con una corta introduzione storica dalla cronaca di Martino Polono. Quale seconda parte fanno seguito le Indulgentiae ecclesiarum urbis Romae, una lista delle chiese di Roma con le loro reliquie e le indulgenze che vi si possono ottenere.
Online dal: 20.12.2012
Scritto nel 1567, contiene due quaderni di appunti di Mauritius Enk († 1575), monaco di S. Gallo e studente a Parigi: 1) ff. 1r-53r relativi al corso di Petrus Christinus SJ sulla Metafisica di Aristotele, 2) ff. 56r-130r relativi al corso di Giacomo Valentino de Borrasa SJ († 1581) sulla Metafisica.
Online dal: 08.10.2015
Quaderno di studio del monaco di S. Gallo Maurizio Enk († 1575) con l'aggiunta delle lezioni del gesuita Giacomo Valentino (anche conosciuto come Giacomo de Borrasa; († 1581) sulle opere di Aristotele De physica, De caelo et mundo, Tractatus de elementis, De ortu et interitu e De anima; scritto nel 1568/69 in occasione del suo soggiorno di studio a Parigi presso il Collège de Clermont condotto dai Gesuiti.
Online dal: 15.04.2010
l codice, scritto da più mani, contiene la storia naturale (Das Buch der Natur) di Konrad von Megenberg in una versione praticamente completa; mancano solo alcuni capitoli, in parte a causa della perdita di fogli. I fascicoli 17 (pp. 371-394) e 18 (pp. 395-418) sono rilegati nell'ordine sbagliato. Le singole parti del terzo libro (sugli animali) e del quarto (sugli alberi) sono precedute da sommari coevi. I numeri dei fogli riportati corrispondono alla cartulazione, che ricomincia più volte dall'inizio, inserita in alcune parti. Sulla controguardia posteriore di carta si trova una nota di possesso della mano che ha anche numerato i fogli: sint der bletter CClxxvj bletter vnd ist dz ůrrich [Ulrich] von fulach. Secondo questa annotazione sono andati perduti in totale 12 fogli. Come si evince dalla dedica all'abate Joseph von Rudolphi (abate 1717-1740) sulla controguardia anteriore, il volume si trova nella biblioteca del monastero di S. Gallo al più tardi dal XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) delle lezioni sulle Sacre Scritture (Isagoge in sacram scripturam) tenute dal gesuita spagnolo Johannes Marianus (Juan de Mariana, 1536–1624). Questo testo si trova alle pp. 33–269. Il volume contiene anche estratti da Agostino (pp. 19–21 dalla Lettera 28 a Gerolamo, con un indice alfabetico alle pp. 1–12; alle pp. 27–28 dalle Confessiones) così come un breve trattato sulla confessione prima della Eucarestia Num confessio necessaria sit ante sumptionem Eucharistiae (pp. 270–271, non scritto da Enk).
Online dal: 23.06.2016
Raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) delle lezioni sul terzo e quarto libro del Libri magistri sententiarum (delle Sentenze di Pietro Lombardo) di Hubertus Morus (Hubert Meurier, 1535-1602). La lezione sul terzo libro (pp. 7–109) si svolse dal 22 aprile al 27 giugno 1566, quella sul quarto libro (pp. 199–433) dal 7 maggio al 14 (19?) agosto 1566. Gli appunti delle lezioni sono rilegati in una legatura di pelle di vitello parigina che porta una nota di possesso impressa in oro.
Online dal: 23.06.2016
Raccolta di appunti trascritti dal conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) e da un suo non noto compagno, delle lezioni del gesuita spagnolo Giovanni Maldonato (professore di filosofia al Collegio Clermont dal 1564 al 1565 e di teologia dal 1565 al 1569) e di Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569). Gli appunti delle lezioni contengono, oltre ad una introduzione alla teologia, un commento ad Aristotele di Giacomo Valentino (Annotationes in libros Ethicorum). Il volume è rivestito da una rilegatura parigina in pelle di vitello sul quale è impresso un ex-libris in oro.
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) delle lezioni sul primo e secondo libro del Libri magistri sententiarum (delle Sentenze di Pietro Lombardo) di Hubertus Morus (Hubert Meurier, 1535-1602). La lezione sul primo libro (pp. 7–178) si svolse dal 15 ottobre (?) 1565 al 31 gennaio 1566, quella sul secondo libro (pp. 279–401) dal 4 febbraio al 10 aprile 1566. Tra questi (pp. 181–189) si trova un breve testo De Unione Hypostatica Verbi, pp. 181–183, non scritto dall'Enk (la sua mano ricomincia dalle ultime tre parole a p. 183). Gli appunti delle lezioni sono rilegati in una legatura di pelle di vitello parigina che porta una nota di possesso impressa in oro.
