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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 145
Carta · I + 143 + I ff. · 20 x 14.2 cm · Germania sudoccidentale · XV/XVI sec.
Marquart von Stadtkyll: Chirurgie, Von den Zeichen des Todes, Ricette medicinali dalla pratica chirurgica

La gran parte del codice contiene opere di Marquart von Stadtkyll – la Chirurgie (5r-50r) e Von den Zeichen des Todes (50v-58v) – o a lui attribuite (59r-109r ricette varie per cerotti, pomate, polveri, bagni ecc.). Nel resto del codice (1v-4v, 109r-139r) sono state trascritte, tra il XV e il XVI secolo da vari copisti, 150 ricette mediche varie. Il tipo di scrittura ed il dialetto utilizzato rimandano ad una origine nella Germania sudoccidentale. Nel XIX sec. il manoscritto era in possesso di una famiglia Hegwein di Herrnsheim (nella Bassa Franconia) i cui membri vi hanno apposto i loro nomi e varie date. Nel 1969 è stato acquistato da Martin Bodmer presso la William H. Schab Gallery di New York. (ber)

Online dal: 13.06.2019

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 146
Pergamena · 38 ff. · 27.6 x 17.8 cm · Italia del nord · sec. X
Manoscritto con opere retoriche appartenuto a Francesco Petrarca

Codice del sec. X di provenienza italiana contenente varie opere di retorica: l' Ars rhetorica di Fortunaziano, i Principia rhetorices di Agostino, i Praecepta artis rhetoricae di Giulio Severiano e le Partitiones oratoriae di Cicerone. Nel sec. XIV venne in possesso di Francesco Petrarca che vi appose numerose annotazioni marginali a più riprese ed in varie epoche della sua vita. Testimonia l'interesse dell'umanista per i retori minori che egli contribuì a riscoprire e divulgare. (ber)

Online dal: 09.04.2014

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 147
Pergamena · I + 388 + I ff. · 34.8 x 25.9 cm · Francia · fine del sec. XIII
Estoire Del Graal (interpolato)

Trascritto alla fine del XIII secolo, il CB 147 contiene il ciclo dei romanzi arturiani in prosa: Storia del Santo Graal, Storia di Merlino, Seguito della storia di Merlino, La ricerca del santo Graal e Morte d’Artù. Tuttavia, sono le sue interpolazioni che lo rendono eccezionale: delle traduzioni dei Vangeli e del libro della Genesi, come pure di altri testi biblici e dei sermoni di Maurice de Sully, sono posti nella bocca degli eroi arturiani! Una messa in prosa del Romanzo di Troia, di cui non si conoscono altre testimonianze, e i Fatti dei Romani sono pure inseriti nel corpus. La sua ricca iconografia è realizzata in uno stile originale. (fmb)

Online dal: 25.07.2006

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 148
Carta · III + 220 + III ff. · 34 x 23.5 cm · Francia · sec. XVI
Pierre Sala, Tristan

Scritto senza dubbio negli anni 1520-1528, il Tristano del lionese Pierre Sala si fece l’erede della tradizione medievale, dai cicli in prosa di Tristano e di Lancillotto ai romanzi italiani della Tavola Rotonda. Nondimeno, questo racconto dell’amicizia esemplare tra Tristano e Lancillotto, dove le avventure cavalleresche si intrecciano agli intrighi amorosi, è già aperto alla scrittura del Rinascimento. Esso è trasmesso solamente da due manoscritti e quello della Fondazione Martin Bodmer è l’esemplare di dedica offerto al re Francesco I. È illustrato da ventisei disegni a penna e all’acquarello. (fmb)

Online dal: 26.04.2007

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 149
Pergamena · III + 64 + II ff. · 31.3 x 20.5 cm · Francia · sec. XVI
Diego de San Pedro, Carcel de amor

Il manoscritto contiene la traduzione francese dell'opera di Diego de San Pedro (1437-1498) Carcel de amor, di François Dassy, che a sua volta si basa sulla traduzione italiana di Lelio Manfredi, ultimata nel 1513. Diego de San Pedro è un poeta e narratore spagnolo del prerinascimento, forse di origini ebraiche e convertitosi al cristianesimo. Il Carcel de amor, una delle sue due novelle conosciute, è un racconto sentimentale incentrato sul tema del superamento delle passioni amorose attraverso la ragione; venne stampato per la prima volta a Siviglia nel 1492 e tradotto in varie lingue. E' illustrato da 19 vignette per la maggior parte inquadrate da una cornice architettonica, e nelle quali i personaggi sono raffigurati in costumi dell'epoca. Il codice è forse stato eseguito per Carlo III di Borbone-Montpensier (Charles de Bourbon) – il cui stemma è dipinto a c. 1v - tra il 1521 ed il 1527. Prima di entrare a far parte della collezione di Martin Bodmer appartenne alla famiglia Demidow, al conte Alexis de Golowkin e a Sir Thomas Phillipps. (ber)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 150
Pergamena · III + 88 + III ff. · 23.4 x 16.5 cm · Germania sudoccidentale · fine XIII / inizio XIV sec.
Schwabenspiegel

Lo Schwabenspiegel (Specchio svevo) contiene una raccolta di leggi nazionali e feudali in uso nel tardo medieovo nella Germania meridionale ma diffuso anche in Boemia e nella Svizzera fino al confine linguistico franco-tedesco. Il manoscritto è stato redatto nella seconda metà del XIII sec. ed appartiene ai più antichi testimoni di questo testo, di cui si sono conservati ca. 350 manoscritti. (ber)

Online dal: 18.12.2014

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 151
Carta · 192 ff. · 21.1 x 14.5 cm · Baviera-Franconia · 1402
Seifrit, Alexander

Terminato nel novembre 1402 dal copista Johannes Man de Creussen (cf. f° 187), il CB 151 è uno dei più antichi manoscritti dell'Alexander di Seifrit. Una mano del XV secolo ha aggiunto sull'ultimo foglio, in latino, un rimedio contro la peste. (fmb)

Online dal: 25.03.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 152
Pergamena · I + 122 + I ff. · 30.3 x 21 cm · Italia del Nord · ultimo terzo del XIV sec.
Seneca, Tragedie

Seneca è il più letto e amato drammaturgo antico del Medioevo. I manoscritti delle sue Tragedie, quasi 400 copie conosciute fino ad oggi, risalgono per lo più al XIV e XV secolo, come la copia della Fondazione Bodmer. Questa presenta inoltre una serie di iniziali istoriate collocate all’inizio di ogni dramma di Seneca, la cui illustrazione riassume la trama drammatica, come per esempio il suicidio di Giocaste e l’accecamento di Edipo all’inizio del dramma omonimo (f. 46v). La loro realizzazione, piuttosto modesta, è probabilmente localizzata nel Nord Italia dove fu prodotta la maggior parte delle copie miniate di questo testo (una cinquantina circa). (rou)

Online dal: 10.10.2019

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 154
Pergamena · 124 ff. · 28.1 x 17.2 cm · Germania · sec. XI e sec. XV
Stazio, Tebaide

Precursore della riscoperta di Stazio da parte del Rinascimento del XII secolo, questo manoscritto della Tebaide del sec. XI è stato copiato senza dubbio in Germania. Contiene alcune glosse marginali tratte in parte dal commento di Lattanzio, e si distinguono soprattutto per i neumi apposti ai versi sui ff. 46v, 80r e 81r. Questa notazione marca il ritmo del testo mettendo in evidenza dei passaggi particolarmente patetici : il pianto di Ipsipile al cospetto del cadavere del bambino Archemoro, la preghiera di Tideo sulla soglia della morte, il dolore di Polinice sul corpo di Tideo. (mes)

Online dal: 21.12.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 155
Pergamena · 83 ff. · 26.3 x 19.2 cm · Sud-est della Germania · metà del sec. XIV
Der Stricker, brevi poemi - Rudolf von Ems, Parabole tratte da Barlaam e Josaphat (Nikolsburger Bispelhandschrift)

Manoscritto composto nella metà del XIV secolo nel sud-est della Germania, il CB 155 contiene 68 testi dello Stricker seguiti dalla parabola di Barlaam e Josaphat di Rudolf von Ems. (fmb)

Online dal: 20.12.2007

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 157
Carta · 62 ff. · 30.2 x 21.7 cm · Sudtirolo (?) (Bressanone, monastero di S. Elisabetta?)
Heinrich Seuse, Büchlein der ewigen Weisheit . Trattato allegorico: Die zwölf Lichter im Tempel der Seele

Questo manoscritto cartaceo datato contiene l’opera molto diffusa nel tardo medioevo del mistico tedesco domenicano Enrico Susone (1295-1366) Büchlein der ewigen Weisheit e il trattato allegorico Die zwölf Lichter im Tempel der Seele, forse originariamente parte di una predica. Le caratteristiche linguistiche del testo (dialetto bavarese) rimandano ad una provenienza dal Sudtirolo, mentre una tarda annotazione sulla carta di guardia (XVIII-XIX sec.) potrebbe costituire una segnatura di appartenenza alla biblioteca del monastero delle clarisse di S. Elisabetta a Bressanone. (ber)

Online dal: 14.06.2018

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 158
Pergamena · 16 ff. · 9.5-32 x 8.6-21 cm · Italia · XI sec.
Terenzio, Commedie: Andria e Eunuchus

Il teatro di Terenzio fu molto apprezzato lungo tutto il medioevo, come testimonia questo manoscritto, vergato in scrittura carolina e risalente al sec. XI, che conserva dei frammenti di due delle sue sei commedie, Andria e Eunuchus. Questi frammenti, di formato diverso, sono stati utilizzati tra il XV e il XVI sec. quali legature di registri, come dimostrano certi segni di usura e di piegature, così come le date segnate a fianco delle invocazioni alla Vergine, a Cristo o a s. Tommaso. (rou)

Online dal: 10.10.2019

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 160
Carta · II + 247 + II ff. · 27.6 x 19.2 cm · Francia · 1469
Storia di Tebe e Storia di Troia

La leggenda tebana e quella troiana hanno avuto un'influenza straordinaria durante il Medioevo. Scritto dalla mano di Jacotin de Lespluc nel 1469, il cartaceo CB 160 contiene adattamenti in prosa della Historia trojana di Guido delle Colonne e una versione delle gesta del figlio di Edipo che si rifà alla Storia antica fino a Cesare. I suoi disegni a inchiostro sfumato (lavis) richiamano quelli del manoscritto 9650-52 della Biblioteca reale del Belgio. (fmb)

Online dal: 25.03.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 161
Pergamena · 213 ff. · 35.6 x 25 cm · Francia, Parigi · 1280
Tommaso d’Aquino, Summa theologica

« È meglio rischiarare che solamente brillare ; nello stesso tempo è meglio trasmettere ad altri quanto si ha contemplato che solamente contemplare ». Opera magistrale di Tommaso d’Aquino, la Summa theologiae è l’opera emblematica della scolastica cristiana. Composta alla fine della vita del domenicano, è rimasta incompiuta, interrotta dalla morte dell’autore. Redatta sotto la forma di questioni (quaestiones) divise in articoli, presenta la teologia in maniera organica. Il CB 161 è stato prodotto in Francia, senza dubbio a Parigi, poco dopo la morte del filosofo ; il codice conserva una legatura antica. La sottoscrizione della fine del sec. XIII che si può leggere sul verso del piatto posteriore segnala che il manoscritto era stato lasciato in pegno da Jean de Paris in occasione della presa in prestito di un altro volume. (mes)

Online dal: 21.12.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 162
Pergamena · 252 ff. · 27.8 x 19.3 cm · Italia (Firenze?) · sec. XV (ca. 1460-1470?)
Tucidide, De bello Peloponensium

