Documenti: 2918, Mostrati: 2701 - 2800

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Vevey, Musée historique de Vevey, Inv. Nr. 1347
Pergamena · 2 + 299 + 2 pp. · 59 x 40 cm · Berna, S. Vincenzo · intorno al 1485/1490
Antiphonarium lausannense, pars aestiva, de Sanctis (vol. II)

Fa parte di un gruppo di tre antifonari realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di S. Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene il Proprium de sanctis ed il Commune sanctorum per la parte estiva secondo la liturgia della diocesi di Losanna e costituisce il duplicato del volume II oggi custodito presso la parrocchia cattolica di S. Lorenzo di Estavayer-le-Lac. Le tre iniziali miniate figurate (p. 207, p. 271 e p. 397) rimaste sono attribuite al Maestro del Breviario di Jost von Silenen, un miniatore itinerante che operò a Friburgo, Berna, Sion e in seguito Ivrea e Aosta. È conosciuto con il nome di Maestro del Breviario di Jost von Silenen e di Miniatore di Giorgio di Challant. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1520 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due — tra cui questo — giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey, dove vengono conservati nel Museo storico. (ber)

Online dal: 20.12.2016

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Wädenswil, Dokumentationsstelle Oberer Zürichsee, LC 11
Carta · 638 pp. · 40.5 x 25 cm · Wädenswil · 1797-1855
Cronaca della Società di lettura di Wädenswil, volume 1

La Società di lettura di Wädenswil, fondata nel 1790, tenne dal 1797 una cronaca manoscritta nella quale sono raccolti tutti gli avvenimenti di interesse locale di ogni anno. Ogni volta veniva designato un membro della società quale cronista. Il suo compito consisteva nel descrivere alla fine dell’anno tutti gli avvenimenti che dal suo punto di vista rivestivano una certa importanza. Contiene anche degli esaustivi necrologi di singole persone. Quasi per ogni anno sono inoltre state aggiunte delle annotazioni relative al clima, una statistica sulla popolazione ed una visione generale dei prezzi dei generi alimentari. Accanto ad avvenimenti a carattere locale si accenna anche a temi di interesse cantonale e federale (tra questi la guerra di Bocken, il memoriale di Uster, la guerra del Sonderbund), La cronaca venne scritta manualmente fino al 1886. La parte manoscritta comprende due volumi in-folio. Quelli successivi sono costituiti da estratti di giornale incollati (1890 fino 1945) e da pagine scritte a macchina, rilegate in annate (1948-1974). I due volumi che comprendono l’epoca dal 1797 al 1886 costituiscono una delle fonti più preziose per la storia di Wädenswil nel XIX secolo. (scr)

Online dal: 17.12.2015

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Wattwil, Kloster Maria der Engel Wattwil, Ms. 1
Pergamena · 499 pp. · 20 x 15.5 cm · Wattwil · 1739
Farmacopea

Raccolta di ricette per la produzione di sostanze medicinali. La forma in cui sono presentate le ricette spazia dagli elenchi degli ingredienti a testi più o meno dettagliati con informazioni sulla fabbricazione e sull'uso dei farmaci. Nell’indice le ricette sono suddivise in 10 capitoli secondo la forma del farmaco (pp. 456-479). Alla fine di ogni capitolo ci sono diverse pagine bianche che sono state lasciate libere per ulteriori ricette. Il manoscritto proviene dalla farmacia dell'ex convento delle cappuccine di Wattwil ed è stato realizzato nel 1739. Contiene numerose aggiunte del XVIII secolo di varie mani. Dalla soppressione del convento delle cappuccine di S. Maria degli Angeli di Wattwil, avvenuta nel 2010, il manoscritto appartiene alla farmacia del convento della fondazione Kloster Maria der Engel Wattwil. (hle)

Online dal: 13.06.2019

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Wattwil, Kloster Maria der Engel Wattwil, Ms. 2
Carta · A-B, 1-13, 13a, 14-276 pp. · 20.7 x 16.5 cm · Schänis · 1755
Farmacopea

Raccolta di ricette per la produzione di sostanze medicinali. La forma in cui sono presentate le ricette spazia dagli elenchi degli ingredienti a testi più o meno dettagliati con informazioni sulla fabbricazione e sull'uso dei farmaci. Manca un indice. Il manoscritto proviene dal capitolo secolare di canonichesse nobili di Schänis (f. Br) ed è stato redatto nel 1755. Alcune ricette sono state aggiunte in un secondo momento. Le numerose pagine bianche dimostrano che sin dall’inizio era prevista l’aggiunta di ulteriori ricette. Non si sa quando il manoscritto è entrato nella farmacia dell'ex convento delle cappuccine di Wattwil. Dalla soppressione del convento delle cappuccine di S. Maria degli Angeli di Wattwil, avvenuta nel 2010, il manoscritto appartiene alla farmacia del convento della fondazione Kloster Maria der Engel Wattwil. (hle)

Online dal: 13.06.2019

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Wattwil, Kloster Maria der Engel Wattwil, Ms. 3
Carta · A-F, 1-282 pp. · 22.5 x 18.5 cm · Wattwil · 1881
Farmacopea

Raccolta di ricette per la produzione di sostanze medicinali. La forma in cui vengono presentate le ricette spazia da un semplice elenco degli ingredienti a testi più dettagliati con informazioni sulla fabbricazione e sull'utilizzo dei farmaci. Alle ricette è allegato un indice (pp. 262-264). Il manoscritto proviene dalla farmacia dell'ex convento delle cappuccine di Wattwil ed è stato «migliorato e scritto» («verbessert und geschrieben») nel 1881 da un originale più antico (p. E). Il libro contiene pochi supplementi fino al XX secolo. Dalla soppressione del convento delle cappuccine di S. Maria degli Angeli di Wattwil, avvenuta nel 2010, il manoscritto appartiene alla farmacia del convento della fondazione Kloster Maria der Engel Wattwil. (hle)

Online dal: 10.10.2019

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Wattwil, Kloster Maria der Engel Wattwil, Ms. 4
Carta · A-B, 1-98 pp. · 21 x 17.5 cm · Wattwil · prima metà del XX secolo
Erbario

L’erbario contiene in ordine alfabetico descrizioni di erbe medicinali e gli effetti medicinali ad esse attribuiti. Alle ricette è allegato un indice (p. 94). Tuttavia, questo indice si interrompe già dopo il numero 5 «Anice». Il manoscritto proviene dalla farmacia dell'ex convento delle cappuccine di Wattwil ed è stato scritto nella prima metà del XX secolo. Dalla soppressione del convento delle cappuccine di S. Maria degli Angeli di Wattwil, avvenuta nel 2010, il manoscritto appartiene alla farmacia del convento della fondazione Kloster Maria der Engel Wattwil. (hle)

Online dal: 10.10.2019

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, **m 18
Carta · 70 ff. · 15 x 10.5/11 cm · seconda metà del XV secolo
Preghiere, latino

Volumetto contenente diverse preghiere in latino, talvolta precedute da rubriche in tedesco. Di una sola mano, non presenta note di possesso ed è rivestito con una legatura floscia probabilmente contemporanea. (ber)

Online dal: 04.10.2018

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, **m 19
Carta · 165 ff. · 11 x 9 cm · 1620 / seconda metà del XV sec. / intorno al 1600
Preghiere e meditazioni

Volumetto composto di due parti, contenente preghiere e meditazioni su vari temi da leggere sull’arco di 30 giorni. Una parte (cc. 1r-45r) – ora all’inizio ma probabilmente originariamente collocata alla fine – è stata scritta da Maria Ferrin, come si legge a c. 45r. Quella che oggi è la seconda parte è stata vergata da due mani della seconda metà del XV-inizio del XVI secolo. Per la legatura floscia è stato utilizzato un frammento di lezionario pergamenaceo. (ber)

Online dal: 04.10.2018

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 1
Carta · 105 ff. · 33 x 22 cm · S. Gallo, convento delle domenicane di S. Caterina · seconda metà del sec. XV (ca. 1470)
Psalterium feriatum

Contiene i salmi biblici ordinati secondo la suddivisione della liturgia delle ore in latino, con la rispettiva traduzione in tedesco. E' stato trascritto da due copiste, monache del convento domenicano di S. Caterina a S. Gallo, di cui una riconoscibile in Angela Varnbühler. La rilegatura, semplici assi di legno rivestiti di pelle senza alcuna decorazione, è tipica della prima fase dello scriptorium di S. Caterina ed un ulteriore elemento che ne certifica la provenienza. (ber)

Online dal: 23.04.2013

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 3
Carta · 208 ff. · 24 x 17 cm · S. Gallo, convento di S. Caterina · seconda metà del sec. XV
Breviario con calendario

Breviario scritto dalle domenicane del convento di S. Caterina di S. Gallo Cordula von Schönau e Verena Gnepser nella seconda metà del sec. XV. Oltre al calendario contiene la parte estiva del Proprium de tempore (domenica di Pasqua fino alla 25. settimana dopo l’ottava di Pentecoste), l’ufficio In dedicatione ecclesiae, le Collectae de sanctis et de communi sanctorum (Tiburzio e Valeriano fino a Domenico), l’Officium commune sanctorum, due salteri e un innario. Nel calendario che apre il manoscritto cartaceo, si leggono alcune annotazioni di mano di Verena Gnesper con i nomi di alcuni parenti. Questo fa pensare che il breviario fosse di suo uso personale. (fas)

Online dal: 21.12.2010

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 13
Carta · I + 238 ff. · 16.5 x 11. 5 cm · S. Gallo, convento di S. Caterina, Cordula von Schönau · [14]92
Breviario con calendario

Manoscritto contenente un breviario domenicano, introdotto dal calendario che presenta alcune note obituarie. Il codice è stato scritto da Cordula von Schönau, domenicana nel convento di S. Caterina di S. Gallo, che si firma all’interno della coperta anteriore e appone l’ex-libris con la data sulla prima carta di guardia. La mano di Cordula si ritrova anche in S. Gallo, Stiftsbibliothek, Cod. Sang. 406, in Überlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, Ms. 22 e, a Wil, nel codice M 3, in alcune parti dello «Schwesternbuch» (Libro delle sorelle) e del «Konventsbuch» (Cronaca). (ber)

Online dal: 04.10.2018

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 16
Carta · 126 ff. · 15 x 10 cm · XV sec. / 1513
Ascetica et liturgica varia

Manoscritto contenente vari testi di contenuto liturgico e ascetico. Il volume è stato copiato da varie mani più o meno esperte, delle quali una appone la data .I.5.I.3. con le iniziali J. ae. (c. 47v) e un’altra solo le iniziali J. h. L. (c. 101v). Funge da coperta una pergamena contenente un atto del vescovo di Costanza del 1441. (ber)

Online dal: 04.10.2018

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 32
Carta · 112 ff. · 18.5 x 15 cm · San Gallo · 1543
Regola di Agostino e le Costituzioni dell'ordine dei predicatori

Dopo che il consiglio cittadino di San Gallo abolì, il 2 maggio 1528, la clausura del convento delle suore domenicane a S. Caterina e il convento si chiuse gradualmente, soltanto Regula Keller e due altre sorelle restarono negli edifici del convento, dove continuarono a lavorare fino al 1543, trascrivendo la Regola di Agostino e le Costituzioni dell'ordine dei predicatori. La lettura della Regola e delle Costituzioni fu poi fortemente accentuata nei conventi riformati, conformemente al carattere della loro osservanza religiosa. (men)

Online dal: 31.07.2009

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 41
Carta · 452 ff. · 21 x 14.5 cm · San Gallo · 1484
Otto von Passau, Die vierundzwanzig Alten

Quest'opera presenta in 24 discorsi, ognuno dei quali assegnato a un diverso tema, una guida alla vita cristiana, combinata con passaggi scelti da più di 100 autori. Nel tardo Medioevo questo era uno dei testi favoriti da leggere ad alta voce durante i pasti, specialmente la lunga e dettagliata vita di Maria del «12. Alten», la quale lega la storia della Passione di Cristo al destino di Maria. (men)

Online dal: 31.07.2009

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 42
Carta · III + 294 ff. · 20.5 x 14 cm · S. Gallo, convento delle domenicane di S. Caterina · probabilmente 1484
Marquardo di Lindau, "Engelberger Predigten", "Fegfeuer des hl. Patricius", prediche anonime

Il manoscritto contiene una versione finora sconosciuta della traduzione tedesca del De reparatione hominis, opera principale del francescano Marquardo di Lindau. Tramanda inoltre alcune delle «Engelberger Predigten», completando in questo modo la raccolta contenuta nel Cod. Sang. 1919. Degno di nota il fatto che entrambi i manoscritti si rifacciano a un modello al quale circa 50 anni prima si erano orientati anche il Cod. Sang. 1004 e il Wil M 47 per la loro scelta (anche in questo caso complementare) di «Engelberger Predigten». (nem)

Online dal: 07.10.2013

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 46
Carta · 50 ff. · 15.5 x 10.5 cm · seconda metà XVI sec. / seconda metà XV sec.
Manoscritto composito

La prima parte del codice contiene due prediche sulla carità tradotte dal latino e vergate nel 1589 da un copista che si firma F. C. A. (c. 7v). Il resto del manoscritto è opera di due diversi copisti operanti nella seconda metà del XV secolo e contiene una predica per ordini religiosi (cc. 8r-30r) e un trattato su peccati e pentimento (cc. 31r-49r). Quale copertina è stata usata la pagina di un calendario (novembre/dicembre, XIV sec.) che presenta alcune note obituarie. (ber)

