Questo frammento di manoscritto, utilizzato come copertina di un'edizione del De quattuor virtutibus di Dominico Mancini (Londra, R. Dexter, 1601), contiene un estratto di un'omelia di Aelfric (ca. 950-ca. 1010), uno dei più importanti autori anglosassoni dell'Alto Medioevo. Il passaggio di questo sermone, destinato alla domenica di Settuagesima - completo in 9 manoscritti - comprende la traduzione in inglese di Aelfric, quasi completa, della parabola del seminatore (Matteo 20, 1-16), seguita da alcune righe della sua esposizione. Secondo N. Ker, questo frammento, datato nella seconda metà dell'XI secolo, presenta delle variazioni linguistiche molto interessanti rispetto al testo originale di Aelfric. È il più antico manoscritto anglosassone della Fondazione Martin Bodmer.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto su pergamena della fine del XV secolo contiene la «Cronaca di Londra» e una versione unica di una parafrasi della «Cronaca in versi» di Roberto di Gloucester. È stato trascritto da un copista il cui dialetto rivela la sua origine del sud delle Midlands.
Online dal: 25.03.2009
I racconti di Canterbury, scritti verso il 1388-1400 dal "padre della poesia inglese", Geoffrey Chaucer, sono conservati in 82 manoscritti medievali e quattro incunaboli. Il CB 48, trascritto da un solo copista del XV secolo, ha mantenuto la sua eccezionale legatura originaria in pelle di daino scamosciata tesa su delle tavole di legno.
Online dal: 09.12.2008
John Lydgate redige il Troy Book intorno al 1412-1420 su richiesta di Enrico V, quando era ancora principe di Galles. È composto in distici, con un prologo, cinque libri, un epilogo e una dedica a Enrico V, così come un envoi intitolato «Verba auctoris». Lydgate tradusse in inglese la storia della guerra di Troia, non direttamente da Omero, ma attraverso le rielaborazioni di Benoit de Sainte Maure, Roman de Troie (1165) e Guido delle Colonne, Historia Destructionis Troiae (1287).
Online dal: 18.06.2020
In questa lettera al suo giovane socio William H. Herndon (1818-1891), rimasto a capo del loro studio di avvocati di Chicago, il deputato whig Abraham Lincoln, sul punto di perdere il suo mandato al Congresso, tiene una lezione di filosofia politica. Affaticato da mesi di battaglie politiche contro la «guerra messicana», ferito dalle proposte di «exceedingly painful» tenute dal suo amico (che egli descrive come «a labourious, studious young man», il futuro presidente americano rilascia i suoi insegnamenti «so Lincolnian/così lincolniano»: «The way for a young man to rise is to improve himself every way he can, never supecting that any body wishes to hinder him».
Online dal: 26.09.2017
Seguendo i filosofi Illuministi, gli spiriti liberali - dei quali Mill fece parte - designano la libertà d'espressione come un diritto fondamentale dell'Uomo. In questo piccolo autografo, con un timbro a secco «JSM», composto di tre fogli destinati ad essere spediti, il filosofo ricopia un passaggio del suo celebre «On Liberty» del 1869, tolto dal capitolo II: «Of the Liberty of Thought and Discussion». Mill vi sottolinea che l'umanità non ha né il diritto di ridurre al silenzio un'opinione isolata né quello di far tacere l'umanità, se essa ne avesse il potere. Prima di entrare in possesso di Martin Bodmer, questo biglietto è stato acquistato nel 1923 dallo scrittore Stefan Zweig.
Online dal: 22.06.2017
Questo album, rilegato in pelle, contiene circa 35 dediche e disegni di persone con le quali il ramaio e commerciante di vini sciaffusano Christoph Fischer (1691-1770) mantenne dei contatti nel corso della sua vita. Dalle annotazioni in latino, tedesco, francese e inglese, è possibile ricostruire due viaggi di Fischer a Londra, periodo al quale risalgono la maggior parte delle dediche: dal 1747 al 1750 via Ginevra, Lione, Parigi verso Londra e nel 1758 via Strasburgo, Francoforte, Amsterdam verso Londra. Alcune annotazioni risalgono a membri della famiglia sciaffusana Schalch, con la quale Fischer era imparentato, e tra queste vi è un acquerello non datato dell'artista Johann Jakob Schalch (1723-1789) (p. 122), che tra il 1754 e il 1773 visse a Londra e all'Aia. Dopo la morte di Fischer l'album fu continuato: annotazioni del 1773 (p. 65) e 1820 (p. 215). Nel manoscritto cartaceo sono rilegate numerose pagine di pergamena (pp. 1-2, 19-20, 47-48, 115-116, 181-182) e in un secondo momento sono stati incollati alcuni fogli di carta (pp. 39a-b, 55a-b, 147a-b), rispettivamente sovraincollate le pagine con le illustrazioni (p. 43, p. 125, p. 127). Le annotazioni non sono ordinate cronologicamente e si alternano a numerose pagine bianche.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto cartaceo rilegato in pelle con incisioni dorate (la data 1791 nei quattro gli angoli) costituisce l'album di ricordi di Johann Conrad Fischer (1773-1854), ramaio, metallurgo, imprenditore e politico di Sciaffusa. Dalla sua fabbrica di acciaio colato, fondata nel 1802, si sviluppò l'odierna Georg Fischer SA. L'album contiene dediche e disegni di circa 70 persone con le quali il Fischer mantenne dei contatti nel corso della sua vita, tra i quali il suo docente di matematica Melchior Hurter (1735-1811) (p. 1), il professore Johann Georg Müller (1759-1819) (p. 49), il medico zurighese Johann Balthasar Zwingli (1764-1817) (p. 164), lo scrittore Heinrich Zschokke (1771-1848) (p. 175), il prozio di Fischer Lorenz Spengler (1720-1807), capo della Camera Reale delle Arti danese a Copenhagen (p. 43), e il figlio di questi Johann Conrad Spengler (1767-1839) (p. 105). La maggior parte delle annotazioni in tedesco, francese, inglese e danese, risale al suo anno itinerante quale membro della compagnia dei ramaioli, quando egli viaggiò, via Francoforte, Chemnitz, Dresda, verso Copenhagen, e poi verso Londra. Seguono poi alcune sporadiche annotazioni fino al 1841. Le annotazioni non sono in ordine cronologico e si alternano a fogli incollati (p. 3a-b, 48a, 111a-d) e numerose pagine bianche. La paginazione risale all'epoca di origine dell'album.
Online dal: 22.06.2017
Redazione dell'anglossassone Giuseppe Scoto; scritta intorno all'860. Allegata vi è la più antica copia rimasta della lettera di Cuthberto, allievo di Beda il Venerabile, all'amico Cuthwin, con il ragguaglio sulla morte di Beda nell'anno 735. In questo resoconto è contenuta la Lettera sulla morte di Beda in antico inglese Fore there neidfaerae ... nella versione più antica nel dialetto nordumbro di Beda. Il manoscritto si conserva tuttora nella sua legatura originale di epoca carolingia.
Online dal: 04.11.2010