Breviario con le letture notturne per il Mattutino (lectiones matutinales) per la preghiera delle ore dei monaci di S. Gallo. Contiene le letture De tempore (per le feste solenni di Natale, Pasqua e Pentecoste, iniziando con la prima domenica di Avvento), e le letture De sanctis (per le feste dei santi).
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto contiene le letture per i notturni del mattutino, dell'ufficio notturno, delle domeniche, delle feste e dei giorni feriali. Comprende il Proprium de tempore dal primo Avvento alla fine dell'anno liturgico (comprese le feste dei santi tra Natale e l'Epifania). Poiché il matutinale non contiene quattro letture per ogni notturno della domenica, come sarebbe consuetudine nell'ordine benedettino, ma solo tre, non può essere stato scritto originariamente per il monastero di S. Gallo. Alle pp. 233/234 si trovano numerose aggiunte marginali del XIV o XV secolo alla festa della Trinità. La decorazione è costituita da lombarde rosse e semplici iniziali, alcune con filigrana accennata (ad es. a p. 75). La pergamena presenta numerosi fori, alcuni con risarciture. Molte pagine sono state tagliate al di sotto dello specchio di scrittura. Una striscia di un manoscritto liturgico dell'XI secolo è rilegata intorno al primo e all'ultimo fascicolo del codice come brachetta (la metà posteriore della striscia intorno all'ultimo fascicolo è paginata come p. 414/415). Sulla coperta anteriore c'è l'impronta di una pagina di un salterio del XIII secolo, su quella posteriore quella di un sacramentario (?) dell'XI secolo.
Online dal: 14.12.2022
Il codice, scritto nel sec. XIII, contiene un lezionario del mattutino per le feste dei santi ed un antifonario per tutto l'anno liturgico. L'antifonario porta il titolo In nomine domini incipiunt antiphone secundum morem Marbacensis ecclesie. Tuttavia non si tratta probabilmente di un manoscritto dal monastero riformato di Marbach in Alsazia. In base agli offici, che indicano un collegamento con S. Gallo, è piuttosto da supporre una origine nel monastero di canonici regolari di S. Lorenzo di Ittingen, che era di propietà del monastero di S. Gallo, ma che seguiva le Consuetudines di Marbach. Il foglio di guardia anteriore (p. 2/1) contiene una grande parte dell'officio di Gallo, probabilmente da un manoscritto del sec. X/XI. Vi sono trascritte sia le letture che i canti (questi ultimi con neumi). La successione dei responsori e delle antifone non corrisponde a quella nell'antifonario di Hartker, Cod. Sang. 391.
Online dal: 20.12.2012
Martirologio di Adone di Vienne († 875), la cui parte principale probabilmente non à stata scritta a S. Gallo. Il manoscritto tuttavia vi si conserva dall'XI secolo (aggiunte alle vite dei santi di S. Gallo). Alla fine del volume ci sono delle notizie annalistiche su di una cometa del 1264, date nel calendario, notizie riguardanti la costruzione della città di Milano e Alessandria, sulla fondazione del monastero cistercense di Wettingen e sul dissidio tra l'imperatore Federico II ed il figlio Enrico VII intorno al 1236, e sulla prigionia di quest'ultimo, così come degli esametri riguardanti la corretta preparazione delle ostie (pp. 601-602).
Online dal: 13.12.2013
Il piccolo volume contiene frammenti liturgici dei secoli XII e XIII. Provengono da sei diversi manoscritti (principalmente breviari/salteri), di alcuni dei quali si sono conservato più fogli, di altri solo poche righe. Il primo frammento (cc. 12r-34v) è scritto in latino ma presenta delle rubriche in tedesco, il che fa pensare ad un breviario per uso privato. Secondo una sua nota manoscritta alla c. Ar, il volume fu probabilmente composto da Ildefons von Arx.