Online dal: 04.10.2018

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M 47
Carta · 179 ff. · 14 x 11 cm · S. Gallo, monastero benedettino / eremitaggio S. Giorgio · 1432-1436
Jan van Schoonhoven, Johannes Tauler, Enrico Susone, "Engelberger Predigten", interpretazione del Padre Nostro, preghiere

Questo codice, scritto dal benedettino Friedrich Kölner e destinato all'eremitaggio di S. Giorgio, contiene tra l'altro una traduzione - tramandata unicamente in questo codice - della Lettera di Jan van Schoonhoven, una predica di Tauler (Vetter Nr. 70) ed estratti dal capitolo 49 della Vita di Enrico Susone. Tramanda inoltre alcune delle «Engelberger Predigten» completando in questo modo la raccolta contenuta nel Cod. Sang. 1004. Degno di nota il fatto che entrambi i manoscritti si rifacciano ad un modello al quale si orienteranno circa 50 anni dopo anche i mss. Cod. Sang. 1919 e Wil M 42 (anche in questo caso in modo complementare) per la loro scelta di «Engelberger Predigten». La brachetta del fascicolo 12 è costituita da resti di un manoscritto pergamenaceo tedesco su due colonne, rubricato, della prima metà/metà del XIII sec. (nem)

Online dal: 07.10.2013

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M II
Pergamena · 224 ff. · 53 x 39 cm · S. Gallo, convento delle domenicane di S. Caterina (?) · fine del sec. XV
Antifonario (de tempore, pars hiemalis)

Questo manoscritto su pergamena, decorato e con notazione musicale, contiene il Proprium de tempore (parte invernale, dalla prima domenica d’Avvento fino al Venrdì Santo), ed è stato scritto verso la fine del sec. XV. Il testo si interrompe in fondo alla pagina con la fine del terzo salmo delle Laudi per il Venerdì Santo. L’antifonario si trovava nel convento delle domenicane di S. Caterina a S. Gallo dove forse è anche stato scritto. La stessa mano ha redatto anche il manoscritto contenente la parte estiva dell’antifonario (Wil, convento delle domenicane di S. Caterina, M III). (fas)

Online dal: 21.12.2010

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M III
Pergamena · 219 pp. · 53 x 39 cm · S. Gallo, convento delle domenicane di S. Caterina (?) · fine del sec. XV
Antifonario (de sanctis, pars aestivalis)

Questo antifonario con la segnatura M III contenente le feste dei santi (Proprium de sanctis da Andrea a Domenico), è stato scritto dalla stessa mano di quello contenente la parte invernale (Wil, convento delle domenicane di S. Caterina, M II). Su pergamena, decorato e con notazione musicale, come l’M II è stato scritto probabilmente nel convento delle domenicane di S. Caterina a S. Gallo. (fas)

Online dal: 21.12.2010

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, M VII
Pergamena · 24 ff. · 22 x 15.5 cm · S. Gallo, convento delle domenicane di S. Caterina · XV secolo (1484?)
Processionale

Processionale copiato dalle domenicane del convento di S. Caterina di S. Gallo nella seconda metà del sec. XV . Il codice è trascritto in gotica testuale dalla stessa monaca che ha copiato i Processionali M VIII, forse il processionale M VI e quello ora Cod. Sang. 1914. Potrebbe trattarsi del manoscritto ij nv́wi procesional ricordato nel 1484 nella Cronaca del convento (Konventsbuch) e che nel 1485, secondo la stessa cronaca, venne poi rilegato. La copertina - dei semplici assi di legno rivestiti di pelle senza alcuna decorazione - è tipica della prima fase dello scriptorium di S. Caterina ed un ulteriore elemento che ne certifica la provenienza. (ber)

Online dal: 23.04.2013

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, Chronik ("Konventsbuch")
Carta · 187 ff. · 29 x 21.5 cm · San Gallo · ca. 1481/82-1528
Cronaca ("Konventsbuch")

Il manoscritto, che nelle ricerche storiche precedenti era definito col nome di «Chronik», è il «Konventsbuch» del convento di S. Caterina di S. Gallo (61r:...und sol dis also in des convents buoch gesetz werden...). Vi si trovano, in ordine cronologico, registrazioni relative agli interessi economici del convento. Il manoscritto venne iniziato in occasione della Riforma, quando il monastero passò da proprietà singola a proprietà comuitaria. Così il «Konventsbuch» permise alla comunità di suore di ottenere ragione sui propri diritti relativi ai beni amministrati ed informazioni su quanto rimasto di quelli prima in loro possesso. Nel manoscritto hanno trovato posto informazioni sull’attività edilizia, sulle dotazioni, sullo Scriptorium, sulle vertenze giuridiche, sulle donazioni, informazioni su singole sorelle, sulla cura delle anime o lavori in genere, così come sporadicamente notizie sulla storia del convento. (rue)

Online dal: 31.07.2009

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, Schwesternbuch
Carta · 257/266 ff. · 31 x 23.5 cm · San Gallo · verso il 1480 (?)
"Schwesternbuch"

Il titolo attribuito a questo manoscritto è ingannevole: non indica infatti, come solito nella ricerca, una collezione di brevi biografie delle suore decedute di un particolare convento composta da persone loro vicine nelle successive generazioni di suore. Per quanto riguarda il contenuto, il Libro delle sorelle di San Gallo si compone di due parti, probabilmente composte all'inizio degli anni 1480: Parte 1, ff. jr-xxiiijv (pp. 5-14r nella nuova numerazione): regesti della storia del convento durante gli anni 1229-1488, con riferimento ai relativi documenti. Parte 2, ff. xxvir-xxxvjr: corrispondenza tra le suore domenicane di San Gallo e quelle del monastero di Santa Caterina a Norimberga; ff. xlviijr-CClvjr: non più in forma di lettera (con allocuzioni o formule di saluto, ecc.), ma piuttosto riassunti, redatti in forma di rapporto e raggruppati per tema, di pratiche in uso a Norimberga; ff. CCLIXr-CCLXIVv: indice. (men)

Online dal: 31.07.2009

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Wil, Dominikanerinnenkloster St. Katharina, Urbar
Carta · 99 ff. · 31 x 41.5 cm · San Gallo · metà del sec. XV
Urbarium

Descritto ai ff. Ir-Ixxxjv: un catalogo dei fondi, delle tenute e delle proprietà terrene insieme con delle informazioni sulla loro produttività e sui redditi generati; dopo il f. 84 è inserito un fascicolo contenente un registro, in una mano del 1600 circa, con un lista in ordine alfabetico, situata nella parte destra. (men)

Online dal: 31.07.2009

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Zofingen, Stadtbibliothek, Pa 31
Carta · 136 ff. · 28 x 20 cm · Lucerna (?) · verso il 1420 (?)
Schachzabelbuch

Questo manoscritto del Gioco degli scacchi, un trattamento allegorico dell'ordine sociale basato sul gioco degli scacchi, è stato realizzato durante gli anni 1420, probabilmente a Lucerna. 24 disegni diluiti a penna mostrano i rappresentanti di ogni ceto. (red)

Online dal: 31.07.2009

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Zofingen, Stadtbibliothek, Pa 32
Pergamena · 296 ff. · 27 x 21 cm · San Gallo · secondo terzo del sec. IX
Isidorus Hispalensis, Etymologiarum sive originum libri; De natura rerum

Le Etimologie di Isidoro di Siviglia presenti in questo manoscritto di San Gallo del secondo terzo del IX secolo sono caratterizzate da adattamenti del testo come pure da numerose correzioni ed aggiunte realizzate durante lo stesso periodo. I disegni schematici sono colorati e la guardia volante contiene un frammento in una scrittura anglosassone della fine dell'VIII secolo. (red)

Online dal: 31.07.2009

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Zürich, Braginsky Collection, B26
Pergamena · 271 ff. · 18 x 12.2 cm · [Portogallo, vergato da un copista di nome Moses o Aaron (?)] · [ultimo quarto del XV secolo]
Pentateuco e haftarot

Questo manoscritto contiene l'intero testo del Pentateuco e le haftarot (letture settimanali dai Profeti). Il manoscritto contiene sei iniziali miniate in un riquadro all'inizio di ogni libro del Pentateuco e all'inizio delle haftarot. La scrittura ebraica sefardita semicorsiva ed altre caratteristiche codicologiche del manoscritto indicano un'origine sefardita e una datazione alla seconda metà del XV secolo. E' probabile che il Pentateuco della collezione Braginsky sia opera di un artista attivo nella scuola di Lisbona, conosciuta per la produzione di 30 manoscritti che si caratterizzano per la decorazione in gran parte senza figure: riquadri con iniziali filigranate, decorazione a penna floreale e astratta ad inchiostro rosso, puntini multicolori e fiori. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B28
Pergamena · 43 ff. · 10.6 x 7.6 cm · Amsterdam, Baruch ben Schemaria · 1795
Sefirat ha-Omer ("conteggio dell'Omer") e altre preghiere

Il «conteggio dell'Omer» nell'Ebraismo è una benedizione con la quale si contano i 49 giorni che intercorrono tra la seconda sera di Pesach e la festività di Shavuot. Nel manoscritto questi giorni, con le rispettive cifre, sono inscritti in 49 quadrifogli. A c. 18r è raffigurata la Menora con il testo del salmo 67. Il copista lituano Baruch ben Shemaria, da Brest-Litovsk, ha realizzato il codice nel 1795 ad Amsterdam per Aaron ben Abraham Prinz, di Alkmaar in Olanda, come viene ricordato nella pagina del titolo. Il disegno a c. 1r, eseguito con dei calligrammi, raffigura Sansone nelle sembianze di un atlante, secondo la tradizione rabbinica che lo vuole dotato di una forza sovrumana. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B45
Carta · 280 ff. · 21.5 x 15.5 cm · Hebron, Salomo ha-Adani · prima del 1611
Salomo ha-Adani, Melekhet Shelomo ("i commenti alla Mishnah di Salomone")

Shelomo bar Joshua ha-Adani (1567-1625) era un erudito ebreo che si è occupato principalmente dello studio della Mishnah (la prima grande trasposizione scritta della Torah orale). Secondo la tradizione questo studio occupò ben tre decenni della sua vita. Egli trascrisse i suoi pensieri e le sue annotazioni accanto e intorno ad un esemplare stampato completo della Mishnah. Poichè le sue annotazioni erano diventate così fitte che egli stesso non riusciva più a decifrarle, un mecenate gli permise di raccogliere i suoi commenti in un'opera maggiormente chiara. Il risultato di questo lavoro sono i suoi commenti alla Mishnah. Dei sei ordini nei quali è divisa la Mishnah abbiamo qui i commenti al primo ordine, il Zeraim ("Semi"), dove sono tematizzate le benedizioni, le preghiere e le leggi agricole. Nella Library of The Jewish Theological Seminary di New York si conserva nel manoscritto MS Rab 33 un simile commento al sesto ordine - quello del Tohorot ("Purificazioni") - datato al 1611, ciò che fa supporre che il nostro manoscritto vada datato anteriormente. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B49
Pergamena · 197 ff. · 12.5 x 8.8 cm · [Italia] vergato da Samson ben Elijah Halfan · [ca. 1500]
Siddur secondo il rito italiano (Nussah Roma)

Il rito romano, generalmente noto come Nussah Roma, costituisce la più antica sequenza di preghiere al di fuori dell'antico territorio di Israele e di Babylonia, e riprende molte tradizioni della Palestina. L'ornamentazione del manoscritto include molte iniziali in un riquadro decorato a penna con disegni geometrici e floreali, solitamente ad inchiostro rosso e blu. La pagina di apertura miniata contiene la parola iniziale Ribbon (Maestro [di tutti i mondi]), collocata in un riquadro rettangolare con decorazione a penna filigranata rossa e blu e lettere dorate. Nel margine inferiore si trova uno stemma di famiglia non identificato che rappresenta un leone rampante. Il manoscritto è vergato da Samson ben Eljah Halfan, un membro della famiglia di copisti e studiosi Halfan, i cui antenati appartengono ad un gruppo di ebrei espulsi dalla Francia nel 1394, e che trovarono rifugio in Piemonte, nell'Italia del nord. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B52
Pergamena · 20 ff. · 11.5 x 8 cm · Amburgo, Uri Feivesch ben Isaak Segal · 1750
Seder tikkun ha-mohel ("Preghiere per la cerimonia della circoncisione")

Il codice contiene delle preghiere da recitare in occasione della cerimonia della circoncisione. Questa cerimonia è raffigurata a c. 10r, mentre si svolge all'interno di una sinagoga dove il profeta Elia, il quale annuncia la venuta del Messia, è considerato presente. A c. 18r è illustrato il rito della benedizione del vino. Le illustrazioni sono opera di Uri Feivesch ben Isaak Segal, importante rappresentante della scuola miniaturistica di Amburgo-Altona del XVIII secolo che ha confezionato, oltre a questo, almeno altri cinque manoscritti. Nella pagina del titolo figura il nome del proprietario, Joseph ben Samuel, ed uno stemma non identificato con l'Ordine dell'Elefante, uno dei più prestigiosi ordini cavallereschi danesi. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B57
Carta · 223 ff. · 20.6 x 15 cm · Ungarisch Brod (Moravia) · tra 1673 e 1683
Siddur secondo il rito sefardita (Nussah Sefarad)