Nel suo De bello Peloponensium Tucidide fa un vero lavoro da storico ritracciando l’origine del conflitto della guerra del Peloponneso, e riferendo degli avvenimento anno per anno con una grande esattezza. Questo manoscritto su pergamena è illustrato magnificamente, segnatamente da due putti e, all’interno di un’iniziale, da un personaggio vestito di un’armatura blu che regge una spada. (jos)

Online dal: 02.06.2010

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 163
Pergamena · 64 ff. · 27 x 14 cm · Firenze · seconda metà del sec. XV
Tibullus, Elegiae

Elegante codice vergato in scrittura umanistica corsiva contenente le Elegiae del poeta elegiaco latino Tibullo, un testo poco diffuso nel medioevo e riscoperto dagli umanisti italiani alla fine del XIV secolo. Il manoscritto è stato copiato e miniato a Firenze forse per Braccio, membro della famiglia Martelli, di cui si vedono le armi dipinte nel frontespizio. Passò poi nelle mani della famiglia fiorentina dei Medici, che vi fece apporre lo stemma sulla carta di guardia anteriore. Nel 1968 Martin Bodmer lo acquistò dalla collezione di Thomas Phillipps. (ber)

Online dal: 25.06.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 164
Pergamena · 655 ff. · 31 x 25.5 cm · inizio del sec. XIV
Tristano in prosa

Almeno tre scribi si sono suddivisi il lavoro di copia di questo imponente manoscritto di più di 650 fogli all’inizio del sec. XIV. Nonostante questo il testo del Roman de Tristan en prose, riscrittura del mito di Tristano alla luce del Lancelot en prose, è incompleto all’inizio e alla fine. Quest’opera, inizialmente composta all’inizio del sec. XIII, è stata costantemente riscritta nel corso di tutto il medioevo; si conserva in più di 80 manoscritti, testimoni di almento quattro differenti versioni. (mes)

Online dal: 21.12.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 165
Pergamena · 54 ff. · 25.8 x 16.4 cm · Francia · sec. XII
Vergilius, Aeneis (I-VI)

Il manoscritto, di origine francese e databile al XII secolo, contiene i libri I-VI dell’Eneide di Virgilio con gli Argumenta attribuiti allo Pseudo Ovidio. Tra gli illustri precedenti possessori di questo codice figurano Charles de Montesquieu (1689-1755), che ha lasciato il suo ex-libris a c. 1r, e sir Thomas Phillipps (1792-1872). Martin Bodmer ha acquistato questo manoscritto nel 1966, nel corso di una delle vendite della collezione Philipps. (ber)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 168
Pergamena · I + 222 + I ff. · 25 x 16.3 cm · fine del sec. XIII - inizio del XIV
Waldef, Gui de Warewic, Otinel

Il manoscritto conservato alla Fondazione Bodmer contiene l’unico testimone del lungo romanzo sull’alto lignaggio anglo-normanno Waldef. Composto all’inizio del sec. XIII, questo testo celebra in ben 22'300 ottosillabi a rime piatte la vita del suo eroe eponimo e di suo figlio; dopo un lungo preambolo che risale all’occupazione romana dell’Inghilterra, il romanzo descrive amori e separazioni, pellegrinazioni e battaglie in immagini convenzionali. In questo manoscritto, realizzato alla fine del sec. XIII o all’inizio del sec. XIV, decorato con alcuni disegni a penna nei margini, a questo testo fa seguito un secondo romanzo sull’alto lignaggio, Gui de Warewic, e la canzone di gesta Otinel. (mes)

Online dal: 21.12.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 170
Carta · I + 367 + I ff. · 41.1 x 28.5 cm · Austria · secondo terzo XV sec.
Ciclo di Willehalm: Ulrich von dem Türlin: Arabel · Wolfram von Eschenbach: Willehalm · Ulrich von Türheim: Rennewart

Il racconto in versi Willehalm di Wolfram von Eschenbach – uno dei più importanti scrittori del medioevo tedesco – è un romanzo storico-leggendario su modello delle canzoni di gesta francesi. Narra le vicende dell’amore tra Willehalm, conte di Tolosa, e Arabel, figlia di un re musulmano, e rispecchia la storia del conflitto tra le due culture medievali. Dagli anni ’60 del XIII secolo lo si trova unito in un unico ciclo con l’Arabel di Ulrich von dem Türlin, che ne racconta l’antefatto, e il Rennewart, che ne rappresenta la continuazione. Si conserva in poco più di una decina di codici completi e in numerosi frammenti. (ber)

Online dal: 18.06.2020

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 172
Pergamena · 194 ff. · 20 x 13 cm · Napoli · intorno al 1490
Anthologia latina

Manoscritto umanistico italiano tardorinascimentale, contenente estratti da opere di vari autori latini e greci tra i quali Plinio, Cicerone, Silio Italico, Plauto, Livio, Orazio, Cicerone, Sallustio, Plutarco, Seneca e altri. La Pellegrin riprende da Tammaro de Marinis l'attribuzione della scrittura al lavoro di copia di Gian Marco Cinico, attivo per i re di Napoli tra il 1458 ed il 1494. Le varie parti sono introdotte da iniziali in oro con bianchi girari, in parte solo disegnati (cc. 1v, 4v, 20r, 22r, 50r, 186v). Alcuni girari sono risparmiati, su fondo blu, rosso, verde o nero, altri colorati in rosa, verde o blu su fondo nero o dorato. I girari sono abitati da putti e animali quali conigli, cervi, farfalle, uccelli. In vari riquadri i putti sono raffigurati mentre sono impegnati nella caccia o in varie attività ludiche (per es. cc. 55r, 79r, 139r, 169r). (ber)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 173
Pergamena · 99 ff. · 12 x 10.7 cm · Francia · seconda metà del sec. IX
Augustinus Hipponensis, Retractationes; De haeresibus ad Quoduultdeum (Epistulae)

Questo commovente piccolo manoscritto di origine francese (nord-est), eseguito nel sec. IX nella regione di Parigi-Reims, si fa notare per la sua fine scrittura ed i suoi titoli rubricati in capitale rustica. In differenti passaggi si distinguono varie modifiche fatte in una accurata scrittura del sec. XII, specialmente sui fogli 32-32v, così come delle aggiunte di poche parole (correzioni) ai fogli 52v-53. (bib)

Online dal: 22.03.2012

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 174
Pergamena · II + 338 + II ff. · 41.2 x 29 cm · Francia · sec. XV
Giovanni Boccaccio, Des cas des nobles hommes et femmes (De casibus virorum illustrium), traduzione francese di Laurent de Premierfait

Scritto da Boccaccio tra il 1353 ed il 1356, poi completato nel 1373, quest’opera morale che tratta della volubilità della Fortuna, abbondantemente copiato, stampato e poi tradotto in numerose lingue, ha conosciuto un enorme interesse in Europa. La traduzione francese di Laurent de Premierfait per Jean de Berry ha incontrato il medesimo successo dell’originale, come testimoniano i 68 manoscritti conservati contenenti questo testo. Contrariamente alla versione latina, i manoscritti in francese presentano un ricco programma iconografico, senza dubbio stabilito da Laurent de Premierfait stesso. E’ il caso anche del CB 174, eseguito in Francia nel sec. XV, nel quale ogni libro si apre con una serie di piccole raffigurazioni (in totale 150) che illustrano i "casi" esposti nel testo che segue. (bib)

Online dal: 22.03.2012

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 176
Pergamena · I + 186 ff. · 29 x 27.5 cmf · Parigi · 1471
Guillelmus Fichetus, Rhetorica

La Rhetorica, opera in latino usata per l’insegnamento da Guillaume Fichet per più di dieci anni, è la testimonianza di quell’arte del « parlar bene » i cui trattati sarebbero ben presto scomparsi. Questo manoscritto riccamente miniato è stato scritto alla Sorbona a Parigi nel 1471 (nello stesso anno in cui apparse l’edizione a stampa del testo); all’inizio vi è una grande miniatura che rappresenta l’autore che offre il suo libro alla principessa Jolanda di Savoia. (bib)

Online dal: 22.03.2012

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 177
Pergamena · 109 ff. · 23.7 x 16.4 cm · Italia del Nord · inizio del sec. XII
Garioponto di Salerno, Passionarius

Il manuale di medicina di Garioponto, che fu attivo alla metà del sec. XI a Salerno, radunò in sette libri, ordinandoli sistematicamente dalla testa ai piedi, degli scritti già da tempo noti nell’area latina (il Ad Glauconem de medendi methodo I-II di Galeno con un Liber tercius di uno pseudo-Galeno, l’Aurelius e l’Esculapius che derivano dai testi di Sorano di Efeso, ed un estratto dalla Therapeutica di Alessandro di Tralles). L’opera esercitò un grande influsso sulla Scuola di Salerno. E’ tramandata in più di 65 manoscritti e venne stampata già nel XVI sec. Il manoscritto Bodmer dell’inizio del sec. XII, presenta numerose glosse. (gla)

Online dal: 22.03.2012

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 181
Pergamena · III + 310 + II ff. · 37.5 x 27.5 cm · Francia · fine del sec. XV
Flavius Iosephus, Antiquitates iudaicae

Le 13 grandi miniature di questo manoscritto di origine francese, copiato nel sec. XV, riproducono le miniature eseguite da uno dei più importanti miniatori della fine del medioevo: Jean Fouquet (BnF, ms. Fr. 247). Abbondantemente ritoccate con oro, esse occupano i due terzi della pagina; numerose iniziali arricchite di fiori su fondo oro completano il programma iconografico. L’opera manca del primo foglio, che era certamente ornato con una miniatura (Adamo ed Eva?). All’inizio del prologo una piccola miniatura rappresenta l’autore interno a scrivere il libro. Le Antiquitates iudaicae ripercorrono la storia della nazione ebraica dalla genesi fino all’anno 66 della nostra era. (bib)

Online dal: 22.03.2012

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 182
Pergamena · 81 ff. · 29 x 21.5 cm · Germania (Tegernsee?) · sec. XI/XII
Adnotationes super Lucanum

Contiene il testo delle Adnotationes super Lucanum preceduto dalla Vita Lucani attribuita a Vacca, antico commentatore che alcuni collocano nel VI secolo. Forse proveniente dalla biblioteca dell’abbazia benedettina di Tegernsee in Baviera, il codice appartenne in seguito alla biblioteca dei principi Oettingen-Wallerstein e costituisce uno dei cinque testimoni - il codice Wallersteinensis I.2 - su cui si fonda l’edizione del testo, ancora oggi considerata di riferimento, pubblicata nel 1909 da Iohannes Endt. (ber)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 183
Pergamena · 7 ff. · 48.5-75.5 x 15.5-18.2 cm · Inghilterra o Francia (?) · metà del sec. XIII
Pierre de Poitiers, Compendium historiae in genealogia Christi

La compilazione storico-biblica di Pierre de Poitiers (1130-1205 ca.), Compendium historiae in genealogia Christi, era molto diffusa nel corso degli ultimi secoli del medioevo. Come molti altri esemplari di questo testo, questa copia è stata trascritta su di un rotolo di pergamena. Tuttavia questo è stato tagliato in 7 fogli a una data sconosciuta. Dei medaglioni figurati e degli schemi, per la maggior parte genealogici, percorrono tutto il manoscritto, creando una linea continua che disegna la storia del mondo dal peccato originale (f. 1) alla Natività (f. 5). (rou)

Online dal: 08.10.2020

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 184
Pergamena · (1) + 54 + (2) ff. · 19.5 x 11.5 cm · Firenze · sec. XV, ca. 1482-1485
Massimo Planudo, Vita Aesopi