Online dal: 23.06.2016
Il volume contiene quattro testi: 1. (pp. 1–149) una raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) sulle lezioni di Michael Dionysius riguardanti i Libri magistri sententiarum (le Sentenze di Pietro Lombardo). Dionysius iniziò le sue lezioni il 10 dicembre 1565 (p. 1) e le interruppe il 4 febbraio 1566 per mancanza di auditori (p. 149: ob defectum auditorum). 2. (pp. 153–195) le Annotationes de immortalitate animae del gesuita spagnolo Giovanni Maldonado, nella raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Johannes Ruostaller († 1575). 3. (pp. 197–203) appunti di Mauritius Eck. 4. (pp. 205–226) trattato di diritto canonico riguardante i preti che vivono in una relazione simile al matrimonio (Quid sit sentiendum de concubinariis), annotato posteriormente (?) da un altro copista. A p. 220 un breve poema indirizzato ad un prete in distici (Ad quemvis sacerdotem, Inc. Huc age, tende gradus) con l'esortazione a leggere sempre il libretto ed a seguirne le indicazioni contenute.
Online dal: 17.03.2016
Il volume raccoglie gli appunti del monaco di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) studente a Parigi, su una lezione dal tema De eucharistia. Il corso si tenne tra il 27 gennaio e l'11 maggio 1568 nel Collegio gesuitico Clermont di Parigi. Nel volume trovano posto anche delle sentenze del professore gesuista Johannes Maldonatus (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569), così come dei motti dello studente Maurizio Enk come per es., all'interno della coperta anteriore, Min Hoffnung und Vertrauwen / will ich allzit uf Gott bauwen. Questo manoscritto è il secondo di tre volumi ordinati cronologicamente contenenti le trascrizioni delle lezioni di Maurizio Enk (vol. 1: Cod. Sang. 1122, Annotationes al Vangelo di Matteo di un Dr. Sorbanicus e commento di Johannes Maldonatus al quarto volume delle sentenze di Pietro Lombardo del 15 luglio 1567 fino al 27 gennaio 1568; vol. 3: Cod. Sang. 1120, Annotationes alle lezioni sul tema De eucharistia, de missa eiusque ceremoniis dell' 11 maggio 1568).
Online dal: 26.09.2017
Raccolta di appunti delle lezioni del gesuita spagnolo Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569) sull'Etica di Aristotele, trascritti dal conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575).
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti del conventuale, e più tardi abate di S. Gallo, Joachim Opser (1584-1594, abate 1577-1594) in due parti, ognuna con paginazione indipendente, delle lezioni del gesuita spagnolo Johannes Marianus (Juan de Mariana, 1536-1624) su Tommaso d'Aquino (pp. 15-260) e sulle Sacre Scritture (In universam sacram scripturam … eisagoge, pp. 1–116). Un'altra copia dell'ultima lezione, scritta da Maurizio Enk (1538-1575), si trova nel Cod. Sang. 1115, pp. 33-269.
Online dal: 22.03.2018
Raccolta di appunti dalle lezioni del gesuita spagnolo Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569) sulla raccolta di scritti di Aristotele che vanno sotto il titolo di Organon, trascritti da Joachim Opser († 1594, conventuale di S. Gallo, abate dal 1577).
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti di lezioni trascritte non come si supponeva finora da Joachim Opser ma dal conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) e da vari suoi sconosciuti compagni. Il volume contiene, oltre a commenti su Aristotele del gesuita spagnolo Giovanni Maldonato (professore di filosofia al Collegio Clermont dal 1564 al 1565 e di teologia dal 1565 al 1569), di Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569) così come del gesuita scozzese Jacobus Tyrius (professore di teologia e filosofia al Collegio Clermont), altri testi sull'Aritmetica e la Geometria in parte anonimi.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto liturgico dal monastero delle monache cistercensi di Günterstal presso Friburgo in Brisgovia, scritto in parte in latino e in parte in tedesco. Il manoscritto è stato acquistato nel 1792 dal monaco di S. Gallo Gall Metzler (1743-1820) attivo quale parroco ad Ebringen presso Friburgo, allora proprietà di S. Gallo. Contiene, con altri testi, letture da un martirologio e dalla regola di S. Benedetto per i mesi di settembre e ottobre, pericopi delle epistole e dei vangeli per le domeniche e le feste dei santi di settembre, legende dei santi secondo la Legenda aurea alsaziana per il mese di settembre, testi in tedesco dal libro veterotestamentario di Tobia, Giuditta ed Ester, così come la versione B2 del Dekalogerklärung di Marquardo di Lindau. Il volume appartiene, con il Cod. Sang. 1141 e il Cod. Sang. 1142 e probabilmente ad altri sei, volumi oggi persi, ad un voluminoso lezionario di Günterstal contenente prediche e testi da un martirologio e liturgici. Nel volume si constatano qui e là vecchie perdite di fogli (per es. tra le pp. 350 e 351); tra le varie parti si incontrano continuamente delle pagine bianche.