Oltre alle preghiere quotidiane, il manoscritto contiene anche commenti kabbalistici e kavanot (intenzioni mistiche). Nella scuola kabbalistica di Safed (Galilea superiore), l'aspetto mistico della preghiera quale "veicolo dell'ascesa mistica dell'anima verso Dio" è di grande importanza. Il testo di questo libro di preghiere è generalmente attribuito ad Isaac ben Solomon Luria (1534-1572). Il manoscritto inizia con una pagina del titolo incompleta che presenta una bordura decorativa floreale in rosso, giallo e verde, ma senza testo. Nella bordura ornamentale colorata trova posto l'iscrizione “Samuel ha-Kohen, cantore a Broda”, da identificare o col copista o forse con la persona per la quale fu scritto il libro. Il manoscritto faceva parte della collezione di Naphtali Herz van Biema (1836-1901), un collezionista di Amsterdam i cui libri furono messi all'asta nel 1904. Molti di questi libri erano appartenuti alla famiglia della moglie, i Lehren, celebri filantropi ortodossi e bibliofili di Amsterdam. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B62
Pergamena · 138 ff. · 12.2 x 9.5 cm · Amsterdam, copiato da Meir Cohen Belinfante, decorato da Isaac Siprut · 1728
Il Salterio De Pinto (Sefer Tehillim)

Nel 1728 Meir Cohen Belinfante copiò questo salterio decorato dall'edizione pubblicata ad Amsterdam nel 1670 da David de Castro Tartas, stampatore di libri ebraici e spagnoli, attivo tra il 1662 e il 1698. Il manoscritto contiene una pagina con il titolo decorata che raffigura David, autore dei salmi, e Aaron, con un chiaro riferimento al primo nome del proprietario, mentre nella parte inferiore della pagina è illustrata una scena biblica con Giuseppe, così da creare una correlazione con il nome del padre del committente, che si chiamava anche Giuseppe. L'intera decorazione, compresa la pagina iniziale, è eseguita con inchiostro marrone simile a quello del testo. Alla fine del manoscritto è inserito un testo del correttore, Isaac Saruk, che loda la precisione del manoscritto e scrive un poema in onore del committente Aaron de Joseph de Pinto, dal quale il manoscritto prende il nome. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B67
Pergamena · 60 ff. · 14.2 x 9.5 cm · [Corfù] · [intorno al 1720]
Miscellanea Harrison

In questo codice sono trascritte preghiere, benedizioni e racconti da recitare in occasione della cerimonia del matrimonio, secondo il rito in uso presso gli ebrei di Corfù. Figurano inoltre altri poemi occasionali, dei quali alcuni sono opera di poeti dell'epoca d'oro degli ebrei nella Spagna medievale, e altri sono di autori locali, come Elieser de Mordo. La preziosità del manoscritto è data dal ciclo di 60 illustrazioni a piena pagina a guazzo, corredate da versetti tratti dal libro della Genesi. Si tratta dell'opera di un artista probabilmente formatosi a Venezia, che inserisce il suo monogramma, sotto varie forme (MC, M.C. o MF), in quasi tutte le illustrazioni. Nelle pagine a fronte, senza legame diretto con le illustrazioni, sono trascritte le benedizioni e le preghiere. Poiché il libro va letto da sinistra a destra, si deve presumere che dapprima siano state realizzate le illustrazioni da parte di un artista cristiano, e che in un secondo tempo siano stati inseriti i testi in ebraico. E' stato prodotto nell'isola di Corfù nella prima metà del XVIII sec. e costituisce probabilmente un regalo di matrimonio di un membro della prominente famiglia locale dei de Mordo, famiglia che svolse un importante ruolo nell'isola all'epoca del regime veneziano contro gli attacchi ottomani. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B93
Pergamena · 15 ff. · 27.2 x 18.6 cm · [Catalogna?, copista di nome Moses] · [seconda metà del XIV secolo (intorno al 1391?)]
Manoscritto composito a contenuto astronomico e astrologico

Questa raccolta di trattati cosmologici contiene degli estratti da un manoscritto più ampio, scritto probabilmente dallo stesso copista Moses, oggi conservato nella collezione Schoenberg della University of Pennsylvania di Filadelfia (ljs 057). Contiene delle tabelle sui movimenti lunari di Jakob ben David ben Jomtow (Bonjorn), tre opere astrologiche di Abraham Ibn Esra (1089-intorno al 1164): un frammento del Reschit chochma ("Inizio della saggezza"), una gran parte del Mischpete ha-massalaot ("Leggi delle costellazioni") e una gran parte del Sefer ha-olam ("Libro dell’universo"), e quale ultima parte il Sefer ha-miwcharim le-Batlamjus, cioè l’Almagesto di Tolomeo. Alle cc. 15r e 15v si trovano tre immagini di costellazioni degli antichi: Orione (Ha-gibbor ba-te’omin, "Ereo dei gemelli"), scalzo e con la scimitarra (c. 15r), Eridano (Ha-nahar, "Fiume") e Lepus (Ha-arnewet, "Coniglio") (c. 15v). Le raffigurazioni si basano sull’opera araba "Descrizioni delle stelle fisse", scritta dall’astronomo persiano Abd al-Rahman al-Sufi nell’anno 964. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B103
Carta · 128 ff. · 21 x 15 cm · [Yemen] · [prima del 1646]
Midrash Hemdat Yamim (Commento "Pleasant Days", al Pentateuco)

Il manoscritto contiene il commento omiletico al Pentateuco scritto dal grande poeta ebreo yemenita Shalom Shabazi. Poche sono le informazioni attendibili riguardanti la vita di Shabazi. Quel poco che è conosciuto proviene dalla sua stessa opera: 550 racconti e pochi altri testi. Shlomo Zuker, sulla base di un attento confronto con un certo numero di altri manoscritti firmati, soprattutto due manoscritti nella National Library of Israel, un frammento del Mishneh Torah (Heb. Ms. 8° 6570) e un Tikhal del 1677 (Yah. Heb. 152), ha identificato il manoscritto della collezione Braginsky quale autografo di Shabazi. Il testo di questo manoscritto, che contiene un commento alla Genesi 37 fino al Deuteronomio 31, si differenzia da altre versioni conosciute di questo commento. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B104
Carta · 5 ff. · 16 x 10 cm · [Vilnius], Elijah ben Shlomo Zalman · [seconda metà del XVIII secolo]
Elijah ben Salomon Salman, Kizur hechalot ha-keduschah ("Edizione ridotta [del trattato sulla] santità dei palazzi celesti")

Questo manoscritto contiene uno dei quattro noti autografi di Elijah ben Shlomo Zalman, conosciuto come il Gaon di Vilna (1720-1797). Già venerato in vita, è considerato il più importante erudito dell’ebraismo aschenazita di stampo lituano. I suoi insegnamenti condizionano ancora oggi l’ebraismo. Questo autografo commenta un passaggio del Zohar, un’importante opera della mistica ebraica. I commenti di questo manoscritto vennero pubblicati nel XIX sec. riprendendo attentamente anche le annotazioni marginali e le correzioni di questo manoscritto. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B112
Carta · 339 ff. · 29.4 x 23 cm · Praga · 1806
Bezalel Ranschburg, Pithei Niddah ("Porta dell’impurità")

Contiene il commento di Bezalel Ranschburg (1762-1820) – importante rabbino della comunità ebraica di Praga – a due difficili trattati del Talmud: Horayot e Niddah e le cui glosse sono state stampate nelle pagine delle edizioni ufficiali del Talmud. È stato anche autore di Responsa ("Responsa rabbinici") e di altri commentari ora persi. Il manoscritto reca l’approvazione dell’allora censore per Praga Carolus Fischer (1755-1844), necessaria nel regno austro-ungarico nei secoli XVIII e inzio XIX per poter stampate libri ebraici. Nonostante il manoscritto contenga l’approvazione di Fischer, un cristiano che conosceva e difendeva la lingua e la letteratura ebraica contro i detrattori cristiani, questo testo venne pubblicato per la prima volta solo nel 1957. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B115
Pergamena · 264 ff. · 22.5 x 15.5 cm · [aschenazita] · [XIV-XV secolo]
Sefer Mitzvot Katan (Piccolo libro dei Comandamenti)

Isaac di Corbeil († 1280) è l'autore di questo Piccolo libro dei Comandamenti, anche conosciuto come Sefer Mitzvot Katan (abbreviato SeMaK). Questa versione abbreviata dei 613 comandamenti biblici positivi e negativi, e alcuni pochi rabbinici aggiunti, è stata divisa in sette sezioni giornaliere da leggere in sequenza e da completare in una settimana. Dopo essere diventato popolare in Francia, il SeMaK raggiunse la Germania, dove venne riconosciuto come un'opera normativa Halakhah. Questo manoscritto è il più recente dei tre presenti nella collezione Braginsky (oltre ai BC 240 e BC 182) e testimonia della complessa diffusione del SeMaK in Germania. Le glosse sono opera di Moses di Zurigo, che visse in questa città nella metà del XIV secolo. Di conseguenza, i manoscritti contenenti le glosse di Moses vengono chiamati gli Zurighesi. Commenti e glosse in forma di 'finestre' di forma rettangolare vennero spesso aggiunti nei margini o nel testo stesso, dando forma ad una impaginazione esteticamente piacevole e creativa. La mancata identificazione della fonte di queste glosse, ha fatto in modo che i copisti abbiano frequentemente contribuito a creare confusione nel determinare l'autorità di questi commenti. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B119
Pergamena · 163 ff. · 19.5 x 15 cm · Spagna · seconda metà del XIV secolo
Pentateuco basato sul Codex Hillel

L'importanza del Pentateuco Braginsky per la critica testuale della Bibbia ebraica è paragonabile a quella del Ms L44a della Library of the Jewish Theological Seminary a New York, copiato a Toledo nel 1241. Il manoscritto Braginsky fu vergato in Spagna, molto probabilmente nella seconda metà del sec. XIV, sulla base di quello che era considerate il Codex Hillel originale, del quale non è rimasta nessuna traccia. Venne forse usato per l'ultima volta per un'edizione del Pentateuco di Guadalajara, Spagna, poco prima del 1492. In realtà, non è chiaro se il Codex Hillel sia veramente esistito o se si tratti di una leggenda conosciuta da fonti secondarie. Il manoscritto è tuttora rilegato in una coperta in pelle con impressioni a secco e elementi decorativi e ganci di chiusura in ottone (più tardi?). (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B124
Pergamena · 162 + 1 ff. · 27.8 x 20.2 cm · [Ashkenaz] · [fine del XIV secolo/inizio del XV secolo]
Yaakov ben Asher, Tur orach chajjim ("sezione: Modo di vita")

Questo manoscritto di Yaakov ben Asher (figlio del rabbino e copista Asher ben Jehiel) contiene una delle più antiche copie del Arba’a turim, uno scritto a carattere religioso-giuridico. L’intera opera si occupa di tutte le leggi ebraiche concernenti le preghere e la sinagoga. Questo esemplare contiene unicamente la prima di quattro parti. Intorno al testo principale si trovano molte glosse e commenti; da menzionare una annotazione autografa dell’influente rabbino tedesco Jakob Weil del XV secolo e delle note in lingua slava. Il manoscritto contiene inoltre delle versioni che differiscono dalla edizione standard, così come dei Responsa ("Responsa rabbinici"), altrimenti sconosciuti, dell’importante rabbino Israel Isserlin (1390-1460). (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B125
Carta · 111 ff. · 18.8 x 13.3 cm · [Italia] · [intorno al 1470]
Ippocrate, Aforismi

Contiene la traduzione in ebraico dei sette capitoli degli aforismi di medicina di Ippocrate di Hillel ben Samuel di Verona (ca. 1220 – ca. 1295) che, al contrario di altre traduzioni esistenti, si basa sulla versione latina di Costantino Africano (+ prima di 1098/99) piuttosto che sulle traduzioni arabe dell'originale greco. Il testo è accompagnato dal commento di Moses ben Isaac di Rieti (1388-dopo il 1460), caporabbino di Roma e poeta. Il suo commento si basa in larga misura su quello di Mosé Maimonide (1138-1240) e su Galeno di Pergamo (II d.c.). Questo codice tramanda la prima versione - delle due che si conoscono - del commento di Mosé da Rieti. La datazione si basa sull'identificazione delle filigrane della carta. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B133
Carta · 249 ff. · 24.9 x 18.8 cm · Modena, vergato da un copista che si nomina AR"I · 1615
Tefillah le-Moshe (Preghiere di Mosé; intenzioni mistiche)

L'autore del testo di questo manoscritto, Moses Ben Jacob Cordovero (1522-1570), era considerate una delle figure più importanti del movimento cabalistico nella città di Safed (Galilea Superiore), che divenne il nuovo centro del movimento cabalistico dopo l'espulsione degli ebrei dalla Penisola Iberica. Uno dei più importanti concetti tra i cabalisti di Safed era quello della preghiera mistica, mentre il concetto centrale in questa dottrina era quello del kavanah (intentzione mistica; plurali, kavanot). La Tefillah le-Moshe (Preghiere di Mosé) contiene delle kavvanot per I giorni della settimana e per lo Shabbat. La scrittura corsiva ebraica tonda, semicorsiva, e scritture quadrate usate nel manoscritto sono sottolineate/migliorate da una varietà di disegni di fogliame. Nella pagina del titolo il copista si riferisce a sé stesso come "giovane e insignificante, un verme e non un uomo, AR"I nella città di Modena". Ari è il nome ebraico per 'leone', ma qui deve essere inteso quale una abbreviazione del nome del copista, il forse conosciuto Judah Aryeh (Leone) Modena (1571-1648). (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B173
Pergamena · 29 + 1 ff. · 12 x 8.5 cm · Vienna, [Arje ben Juda Leib] · 1716
Sefer sod Adonai in Sharvit ha-Zahav (Libro sul mistero di Dio con [il commento] "Lo scettro d’oro")