Esemplare di lusso della Vita di Esopo, a metà storica, a metà leggendaria, composta da Massimo Planudo intorno al 1300. Questi fogli costituivano un tempo la prima parte di un manoscritto contenente le Favole di Esopo oggi conservato per la maggior parte a New York. Scritto a Firenze tra il 1482 ed il 1485 per Piero, giovane figlio di Lorenzo il Magnifico che all’epoca aveva dieci-dodici anni, da Démétrios Damilas, il copista più importante della corte dei Medici. Nello splendido frontespizio si sono riconosciuti i ritratti di Planudo e di Piero. (and)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 186
Pergamena · I + 117 ff. · 20.5 x 13 cm · Italia · sec. XV
Festus Pompeius, De verborum significatu

Il De verborum significatu, del grammatico latino Pompeo Festo, è un dizionario di lingua latina e di mitologia molto prezioso per comprendere il mondo romano. Conservato nella rilegatura contemporanea in assi di legno, questo manoscritto di origine italiana è stato copiato su pergamena nel sec. XV e contiene delle belle iniziali in oro su fondo blu e rosso. Nei margini sono state aggiunte delle citazioni per illustrare alcune parole del testo. Gli ultimi fogli sono occupati da estratti di autori greci e latini. (jos)

Online dal: 02.06.2010

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 187
Pergamena · 597 ff. · 18.3 x 15 cm · Francia · metà o seconda metà del sec. XIII
La bibbia Rothschild

Esemplare della cosiddetta Bibbia parigina, nella quale l’intero testo è copiato in un volume unico di dimensioni modeste, su due colonne, in caratteri ridotti. Questo codice venne prodotto nel centro o nell’est della Francia, intorno alla metà o alla seconda metà del XIII secolo. Lo rendono speciale, e di un certo lusso, la presenza di 82 iniziali istoriate e di 66 iniziali ornate. Particolare il fatto che il testo biblico riveli tracce di un’accurata correttura e che i salmi siano divisi in sezioni più piccole, secondo uno schema che esclude la committenza monastica ma rimanda piuttosto a quella di un laico o di un ecclesiastico secolare. Da una iscrizione erasa si rileva che nel 1338 apparteneva al monastero dei celestini di Notre-Dame di Ternes (Limoges), forse offertagli dal suo fondatore, Roger le Fort, figlio del signore di Ternes e in seguito arcivescovo di Bourges nel 1343. Prima di giungere nella collezione Bodmer fece parte della collezione del barone Edmond de Rothschild (1845-1934) da cui il nome di «Bibbia Rothschild». (ber)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 188
Pergamena · 33 ff. · 21 x 13.6 cm · Germania occidentale (Renania) · intorno al 1230
Guglielmo di Conches, Dramagticon; Computus per il calcolo del caldendario

Si conoscono circa 70 manoscritti del Dragmaticon di Guglielmo di Conches, uno dei maestri della celebre Scuola di Chartres nel XII secolo. Il CB 188, realizzato senza dubbio in un ambiente scolastico nella regione di Colonia verso il 1230, è una delle più antiche trascrizioni che ci siano giunte. Il suo formato maneggevole, i suoi schemi e le sue tavole, così come la sua scrittura (gotica corsiva) lo destinavano verosimilmente ad un uso universitario. Il primo quaderno del volume è occupato da un computus, che serve per il calcolo del calendario, in particolare per stabilire le date delle feste mobili. (fmb)

Online dal: 20.05.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 189
Pergamena · II + 148 + III ff. · 22.3 x 14 cm · Francia · intorno al 1310
Les Vœux du paon [di Jacques de Longuyon]

Composto intorno al 1310 dal lorenese Jacques de Longuyon su richiesta del vescovo di Liège Thibaut de Bar, il poema Les Vœux du paon prolunga la tradizione del Romanzo di Alessandro. Le monorime alessandrine sono illustrate da tredici miniature e diverse iniziali filigranate. (fmb)

Online dal: 25.03.2009

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 501
Carta · 21 ff. · 33.5 x 21.6 cm · Bucara · 1559
"Sentenze di Ali"

Questo manoscritto scritto in lingua persiana contiene una scelta dalle “Cento sentenze di Ali”, una raccolta di sentenze e proverbi che tradizionalmente sono attribuiti ad Ali ibn Abi Talib, il quarto dei califfi ben guidati e anche cugino e genero del profeta Maometto. Presso gli sciiti (da šīʿat ʿAlī, il "Partito di Ali") Ali assume un ruolo religioso importante quale primo imam. Il manoscritto fu redatto nel 1559 dal calligrafo Jalal ibn Muhammad a Bucara. Per il testo egli utilizzò la scrittura Nastaliq, uno stile calligrafico molto diffuso per l’alfabeto persiano-arabo, mentre per i titoli utilizzò la scrittura calligrafica comune araba Nasḫī. Le sei miniature a piena pagina, cui viene dato rilievo con l'uso dell’oro, vennero aggiunte nel secondo/terzo quarto del XVII secolo. Da osservare nell'immagine a p. 9, al centro del margine inferiore, la rara raffigurazione di una figura che volge la schiena all’osservatore e del quale si vede solo la schiena. Sulla stessa pagina, a sinistra, dietro a vari musicisti, vennero raffigurati anche due europei, riconoscibili dall’abbigliamento. (wid)

Online dal: 25.06.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 550
Carta · 56 ff. · 24.1 x 15.2 cm · [India] · 1623/24
La „Storia di Seyf ol-Molûk und Badî`ol-Jamâl"

Questo manoscritto, redatto in persiano, contiene la storia del principe Seyf ol-Molûk e della principessa Badî`ol-Jamâl. Il codice venne scritto probabilmente in India e illustrato con 32 minature. E’ datato alla fine del testo (f. 56v) dal copista all’anno 1033 (era islamica). Il racconto si trova anche nelle Mille e una notte (notte 758 fino a 778, seconda edizione di Calcutta 1839-1842). (wid)

Online dal: 07.10.2013

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 600a
Carta · 74 pp. · 31.6 x 20.4 cm · Giappone · 1596-1615
La Vita del Buddha, primo libro (Shaka no Honji, jō)

Il libro appartiene alla categoria del nara ehon, un tipo di narrazioni illustrate policrome pubblicate a partire dal periodo Muromachi attraverso tutto la prima metà del periodo Edo. Il termine nara ehon è stato comunemente applicato a tutti i libri illustrati di questo periodo fino all'era Meiji, ma la sua origine non è chiara. Il formato dei nara ehon differisce a seconda del periodo. I più antichi esemplari a partire dal periodo Momoyama fino agli inizi del periodo Edo sono alti, misurano circa 30 cm di altezza, ed hanno un formato simile all'europeo in-quarto. Gli esempi prodotti a partire dall'era Kanei entro la prima metà del periodo Edo avevano delle proporzioni più vicine all'orizzontale. In generale si basavano sul genere dell'otogizōshi, brevi storie che appaiono a partire dal periodo Kamakura, e dei quali la maggior parte si concentrano nel periodo Muromachi. Nel corso della seconda metà del secolo XVII il tema si sposta verso storie riguardanti l'aristocrazia o la ricca classe mercantile, prima che la popolarità del nara ehon inizi a declinare. Questo esempio può essere datato all'era Keichō (1596-1615). (stn)

Online dal: 23.06.2016

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 600b
Carta · 78 pp. · 31.5 x 20.5 cm · Giappone · 1596-1615
La Vita del Buddha, secondo libro (Shaka no Honji, ge)

Il libro appartiene alla categoria del nara ehon, un tipo di narrazioni illustrate policrome pubblicate a partire dal periodo Muromachi attraverso tutto la prima metà del periodo Edo. Il termine nara ehon è stato comunemente applicato a tutti i libri illustrati di questo periodo fino all'era Meiji, ma la sua origine non è chiara. Il formato dei nara ehon differisce a seconda del periodo. I più antichi esemplari a partire dal periodo Momoyama fino agli inizi del periodo Edo sono alti, misurano circa 30 cm di altezza, ed hanno un formato simile all'europeo in-quarto. Gli esempi prodotti a partire dall'era Kanei entro la prima metà del periodo Edo avevano delle proporzioni più vicine all'orizzontale. In generale si basavano sul genere dell'otogizōshi, brevi storie che appaiono a partire dal periodo Kamakura, e dei quali la maggior parte si concentrano nel periodo Muromachi. Nel corso della seconda metà del secolo XVII il tema si sposta verso storie riguardanti l'aristocrazia o la ricca classe mercantile, prima che la popolarità del nara ehon inizi a declinare. Questo esempio può essere datato all'era Keichō (1596-1615). (stn)

Online dal: 23.06.2016

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 601a
Carta · 57 ff. · 24.1 x 18 cm · XVII sec.
I Racconti di Ise, primo libro (Ise Monogatari, jō)

I Racconti di Ise è uno dei più antichi e più conosciuti esempi di uta monogatari, un sottogenere del monogatari, che si focalizza sulla poesia waka, accompagnata da narrazioni esplicative. L'autore e l'esatta data di composizione rimangono sconosciuti, ma oggi vengono datati al primo periodo Heian. Sono anche conosciuti con il titolo di "Zaigo chūjō nikki", o Diari del Principe Ariwara no Narihira. Il personaggio principale dei Racconti di Ise è ritenuto essere il principe e poeta vissuto storicamente Ariwara no Narihira (IX secolo), il cui waka (poesia giapponese) appare nel racconto. Tuttavia data l'esistenza di narrazioni che chiaramente datano ad un periodo più tardo, Narihira stesso non può essere considerate l'autore. Il racconto si occupa in generale dell'affetto umano di vari tipi, dagli affari amorosi all'amore dei genitori. Mentre molti capitoli hanno una connotazione fortemente aristocratica, non si limita al mondo della nobiltà ma include anche i destini dei comuni, così come il capitolo 23 Tsutsuizutsu. I personaggi spesso rimangono anonimi a si riferiscono solo a 'la ragazza' o 'l'uomo'. In questo modo, il racconto è interpretabile come uno sforzo in generale di indirizzare il tema verso le relazioni umane e gli affetti. Questo esemplare, rilegato in seta, è adorno di illustrazioni eseguite in inchiostro, policromia e oro. (stn)

Online dal: 23.06.2016

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 601b
Carta · 48 ff. · 24 x 18 cm · XVII secolo
I Racconti di Ise, secondo libro (Ise Monogatari, ge)

I Racconti di Ise è uno dei più antichi e più conosciuti esempi di uta monogatari, un sottogenere del monogatari, che si focalizza sulla poesia waka, accompagnata da narrazioni esplicative. L'autore e l'esatta data di composizione rimangono sconosciuti, ma oggi vengono datati al primo periodo Heian. Sono anche conosciuti con il titolo di "Zaigo chūjō nikki", o Diari del Principe Ariwara no Narihira. Il personaggio principale dei Racconti di Ise è ritenuto essere il principe e poeta vissuto storicamente Ariwara no Narihira (IX secolo), il cui waka (poesia giapponese) appare nel racconto. Tuttavia data l'esistenza di narrazioni che chiaramente datano ad un periodo più tardo, Narihira stesso non può essere considerate l'autore. Il racconto si occupa in generale dell'affetto umano di vari tipi, dagli affari amorosi all'amore dei genitori. Mentre molti capitoli hanno una connotazione fortemente aristocratica, non si limita al mondo della nobiltà ma include anche i destini dei comuni, così come il capitolo 23 Tsutsuizutsu. I personaggi spesso rimangono anonimi a si riferiscono solo a 'la ragazza' o 'l'uomo'. In questo modo, il racconto è interpretabile come uno sforzo in generale di indirizzare il tema verso le relazioni umane e gli affetti. Questo esemplare, rilegato in seta, è adorno di illustrazioni eseguite in inchiostro, policromia e oro. (stn)

Online dal: 23.06.2016

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 603
Carta · 1 f. · 23.6 x 883 cm · molto probabilmente sec. XII
Daihannya-haramitta-kyō, kan gohyaku-yonjū (Sutra della Grande Saggezza, capitolo 540)