Online dal: 20.12.2012
Manoscritto liturgico dal monastero delle monache cistercensi di Günterstal presso Friburgo in Brisgovia, redatto da vari copisti in parte in latino e in parte in tedesco. Danneggiato alla fine, venne acquistato nel 1782 dal monaco di S. Gallo Gall Metzler (1743–1820) attivo quale parroco ad Ebringen presso Friburgo, allora proprietà di S. Gallo. Contiene tra altri letture da un martirologio e dalla regola di S. Benedetto per il mese di agosto in entrambe le lingue (p. 1-94), Lectiones in latino per il mese di agosto, pericopi dei vangeli in latino dalla decima domenica dopo Pentecoste con prediche, e leggende di santi in tedesco tratte dalla Elsässischen Legenda aurea per il mese di agosto (p. 395-502). Il volume apparteneva, insieme al Cod. Sang. 1140 e Cod. Sang. 1142 e probabilmente ad altri sei volumi oggi persi, ad un voluminoso lezionario di Günterstal contenente prediche e testi da un martirologio e liturgici. Alcuni fogli vennero tagliati già prima della paginazione, eseguita intorno alla fine del XVIII sec.
Online dal: 13.12.2013
Manoscritto liturgico dal monastero delle monache cistercensi di Günterstal presso Friburgo in Brisgovia, redatto da vari copisti in parte in latino e in parte in tedesco. Il manoscritto, che venne acquistato nel 1782 dal monaco di S. Gallo Gall Metzler (1743–1820) attivo quale parroco ad Ebringen presso Friburgo, allora proprietà di S. Gallo, contiene tra testi un calendario (p. 1-12), prediche (p. 57-213), pericopi dalle lettere e dai vangeli (p. 222-271), altri testi liturgici e orazioni per le feste del Commune sanctorum, una copia completa del richiesto trattato Büchlein der ewigen Weisheit del mistico di Costanza Enrico Suso († 1366), il vangleo di Nicodemo in latino (p. 659-695), una versione in prosa del vangleo di Nicodemo (p. 695-761) e le Lamentationes Jeremie il latino (p. 762-770). Il volume apparteneva, insieme al Cod. Sang. 1140 e Cod. Sang. 1141 e probabilmente ad altri sei volumi oggi persi, ad un voluminoso lezionario di Günterstal contenente prediche e testi da un martirologio e liturgici. Alcuni fogli (forse tra p. 489 e p. 490) vennero tagliati o strappati già prima della paginazione, eseguita intorno alla fine del XVIII sec.
Online dal: 13.12.2013
Il voluminoso manoscritto, consiste in più di mille pagine, scritto da una sola mano nel monastero delle monache cistercensi di Günterstal presso Friburgo in Brisgovia, contiene circa cento prediche in latino per le domeniche ed i giorni festivi dell'anno liturgico dalla prima domenica di avvento all'ascensione di Cristo. Alcuni dei Sermones sono identificati e derivano da s. Ivo, Agostino, Bernardo di Clairvaux, Gregorio Magno, Beda il Venerabile, Heimo di Auxerre o da Giovanni Crisostomo. Il manoscritto venne acquistato nel 1780 dal monaco di S. Gallo Gall Metzler (1743–1820) allora attivo quale parroco ad Ebringen presso Friburgo, per la biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto cartaceo è stato scritto nel XV secolo in ambiente alemanno ed appartenne intorno al 1500 ad una donna di nome Anna Wiechbalmer. Questa raccolta a carattere composito, finora poco studiata, contiene tra l'altro leggende in prosa sulla vita di S. Chiara d'Assisi in lingua tedesca (pp. 1−18) ed estratti dal Lucidarius in tedesco, un libro popolare che offre, sotto forma di domande e risposte, un sapere a carattere teologico e naturalistico (pp. 19−48). Vi si trovano inoltre numerose ricette medicinali, soprattutto sulle virtù curative di varie piante (pp. 49−74; pp. 138−145), benedizioni contro i vermi (p. 74), contro le piaghe (pp. 101−102) e per il bestiame (pp. 127−128), così come un racconto sulla peste (pp. 132−134) di Hans Andree, un medico laico attivo a Costanza, contenente delle regole di comportamento da applicare in caso di insorgenza di questa pestilenza. Completano il manoscritto sentenze di mistiche e altri testi a carattere spirituale (pp. 77−101, pp. 103−104), estratti dall'opera Die 24 Alten des Otto von Passau (pp. 105−119) e inni, canti e preghiere in tedesco (pp. 129−131; pp. 135−138 tra questi a p. 131 una versione tedesca della prima strofa del Media vita in morte sumus). All'inizio (p. B) si trova un rudimentale elenco del contenuto di mano del bibliotecario p. Franz Weidmann (1774-1843).
Online dal: 25.06.2015