Il titolo di questo libro sulla circoncisione del 1716 è Libro del mistero di Dio con [il commento] "Lo scettro d’oro" che, sulla base dello stile e della scrittura del copista (Sofer), viene attribuito ad Arje ben Juda Leib di Trebitsch (Moravia), attivo a Vienna. Il manoscritto contiene molte illustrazioni di varie scene: tra le altre, sulla pagina del titolo è raffigurato un gruppo di persone in una sinagoga impegnate in una discussione. Rende interessante la scena il fatto che siano presenti non solo uomini ma anche donne. Sul secondo foglio è raffigurato l’arcangelo Raffaele con il giovane Tobia che porta a casa un pesce per guarire il padre cieco. Il motivo dell’arcangelo Raffaele quale angelo custode dei bambini appare solitamente solo nell’arte cristiana. Per questo motivo Arje ben Juda Leib potrebbe aver utilizzato un modello cattolico per meglio illustrare la funzione protettiva della circoncisione per i bambini ebrei. Per la sua scrittura Arje ben Juda si orientò ai caratteri a stampa di Amsterdam, e in questo modo introdusse la moda be-otijjot Amsterdam ("con i caratteri di Amsterdam"), cioè la realizzazione di manoscritti nello stile dei caratteri a stampa di Amsterdam. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B217
Pergamena · 24 ff. · 9.5 x 5.2 cm · Deutschkreutz · 1751
Birkat ha-mason (Benedizione del nutrimento e altre preghiere e benedizioni)

Il manoscritto della metà del XVIII secolo contiene, oltre al Seder birkat ha-mason («Ordine delle preghiere della benedizione del nutrimento»), la Birchot ha-nehenin («Benedizioni prima del consumo di cose»), die Schalosch mizwot naschim («Tre precetti per donne») e la Seder keri’at schema al ha-mitta («Disposizione dello schema delle preghiere per la note e prima di addormentarsi» Le parti relative ai tre precetti per le donne permettono di dedurre che il volume venne concepito come un regalo di matrimonio. Accanto all'illustrazione sulla pagina iniziale sono inoltre presenti nel volume 22 piccole illustrazioni a colori. Una formulazione ebrea sulla pagina del titolo rimanda a Deutschkreutz in Burgenland (Austria) quale luogo di origine del manoscritto. Le caratteristiche della scrittura e della decorazione permettono di attribuire il manoscritto al copista ed illustratore Aaron Wolf Herlingen. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B222
Pergamena · 129 ff. · 12 x 8.1 cm · [Vienna/Amsterdam?] copiato e decorato da Moses Judah Leib ben Wolf Broda di Třebíč · 1723
Tehillim (Salmi)

I salmi contenuti in questo manoscritto sono suddivisi a seconda dei giorni della settimana nei quali devono essere letti e, ad eccezione di quelli per il venerdì, queste sezioni sono introdotte da iniziali collocate in riquadri monocromi multicolori. Il manoscritto presenta nella pagina iniziale una cornice architettonica nella quale sono raffigurati Mosè ed Aaron sotto due archi. Particolarmente impressionante è la raffigurazione all'inizio del primo salmo a c. 6v dove, dopo la prima parola ashre, è raffigurato il re Davide seduto all'aperto sulla terrazza di un palazzo, intento a suonare l'arpa, mentre rivolge lo sguardo ad un volume aperto, che rappresenta probabilmente i suoi salmi. Il manoscritto Braginsky è stato copiato e decorato da Moses Judah Leib ben Wolf Broda di Třebíč, che è forse responsabile anche della decorazione del più famoso manoscritto ebraico del XVIII secolo, Haggadah Von Geldern del 1723. Oltre al salterio Braginsky, sono conosciuti altri sette manoscritti di Moses Judah Leib, prodotti tra il 1713 ed il 1723. La rilegatura in pelle di vitello macchiettata porta lo stemma della famiglia De Pinto di Amsterdam impressa in oro sia sulla coperta anteriore che su quella posteriore. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B235
Pergamena · 24 ff. · 14.4 x 90 cm · Pressburg, Juda Leib ben Meir da Glogau · 1730
Tefillot Yom Kippur katan ("Preghiere per il giorno dell’espiazione") con traduzione in yiddish

Il giorno del digiuno Jom kippur katan ha la sua origine nel giorno festivo Rosch chodesch, che in epoca biblica segnava nel calendario lunare il primo giorno in cui era visibile la falce di luna dopo la luna nuova. Questo giorno, durante il quale in origine non si poteva lavorare, si sviluppò più tardi tramite la compilazione del Talmud in un mezzo giorno festivo. Furono per primi i mistici di Safed in Alta Galilea a trasformare il Rosch chodesch in un giorno di digiuno creando una liturgia basata sulle penitenze del Jom Kippur ("Giorno dell’espiazione"). Da qui deriva anche il nome Jom Kippur Katan ("Piccolo giorno dell’espiazione"). Questo nuovo costume si estese verso l’italia e infine a nord delle Alpi. Simili raccolte di preghiere erano molto amate nel XVIII secolo. Al contrario di molti altri, questo esemplare è ornato da una pagina di titolo illustrata. Se il copista Juda Leib ben Meir di Glogau non avesse iscritto il suo nome in questa pagina, si sarebbe potuto supporre che il lavoro di copia fosse di Aaron Wolf Herlingen di Gewitsch, cui corrispondono le caratteristiche della scrittura e dell’illustrazione. Sui rapporti tra Herling e il copista Meir si può per il momento solo fare delle supposizioni. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B242
Pergamena · 164 ff. · 20 x 15.4 cm · Worms, Juspa sacrestano · [XVIII secolo]
Josef (Juspa), Sefer Likkutei Yosef ("Compilazione di Giuseppe")

Josef (Juspa), schammes ("sacrestano") di Worms (1604-1678), ha registrato la vita quotidiana, i riti e gli usi della comunità ebraica di Worms, una delle più antiche ed importanti d’Europa. Questo autografo di Josef contiene i commenti al libro di preghiere, al Birkat Hamason ("Preghiera dopo i pasti"), alla Haggadah e ai Pirqe Avot ("Capitoli dei Padri"), e altre annotazioni sui riti di preghiera e notizie autobiografiche. Le annotazioni alle Minhagim ("Riti") vennero ripresi nella edizione a stampa del Minhagbuch di Worms, ma poichè una gran parte di questo manoscritto rimase inedita, costituisce una importante fonte per la storia religiosa di uno dei più grandi centri ebraici d’Europa. Il manoscritto appartenne tra gli altri al rabbino Michael Scheyer, e più tardi alla raccolta privata di Salman Schocken a Gerusalemme. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B243 Vol. 1
Pergamena · 270 ff. · 32.2 x 26.3 · Evora (Portogallo), copiata e vocalizzata da Isaak ben Ischai Sason · 1494
Bibbia ebraica

Il più vecchio colophon di questa bibbia ebraica con annotazioni (critiche al testo) masoretiche, che si trova alla fine dell’ultimo volume (vol. 4), afferma che Isaak ben Ischai Sason finì questa bibbia a Ocaña (Spagna) nel 1491. Alla fine di quello che originariamente era il primo volume – e oggi secondo volume (vol. 2) – un’altra annotazione dichiara che questo venne terminato nel 1494 a Evora nel regno del Portogallo, due anni dopo la cacciata degli ebrei dalla spagnola Castiglia. Originariamente questa bibbia era divisa in due volumi e presentava una sequenza insolita e non canonica dei libri. Nel XIX secolo venne suddivisa in quattro volumi (vol. 1, vol. 2, vol. 3, vol. 4) e ricevette una nuova rilegatura con una coperta di color rosso porpora e delle impressioni dorate. Nel XVIII secolo si trovava nel convento di S. Paolo dei Carmelitani Scalzi di Firenze da dove giunse, dopo i saccheggi napoleonici, forse nella Biblioteca Vaticana, ma già nel 1827 venne venduta. Prima di giungere a Zurigo nella collezione Braginsky appartenne alla collezione di Beriah Botfield. (red)

Online dal: 17.12.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B243 Vol. 2
Pergamena · 182 ff. · 32.2 x 26.3 · Evora (Portogallo), copiata e vocalizzata da Isaak ben Ischai Sason · 1494
Bibbia ebraica

Il più vecchio colophon di questa bibbia ebraica con annotazioni (critiche al testo) masoretiche, che si trova alla fine dell’ultimo volume (vol. 4), afferma che Isaak ben Ischai Sason finì questa bibbia a Ocaña (Spagna) nel 1491. Alla fine di quello che originariamente era il primo volume – e oggi secondo volume (vol. 2) – un’altra annotazione dichiara che questo venne terminato nel 1494 a Evora nel regno del Portogallo, due anni dopo la cacciata degli ebrei dalla spagnola Castiglia. Originariamente questa bibbia era divisa in due volumi e presentava una sequenza insolita e non canonica dei libri. Nel XIX secolo venne suddivisa in quattro volumi (vol. 1, vol. 2, vol. 3, vol. 4) e ricevette una nuova rilegatura con una coperta di color rosso porpora e delle impressioni dorate. Nel XVIII secolo si trovava nel convento di S. Paolo dei Carmelitani Scalzi di Firenze da dove giunse, dopo i saccheggi napoleonici, forse nella Biblioteca Vaticana, ma già nel 1827 venne venduta. Prima di giungere a Zurigo nella collezione Braginsky appartenne alla collezione di Beriah Botfield. (red)

Online dal: 17.12.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B243 Vol. 3
Pergamena · 184 ff. · 32.2 x 26.3 · Ocaña (Spania), copiata e vocalizzata da Isaak ben Ischai Sason · 1491
Bibbia ebraica

Il più vecchio colophon di questa bibbia ebraica con annotazioni (critiche al testo) masoretiche, che si trova alla fine dell’ultimo volume (vol. 4), afferma che Isaak ben Ischai Sason finì questa bibbia a Ocaña (Spagna) nel 1491. Alla fine di quello che originariamente era il primo volume – e oggi secondo volume (vol. 2) – un’altra annotazione dichiara che questo venne terminato nel 1494 a Evora nel regno del Portogallo, due anni dopo la cacciata degli ebrei dalla spagnola Castiglia. Originariamente questa bibbia era divisa in due volumi e presentava una sequenza insolita e non canonica dei libri. Nel XIX secolo venne suddivisa in quattro volumi (vol. 1, vol. 2, vol. 3, vol. 4) e ricevette una nuova rilegatura con una coperta di color rosso porpora e delle impressioni dorate. Nel XVIII secolo si trovava nel convento di S. Paolo dei Carmelitani Scalzi di Firenze da dove giunse, dopo i saccheggi napoleonici, forse nella Biblioteca Vaticana, ma già nel 1827 venne venduta. Prima di giungere a Zurigo nella collezione Braginsky appartenne alla collezione di Beriah Botfield. (red)

Online dal: 17.12.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B243 Vol. 4
Pergamena · 193 ff. · 32.2 x 26.3 · Ocaña (Spania), copiata e vocalizzata da Isaak ben Ischai Sason · 1491
Bibbia ebraica

Il più vecchio colophon di questa bibbia ebraica con annotazioni (critiche al testo) masoretiche, che si trova alla fine dell’ultimo volume (vol. 4), afferma che Isaak ben Ischai Sason finì questa bibbia a Ocaña (Spagna) nel 1491. Alla fine di quello che originariamente era il primo volume – e oggi secondo volume (vol. 2) – un’altra annotazione dichiara che questo venne terminato nel 1494 a Evora nel regno del Portogallo, due anni dopo la cacciata degli ebrei dalla spagnola Castiglia. Originariamente questa bibbia era divisa in due volumi e presentava una sequenza insolita e non canonica dei libri. Nel XIX secolo venne suddivisa in quattro volumi (vol. 1, vol. 2, vol. 3, vol. 4) e ricevette una nuova rilegatura con una coperta di color rosso porpora e delle impressioni dorate. Nel XVIII secolo si trovava nel convento di S. Paolo dei Carmelitani Scalzi di Firenze da dove giunse, dopo i saccheggi napoleonici, forse nella Biblioteca Vaticana, ma già nel 1827 venne venduta. Prima di giungere a Zurigo nella collezione Braginsky appartenne alla collezione di Beriah Botfield. (red)

Online dal: 17.12.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B247
Carta · 70 ff. · 18 x 13 cm · [Germania] · ca. 1670-1671
Ewronot ("Regole per il calcolo del calendario")

Il manoscritto contiene un Ewronot ("Regole per il calcolo del calendario"). Nel XVII e XVIII secolo nacquero molti cosiddetti Sifre ewronot ("Libri per il calcolo"), che possono essere visti quale reazione all’introduzione del calendario gregoriano nel 1582. In questi manoscritti è spesso raffigurato, sopra o accanto ad una scala, il biblico Issachar, un figlio di Giacobbe. Quale attributo tiene una clessidra nella mano. Qui si trova due volte un simile motivo; al di sopra del primo è illustrata inoltre una luna crescente con una faccia umana e delle stelle. La pagina del titolo mostra un arco ornamentale architettonico. Al termine del libro si trova il noto motivo di Mosé con le tavole della legge seduto ad un tavolo. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B250
Pergamena · 247 ff. · 27 x 19 cm · [Italia] · [tardo XIII o inizio del XIV secolo]
Zedekia ben Abraham, Schibbole ha-leket («Spigolature»), copiato da Moses e Samuel