Il rotolo del Daihannya-haramitta-kyō, il sutra della Grande Saggezza, capitolo 540, consiste in un semplice foglio di carta senza montaggio. La versione completa del sutra comprende seicento capitoli. Venne introdotto in Cina dall'India dal monaco, studioso e traduttore Xuanzang, che tradusse il sutra in cinese nel VII secolo prima che venisse importato in Giappone. Il sutra è scritto in inchiostro nero su una carta di ottima qualità, molto probabilmente kōzo-shi, che è prodotta usando le fibre della Broussonetia papyrifera, o pianta del gelso, specialmente apprezzata ed usato per documenti importanti nel corso del primo periodo della storia giapponese, quale il periodo Nara e Heian. Sopra le prime quattro line del testo è collocato un sigillo rosso circolare, nel quale si dichiara: “Yakushi-ji-in” (sigillo del tempio Yakushi-ji). Il sutra venne scritto in Giappone nell'ambito dei riti religiosi atti a riprodurre la sacra scrittura per giovare al karma. (stn)

Online dal: 23.06.2016

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 701
Carta · XI + 200 + IX ff. · 34.8 x 28 cm · Panjab (nord-ovest dell'India) · XVIII sec.
Bhāgavatapurāṇa, libro 10

Il manoscritto contiene un adattamento, in lingua punjabi/braj bhasha del libro 10 del Bhāgavata Purāṇa, copiato in alfabeto gurmukhi. Si tratta di una collezione di storie della vita del dio Krishna in versi (caupaī, kabitā, soraṭhā e altre). Contrariamente alla versione in sanscrito, questo testo non ha una chiara struttura in capitoli e presenta una numerazione continua (880 versi). È riccamente illustrato con delle scene della vita di Krishna (più di 200 miniature). Si tratta di una variante libera in versi dell'antico testo sanscrito scritto in ślokas, che era estremamente popolare in India. (ser)

Online dal: 22.03.2018

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 703
Carta · IV + 58 + V ff. · 11.7 x 16.2 cm · Rajasthan · XIX sec.
Raccolta di poemi

Il manoscritto, copiato in alfabeto devanagari moderno, contiene una serie di estratti di poemi su Rādhā e Krishna e su nāyikās e su nāyakas (eroi maschili e femminili), che mostrano diversi stadi e tappe dell'amore erotico. Due testi menzionano nei rispettivi colofoni i nomi degli autori o compilatori Rājānāgarī Dāsa (c. 55v) et il venerabile Kuvara Phakīra Siṃha - Kubar Fakīr Singh in lingua hindi (c. 58v). Il manoscritto è illustrato: cinque miniature rappresentano Rādhā e Krishna (cc. 1v, 10r, 26v, 33r e 37v), e due altri raffigurano dei giovani innamorati (cc. 52r, 52v). I poemi seguono diverse forme, in copaī/caupaī, dohā, aralli, e soraṭha. Ciascuno di essi ha un numero fisso di linee, di sillabe per riga e altre specificità metriche. Questo stile era molto popolare nel nord ovest dell'India a partire dal XVIII sec. Prima di entrare a far parte della collezione Bodmer ad una data imprecisata, il manoscritto appartenne a Oliver Henry Perkins (guardia anteriore). (ser)

Online dal: 22.03.2018

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 704
Carta · IV + 165 + IX ff. · 7.5 x 12.5 cm · prima metà del XVIII sec.
Bhagavadgītā e altri testi

Il manoscritto comprende una collezione di quattro diversi testi. Il testo principale è il Bhagavadgītā («Canto del Signore»), una parte dell'epopea del Mahābhārata, libro 6, che comprende 18 capitoli, qui trascritti in alfabeto devanagari influenzato dalla lingua kashmiri (1v-165r). Si tratta di uno dei testi maggiormente copiati della tradizione hindu, e che sopravvive in un grande numero di manoscritti. All'inizio dei 18 capitoli si alternano dei ritratti dipinti di Krishna e Arjuna. Il Bhagavadgītā è preceduto dal Prayāgatīrthasnānasaṃkalpa, apadoddhāraṇastotra (V2r-V4v), «una promessa di bagnarsi a Prayāga (Allahabad)», e seguito dal Pañcavaktrahanumatkavaca (N1v-N7v), un mantra di protezione di Hanuman, e infine dallo Stavarāja (N8r-N8v), un «elogio del re», che serve da colofone a questa raccolta di testi. I tre testi sussidiari sono scritti in un alfabeto devanagari comune. Una annotazione parzialmente leggibile, datata al 29 agosto 1781, identifica il manoscritto come un «libro di preghiere di un brahmano» donato ad un proprietario non identificato «al momento della sua partenza dall'India» (V1r). (ser)

Online dal: 22.03.2018

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 706
Carta · 121 ff. · 11 x 27.5 cm · probabilmente Gujarat · XV sec. (?)
Kalpasūtra, o Libro dei rituali

Questo manoscritto non rilegato contiene uno dei testi più copiati della tradizione del ramo svetambara del giainismo, il Kalpasūtra, che era molto popolare in tutta l'India a partire dal XIV sec. Si tratta di una raccolta di storie della vita dei grandi Tirthamkara. Questo codice, copiato in alfabeto devanagari, inizia con la vita di Mahavira Jina e prosegue con le biografie di Parshvanatha e di Neminatha. Il testo è incompleto, i fogli mancanti (32, 85, 97, 103 et 125) che erano dipinti, devono essere stati venduti separatamente. Tuttavia i soggetti che contenevano possono essere ricostruiti grazie al confronto con dei manoscritti simili. Le pitture che si conservano ancora in questo esemplare (1v, 7r, 9v, 16v, 17v, 21r, 45v, 47v, 51r, 58r, 62v, 70r, 71v, 72v, 77v, 78r, 81v, 92r) rappresentano gli avvenimenti più importanti delle vite delle figure del Kalpasūtra. A partire dallo stile di queste miniature il manoscritto deve essere datato alla fine del XV secolo. (ser)

Online dal: 22.03.2018

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 708
Carta · 82 ff. · 21 x 31 cm · India del nord, intorno a Kedarnath · tra 1700 e 1800, probabilmente verso il 1800
Kedārakalpa

Si tratta di un manoscritto del sec. XVIII contenente il testo chiamato Kedārakalpa, e nel quale si dice che dovrebbe costituire una parte del Nandīpurāṇa. Il manoscritto descrive e rappresenta nelle sue 61 raffinate miniature un pellegrinaggio religioso effettuato da un gruppo di yogi nell'Himalaya, nella regione di Kedarnath. Si tratta di un testo dello shivasimo, il cui dio principale è Shiva, e il cui scopo principale è quello di incitare le persone a compiere questo pellegrinaggio sacro agli shivaiti. (ser)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 709
Carta · III + 476 + II ff. · 9.3 x 14.5 cm · Kashmir e Vrindavan · 1776 o 1777
Collezione di testi in relazione al culto di Visnù

Manoscritto composito scritto in alfabeto devanagari che denota l'influenza dello stile Kashmir; riunisce una serie di testi rituali che si occupano del culto di Viṣṇu. 1. (cc. 1_1r-1_6r) testi preparatori e rituali (senza un solo nome o titolo), a partire da un probabile insieme di pratiche rituali influenzate da Pāñcarātra, vale a dire nyāsas e dhyānas, cioè l'assegnazione di divinità e sillabe a varie parti del corpo e la visualizzazione della divinità principale. 2. (cc. 1_6r-1_149v) Bhagavadgīta: il testo principale di questa raccolta miscellane. La Bhagavadgītā («Canto del Signore» - Visnù/ Krishna), che fa parte del Mahābhārata, libro 6 a 18, è uno dei testi più copiati della tradizione indù, e questa parte dell'epica Mahābhārata sopravvive in un gran numero di manoscritti. 3. (cc. 2_1r-2_107v) copie di altre parti del Mahābhārata, Śāntiparvaṇ, tutte riferite a Visnù. 4. (cc. 3_1r-6_31v) 2 parti di Pāñcarātrika Sanatkumārasaṃhitā, che trattano degli elogi a Visnù, più dei mantra che includono (cc. 4_1r-4_21r) Pāṇḍavagītāstotra, (cc. 5_1r-5_20v) Gopālapaṭala, (cc. 6_1r-6_23r) Gopālalaghupaddhati e altri testi. 5. (cc. 7_1r-7_37v) Parti dei tantra, a. Saṃmohanatantra, che trattano l'elogio di Visnù, cioè Gopālasahasranāmastrotra; b. Gautamītantra, la parte chiamata Gopālastavarāja. 6. (cc. 8_1r-10_8r) due testi diversi: 1. Niṃbarkakavaca, che è una produzione del lignaggio di culto Nimbarka di Vaiṣṇavas. 2. Parte dei testi rituali di Sāmaveda, che trattano dei 5 saṃskāras, più vari mantra vedici, come Gāyatrī, nelle sue forme vaiṣṇava. 7. (cc. 11_1r-11_11v) parte del Bhaviṣyotarapurāṇa dedicata al culto delle pietre del fiume Gaṇḍakī (il nome comune è shaligram) correlate a Visnù. Il manoscritto contiene tre titoli miniati e 12 miniature, la maggior parte dei quali raffigurano Krishna. Secondo il colophon (cc. 11_11v-11_12r), il testo fu scritto nel Kashmir, in un monastero chiamato Ahalyamath, nel 1833 Saṃvat, cioè nel 1776 o 1777 d.C., da una persona chiamata Gaṇeśa[bhaṭṭa?]. Nandarāma. La seconda parte del colophon (parzialmente mancante), tuttavia, collega la storia del manoscritto a Vrindavan. (ser)

Online dal: 14.06.2018

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 728-3
Carta · 1 f. · 6.5 x 17.6 cm · nord-ovest dell'India · XIX secolo
Śrīyogarāja, Guhyaṣoḍhā

Questo testo, intitolato Guhyaṣoḍhā , scritto da Śrīyogarāja (questo titolo onorifico significa «Glorioso re dello yoga»), si basa in parte su di un testo tantrico molto antico chiamato Rudrayāmal. Guhya[kālī]ṣoḍhā / Guhyaṣoḍha significa un tipo di testo contenente una sequenza di mantras che un tāntrika deve recitare per 'purificarsi' e il mantra che precede la recitazione del «mantra di base» (root-mantra) della divinità. Questo testo si colloca nel punto di incontro tra induismo e buddismo. (ser)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 902
Carta · 20 ff. · 26.5 x 23 cm · Messico · fine del sec. XVII, prima del 1715
Codice di Santa María Tepexoyucan

Questo codice messicano, scritto in nahuatl, fa parte di un gruppo di codici designati con il nome di Codici Techialoyan. Proviene da Santa María de la Asunción Tepexoyuca, vicino al villaggio di San Martín Ocoyoacac, situato nella Valle de Toluca, Stato del Messico. Si tratta di un altepeamatl, "libro del villaggio", o tlalamatl, "libro di terre", che tramanda i confini del territorio tra il villaggio di Tepexoyuca ed i suoi vicini, e stabilisce la lista dei toponimi delle linee di confine. I firmatari del Codex sono otto personaggi chiave del villaggio a quell'epoca: tra questi don Esteban Axayacatl, "capitano", don Miguel Achcuey, "fiscale", e don Simón de Santa María, "mayordomo". (bel)

Online dal: 07.10.2013

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 905
Carta · 35 ff. · 15.5 x 10.5 cm · Messico · fine del sec. XVI
Codice testeriano Bodmer