Il testo halakhico Schibbole ha-leket («Spigolature»), di Zedekia ben Abraham Anaw di Roma (ca. 1225-1297), contiene uno dei primi tentativi di codificare le leggi religiose ebraiche in Italia e di crearne un primo panorama sistematico. Dal punto di vista del contenuto il testo, suddiviso in 12 grandi capitoli con in totale 372 paragrafi, si occupa delle prescrizioni relative all'ordine delle preghiere e delle regole per il Shabbat, i giorni festivi e feriali, accanto a vari altri testi con tematiche halakhiche, che stanno in una dichiarata prospettiva aschenazita. Il manoscritto non è datato. Fu scritto dai copisti Moses e Samuel sia ancora nel periodo di vita o poco dopo la morte dell'autore, e costituisce così una delle prime copie che si conservano di questo testo. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B251
Pergamena · 81 ff. · 18.7 x 13.7 cm · [Italia] · [XIV/XV secolo]
Abraham Abulafia, Chajje ha-olam ha-ba («La vita nel mondo dell'Al di là»)

Il cabbalista spagnolo Abramo Abulafia (1240- dopo il 1291) sostiene un concetto della cabbala che poco o niente ha a che fare con quella che era prevalentemente nota. Egli non la interpretava né come una forma della gnosi né come una specie di filosofia teosofica, che si concentrasse sulle Sefirot, emanazioni del divino. Al contrario cercò di raggiungere uno stato di estasi profetico-mistico, partendo dalla sua convinzione che l'esperienza dei profeti deve essere stata di natura estatica e che tutti i veri mistici debbano essere stati dei profeti. Quest'opera era particolarmente popolare e diffusa sotto i titoli Chajje ha-olam («La vita nel mondo dell'Al di là») oppure Sefer ha-Schem («Libro del nome divino») oppure Sefer ha-iggulim («Libro dei cerchi»), ma in questo manoscritto viene nominato Sefer ha-Schem ha-meforasch («Libro del nome che non si può nominare»). Il codice contiene dieci iscrizioni raffigurate in cerchi concentrici in inchiostro nero e rosso, così come 128 solo in inchiostro nero. Queste contengono delle dettagliate istruzioni per la meditazione mistica. Contemplando questi cerchi si dovrebbe recitare il nome di Dio - racchiuso in 72 lettere - originato dalla combinazione dei valori numerici delle lettere nei nomi nelle dodici tribù di Israele, dei patriarchi e delle nove lettere delle parola Schiwte Jisra’el («Tribù di Israele»). Il lettore dovrebbe «entrare» in ognuno dei tre cerchi rosso-neri partendo dall' «ingresso» indicato al poso, che è indicato, per così dire, da un piccolo tratto di penna. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B252
Pergamena · 54 ff. · 19 x 13.5 cm · [Norditalia] · [ultimo terzo del XV secolo]
Minhagim («Riti liturgici»)

L'opera Minhagim («Riti liturgici») viene attribuita a Samuel di Ulm, anche se la paternità non è definita in modo chiaro. Dal punto di vista del contenuto contiene numerosi insegnamenti che si basano sulle opinioni di Jakob Moellin (1360-1427). Viene considerato una grande autorità spirituale del mondo aschkenazita. Probabilmente il manoscritto fu redatto nell'ultimo terzo del sec. XV in Italia poiché i disegni a penna si collocano nella tradizione dell'Italia del nord di quest'epoca. Molti dei motivi decorativi, per es. una testa con un naso pronunciato e pesanti palpebre che si sviluppano da un ornamento, o un lungo muro di città con torri rotonde, sono considerati tipici per Joël ben Simeon, importante rappresentante della tradizione illustrativa norditaliana. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B253
Pergamena · 118 ff. · 13.5 x 9.4 cm · [probabilmente Renania (Germania)] · [intorno al 1400]
Mahzor secondo il rito aschkenazita (Nussah Ashkenaz)

Il volume, sicuramente molto utilizzato, si presenta in buone condizioni di conservazione ed è vergato in una elegante scrittura quadrata e semicorsiva. Contiene preghiere quotidiane e piyyutim per i giorni festivi, ma anche varie altre da recitare in occasioni speciali, e l'intero testo della Haggadah per la festa ebraica, un testo solitamente trascritto separatamente. Il manoscritto presenta un interessante caso di censura: lo spazio per la preghiera Alenu le-shabbeah, che si riteneva contenere un implicito insulto ai cristiani, è stato lasciato vuoto (19r-v). L'intero codice è stato sottoposto a censura a Mantova da parte di Dominico Irosolimitano, uno dei più attivi censori attivo in Italia a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Questi non ha espunto nessun passaggio ma si è limitato ad apporre la sua firma sull'ultima pagina (f. 112v), a riprova dell'avvenuto controllo. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B257
Pergamena · 23 ff. · 9.3 x 7 cm · [Vienna, copiato e decorato da Meschullam Simmel da Polna] · 1719
Perek shira («Capitolo del Canto») e Kiddusch-le-jom tow («Santificazione [del vino] nei giorni festivi»)

L'anonimo inno al Creatore Perek schira è tramandato in più di cento manoscritti. I più importanti illustratori di libri ebraici del sec. XVIII hanno decorato questo inno. Questo codice fu scritto per Hertz ben Leib Darmstadt di Francoforte sul Meno e contiene delle illustrazioni a penna di Meshulam Zimmel ben Moses di Polna in Boemia, il quale però probabilmente ha confezionato il codice a Vienna. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B259
Pergamena · 60 ff. · 13.5 x 10 cm · Italia, copiato e decorato da Leon ben Joschua de Rossi di Cesena · ultimo terzo del XV secolo
Miscellanea sul ciclo di vita ebraico

Questa miscellanea sul ciclo di vita ebraico, databile all'ultimo terzo del secolo XV, rappresenta probabilmente un regalo di nozze. Fu copiata da Leon ben Joschua de Rossi di Cesena. Contiene delle preghiere per la cerimonia della circoncisione, il formulario per una contratto di matrimonio da Correggio del 1452 (senza nomi), testi relativi al rito delle nozze, tra i quali un inno con l'acrostico El’asar; il contratto per un matrimonio stipulato a Parma nel 1420 tra Juda, figlio di Elchanan di Ascoli Piceno e Stella, figlia di Solomon di Mantova. Inoltre contiene preghiere per il cimitero con una apposita da recitare durante il banchetto del funerale; un rituale per evitare cattivi sogni; Ka’arat kesef, un poema etico del poeta provenzale Jehoseph ben Hanan ben Nathan Ezobi del sec. XIII e infine - aggiunto da altra mano - una preghiera personale di Moses Latif per Joab Immanuel Finzi. Immediatamente alla fine del contratto si trova la raffigurazione della coppia di sposi (f. 10v). L'acconciatura, i vestiti e il velo della sposa rimandano alla contemporanea moda ferrarese, ciò che confermerebbe che il manoscritto è di origine italiana, forse della stessa Ferrara. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B262
Pergamena · 23 ff. · 32 x 20.4 cm · [Europa centrale o del nord], copiato e decorato da Nathan ben Simson of Mezeritsch · 1730
Haggadah con traduzione in yiddish di Had Gadya (Nathan ben Simson di Mezeritsch Haggadah)

Questa Pesach Haggada con la traduzione ebraica dell'inno Had Gadya (f. 23r) fu copiata ed illustrata da Nathan ben Simson di Mezeritsch (oggi Velke Mezirici, Repubblica Ceca). Contiene tra l'altro una pagina iniziale decorata, un ciclo di illustrazioni della cerimonia della sera del Seder della festa ebraica della Pesach, nove illustrazioni al testo ed un ciclo per l'inno conclusivo Had Gadya (f. 23r). (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B274
Pergamena · 558 ff. · 31 x 23.4 cm · [Aschenazita] Sierre? · 1288
Sefer Mitzvot Gadol (Grande libro dei Comandamenti)

Si tratta del più antico manoscritto del codice legale di Moses di Coucys e anche del più antico codice datato della collezione Braginsky. Il Sefer Mitzvot Gadol (abbreviato SeMaG) divenne la più importante e accettata fonte per le norme Halakhah. Venne frequentemente citato ed abbreviato e più volte commentato. Il manoscritto venne copiato da Hayyim ben Meir ha-Levi nel 1288, forse a Sierre (Svizzera). Quest'ipotesi si basa sul fatto che la Bibliothèque nationale di Parigi possiede un altro manoscritto (ms. hébr. 370) della stessa opera, dello stesso copista, e che si presume sia stata vergato a Sierre. Più di duecento anni dopo la stesura del manoscritto, nel 1528, Joseph Kalonymos lo acquistò a Posen (Polonia) e lo completò con i pochi fascicoli che all'epoca mancavano. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B282
Carta · 13 ff. · 13.3 x 8.5 cm · Amsterdam · 1752
Kalonymus ben Kalonymus, Massekhet Purim

Il manoscritto contiene il testo del Massekhet Purim, una parodia del Purim dell'autore e traduttore provenzale Kalonymus ben Kalonymus (Arles 1286- dopo il 1328). Nato ad Arles nel 1286 scrisse la sua opera a Roma all'inizio degli anni 20’ del XIV secolo - egli imita con umorismo il testo e lo stile del Talmud, trattando del mangiare, bere e ubriacarsi durante questa festa. Le illustrazioni includono figure di arlecchini, un musicista di strada e sette carte da gioco distribuite a formare un trompe l'œil, genere solitamente molto raro nei mss. ebraici. Il codice è stato realizzato ad Amsterdam nel 1752, in un'epoca nella quale questo testo godette di grande interesse presso la comunità ebraica aschkenazita. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B283
Carta · 11 ff. · 29.2-32.2 x 20-22 cm · Venezia · 1553-1555
Documenti riguardanti la condanna e la distruzione del Talmud

Questa raccolta di undici documenti, riguardanti la condanna e la distruzione del Talmud, è collegata ad uno dei periodi più bui della storia del libro ebraico. La collezione costituisce un resoconto più o meno cronologico degli avvenimenti e fece parte probabilmente degli atti di un inquisitore veneziano. Sono qui riprodotti i regesti di sei lettere papali dal 1518 al 1537, nelle quali Leone X, Clemente VII e Paolo III concedono a Daniel Bomberg di stampare libri in ebraico a Venezia. Vengono inoltre presentati dei documenti con le istruzioni per la ricerca di contenuti eretici nei libri ebraici da parte di ebrei convertiti, copie di importanti decreti pontifici, e rapporti sugli avvenimenti in corso a Roma e Venezia. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, B284
Pergamena · 22 ff. · 26.8 x 16.2 cm · Vienna, copiato e decorato da Aaron Wolf Herlingen · 1725
Haggadah con istruzioni e traduzioni in yiddish (Haggadah Herlingen)

Il manoscritto costituisce un capolavoro del miniatore Aaron Wolf Herlingen, un artista nato a Gewitsch in Moravia intorno al 1700, che ha operato tra gli altri a Pressburg (oggi Bratislava) e Vienna, e di cui oggi sono conosciuti più di quaranta manoscritti da lui firmati. La decorazione consiste in 60 illustrazioni a colori e tre iniziali decorate. Nella pagina iniziale il testo del titolo è affiancato dalle figure di Mosé e Aaron, e nella parte inferiore è raffigurato l'episodio della marcia nel deserto e della caduta della manna in presenza di Mosé, Aaron e della sorella di questi Miriam. L'inusuale presenza della figura di Miriam lascia supporre che il manoscritto fosse destinato ad una donna. Alla fine del testo sono trascritti i due canti - uno ebraico, l'altro aramaico Echad mi-jodea e Had Gadya - con la rispettiva traduzione in lingua yiddish. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B285
Pergamena · 52 ff. · 30.4 x 19.7 cm · Amsterdam, copiata e illustrata da Hijman Binger · 1796
Haggadah di Pesach con commenti (Haggadah di Hijman Binger)

La Haggadah di Hijman Binger è un tipico esempio dell’arte dei manoscritti ebraici del Norde e del Centroeuropa della fine del XVIII e dell’inizio del XIX secolo. Cicli di immagini fanno da sfondo al contenuto scritto. Le illustrazioni mostrano della somiglianze con le tarde Haggadot di Joseph ben David di Leipnik, come quella del 1739 (Braginsky Collection ‬B317) e lasciano presupporre che un’altra Haggadah di questo artista sia servita da modello a Hijman Binger. Un’ulteriore rarità del manoscritto è costituita da una carta della Terra Santa che è stata aggiunta alla fine (f. 52). (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B288
Pergamena · 8 ff. · 17 x 10.6 cm · [Nitra], copiato e decorato da Leib Zahr Sofer of Lackenbach · 1816
Seder Tefillot u-Virkhot ha-Mohel (Disposizioni per le preghiere e le benedizioni per la cerimonia della circoncisione)

Questo libricino di poche pagine contiene il Mohel: il cerimoniale per il rito della circoncisione. Una nota sulla pagina iniziale spiega trattarsi di un regalo di Mendel Rosenbaum per il cognato Joseph Elsas di Nitra, oggi cittadina nella repubblica Slovacca ma in passato ungherese. E' firmato da Leib Sahr Sofer e presenta nella decorazione analogie con varie opere eseguite dal più importante calligrafo ed illustratore operante a Nitra all'inizio del XIX secolo, Mordechai ben Josel, conosciuto anche col nome di Marcus Donath. La pagina finale presenta un calligramma con la figura di Mosé che in una mano regge le tavole delle leggi e con l'altra mostra il Pentateuco. (red)

Online dal: 18.12.2014

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Zürich, Braginsky Collection, B314
Pergamena · 100 pp. · 20.8 x 19 cm · [Francoforte?], copiato da Elieser Sussman Meseritsch, illustrata da Charlotte Rothschild · 1842
Haggadah di Pesach con traduzione tedesca (Haggadah Charlotte Rothschild)

Il codice è stato copiato da Elieser Sussman Meseritsch e illustrato da Charlotte Rothschild (1807-1859) e contiene, oltre al testo in ebraico, una traduzione in tedesco. La Haggadah venne realizzata dall’artista per il settantesimo compleanno dello zio Anschel Mayer Rothschild. Si tratta dell'unico manoscritto ebraico finora conosciuto che sia stato miniato da una donna. Charlotte Rothschild si ispirò ad opere sia ebraiche che cristiane, come per es. manoscritti medievali, il ciclo biblico dipinto da Raffaello nelle Logge del Vaticano e le stampe contenute nella Haggadah stampata ad Amsterdam del 1695. In una sola immagine, la scena del Seder della festa di Pesach, Charlotte Rothschild ha lasciato sullo sfondo le sue iniziali nello schienale di una sedia (p. 42). Il manoscritto servì forse da modello al famoso pittore Moritz Daniel Oppenheim (1800-1882). Nelle sue memorie egli ricorda di aver eseguito, da studente, degli schizzi per Charlotte Rothschild. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B315
Pergamena · 33 ff. · 33.5 x 23.5 cm · [Francia, copiata e illustrata da Victor Bouton] · [seconda metà del XIX secolo (intorno al 1870?)]
Haggadah, con istruzioni in francese (Haggadah di Bouton)

Splendido manoscritto contenente il testo della Haggada nel quale ogni pagina è decorata con ricche bordure costituite da elementi floreali e da decorazioni a penna che delimitano lo spazio dedicato alla scrittura, realizzate prevalentemente con oro e blu di lapislazzulo. Stilisticamente la decorazione è fortemente orientata alla miniatura persiana, soprattutto alle opere della scuola di Schiraz dell’epoca tra il 1560 ed il 1580. L’esecuzione dell’opera viene attribuita a Victor Bouton nato nel 1819 in Lotaringia e attivo a Parigi quale disegnatore, pittore di stemmi e incisore. L’attribuzione si basa su di un analogo lussuoso codice firmato dall’artista e commissionatogli da Edmond James de Rothschild per la madre, e su di una nota biografica che ricorda che l’artista ricevette da un ricco ebreo l’enorme somma di 32'000 franchi d’oro per una Haggadah. L’unica scena (f. 1v) presente nel ms. illustra la festa della prima sera della Pesach nella quale un gruppo di cinque uomini e due donne, in abiti orientali, è seduto al tavolo di Seder mentre il padrone di casa benedice il vino. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B316
Pergamena · 1 f. · 18.5 x 12.1 cm · Vienna, copiato da Aaron Wolf Herlingen · 1751
Septem Psalmi Poenitentiales e Salmo 138

Questo calligramma nel quale è raffigurato re David mentre suona l'arpa è realizzato con il testo latino dei cosiddetti Sette salmi penitenziali (6, 31, 37, 50, 101, 129 and 142) e del Salmo 138. Il calligramma è firmato dal famoso artista calligrafo ebreo Aaron Wolf Herlingen, creatore della Haggadah del 1725 (B284) della collezione Braginsky. L'artista ha usato una tecnica nella quale il testo è scritto in lettere minuscole, anche conosciuta come micrografia. Herlingen scrisse questo calligramma per il principe Giuseppe II (1741-1790), figlio dell'imperatrice Maria Teresa e dell'imperatore Francesco I. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B317
Pergamena · 44 ff. · 28.5 x 20 cm · Altona, copiato e decorato da Joseph ben David di Leipnik · 1739
Haggadah di Pesach con commenti (Haggadah Braginsky Leipnik)

Questa Haggadah è stata illustrata nel 1739 da Joseph ben David di Leipnik, e prima che giungesse nel 2007 nella collezione Braginsky, non se ne aveva notizia. Come la maggior parte delle Haggadot dell’epoca, anche questo esemplare prende a modello le incisioni delle Haggadot di Amsterdam a stampa del 1695 e del 1712. Le caratteristiche delle illustrazioni di Joseph ben David, le cui opere sono ben conosciute, vengono rese in maniera esemplare. Nella gamma dei colori dominano le tinte e le gradazioni pastello. Tra i motivi ricorrenti nelle sue Haggadot, e che si rifanno a modelli precedenti, figurano le raffigurazioni del capretto della Pesach, il pane Matzah e le erbe amare. La loro consumazione è una parte della festa della Pesach, durante la quale tradizionalmente si effettua una lettura comune della Haggadah. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B318
Pergamena · 18 ff. · 15.5 x 10.2 cm · copiato e decorato da Nathan ben Simson di Meseritsch · 1728
Tikkun be-erew rosch chodesch (Preghiere per la festa serale prima dell'inizio del Novilunio)

Il sottile libricino, adorno di una legatura con impressioni dorate, contiene le preghiere per la festa della sera che precede il Novilunio, e venne commissionato da Elieser (Lazzaro) von Geldern a Vienna. La pagina del titolo mostra, secondo le convenzioni, Mosé e Aronne. Il copista ed artista Nathan ben Simson di Meseritsch (Velké Meziříčí) in Moravia, era nella prima metà del XIX secolo uno tra i più prominenti illustratori di manoscritti ebraici. Tra il 1723 ed il 1739 egli creò almeno 23 opere del genere. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B327
Carta · 52 ff. · 8.2 x 5.8 cm · [Italia] · [intorno al 1800]
Sefirat ha-Omer ("conteggio dell'Omer")

Il "conteggio dell’Omer" nell'Ebraismo è una benedizione con la quale si contano i 49 giorni che intercorrono tra la seconda sera di Pesach e la festività di Shavuot, e Omer designa il primo covone della raccolta che nel secondo giorno della Pesach viene portato al tempio di Gerusalemme quale offerta. I calendari dell’Omer erano particolarmente apprezzati nel XVIII sec. sotto varie forme e questo esemplare fa parte di un gruppo di sei, realizzati in formato ridotto, che possono essere datati tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. La rilegatura è in argento: nella coperta anteriore è incisa una decorazione floreale e un monogramma e in quella posteriore un uccello simile ad una cicogna con una spiga di frumento nel becco. Il manoscritto contiene 50 illustrazioni dipinte che illustrano praticamente ogni pagina del calendario. (red)

Online dal: 19.03.2015

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Zürich, Braginsky Collection, B328
Pergamena · 1 + 20 ff. · 9.2 x 6 cm · Nikolsburg, [copiato e decorato da Samuel ben Zevi Hirsch Dresnitz] · 1725
Seder Birkat ha-mazon (Preghiera dopo i pasti e altre preghiere e benedizioni)

Questo minuscolo libro contiene la benedizione del nutrimento, con le consuete aggiunte per Chanukkah e Purim, così come varie benedizioni, quali per esempio la preghiera Shemà da recitare prima di coricarsi, o prima di gustare determinate cose. Presenta una pagina del titolo illustrata, 19 illustrazioni singole, cinque riquadri decorati contenenti singole lettere o iniziali ed un passaggio del testo decorato. Nella pagina del titolo l'artista non ha inserito il suo nome ma comunque annotato che il manoscritto venne terminato nel 1725, sotto il regno dell'imperatore Carlo VI a Nikolsburg (Cechia). Così come altre Birkat ha-mason, anche questa venne redatta per una donna. In un foglio di guardia iniziale inserito in un secondo momento è contenuta, in un ricco ornamento, la dedica a Fradche, moglie di Mosé Gundersheim. Grazie al confronto della scrittura e dell'illustrazione di un'opera simile del 1728 conservata nella Kongelige Bibliotek di Copenaghen (Cod. Hebr. XXXII) si può affermare che entrambe i manoscritti con la Birkat ha-mason sono stati eseguiti dal medesimo artista, cioè Samuel ben Zewi Hirsch Drenitz, che era attivo a Nikolsburg. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B331
Pergamena · 83 ff. · 8.5 x 7.3 cm · Italia [Ancona o Pesaro?], [scritto da Joseph ben Nissim Fermi?] · XVII secolo
Libro della circoncisione

Questo manoscritto di formato ridotto, risalente al XVII secolo, contiene delle preghiere inniche, racconti e benedizioni per la cerimonia della circoncisione. Due sezioni del libretto contengono delle pagine illustrate. Oltre alla pagina del titolo, decorata con un portale di tipo rinascimentale, sono presenti undici illustrazioni con temi biblici e quattro scene di ambientazione contemporanea riguardanti la nascita e la circoncisione. Alcune di queste illustrazioni sono influenzate dall'arte di Federico Zuccaro (intorno al 1540-1609) e di Raffaello. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B332
Pergamena · 4 ff. · 23.5 x 16.8 cm · Padova · 1755
Diploma di dottorato dell'Università di Padova per Israel Baruch Olmo

L'Università di Padova fu fino al 1880 il più importante centro per gli studenti ebraici, mentre l'Università di Bologna non inseriva nelle matricole gli Ebrei. Il diploma di dottorato costituiva il 'biglietto d'entrata' per i medici ebraici nella moderna società formata da nobili e borghesi. L'Università di Padova rilasciava ai suoi diplomati un documento in latino redatto a mano e decorato. Nella pagina iniziale del diploma per Israel Baruch Olmo figura lo stemma della famiglia Olmo: un olmo affiancato da una fontana zampillante e dallo stelo di un cereale. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B344
Pergamena · 39 ff. · 7.7 x 5.3 cm · Vienna, scritto e decorato da Aaron Wolf Herlingen [e Meschullam Simmel di Polná] · 1725
Seder Birkat ha-mazon (Preghiera dopo i pasti e altre preghiere e benedizioni)

Questo minuscolo libro di preghiere costituisce lo speciale risultato del lavoro in comune di due dei più importanti rappresentanti viennesi dell'arte ebraica del XVIII secolo. Aaron Wolf Herlingen scrisse ed illustrò la pagina del titolo, Meschullam Simmel ben Moses di Polná realizzò il resto dei disegni e molto probabilmente copiò i testi con le preghiere. Evidentemente il libriccino costituiva un regalo di nozze. Contiene in totale nove illustrazioni al testo e quattro parole iniziali riccamente decorate. Il libro di preghiere appartenne alla "rispettabile e saggia giovane Hindl". Nel manoscritto si leggono anche delle annotazioni riguardanti la nascita dei suoi bambini tra il 1719 ed il 1741. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B345
Pergamena · 1085 pp. · 49.5 x 36 cm · [Germania] · 1355
Mishneh Torah

Nel corso dei più di 650 anni dall'allestimento, questo manoscritto della Mishneh Torah, una raccolta di leggi ebraiche di Mosè Maimonide, è passato in molte mani. Diverse annotazioni e citazioni fanno pensare che molti importanti rabbini ashkenaziti abbiano potuto utilizzarlo, come per es. Jakob Weil, un famoso erudito e rabbino del XV secolo attivo a Norimberga, Augusta, Bamberga ed Erfurt. Come si può dedurre da note di possesso più tarde, il manoscritto giunse in regioni anche molto lontane tra loro, come l'impero ottomano, il Kurdistan, l'Inghilterra o Gerusalemme. La pagina 1021 mostra un'immagine a piena pagina con l'architettura di un portale in stile gotico. Due sottili colonne, allungate manieristicamente, reggono un timpano decorato con tralci floreali su fondo blu nel quale si legge il nome del capitolo Sefer schoftim ("Libro dei Giudici") in caratteri dorati. Vi sono anche cinque medaglioni, due dei quali contengono il profilo di due uccelli rapaci in posizione di attacco. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, B350
Pergamena · 25 ff. · 35.7 x 26.8 cm · Amburgo, scritto da Elieser Sussman Meseritsch · 1829
Haggadah, con traduzione tedesca di Wolf Heidenheim

Il copista di questa Haggadah è niente di meno che Elieser Sussman Meseritsch, che deve il suo nome al suo luogo d'origine in Moravia, e che più tardi vergò anche il testo della Haggadah Charlotte Rothschild. Attraverso l'uso di vari tipi di scrittura egli suddivise chiaramente tre tipi di testo: il testo ebraico della Haggadah, il classico commento ebraico di Simeon ben Zemach Duran (1361-1444) ed una traduzione tedesca in caratteri ebraici da Wolf Heidenheim (1757-1832). Il programma iconografico della Haggadah di Elieser Sussman è molto inusuale. Nella pagina del titolo vari motivi ornamentali in stile classicistico sono inseriti in modo creativo inseriti nel motivo architettonico di un arco trionfale. Le prime quattro (5v-7r) delle sette illustrazioni sceniche raffigurano i quattro figli ricordati nella Haggadah, ad ognuno dei quali è dedicata una illustrazione; si distingue per originalità quella del figlio che non sa domandare. Le due seguenti illustrazioni dell'attraversamento del Mar Rosso (12r) e di re Davide con l'arpa (15v) sono piuttosto tradizionali. L'ultima scena con la ricostruzione del tempio di Gerusalemme accompagna come di consueto il testo del Adir hu ("O Dio onnipotente, ricostruisci in fretta il tuo Tempio"). (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, B351
Pergamena · 26 ff. · 10.5 x 7.2 cm · Amburgo e Altona, scritto e decorato da Jakob ben Juda Leib Schammasch · 1741
Seder Birkat ha-mazon (Preghiera dopo i pasti e altre preghiere e benedizioni)