Con Testeriano vengono denominati i manoscritti contenenti il Catechismo la cui scrittura in immagini viene attribuita al frate e missionario francescano Jacobo de Testera (XVI sec.). Già nel XII secolo in America centrale si era sviluppata una scrittura costituita da una mescolanza di ideogrammi, pittogrammi e simboli fonetici, i cui testimoni originali manoscritti vennero distrutti con la conquista spagnola nel XVI secolo. Per poter comunicare con la popolazione indigena i missionari cristiani ripresero in seguito il sistema, ma inventarono essi stessi la maggior parte dei simboli, dato che il loro scopo era quello di trasmettere i nuovi contenuti cristiani. In questo modo dunque tre teste coronate rappresentano la Trinità e quindi Dio, oppure due teste coronate con chiavi e spada gli apostoli Pietro e Paolo. Il manoscritto va letto da sinistra a destra sulle due pagine, mentre le varie parti sono suddivise tramite delle vignette decorative verticali. Il manoscritto contiene molte brevi preghiere (tra queste ff. 1v-2r Persignum, 2v-4r Ave Maria, 4v-8r Credo) e una lunga orazione (ff. 27v-35r) che rappresenta una ripetizione del dogma cristiano. (wid)

Online dal: 25.06.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, B-24.1
Carta · 2 pp. · 23 x 19 cm · s.d. [Parigi, intorno a gennaio 1797]
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, Pour Mr La Rochelle jouant Brid’oison. En cas de bruit à la fin, autografo firmato

Rappresentata per la prima volta il 27 aprile del 1784, la commedia La Folle Journée, ou Le Mariage de Figaro, viva satira della società dell'Ancien Régime e dei privilegi nobiliari, prefigurava lo scoppio della Rivoluzione francese, di cui senza dubbio partecipò all'avvenimento. Rappresentata su molte scene parigine dopo la caduta della monarchia nel 1792, essa vide tuttavia i suoi canti conclusivi modificati da Beaumarchais. Il finale completo del giudice balbuziente Don Gusman Brid’oison, che finiva nel 1784 con Tout fini-it par des chansons, si adattava alle difficoltà dell'epoca: Pour tromper sa maladie, / Il [il popolo] chantoit tout l’opera : / Dame ! il n’sait plus qu’ce p’tit air-là : / Ca ira, ça ira... Ma dopo la caduta di Robespierre e la reazione del termidoro, queste parole fecero nascere la gioventù moscardina, come le precedenti avevano fatto reagire i sanculotti. Essendo le rappresentazioni disturbate da questo pubblico turbolento, Beaumarchais affidò a La Rochelle, l'attore che rivestiva il ruolo di Brid'Oison, un finale alternativo, da recitare en cas de bruit. Questa variante, rimasta inedita fino alla sua recente pubblicazione, costituiva un elogio della libertà d'espressione e del sang froid de la raison contro gli stratagème delle cabbale ideologiche. (duc)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, B-29.8
Carta · 4 pp. · 24 x 31.1 cm · c. 1818
Ludwig van Beethoven, Missa solemnis op. 123, Gloria (schizzo). Partizione autografa

A detta di Beethoven, si tratta della sua «œuvre la plus accomplie». Celebra l'intronizzazione, nel 1818, al seggio arcivescovile di Olmütz dell'arciduca Rodolfo, suo allievo e suo protettore. La Messa fu iniziata nel 1818 e terminata tre anni dopo la cerimonia e inviata al cardinale-arciduca il 19 marzo 1823. La Messe en ré intende esprimere e comunicare uno stato d'animo, una Stimmung religiosa, secondo le parole del compositore stesso. Scritta per una grande orchestra, comprende cinque ritmi (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei). Le divisioni del Gloria, imposte dal contenuto del testo, formano una sonata e una parte: allegro in re, Gratias in si bemolle, ritorno all'allegro; poi il larghetto e, come terzo movimento, l’allegro, Quoniam, la fuga, In gloria Dei Patris, con ritorno ciclico al tema del Gloria nel tono principale. La musica commenta il testo: acclamazione reale, gratitudine commossa, onnipotenza divina; poi, con contrasto: preghiera, piani e mormorio dei supplicanti di questo mondo (misere nobis). Comperato da Sotheby's, Londra, 4 febbraio 1952. (bib)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, E-4.1
Carta · 12 ff. · 33 x 21 cm · 1920
Albert Einstein, L’etere e la teoria della relatività, autografo

In occasione dell’inizio del suo incarico di insegnamento di varie settimane presso la Reichs-Universität di Leida, il 5 maggio 1920 Albert Einstein tenne una lezione dal titolo “Aether und Relativitätstheorie”. Lo scritto, di proprio pugno, contiene molte correzioni e cancellazioni. Questa lezione venne pubblicata ancora nello stesso anno. Einstein tornò più volte in seguito a riflettere sui concetti esposti in questa lezione. (fri)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, F-16.1
Carta · 4 pp. · 23 x 34.6 cm · 1851
Gustave Flaubert, Le Chant de la Courtisane, autografo

Nonostante le apparenti cancellature, si tratta della versione finale di questo testo senza titolo, costituito da sei paragrafi su due fogli, rilegati in marocchino rosso. É stato prodotto da Flaubert al più tardi in occasione del suo viaggio in Oriente con il suo amico Maxime du Camp (1849-1851), nonostante sembri più probabile datarlo al momento del suo ritorno in Francia, nel 1851, momento nel quale egli consacra la sua vita alla scrittura. Conosciuto in seguito sotto il nome di Le Chant de la Courtisane, questo poema in prosa dal tono umoristico non è stato pubblicato da parte di Flaubert. Ciò nondimeno condensa le sue sfide nella scrittura: l'opera testimonia del fascino dell'autore per la cultura ed i paesaggi orientali che egli vorrebbe descrivere con uno spirito di realismo. Un diario di viaggio che raccoglie le sue osservazioni e sensazioni, nutrendo direttamente la sua opera di fantasia. Il lessico utilizzato rivela una certa erudizione e una preoccupazione di esattezza, un modo di fare che preannuncia Salammbô. Martin Bodmer ha acquistato questo manoscritto, proveniente dalla collezione Paul Voute (che ne aveva pubblicato un facsimile nel 1928), presso la Libraire Blaizot. (exq)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, F-16.3
Carta · 46 pp. · 22.5 x 35 cm · 1858
Gustave Flaubert, capitolo esplicativo di Salammbô , autografo

Annunciato da Flaubert nella sua corrispondenza come un capitolo esplicativo di Salammbô, questo manoscritto è costituito da 28 fogli, tutti numerati ad eccezione dell'ultimo, che contiene delle annotazioni sugli dei. É conservato in una cartella dove Flaubert ha apposto il titolo dell'opera e una data, 1857, che corrisponde all'inizio della redazione di Salammbô. Il capitolo, invece, è posteriore al 1857: in effetti è stato concepito dopo una importante fase di documentazione necessaria al suo progetto, e un viaggio a Cartagine. Al suo ritorno, nel 1858, lo scrittore lavora su di un capitolo che costituirebbe «la description topographique et pittoresque de la susdite ville avec exposition du peuple qui l’habitait, y compris le costume, le gouvernement, la religion, les finances et le commerce, etc.» (lettera a J. Duplan, datata primo luglio 1858). Nonostante un certo numero di correzioni e di aggiunte marginali, si tratta della versione matura del testo che alla fine fu scartato dal romanzo, nonostante le informazioni vennero utilizzate in maniera sparsa nell'economia dell'opera. Questo capitolo rivela il metodo di lavoro dell'autore. Si caratterizza per la sua erudizione enciclopedica e per una cura del dettaglio che mettono in luce gli scopi originari all'origine della genesi di Salammbô: quello di ricostituire la città di Cartagine, allora scomparsa. Martin Bodmer ha acquistato il manoscritto nel novembre 1949 presso il libraio Blaizot. (exq)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, G-72.1
Carta · 66 ff. · 22 x 18 cm · [1810]
Jacob e Wilhelm Grimm, fascicolo contenente 45 fiabe ed una saga (autografo, senza firma)

Il 25 ottobre ed il 15 dicembre del 1820 Jacob Grimm spediva questo manoscritto a Clemens Brentano. Si tratta della più antica versione manoscritta delle Kinder- und Hausmärchen, poiché i fratelli Grimm avevano coerentemente distrutto gli scritti preparatorii per le loro edizioni di favole, probabilmente per impedire un confronto tra le versioni manoscritte e la successiva versione a stampa, molto ritoccata e ridotta in veste letteraria (prima edizione 1812). Secondo l’analisi di Heinz Rölleke (Rölleke Heinz (Hg.), Die älteste Märchensammlung der Brüder Grimm. Synopse der handschriftlichen Urfassung von 1810 und der Erstdrucke von 1812, Cologny-Genève 1975) 25 favole furono scritte da Jacob Grimm, 14 da Wilhelm Grimm (in parte con aggiunte da parte del fratello) ed altre sette sono da attribuire ad quattro altri autori. Martin Bodmer ha acquisito questo manoscritto nel 1953 da Mary A. Benjamin a New York. (fri)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, H-51.4
Carta · 1 f. · 32.5 x 21 cm · 1843 / (20.01.1756)
Friedrich Hölderlin, Der Frühling, manoscritto autografo

Friedrich Hölderlin (1770-1843) apposa, au terme de ce poème autographe en deux strophes de quatre vers, intitulé Der Frühling, la signature “Mit Unterthänigkeit Scardanelli” ainsi que la date du 20 janvier 1756. Hölderlin, malade psychiquement depuis env. 1802, signait ses oeuvres avec des noms fantaisistes, parmi lesquels Scardanelli, et y ajoutait des dates inventées. Dans ce poème, la date fut corrigée par une autre main en 1843, attestant ainsi qu’il fut écrit peu avant la mort d’Hölderlin. (fri)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, H-51.5
Carta · 1 f. · 32.3 x 20.5 cm · 12.6.1842 / (15.11.1759)
Friedrich Hölderlin, Der Herbst, manoscritto autografo

Friedrich Hölderlin (1770-1843) appose al termine di questo racconto autografo in tre strofe da quattro versi dal titolo Der Herbst la data 15 novembre 1759. Hölderlin, che dal 1802 ca. era malato di mente, firmò le sue opere in parte con dei nomi di fantasia e vi appose delle date fantasiose. All'inizio del foglio si legge, di altra mano, " Autographie v Hölderlin " e la rettifica " Tübingen d 12 Juli 1842". (fri)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, H-51.6
Carta · 1 f. · 32.5 x 20.5 cm · 7.11.1842 / (24.4.1849)
Friedrich Hölderlin, Der Winter, manoscritto autografo

Friedrich Hölderlin (1770-1843) appose al termine di questo racconto autografo in due strofe con quattro versi dal titolo Der Winter la firma “Mit Unterthänigkeit Scardanelli” e la data 24 aprile 1849. Hölderlin, che dal 1802 ca. era malato di mente, firmò le sue opere in parte con dei nomi di fantasia, tra i quali quello di Scardanelli e vi appose delle date fantasiose. In questa poesia la data venne corretta da un'altra mano in 7 novembre 1842. (fri)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, H-71.2
Carta · 1 f. · 28.6 x 26.4 cm · non datato
Victor Hugo, Oh ! N'insultez jamais une femme qui tombe, autografo firmato

Questo celebre poema, verosimilmente composto il 6 settembre 1835, è incluso nella raccolta Les chants du crépuscule apparso nello stesso anno. Hugo vi denuncia la condizione delle prostitute utilizzando un registro patetico: in effetti ci invita a compatire, piuttosto che a disprezzare, quelle cadute nel ‘fango’. Questo lessico simbolico cui è stato tolto quel senso di colpa che abitualmente designa la sporcizia morale, è usato per esprimere il coraggio di quelle che hanno lungamente lottato contro la fatalità del ‘fardello’ della miseria, prima di soccombervi. Lontano da un certo manicheismo moralizzatore, Hugo divide la colpa popolarmente attribuita a queste donne di «à toi, riche ! à ton or», sia puntando il dito contro l’ingiustizia del sistema sociale che manca di ripartizione delle ricchezze, che «à nous», a ogni cittadino, il cui sguardo non si nutre a sufficienza di carità. Il manoscritto contiene una piccola variante rispetto al testo a stampa poichè vi si legge: «s’y retenir longtemps de leurs mains épuisées», invece che «s’y cramponner longtemps». (giv)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, H-71.3
Carta · 3 ff. · 21 x 30 cm · [Bruxelles ?] · 11 ottobre 1869
Victor Hugo, [Impératrice] « Si j’étais femme (Hélas ! que je vous plains, ô mères !... ) », autografo

Questo racconto di Victor Hugo, senza firma, inizia con la frase “Si j’étais femme (Hélas ! que je vous plains, ô mères ! ...)“ e rimase inedito fino al 2009. Il titolo originale “Impératrice“ venne forse cancellato da Hugo stesso a causa della sua evidenza. Il testo è indirizzato infatti alla moglie di Napoleone III, Eugenia de Montijo, alla quale Hugo rimprovera la sua “bigoterie” (3r) e il suo “signe de croix grotesque à l’espagnole“ (1r). In questo modo egli allarga alla moglie la critica da lui già espressa a Napoleone III nei Châtiments. La datazione all’11 ottobre 1869, autografa, lascia supporre che il racconto sia stato scritto a Bruxelles, città nella quale Hugo soggiornò in esilio dal colpo di stato del 2 dicembre 1851. (fri)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, H-71.4
Carta · 4 pp. · 28.2 x 21.8 cm · non datato
Victor Hugo, Ô madame! pourquoi ce chagrin qui vous suit, autografo firmato

I sedici versi che compongono questo passaggio costituiscono la sesta e ultima parte del poema «Dans l’église de ***», inclusa nella raccolta Les chants du crépuscule del 1835. Ricca di molti argomenti che si intrecciano, il poema oppone la probità di una donna in preghiera nel cuore di una chiesa abbandonata agli amanti della citta, nichilisti che corrono «d'ivresses en ivresses». Hugo sorprende questa anima casta in piena sfortuna, intenta ad implorare l’aiuto del Signore che la salvi da una tristezza invadente. In quest’ultima parte (VI) lo scrittore arricchisce il suo sostegno cristiano (Votre âme qui bientôt fuira peut-être ailleurs / Vers les régions pures, / Et vous emportera plus loin que nos douleurs, Plus loin que nos murmures !) di un’ultima quartina angelica e serena: Soyez comme l'oiseau, posé pour un instant / Sur des rameaux trop frêles, / Qui sent ployer la branche et qui chante pourtant, / Sachant qu'il a des ailes ! (giv)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, L-5.2
Carta · 30 pp. · 18.9 x 11.9 cm · ca. 1824-1826 e ca. 1851
Alphonse de Lamartine, Les Visions (canto II), manoscritto autografo

Negli anni intorno al 1820 Lamartine si lanciò in un ambizioso progetto poetico: Les Visions. Nonostante alcuni frammenti venissero pubblicati in Jocely (1836) o in La Chute d’un ange (1838), la maggior parte di questi versi rimasero inediti per trent’anni, ripresi, modificati e corretti instancabilmente dal poeta, fino alla pubblicazione definitiva avvenuta nel 1851. Questo manoscritto autografo del canto II contiene un passaggio di dieci versi rimasto per finire inedito (dei punti di sospensione segnano la collocazione nell’edizione originale). (duc)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, L-37.1
Carta · 4 pp. · 25 x 19.9 cm · Washington · 10 luglio 1848
Abraham Lincoln, Lettera al suo socio e discepolo William H. Herndon, manoscritto autografo firmato

In questa lettera al suo giovane socio William H. Herndon (1818-1891), rimasto a capo del loro studio di avvocati di Chicago, il deputato whig Abraham Lincoln, sul punto di perdere il suo mandato al Congresso, tiene una lezione di filosofia politica. Affaticato da mesi di battaglie politiche contro la «guerra messicana», ferito dalle proposte di «exceedingly painful» tenute dal suo amico (che egli descrive come «a labourious, studious young man», il futuro presidente americano rilascia i suoi insegnamenti «so Lincolnian/così lincolniano»: «The way for a young man to rise is to improve himself every way he can, never supecting that any body wishes to hinder him». (duc)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, M-5.1
Carta · 4 pp. · 20 x 30.5 cm · Parigi · 21 gennaio 1628
François de Malherbe, Lettera al suo cugino François de Malherbe, manoscritto autografo firmato

Quando il cardinale Richelieu, dal settembre 1627, inizò l'assedio a La Rochelle per terra e per mare, il poeta François de Malherbe, molto vicino al potere, riferì a suo cugino normanno le decisioni e gli orientamenti del consiglio reale per poter placare le sue inquietudini. Ai suoi occhi, non occorre preoccuparsi: il re d'Inghilterra non è che un monarca di secondo rango, incapace di misurarsi militarmente con la Francia per sostenere gli Ugonotti a La Rochelle. Quanto al pericolo della Riforma, egli viveva le sue ultime ore, poiché Malherbe stimava «que la Huguenoterie court fortune par toute l’Europe d’estre voisine de sa fin». (duc)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, M-23.3
Carta · 23 pp. · 19.6 x 29.8 cm · senza data [maggio-giugno 1887]
Guy de Maupassant, Le rosier de Madame Husson, manoscritto autografo

Con i suoi sei romanzi e le sue celebri raccolte comprendenti più di 300 novelle, Guy de Maupassant (1850-1893) si è ritagliato un posto importante tra i principali autori francesi della fine del XIX secolo. Egli fornì spesso un sobrio ritratto della società sia provinciale che parigina del suo tempo, come in questa novella, la sola che abbia avuto una edizione originale separata, precedente alla sua pubblicazione nella raccolta eponima. Questo manoscritto fu utilizzato per la prima stampa del testo, apparso la prima volta in La Nouvelle Revue del 15 giugno 1887. Presenta numerose correzioni e cancellature (testimoni del lavoro di genesi della novella), così come delle leggere varianti rispetto alla versione pubblicata in volume il 28 marzo 1888. (duc)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, M-45.1
Carta · 1 p. · 21.5 x 28.7 cm · senza data [1541]
Michelangelo, Sonetto e lettera alla poetessa Vittoria Colonna, manoscritto autografo

Michelangelo indirizzò questo sonetto ed il suo testo di dedica ad una delle sue più care amiche, la poetessa Vittoria Colonna (1492-1547), marchesa di Pescara. Il pittore, solitamente economo nell’uso della carta, utilizzò per apporre queste poche frasi un grande pezzo di carta in-folio, piegato in due e incollato (per creare uno spessore maggiore). Adottando una scrittura umanistica vicino alla calligrafia, egli si prese una cura particolare nella impaginazione, inserendo dei salti e dei rientri di riga che sottolineano l'architettura solita del sonetto. Il tono è tra i più rispettosi: Michelangelo saluta sì un'amica ma anche una grande signora che gli ha appena fatto un grande regalo. Questo dono, che avrebbe dovuto portare il suo destinatario "in paradiso", era senza dubbio il manoscritto dei Sonetti spirituali della poetessa (che in generale si mostrava molto discreta e restìa nel mostrare i suoi versi). (duc)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, M-48.1
Carta · 1 f. · 13.5 x 10.5 cm · non datato
John Stuart Mill, Note on Freedom of Speech, autografo firmato

Seguendo i filosofi Illuministi, gli spiriti liberali - dei quali Mill fece parte - designano la libertà d'espressione come un diritto fondamentale dell'Uomo. In questo piccolo autografo, con un timbro a secco «JSM», composto di tre fogli destinati ad essere spediti, il filosofo ricopia un passaggio del suo celebre «On Liberty» del 1869, tolto dal capitolo II: «Of the Liberty of Thought and Discussion». Mill vi sottolinea che l'umanità non ha né il diritto di ridurre al silenzio un'opinione isolata né quello di far tacere l'umanità, se essa ne avesse il potere. Prima di entrare in possesso di Martin Bodmer, questo biglietto è stato acquistato nel 1923 dallo scrittore Stefan Zweig. (giv)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, N-4.1
Carta · 3 pp. · 20.5 x 31 cm · 1818
Napoleone, César, manoscritto autografo

Durante il suo esilio a S. Elena Napoleone (1769-1821) ebbe a disposizione una biblioteca di 3'000 volumi, povero sollievo contro la noia. L'imperatore rovesciato si accontentava pertanto di leggere ed annotare i classici antichi o moderni. Grande amatore di teatro, lesse a più riprese alle persone a lui più vicine La Mort de César di Voltaire. Egli decise di scrivere un pezzo di teatro sul medesimo soggetto e questo manoscritto autografo mostra un rapido schizzo delle due prime scene. A pagina 3, stanco del soggetto, il conquistatore copre la pagina di calcoli strategici e militari, incrociando le fregate con i regimenti ed i pezzi di artiglieria. (duc)

Online dal: 17.12.2015

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, R-28.3
Carta · 2 pp. · 20 x 15 cm · non datato
Arthur Rimbaud, Jeunesse II-IV, manoscritto autografo

Questo manoscritto autografo di Arthur Rimbaud (1854-1891) contiene un frammento di un poema. Scritto sul recto di un foglio, tre sezioni sono numerate in cifre romane, dal nr. II al IV, alle quali è stato attribuito un titolo, ad eccezione dell'ultima (IV). Nonostante l'insieme sia redatto in prosa, la denominazione «sonetto» (II) potrebbe provenire dalla forma dell'estratto in questione, presentato su quattordici righe. Il primo paragrafo comprende il segno +, difficile da interpretare e che fa pensare che Rimbaud volesse rilavorarci. La numerazione lascia supporre che queste tre parti formino un tutto omogeneo con la sezione Dimanche (I, manoscritto della BNF), costituendo così il poema Jeunesse. Sono visibili delle iscrizioni allografe posteriori al 1886: nell'angolo superiore sinistro figura la nota Illuminations che testimonia della volontà di ricollegare questi passaggi alla raccolta poetica eponima, la cui edizione originale porta la data 1886. Il poema Jeunesse, che contiene le quattro sezioni, fu pubblicato per la prima volta da Vanier nel 1895, a seguito delle Poésies complètes, come complemento alle Illuminations. (exq)

Online dal: 26.09.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, R-49.1
Carta · 1 f. · 18 x 12 cm · non datato [c. 1764]
Jean-Jacques Rousseau, Lettres écrites de la montagne (lettera VII), seconda minuta, autografo

Le Lettres écrites de la montagne costituiscono l'ultima opera di Rousseau pubblicata quando egli era ancora in vita. Per la prima volta, il filosofo interviene direttamente negli affari di Ginevra. Esse contengono, oltre alla proposta costituzionale sugli sviluppi sullo spirito della Riforma, una difesa del Contrat Social. La lettera VII, dalla quale è tratto questo foglio, sostiene il diritto di rappresentazione quando si tratti di correggere gli abusi del Piccolo Consiglio, e consiglia ai Borghesi riuniti nel Consiglio Generale di rifiutare ogni nuova elezione di magistrati se questi si intestardiscono ad oltrepassare i diritti loro attribuiti dalla Costituzione. Queste Lettres furono censurate sia a Ginevra che a Parigi. Il presente documento proviene dalla collezione Ch. Vellay (acquistato da Martin Bodmer nel 1926) e costituisce la minuta di due passaggi delle Lettres, il primo che figura nell'edizione originale (Amsterdam, M. M. Rey, 1764), il secondo nell'edizione delle Œuvres complètes della Bibliothèque de la Pléiade. (giv)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, R-49.2
Carta · 38 pp. · 27.5 x 18.5 cm · dicembre 1740
Jean-Jacques Rousseau, Mémoire présenté à M. de Mably sur l’éducation de M. son fils