Fino al momento dell'acquisizione da parte della collezione Braginsky, questo libretto con la birkat ha-mason del 1741 era sconosciuto alla ricerca. Palesemente si tratta di un dono di nozze, dedicato da una donna. Oltre alla pagina con il titolo, con una cornice architettonica e le figure di Mosé e di Aronne, vi sono sei altre illustrazioni nel testo, tra le quali una rara raffigurazione di una donna solo parzialmente immersa in un bagno rituale (12v), oppure una più convenzionale rappresentazione di una donna intenta a leggere lo Shemà prima di coricarsi (17r). Questo libricino è stato copiato ed illustrato da Jakob ben Juda Leib Schammasch di Berlino. Si tratta di uno dei più produttivi artisti ebraici di manoscritti conosciuti della Germania del nord. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K21
Pergamena · 1 f. · 66.6 x 56.7 cm · Gibilterra · 1822
Ketubah (כתובה), Gibilterra, 4 Tevet 5583 (18 dicembre 1822)

Nell'epoca nella quale venne allestita questa ketubah la maggior parte del commercio al dettaglio di Gibilterra era nelle mani della locale comunità sefardita; molti dei suoi membri provenivano dal vicino Nord Africa. Questo contratto appartiene ad un primo periodo della locale decorazione delle ketubah, nonostante alcuni elementi già facciano intuire lo sviluppo più tardo. Nella parte superiore sono raffigurati, schiena contro schiena, due leoni accovacciati che portano sulle spalle le tavole con i Dieci Comandamenti abbreviati. La composizione ricorda la parte superiore di uno scrigno della Torah, ed è infatti chiuso in alto da una corona, da intendere quale corona della Torah. I leoni accovacciati sono affiancati da vasi di fiori. Nei bordi, al di sotto di tende da teatri e trombe appese a dei nastri, sono dipinte delle urne collocate su delle fantasiose basi di colonne. Molti elementi in questo contratto di matrimonio sono tipiche delle ketubbot di Gibilterra. La prima parola, mercoledì giorno del matrimonio, è come d'uso ingrandita e decorata. Pure tipico è il monogramma eseguito con lettere latine in basso al centro. Le iniziali SJB rimandano ai nomi (Salomone, Giuditta) e ai cognomi (Benoleil) dei due sposi. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K26
Pergamena · 1 f. · 69.3 cm x 59.2 cm · [Gibilterra] · [ca. 1830-50]
Ketubah (כתובה), Gibilterra, ca. 1830-50

Il concetto di un documento scritto per il matrimonio, conosciuto come ketubah (pl. ketubot), rimanda a delle usanze ebraiche molto popolari, che comprendono la creazione di contratti allegorici di matrimonio per Shavuot. Poiché la festività commemora la Consegna dei dieci comandamenti, delle tradizioni mistiche asseriscono che in quel giorno Mosè, quale pronubo, portò il popolo ebraico (lo sposo) sul monte Sinai (luogo del matrimonio) per sposare Dio o la Torah (la sposa). Mentre sono conosciute molte versioni di ketubot per Shavuot, nelle comunità sefardite erano più diffusi testi poetici composti dal famoso mistico di Safed, Rabbi Israel Najara (1552?-1625?). Divise in tre sezioni, lo speciale testo contenuto nella ketubah della collezione Braginsky è inserito in una imponente struttura architettonica lignea, comprendente tre archi ed un frontone spezzato nel quale trovano posto le tavole del Decalogo. L'architettura lignea è sovrastata da elementi architettonici ordinati dinamicamente. L'intera struttura ricorda il tipico arco sefardita della Torah (ehal) della sinagoga di Gibilterra. Infatti in alto appare il nome di una di queste sinagoghe, Nefuzot Yehudah, fondata nel 1799. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K29
Pergamena · 1 f. · 80.8 x 54.3 cm · Ancona · 1789
Ketubah (כתובה), Ancona, 14 Tishri 5550 (4 ottobre 1789)

Questo contratto di matrimonio fu allestito nella città portuale adriatica di Ancona, dove risiedeva una delle più importanti comunità ebraiche italiane, e che era anche uno dei più rinomati centri di produzione di ketubbot. La scena principale al centro in altro raffigura il profeta Elia che sale in cielo con il carro di fuoco, mentre il suo meravigliato allievo Eliseo lo guarda dal basso. La scena prende spunto dal primo nome dello sposo, Elia Mordecai, figlio dello scomparso Juda Macerrata. Gli altri due episodi biblici sono inseriti in cartigli ai lati. A destra la scena del trionfo di Mordecai, che rimanda al secondo nome dello sposo, e a sinistra la scena con Davide che tiene la testa di Golia, un riferimento a Davide Camerino, padre della sposa Tova, figlia di Davide, figlio di Abramo Abdiah Camerino di Senigallia. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K37
Pergamena · 1 f. · 40.3 x 33.3 cm · Amsterdam · 1668
Ketubah (כתובה), Amstedam, 2 Nisan 5428 (14 marzo 1668)

La tradizione di far allestire dei contratti di matrimonio illustrati venne ripresa all'inizio del XVII secolo ad Amsterdam sotto influsso dei pittori di ketubah italiani. Verso la fine degli anni '60 del XVII secolo il famoso incisore Salom Italia creò una cornice di rame incisa per le ketubbot della comunità spagnola-portoghese, ciò che d'altra parte ispirò un artista locale anonimo ad eseguire questa versione del 1668 modificata. Questa cornice decorò le ketubbot sefardite prodotte ad Amburgo, Bayonne, Londra, New York e Curaçao per più di duecento anni. Il testo calligrafico commemora il matrimonio di un conosciuto medico sefardita, Daniel Zemach Aboab. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K40
Pergamena · 1 f. · 69.2 x 46 cm · Ancona · 1795
Ketubah (כתובה), Ancona, 13 Adar 5555 (4 marzo 1795)

Questa ketubah decorata, così come la K29 della collezione Braginsky prodotta sei anni prima, rappresenta il massimo punto raggiunto dalla produzione di ketubbot illustrate ad Ancona. Il testo è centrato sotto un arco sorretto da due colonne decorate. Mentre negli esemplari più antichi di ketubbot conosciute provenienti dalla località egiziana di Geniza era normale utilizzare degli archi quali elementi della cornice, le lettere dorate iscritte nei pennacchi aggiungono un altro significato. Le sei lettere ebraiche, un acronimo del salmo 118.20: «È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti», rimandano all'idea che gli sposi simbolicamente entrino in una fase della loro vira attraverso la porta celeste. Nel cartiglio al centro in alto è raffigurato il sacrificio di Isacco, un riferimento al secondo nome dello sposo. La scena, simbolo della fedeltà e della promessa messianica, e che appare in molte ketubbot italiane, nel corso del tempo è diventata uno dei motivi più amati dell'arte ebraica. Non è stata ancora identificata la figura femminile in basso. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K41
Pergamena · 1 f. · 74 x 45.8 cm · Roma · 1798
Ketubah (כתובה), Roma, 22 Sivan 5558 (6 giugno 1798)

L'ornamentazione di questa ketubah, che ricorda l'unione di due importanti famiglie del ghetto romano, i Toscano e i Di Segni, ben rappresenta l'età d'oro della decorazione delle ketubbot a Roma. La cornice decorativa è suddivisa in un bordo interno ed uno esterno. I margini laterali del testo sono decorati da campi con fiori e fondo dorato. Nella cornice esterna, delle iscrizioni micrografiche incrociate realizzano delle superfici a forma di diamante, ciascuna delle quali contiene un grande fiore. L'intero impianto dei bordi interni ed esterni è circondato da piccole lettere quadrate ebraiche, che tutte insieme riproducono il quarto capitolo del libro di Ruth. (red)

Online dal: 22.03.2017

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Zürich, Braginsky Collection, K44
Pergamena · 1 f. · 84 x 46.8 cm · Roma · 17 agosto 1763
Ketubah (כתובה), Roma, 8 Elul 5523 (17 agosto 1763)

Le ketubot (sing. ketubah) romane, contratti di matrimonio ebraici, si distinguono solitamente per la elegante grafia, i disegni decorativi e la presentazione attraente. I temi decorativi più popolari includono episodi biblici, rappresentazioni allegoriche e raffinati disegni micrografici. Il testo del contratto di questa ketubah della collezione Braginsky è circondato da una cornice architettonica che comprende un paio di colonne marmoree attorcigliate da foglie dorate e sormontate da capitelli corinzi. Sopra l'arco sostenuto dalle colonne trova posto un largo cartiglio. Vi si intravvede un paesaggio pastorale con un uomo che indossa una lunga veste ed una donna con il petto nudo, uniti da una lunga catena di perle con un pendente a forma di cuore che corre intorno ai loro colli. Il rimando all'armonia famigliare è rafforzato dagli emblemi delle famiglie che appaiono affiancati in un cartiglio sopra all'immagine allegorica centrale. L'emblema a destra, raffigurante un leone eretto che si arrampica su un albero di palma, è quello della famiglia dello sposo, i Caiatte, mentre quello a sinistra, raffigurante un leone eretto accanto ad una colonna bianca, appartiene alla famiglia della sposa, i De Castro. Infine, l'influsso della cultura italiana è evidente nel cartiglio in basso dove è dipinto Cupido sdraiato con accanto un arco e delle frecce. (red)

Online dal: 13.10.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K49
Pergamena · 1 f. · 67.4 x 49.2 cm · Casale Monferrato · 1675
Ketubba (כתובה), Casale [Monferrato], 3 Adar 5435 (1° marzo 1675)

La comunità ebraica di Casale Monferrato contava nel XVII secolo tra i 500 e i 600 membri. La vedova Giuditta Leonora, figlia di Abramo Segre, e Mosè, figlio del defunto Isacco Katzighin, gli sposi menzionati in questo contratto di nozze, appartenevano entrambi alle famiglie più ricche di questa comunità. Il contratto è circondato da una cornice ornamentale. Quella ovale interna, che contiene sei rosette dorate, è decorata con fiori. I segmenti del bordo contengono i quattro elementi aristotelici (aria, acqua, fuoco e terra) nei medaglioni più grandi, e i dodici segni zodiacali sono mostrati in senso antiorario nei medaglioni più piccoli. Nella cornice esterna si alternano ornamenti ad anello dorato quali simboli dell'eterno «nodo d'amore», i cartigli nei quattro angoli mostrano allegorie delle quattro stagioni. Si aggiungono raffigurazioni dei cinque sensi. Il decimo cartiglio in alto non è dipinto e probabilmente avrebbe dovuto contenere l'emblema di famiglia. (flu)

Online dal: 04.10.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K54
Carta · 1 f. · 77 x 54.6 cm · 1833
Ketubah (כתובה) Qirq-Yer (Chufut-Kalé), 29. Adar (1. Nisan secondo il calendario rabbinico) 5593 (21 marzo 1833)

Questa ketubah caraita è scritta, al contrario dei tradizionali contratti di matrimonio rabbinici, interamente in ebraico ed è costituita da due parti: schetar nissu'in e schetar ketubah. Il matrimonio caraita cui si riferisce questa ketubah venne celebrato nella importante comunità di Qirq-Yer in Crimea. Le due parti del testo sono inserite in una cornice dorata nella quale si trovano dei fiori. Secondo la tradizione di molte ketubah sefardite, italiane ed orientali, le parole iniziali sono decorate e nella cornice interna sono inseriti dei passaggi biblici. In questa ketubah la lista della dote è più lunga di quella dell'atto di matrimonio nella prima sezione. In conformità con le usanze caraite, alla firma del contratto sono stati invitati molti testimoni (qui 12). (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K55
Pergamena · 1 f. · 57 x 45.7 cm · Sichem · 1905
Ketubah (כתובה), Sichem (Nablus), Jumada al-awwal 1323 secondo il calendario islamico (luglio/agosto 1905)

Il contratto di matrimonio documenta gli impegni presi all’atto del fidanzamento tra i due Samaritani Temima, figlia di Isacco, figlio di ha-Levi Amram e Abramo, figlio di Giuseppe Denufta (ha-Dinfi). I Samaritani adottarono questa usanza rabbinica nonostante si riferiscano solo al Pentateuco, riconoscano solo Mosè come profeta e la Torah non prescriva che i diritti della moglie siano garantiti da una ketubah. Essi fanno affidamento sull’Esodo 21.9 e 22.16, dove si accenna ad una sorta di dote. La lingua è un ebraico samaritano in scrittura samaritana, che ricorda l'antica scrittura ebraica. Secondo l'interpretazione rigorosa del secondo comandamento, la ketubah è decorata unicamente con motivi floreali e geometrici in colori vivaci. (flu)