Il testo Mémoire présenté à M. de Mably sur l’éducation de M. son fils costituisce il primo scritto di Rousseau inerente la sua esperienza di educatore. Nel 1740 a Lione egli fu incaricato di un difficile incarico da precettore presso la famiglia del notabile Jean Bonnot de Mably, prevosto generale della polizia militare di Lione. Questo incarico terminò bruscamente già dopo un anno. Gli furono affidati due bambini poco inclini agli studi: François-Paul-Marie Bonnot de Mably, soprannominato M. de Sainte-Marie, di cinque anni e mezzo, e Jean-Antoine Bonnot de Mably, soprannominato M. de Condillac, di quattro anni e mezzo. Il lungo testo del Mémoire, consacrata al primo, mette in rilievo una "commande éducative" e una esperienza di educazione applicata: si presenta come un progetto ed una sintesi, e la sua redazione viene collocata intorno al dicembre del 1740. Il giovane precettore si rivolge a M. de Mably annunciandogli il piano e l'ordine di una educazione per il figlio atta a "formare il cuore, il giudizio e lo spirito". Non si tratta dell'educazione naturale che venne più tardi preconizzata nell'Émile. Rousseau ha veramente consegnato questo Mémoire a M. de Mably? Si sa solamente che egli offrì questo manoscritto col testo Mémoire a Mme Dupin, sua datrice di lavoro nel 1743, e che da quel momento si conservò tra le "carte di Mme Dupin". Fu pubblicato per la prima volta nel 1884 a Parigi da G.de Villeneuve-Guibert ne Le portefeuille de Madame Dupin. Il manoscritto della Fondazione Bodmer è il solo esistente. Un Projet d’éducation molto più breve, di costruzione più chiara e di data sconosciuta, era stato dapprima trovato nelle carte di Rousseau al momento della sua morte (questo manoscritto oggi perduto era stato pubblicato a Ginevra nel 1782). E' molto vicino al Mémoire e sembra essere più tardo (non vi è tuttavia alcuna certezza in quanto all'ordine di successione cronologica dei due testi). (brc)

Online dal: 23.06.2016

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, T-3.3
Carta · 1 p. · 6.8 x 19.1 cm · n.d. [Ferrara, 1576]
Torquato Tasso (1544-1595), strofa XVII, 42 della La Gerusalemme liberata, autografo

Questo «paperolle» proviene dal celebre «Codice Gonzaga» (conservato presso la Biblioteca Ariostea di Ferrara) e costituisce un manoscritto di lavoro, per un passaggio aggiunto al grande poema di Tasso, completato l'anno precedente. Dopo aver sottoposto il suo manoscritto originale a molti umanisti e letterari di alto livello, il poeta tenne conto di alcune di queste critiche o consigli, facendo una revisione dei versi nell'estate 1576. Alcune strofe furono profondamente ritoccate, o addirittura completamente riscritte. La strofa 42 fu una delle più rilavorate, a tal punto che il Tasso dovette incollare nel manoscritto questa piccola striscia di carta contenente la versione definitiva del testo. Il testo stesso descrive l'attitudine e i pensieri della principessa mussulmana Armida che si appresta ad arringare il califfo e le sue armate per incitarle a combattere fino alla morte i crociati e a vendicarsi in questo modo dell'eroe cristiano Rinaldo che l'ha abbandonata. (duc)

Online dal: 22.06.2017

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Cologny, Fondation Martin Bodmer, V-7.2
Carta · 114 pp. · 15.9 x 21.5 cm · 1 febbraio 1611
Felix Lope de Vega y Carpi, Barlaán y Josafat, manoscritto autografo

Autore di numerose comedias de santos, Felix Lope de Vega y Carpio (1562-1635) finì questa Historia de Barlán y Josafat, comedia in tre atti e in versi, nella sua casa "En Madrid a primero de febrero de 1611". Completo, questo manoscritto autografo presenta ancora numerose correzioni e ritocchi dell'autore. Più che di un'autentica leggenda cristiana (allora attribuita a s. Giovanni Damasceno), questa storia di una conversione è soprattutto un racconto cristianizzato. In questo principe, che dapprima abbandona il suo palazzo per scoprire le piaghe del mondo, poi il suo trono per abbracciare una vita meditativa di asceta, si riconosce bene la figura del Budda. L'edificante storia cristiana, peraltro collocata sulle rive del Gange, non è altro che la trasposizione della Via del bodhisattva, testo in sanscrito del II-IV secolo, tradotto ed adattato nel corso dei secoli, dapprima dai manichei, poi dagli arabi, dai georgiani, dai bizantini, prima di toccare infine i popoli del lontano Occidente: l'opera di Lope de Vega si inserì dunque (senza che l'autore ne avesse coscienza), in una delle più impressionanti catene di trasmissione intellettuale della storia. (duc)

Online dal: 17.12.2015

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Dalpe, Archivio parrocchiale, n. 1
Pergamena · 6 ff. · 21/21.7 x 15 cm · Italia · sec. XIV
Passio s. Placidi

Nel fascicolo pergamenaceo che si conserva nell'Archivio parrocchiale di Dalpe (Leventina) è trascritta la storia della passione del santo di Disentis Placido. Nonostante il testo non sia completo, contiene il passo relativo al martirio del santo, assente nel manoscritto principale che tramanda questo testo, il Ms. Rh. 5 della Zentralbibliothek di Zurigo. La comunità di Dalpe si procurò questa Passio probabilmente per poter celebrare ogni anno una messa dedicata al santo nella nuova cappella del villaggio, originariamente dedicata a s. Maria ma che, come attestano fonti documentarie, sicuramente tra il 1370 ed il 1426 subì un cambiamento di patrocinio e venne intitolata a Placido. (ber)

Online dal: 23.09.2014

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Delémont, Musée Jurassien d'Art et d'Histoire, MJ.1950.20
Pergamena · 275 ff. · 39.5 x 26 cm · 1502-1794
Registro genealogico dei canonici della diocesi di Basilea, 1502-1794

Questo registro di 275 fogli contiene gli stemmi dei canonici della diocesi di Basilea dall’elezione del vescovo Christophe d'Utenheim nel 1502 a quella dell’ultimo principe vescovo François-Xavier de Neveu, nel 1794. Per tre secoli, dei pittori hanno disegnato 2’300 stemmi a colori su pagine di pergamena. Già nel 1682 apparvero alberi genealogici completi, che provano che i dignitari ecclesiastici beneficiavano dei sedicesimi di quarti di nobiltà richiesti. (pic)

Online dal: 08.10.2020

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Disentis, Romanische Bibliothek des Klosters Disentis, M 138
Carta · 46 ff. · 16.5 x 10.5 cm · 1a parte (cc. 1-18b) 1591; il resto 1593
Tre drammi altoengadinesi

Il manoscritto contiene i due drammi altoengadinesi Histoargia dalg arik huͦm et da lazarus, cc. 1a-18b, completato nel 1591, e La Histoargia da Joseph (…), cc. 19a-38b nel quale diverse volte il copista Jacob o Jachiam Ger, ha inserito la data 1593. Egli continuò il suo lavoro con la trascrizione del dramma La Histoargia da las dysch Æteds «Storia dei dieci secoli» (c. 40a-c. 42b), di cui solo l'inizio è conservato (versi 1-157). Si tratta del più antico testo conservato della Histoargia dalg arik huͦm et da lazarus. (dar)

Online dal: 22.03.2018

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Disentis, Romanische Bibliothek des Klosters Disentis, M 156
Carta · 170 ff. · 19 x 13 / 20 x 16 cm · 1a parte (cc. 1-78) 1623, 2a parte (cc. 79b-136b) 1618, 3a parte (cc. 137a-164a) 1620
Cinque drammi altoengadinesi

Il manoscritto contiene i cinque drammi altoengadinesi [La histoargia dalg filg pertz] cc. 1a-36a (l'inizio manca, unico testimone); üna historgia da hechastus cc. 36a-78b (unico testimone); [La histoargia da Joseph], cc. 79b-99a; Vna bela senchia historgia da questa sainchia duonna süsanna (…) cc. 100a-136b (il più antico testimone di questo testo), VNA BELA HISTORGIA dauart la Mur dalg Cchiaualÿr valantin et Eaglantina filgia dalg Araig Papin, cc. 137a-164a (unico testimone); c. 164b frammento di una canzone: Baruns ludat ilg Signer (= Chiampell, Salmo 29). Il copista del manoscritto è Peder Traviers (in varie forme). La datazione delle singole parti si basa sulle indicazioni del copista, che si trovano per la maggior parte alla fine di un pezzo. (dar)

Online dal: 22.03.2018

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Disentis, Romanische Bibliothek des Klosters Disentis, M 286
Carta · 224 pp. · 17.5 x 14.5 cm · 1719
Cudisch dil viadi de Jerusalem

Contiene la traduzione in romancio del «Jerusalemer Reise» del parroco, e più tardi abate di Disentis, Jacob Bundi (pp. 1-122); si tratta del più antico dei finora 25 manoscritti conosciuti contenenti questa traduzione redatta nel 1701. Ad una pagina originariamente bianca ne fa seguito una con l'alfabeto tedesco (p. 124), poi 88 pagine numerate, in scrittura tedesca, con istruzioni per piantare diverse piante. Secondo quanto si legge nella pagina conclusiva (p. 212) si tratta della copia di un'opera «Getruckt zu Cölln / Bey Heinrich Netessem (= Nettesheim) / in Margarden gaßen Im/ Jahr 1601. Geschriben im Jahr 1719 / den 5. Martij / P.C. Berchter». (dar)

Online dal: 22.03.2018

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 17(405)
Pergamena · 384 pp. · 28.1-28.5 x 19.5 cm · San Gallo · sec. X (prima del 950)
IV Evangelia

Trascrizione, realizzata nell'abbazia di San Gallo nel X secolo (prima del 950), dei quattro Vangeli con commentari di Girolamo. (lan)

Online dal: 31.07.2009

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 18(576)
Pergamena · 336 pp. · 21.2 x 16 cm · Probabilmente Italia del nord · VIII/IX sec.
Adelpertus, Commentarius in Psalmos LXX priores . Adhortationes Sanctorum Patrum

Contiene il commento ai primi 70 salmi di Adelpertus e, nella parte finale, una scelta di detti dei padri della chiesa. Scritto intorno alla fine del sec. VIIl probabilmente nell’Italia del nord, in minuscola precarolingia. Due fogli mancanti alla fine si conservano nella raccolta di frammenti Einsiedeln 370, IV, Bl. 18-19. (ber)

Online dal: 13.12.2013

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 27(1195)
Pergamena · 140 ff. · 15.5 x 9.5 cm · Italia settentrionale, Svizzera (?) · VIII/IX secolo / IX sec. ( secondo terzo)
Ascetica

Il manoscritto è composto di due parti e contiene vari testi a carattere ascetico. La prima parte (1-24) è vergata da varie mani inesperte in minuscola con influssi retici databile al sec. VIII/IX in uno scriptorium localizzabile nell'Italia settentrionale o in Svizzera. La seconda parte (25-140) viene datata intorno al secondo terzo del sec. IX. (ber)

Online dal: 23.04.2013

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 28(1279)
Pergamena · III + 518 + II pp. · 13 x 19 cm · sec. XIV
[Anonymus]. Veritas textus bibliorum

Il volume contiene vari trattati anonimi, rispettivamente estratti da scritti sulla critica dei testi biblici relativa ai singoli libri del Vecchio e del Nuovo Testamento. In particolare si segnalano: Guilelmus Brito (+ intorno al 1275), Johannes de Colonia (XIII sec.) e Guilelmus de Mara Lamara (1230-intorno al 1290). Poiché si tratta di autori francescani, si può supporre che il manoscritto sia stato realizzato in un convento di frati minori. (lan)

Online dal: 04.11.2010

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 29(878)
Pergamena · 239 pp. · 20 x 15.8 cm · Einsiedeln o Germania sudoccidentale · IX-X sec. / XIV sec.
Manoscritto composito

Manoscritto composito scritto nei secc. IX/X e XIV forse ad Einsiedeln o nella Germania sudoccidentale. Contiene tra gli altri delle glosse ai vangeli, gli Annales Heremi dalla nascita di Cristo fino all’anno 940, vari trattati di astronomia tra i quali la Sphaera di Giovanni da Sacrobosco, e il Computus di Helpericus di Auxerre. (ber)

Online dal: 19.12.2011

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 32(1060)
Pergamena · 358 pp. · 17.5/18 x 13 cm · X-XII sec.
[Anonymus]. Glossae. Tractatus de medicina

Manoscritto composto di tre parti databili la prima al X e le altre due al XII sec. La prima parte (1-222) contiene delle glosse da Prisciano, la seconda (223-310) una raccolta di trattati di medicina compilata da Costantino l’Africano, la terza parte (311-357) il Liber Tegni del medico tardoantico Galeno. (ber)

Online dal: 19.12.2011

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 36(364)
Pergamena · 260 pp. · 28.3 x 20.8 cm · Einsiedeln · s. XI-XII
[Godefridus Babio], Expositio super Mathaeum

La maggior parte del contenuto è costituita da un commento anonimo al Vangelo di Matteo attribuito a Godefridus de Babion, seguito da altri brevi testi, non tutti identificati. Probabilmente prodotto ad Einsiedeln, vi è sicuramente presente almeno dal sec. XIV, come attestano la presenza di commenti e manine di attenzione di Heinrich von Ligerz. (ber)

Online dal: 23.09.2014

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 38(366)
Pergamena · 1 + 189 ff. · 28.5 x 23 cm · Einsiedeln · sec. X (seconda metà, intorno al 960-965)
[Anonymus], Expositio octo priorum Epistolarum S. Pauli

Commento alle prime otto lettere di Paolo. Si tratta della copia dell'esemplare (perduto) che, secondo la tradizione, venne redatto prima del 945 dall'abate Thietland († um 964). Ampie parti del testo dipendono dal commento a Paolo del vescovo Atto di Vercelli (885-961). (pag)

Online dal: 20.12.2012

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 40(481)
Pergamena · II + 316 pp. · 26 x 19 cm · San Gallo · sec. X (prima del 950)
Epistolae pro tempore et festis

Lezionario allestito nell'abbazia di San Gallo durante il X secolo (prima del 950). Può darsi che sia stato offerto da San Gallo a Einsiedeln in occasione della consacrazione della chiesa di Einsiedeln nel 948, insieme con il Codex 17. (lan)

Online dal: 31.07.2009

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 60(580)
Pergamena · a-b, I-II + 192 + y-z pp. · 28.8 x 13.5/13.7 cm · Germania occidentale (?) / Einsiedeln · sec. IX (2 terzo) / sec. X (seconda metà)
Alcuinus, In Genesin . Priscianus, Partitiones

Manoscritto composto di due parti, riunite insieme almeno dal sec. XIV, data della legatura. La prima parte (1-85) contiene il Commento alla Genesi di Alcuino e viene datata nel secondo terzo del sec. IX e localizzata da alcuni studiosi nella Germania occidentale e da altri in area retica. La seconda parte (87-191) contiene le Partitiones del grammatico Prisciano ed è stata vergata ad Einsiedeln nella seconda metà del sec. X. Sull’ultima carta (192) è trascritta una lettera spedita nel 1288 dall’abate di Einsiedeln Heinrich II. von Güttingen (1280 al 1299) al vice-cappellano della chiesa dei SS. Pietro e Paolo sull’isola di Ufenau. (ber)

Online dal: 23.04.2013

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 79(522)
Pergamena · 109 pp. · 24.5 x 19 cm · Einsiedeln · sec. X
Musica enchiriadis

Questo codice, databile al sec. X, contiene il Musica enchiriadis (2-27), un trattato di teoria musicale risalente al sec. IX nel quale si cerca di elaborare una serie di regole per la composizione in polifonia, e le note di commento Scolica enchiriadis (27-45, 66-102). Per illustrare in modo grafico la musica venne usata la notazione daseiana. A lungo attribuito ad Hucbald, oggi viene considerato di autore anonimo. (ber)

Online dal: 22.03.2017

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 83(76)
Pergamena · 462 ff. · 34.5 x 26 cm · Einsiedeln · XI sec. (intorno al 1060-1075/1100)
Breviarium antiquissimum

Il ms. 83 è un breviario completo composto dalle seguenti parti: calendario, antifonario con notazione neumatica, lezionario con le letture bibliche, omiliario con le letture del Padri della Chiesa, innario, i cantici del Vecchio e del Nuovo Testamento, salterio, letture brevi, orazioni, preghiere e benedizioni. Da rilevare soprattutto la più antica versione conservata dell’ufficio per Meinrad, ancora oggi utilizzato. Le melodie dell’antifonario appartengono al dialetto corale alemannico, così come ancor’oggi viene cantato ad Einsiedeln nella Liturgia delle Ore. (lan)

Online dal: 04.11.2010

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 109(447)
Pergamena · II + 256 + II pp. · 27.6 x 19.8 cm · San Gallo · sec. XI (seconda metà)
Amalarius (Metensis), De ecclesiasticis officiis Lib. I und II

Questo manoscritto, realizzato nell'abbazia di San Gallo durante la seconda metà dell'XI secolo, contiene una copia, alla quale mancano alcuni capitoli, del De ecclesiasticis officis Lib. I et II di Amalario (Metensis). La continuazione, con il testo mancante, si trova nel Cod. 110, il quale fu pure allestito a San Gallo. (lan)

Online dal: 31.07.2009

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 110(463)
Pergamena · II + 430 + II pp. · 27 x 18.7 cm · San Gallo · sec. XI (seconda metà)
Ordines Romani

Manoscritto miscellaneo comprendente gli Ordines Romani e opere di Amalario (Metensis). Il contenuto di questo codice è praticamente identico a quello del Cod. Sang. 446 della biblioteca abbaziale di San Gallo, fatto che indica che questa trascrizione, realizzata nella seconda metà dell'XI secolo, è di origine sangallese. (lan)

Online dal: 31.07.2009

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 117(497)
Pergamena · 126 pp. · 25 x 18.5 cm · Einsiedeln · fine del sec. XI
Martyrologium, Regula S. Benedicti, Homiliarium

Il manoscritto contiene un martirologio (pp. 1-28), la Regola di S. Benedetto (pp. 28-83) e un omiliario (pp. 84-126). E’ vergato da due copisti in minuscola tardocarolina e presenta due iniziali decorate con racemi vegetali a inchiostro. Nel XIII sec., in uno spazio lasciato libero alla fine del testo della Regola (p. 83), è stato trascritto un documento che ricorda la confraternita di preghiera (Gebetsverbrüderung) tra l’abbazia di Einsiedeln e quella di S. Biagio nella Foresta Nera. (ber)

Online dal: 17.03.2016

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 121(1151)
Pergamena · 300 pp. · 10.5 x 16 cm · Einsiedeln · intorno al 960-970
Graduale – Notkeri Sequentiae

Si tratta del più antico gruaduale completo e con notazione che si sia conservato, con diverse aggiunte (come i versetti per l’Alleluia, antifone e versetti salmodici per le antifone del communio). Essendo il graduale completo, questo manoscritto è ancora oggi di grande importanza per la ricerca sul canto gregoriano. La seconda parte è costituita dal Libyer Ymnorum, ossia dalle sequenze di Notkero di S. Gallo. Nuove ricerche hanno confermato che il codice è stato scritto ad Einsiedeln intorno al 960-970, certamente per il terzo abate del monastero, l’inglese Gregor. (lan)

Online dal: 31.03.2011

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 126(218)
Pergamena · 267 (274) pp. · 31.5 x 21.5 cm · Disentis · primo terzo del sec. IX
Hieronimus, Expositio in Evangelium Matthaei

Il manoscritto, che contiene unicamente il commento di Gerolamo al Vangelo di Matteo, è scritto in minuscola carolina dal copista Subo che si firma alla fine del testo (p. 267) e sull'ultima pagina, ora incollata come controguardia (p. 268). Lo stile delle iniziali rimanda all'area retica, mentre il nome Subo è attestato a Disentis. Presente ad Einsiedeln sicuramente dal XVII secolo come attesta l'ex-libris a p. 1. (ber)

Online dal: 09.04.2014

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 131(1063)
Pergamena · I-II + 272 pp. · 17.5 x 12.8 cm · X/XI sec. / XII/XIII sec.
Manoscritto composito: Gerolamo, Gennadio, Isidoro e altri

Contiene tra gli altri il De viris illustribus di Gerolamo, il De viris illustribus di Gennadio, il Deflorata di Isidoro di Siviglia e da ultimo un Tractatus de VII sacramentis aggiunto nel XII/XIII secolo. Presente nella biblioteca di Einsiedeln probabilmente già dal sec. XIV, come attestano il tipo di legatura e la presenza dell'ex-libris a p. 1. (ber)

Online dal: 09.04.2014

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 134(805)
Pergamena · a-d + 380 + y-z pp. · 20.7 x 14.2 cm · Rezia · s. IX
Hieronymus, in Evangelia

La prima parte del manoscritto (pp. 2-261) contiene il commento di Gerolamo al Vangelo di Matteo e un'omelia attribuita ad Isidoro di Siviglia (pp. 261-262), mentre nella seconda (pp. 263-378) è trascritta una Expositio quattuor evangeliorum dello Pseudo-Gerolamo. Vari copisti hanno vergato il codice in una minuscola precarolingia che presenterebbe delle caratteristiche della scrittura retica. L'influsso retico è al contrario chiaramente visibile in alcune iniziali a penna (p. 2, 5, 62). (ber)

Online dal: 23.09.2014

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 149(558)
Pergamena · II + 178 + IV pp. · 23.8 x 18.2 cm · Einsiedeln e Reichenau · sec. X
Prosperi Epigrammata et Boethii Consolatio philosophiae

Questo manoscritto del X secolo di Reichenau contiene epigrammi di Prospero di Aquitania come pure l'opera "De consolatione philosophiae" di Boezio. (lan)

Online dal: 31.07.2009

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 152(309)
Pergamena · 330 pp. · 29.5 x 21 cm · Disentis · primo terzo del sec. IX
Gregorius Magnus, Moralia in Job

Contiene i Moralia in Job di Gregorio Magno. Viene attribuito alla regione di Disentis e datato al primo terzo del sec. IX sulla base delle affinità della scrittura - una minuscola carolina - con quella dell'Einsiedeln 126 sottoscritto dal copista Subo. Presente ad Einsiedeln sicuramente dal XVII secolo come attesta l'ex-libris a p. 3. (ber)

Online dal: 09.04.2014

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Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 157(372)
Pergamena · 280 pp. · 29.5 x 15.8 cm · scriptorium svizzero (?) · sec. VIII/IX
Gregorius ‹Magnus›, Homiliae in Ezechielem prophetam. Liber I

Contiene le Omelie di Gregorio Magno sul profeta Ezechiele ed è vergato da varie mani in una minuscola generalmente ritenuta vicina alla retica, e quindi attribuito da vari studiosi ad uno scriptorium svizzero o all’area retico-lombarda. Una parte delle pagine 204 e 206 e l'intera p. 214 sono scritte in onciale. Presenta numerose iniziali con elementi geometrici e vegetali il cui stile le avvicina a quelle del Sacramentario di Remedio (Cod. Sang. 348). Le maniculae di Heinrich von Ligerz attestano la presenza del ms. ad Einsiedeln già dal sec. XIV. (ber)

Online dal: 23.04.2013

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