Online dal: 04.10.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K63
Carta · 1 f. · 70.7 x 60.5 cm · Gibilterra · 1880
Ketubah (כתובה), Gibilterra, 8 Shevat 5640 (21 gennaio 1880)

La comunità ebraica sulla «Roccia britannica di Gibilterra» ha raggiunto il suo apice nel XIX secolo. All'epoca in cui fu prodotto questo contratto di matrimonio (ketubah), la maggior parte del commercio al dettaglio di Gibilterra era nelle mani della comunità sefardita locale. Nel corso della seconda metà del XIX secolo Gibilterra sviluppò un suo caratteristico tipo di decorazione per i contratti di matrimonio, realizzati su dei grandi pezzi di pergamena decorati con colori vivaci. Questa ketubah, di cui una copia identica, ma posteriore, è conservata nel Museo di Israele a Gerusalemme (Inv. B72.1066 179/244H, vedi Sh. Sabar, Mazal Tov: Illuminated Jewish Marriage Contracts from the Israel Museum Collection, Jerusalem: The Israel Museum, 1993), è incorniciata ai lati da una ghirlanda di fiori, un lussuoso nastro rosso in basso e sormontato da una corona, che ricorda quella della Torah, nonostante questa sia modellata sulla corona reale britannica. Altri tre motivi tipici di queste ketubbot da Gibilterra sono la parola iniziale del tradizionale giorno delle nozze ebraiche a Gibilterra, mercoledì (ברביעי), ingrandita in lettere d'oro. La somma della dote e dell'incremento è un fattore di diciotto, un numero che è anche la parola propizia «Ḥai» (חי) - 'vita', scritta qui in lettere monumentali che risaltano sul piccolo corsivo del resto della scrittura, e infine il monogramma ornamentale in lettere latine situato in basso al centro, composto da E C B, che si riferisce alla prima (Elido e Jimol) e all'ultima iniziale della coppia di sposi (Ben Atar/ Benatar). Elido (אלידו), figlio di Isaia, figlio del defunto Ḥaim, chiamato Ben Atar (בן עתר) sposa Jimol (ג'ימול), figlia di Giuseppe, figlio del defunto David, chiamato Qazes (קאזיס). La dote è di 600 Pesos Fuertes (פיזוס פואירטיס) in abbigliamento, gioielli e biancheria da letto ,cui si aggiungono 600 Pesos Fuertes in regalo, cui si aggiunge un pezzo di terra di 400 cubiti e altri 600 Pesos Fuertes; l'obbligo totale è di 1800 Pesos Fuertes. (iss)

Online dal: 18.06.2020

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Zürich, Braginsky Collection, K68
Pergamena · 1 f. · 90.6 x 57.3 cm · Livorno · 1748
Ketubah (כתובה), Livorno, 14 Nisan 5508 (12 aprile 1748)

I due sposi menzionati in questo documento, Dona Sara, figlia di Giacomo Guttieres Pegna (Peña) e Davide, figlio del defunto Beniamino Racah (o Raccah) provenivano entrambi da una ricca famiglia della comunità sefardita di Livorno. Nella ketubah sono elencati, come di consueto, la dote e il supplemento. Si trattava di una casa in Piazza delle Erbe del valore di 907 piesas, 6 solios e 10 dinaros da ocho reali di Spagna, più 150 piesas in contanti e un supplemento costituito dalla metà della dote. La ketubah, insolitamente grande, è ornata da un motivo ad intrecci in stile «nodo d'amore», viticci di fiori, una coppia di uccelli e due putti alati con un cartiglio vuoto, per l'emblema di famiglia. (flu)

Online dal: 04.10.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K70
Pergamena · 1 f. · 72 x 52.1 cm · Massa Carrara · 1765
Ketubah (כתובה), Massa di Carrara, 14 Tischri 5526 (29 settembre 1765)

Il contratto di matrimonio tra Abramo, figlio dello scomparso Gionata Giuda Finzi e la sposa Ricca, figlia di Gedalja Senigaglia (Senigallia) prevede una dote di 1'800 pezze da ocho reali (1200 in contanti, 300 in gioielli d'oro, gemme e perle, 300 in vestiti e biancheria da letto e un supplemento di 360 pezze). Nella parte inferiore della ketubah il testo è inserito in un’architettura a doppio arco. La parte superiore è dipinta come un cielo azzurro con piccole stelle dorate. Sulle nuvole riposa l'allegoria della Fama, che annuncia con la tromba il «buon nome» dello sposo. (flu)

Online dal: 04.10.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K76
Pergamena · 1 f. · 78.6 x 53.2 cm · Padova · 1828
Ketubah (כתובה), Padova, 6 Tammus 5588 (18 giugno 1828)

Come in altre ketubbot (vedi K69 e K96), è stata riutilizzata una cornice più antica, creata 70-80 anni prima per un contratto di matrimonio. Nella raffigurazione architettonica dell’arco sono presenti 13 scene figurative, tutte dedicate alla storia biblica delle nozze di Isacco e Rebecca. È molto probabile che la ketubah originale fosse destinato ad una coppia di sposi con questi nomi. La serie delle scene inizia in alto a destra con il sacrificio di Isacco, cui seguono altre scene in senso orario. Al di sopra Cupido collega i due emblemi di famiglia con un nastro dorato. Una «corona del buon nome» sovrasta la scena. (flu)

Online dal: 04.10.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K86
Pergamena · 1 f. · 62.2 x 50.8 cm · Essaouira · 1898
Ketubah (כתובה), Essaouira, 25. Siwan 5658 (15 giugno 1898)

La ketubah creata ad Essaouira dall'artista David Nissim Elkaïm (si vedano le iniziali a lettere latine in basso a sinistra) attesta il matrimonio tra Salomone, figlio di Giosuè, figlio di R. Abraham Machluf ha-Levi Ben-Susan e Freha, figlia di Machluf, figlio di Masoud, figlio di Neftali, nipote di Juda Afriat, entrambi di famiglia sefardita. Sono numerose le caratteristiche che rimandano a questa origine: il materiale di scrittura (pergamena), la posizione della donna, l'invocazione a Dio per la vendetta per l'espulsione degli ebrei dalla Spagna, lo stile europeo della decorazione della cornice, fino al monogramma latino del nome della sposa. (flu)

Online dal: 14.12.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K91
Pergamena · 1 f. · 64.5 x 61.7 cm · Bayonne · 1695
Ketubah (כתובה), Bayonne, 11. Tewet 5456 (7 dicembre 1695)

David, figlio di Daniel Coelho Enriques (o Henriques) e Dona Rachel, figlia di Abraham Enriques Da Costa, appartenevano a famiglie di rifugiati religiosi provenienti dalla Spagna e dal Portogallo, rifugiatesi per motivi religiosi nella città atlantica di Bayonne, nel sud della Francia. Come altre ketubbot sefardite, il contratto di matrimonio non contiene rappresentazioni figurative, ciò che le distingue da quelle italiane o di Amsterdam. Il netto contrasto tra l’inchiostro scuro e la pergamena bianca, i puntini e i fini tratteggi danno l'impressione che si tratti di un'incisione su rame. I versi, scritti in elegante scrittura sefardita quadrata, contengono lodi alla sposa e allo sposo. (flu)

Online dal: 14.12.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K94
Pergamena · 1 f. · 64.2 x 46.2 cm · Modena · 1722
Ketubah (כתובה), Modena, 12. Cheschwan 5483 (23 ottobre 1722)

In questo contratto di matrimonio del 1722 tra Jischai (Jesse) Chai, figlio di R. Samuel Pesach e Beracha Tova, figlia di R. Jesaja Modena, l'artista combina in modo convincente elementi decorativi dell'arte italiana con simboli e motivi ebraici. Nella decorazione sono inserite in scrittura micrografica innumerevoli citazioni bibliche riguardanti le nozze e gli ideali del matrimonio. (flu)

Online dal: 14.12.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K96
Pergamena · 1 f. · 57 x 46.8 cm · Alessandria · 1759
Ketubah (כתובה), Alessandria, 1. Elul 5519 (24 agosto 1759)

Come nella Ketubah di Padova del 1828 (K76) è stata utilizzata una cornice più antica. Gli emblemi di famiglia non hanno quindi alcun legame con la sposa e lo sposo, Nathan Salomon, figlio di Jakob Samuel le-vet Montel e Bella Rosa, figlia di Mosè le-vet Baruch (De Benedetti). È anche probabile che non provenga da Alessandria ma da una località più lontana, forse Lugo o Ancona. La cornice decorativa interna contiene un nastro a forbicicchio incollato su tessuto verde. La cornice esterna dipinta è decorata con fantasiosi ramoscelli fioriti, medaglioni e vignette. Sulle strisce laterali e inferiori si trovano i segni zodiacali. (flu)

Online dal: 14.12.2018

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Zürich, Braginsky Collection, K99
Pergamena · 1 f. · 71 x 48.2 cm · 1648
Ketubah (כתובה), Venezia, 14. Tishri 5409 (30 settembre 1648)

La fastosa decorazione di questa ketubah, in parte a stampa ed in parte manoscritta, testimonia la grande considerazione nella quale veniva tenuta questa forma d'arte da parte dei ricchi ebrei sefarditi che vivevano nel ghetto di Venezia. Il testo del documento è suddiviso in due sezioni, la ketubah vera e propria a destra e le condizioni materiali a sinistra, entrambe collocate sotto un doppio arco. Alla base delle colonne vengono raffigurate delle scene di matrimonio dalla tradizione biblica. L'associazione tra un ideale matrimonio del passato con la vita di tutti i giorni degli ebrei contemporanei in Italia viene inoltre illustrata tramite sei piccole scenette che sono raggruppate intorno all'emblema della famiglia De Almeda, collocato al centro. Nella cornice esterna si alternano rappresentazioni dei segni zodiacali con delle piccole targhe nelle quali è trascritto un racconto sul matrimonio del poeta e cabalista italiano Rabbi Mordechai Dato (1525?-1539?). Negli ornamenti geometrici nei quattro angoli, e nelle bande con iscrizioni che si attorcigliano intorno ai segni zodiacali e alle targhe, si legge in microscrittura il testo dei Cantico dei Cantici. Questa bordura venne a tal punto ammirata che più tardi venne imitata in tutto il Veneto. (red)

Online dal: 20.12.2016

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Zürich, Braginsky Collection, K101
Pergamena · 1 f. · 82.4 x 55.4 cm · Livorno · 13 Siwan 5506 (1 giugno 1746)
Ketubah (כתובה)

Il matrimonio tra Josua, figlio di Isaak Chajjim Recanati, e Dona Esther Sara, figlia di Raphael Recanati, costituiva un’unione tra due ramificate, benestanti ed influenti famiglie sefardite. Il testo stesso della ketubah è redatto in un documento dipinto in maniera illusionistica nella colonna di destra e le condizioni nella colonna di sinistra. Il tutto è circondato da una architettura rococò a prospettiva centrale. L’emblema della famiglia è fiancheggiato da due amorini. Il nome dello sposo è onorato con un medaglione nel quale Josua ordina al sole di fermarsi (Gs 10:12-13). Due figure femminili reggono i due lati di uno striscione dorato nel quale figura la scritta «Andate e moltiplicatevi». (flu)

Online dal: 10.10.2019

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Zürich, Braginsky Collection, K103
Pergamena · 1 f. · 69.5 x 59 cm · Casale Monferrato · 12 Marcheschwan 5534 (29 ottobre 1773)
Ketubah (כתובה)

Questa ketubah per la coppia di sposi Joseph Baruch, figlio di R. Schabettai Moses Salman e Rachel, figlia di R. Jom Tov Sanguinetti, testimonia l’alto livello raggiunto dalle comunità piemontesi nel campo dell’arte ebraica. I disegni sono realizzati in verde e oro. Nella parte centrale si distende una massiccia architettura trionfale con doppie colonne che sovrasta il campo che contiene il testo del contratto. Due putti suonano le fanfare su supporti mobili, i dodici segni zodiacali e le raffigurazioni di uccelli nel campo superiore decorato sono ritagliati da incisioni ed incollati sulla ketubah, e infine riempiti con un po’ di colore. Nell’architrave dell’arco di trionfo è raffigurata la silhouette della Gerusalemme risorta, realizzata con calligrammi. (flu)

Online dal: 10.10.2019

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Zürich, Braginsky Collection, K105
Pergamena · 1 f. · 84.1 x 59.1 cm · Lugo · 14. Tischri 5602 (29 settembre 1841)
Ketubah (כתובה)

Questa ketubah venne realizzata in occasione del matrimonio a Lugo (Emilia-Romagna) di Giuseppe, figlio del defunto Samuele Treves, e Vittoria, figlia di Giuseppe Nachman Modena. A Lugo gli artisti svilupparono, soprattutto per la realizzazione dei bordi, una complicata tecnica detta forbicicchio. Infatti, gli archi architettonici con le colonne ritorte e le decorazioni floreali, sono interamente realizzati con elementi realizzati con questa tecnica. Il testo del contratto è incollato su una cornice più antica. Le scene colorate e gli ornamenti floreali non sono disegnati ma ritagliati da modelli non ebraici a stampa, incollati e colorati. Nonostante questo, la scelta delle scene si riferisce al matrimonio, come per es. la giovane coppia nella parte superiore, o le scene religiose dal Vecchio Testamento (Sansone e Dalila, il Sogno di Giacobbe, Giuseppe come interprete di sogni). (flu)

Online dal: 10.10.2019

Documenti: 2918, Mostrati: 2701 - 2800