Online dal: 25.04.2023
Il piccolo libro di preghiere contiene quattro unità di testo più lunghe, tre delle quali possono essere definite preghiere mariane: un salterio breve, che combina il versetto iniziale di un salmo con un'Ave Maria (pp. 5-35), una lunga litania di santi (pp. 37-68), le «Gioie di Maria» (pp. 69-180), e un altro salterio breve strutturato come il primo, ma scegliendo altri versetti dei salmi al posto di quelli iniziali (pp. 180-200). Il manoscritto è interamente scritto da una mano esperta e contiene rubriche e iniziali rosse e blu. I testi sono preceduti da un fascicolo con due miniature a piena pagina (a p. 2 Maria in trono con il Bambino in grembo, a p. 3 la flagellazione di Cristo). L'unico riferimento a un possibile luogo di origine del codice è la menzione di s. Abbondio di Como (p. 56). Scherrer ipotizza quindi che possa essere stato scritto in Italia per dei benedettini; Scarpatetti pensa che sia stato prodotto in, o per, un capitolo laico o un convento femminile. A p. C si trova una nota di possesso, probabilmente post-medievale, di un certo Jodokus Graislios in scrittura greca. Nel XVIII secolo il volume ha ricevuto l'attuale spoglia legatura e una nota di possesso del convento, poi incorporato da S. Gallo, di S. Giovanni in Thurtal, dal quale il manoscritto è giunto nella biblioteca abbaziale (p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto trasmette prima le antifone, gli invitatori e i responsori di alcuni uffici per i santi, e poi i versetti di alleluia e le sequenze per alcune feste per i santi. La maggior parte dei canti è corredata di una notazione neumatica senza linee. Il supplemento a p. 112, aggiunto ancora prima del tornante al XV secolo, presenta una notazione neumatica su linee. Poiché il rivestimento in pelle del dorso e della copertina posteriore è completamente mancante, l'attaccatura dei piatti, risalente all'epoca gotica, è ben visibile dall'esterno. Secondo la nota di possesso a p. 3, nel XVIII secolo il manoscritto si trovava nel monastero di St. Johann nel Toggenburgo.
Online dal: 25.04.2023
Manoscritto composito contenente prevalentemente dei testi a carattere teologico così come, quale parte preponderante, il Vocabularius Ex quo (pp. 61–212). I rimanenti testi sono un commento all'innario nel quale si alternano la strofa di un inno e la rispettiva spiegazione (pp. 1–56), il breve trattato De humani cordis instabilitate (pp. 57–60), Prediche (pp. 212–229, 240–268 e 268–273), la Vita di Alberto Siculo (pp. 230–239), lo Speculum humanae salvationis (pp. 274–335), un breve trattato sui vizi e le virtù chiamato Etymachia o Lumen animae (pp. 335–345), estratti da Gerolamo, Agostino e altri (pp. 346–368), così come lo Speculum ecclesiae di Ugo di S. Caro (pp. 370–391). L'ultimo testo è scritto su pergamena palinsesta, la cui scriptio inferior è una rotunda. Sono rimaste quattro iniziali filigranate in rosso e blu nell'ultimo testo (pp. 372, 373 e 375). Sulle ultime pagine responsori per Natale (Descendit de celis deus verus), la festa di s. Marco (Beatissimus Marcus discipulus) e Commune plurimum martyrum (Viri gloriosi sanguinem fuderunt), poi il tropo pasquale (Quem queritis), con melodie e notazione quadrata su quattro linee (pp. 392–394). Il manoscritto è costituito di pergamena e carta, mescolati talvolta addirittura all'interno di un fascicolo. Il codice si trova al più tardi dal 1553/64 nel monastero di S. Gallo (timbro della biblioteca p. 60).
Online dal: 23.06.2016
Il pesante manoscritto (del peso di quasi 17 kg.), realizzato intorno al 1200, contiene le trascrizioni in lingua latina di opere di storia universale, della chiesa e dei popoli, come per es. la storia universale di Orosio, la storia della chiesa di Eusebio di Cesarea, la Summa della storia biblica (Historia Scholastica) di uno dei primi studiosi della scolastica, il parigino Pietro Comestore († intorno al 1179), la storia della prima crociata di Rigoberto di Reims, la storia dei Longobardi di Paolo Diacono, la storia ecclesiastica del popolo inglese di Beda il Venerabile o la vita di Carlo Magno di Eginardo.
Online dal: 04.10.2011
Manoscritto contenente una collezione di vite di santi vissuti intorno al 900. Tra esse la Vita del monaco sangallese Notkero Balbulo, composta da un monaco sconosciuto agli inizi del secolo XIII. Il codice contiene anche il cosiddetto «St. Galler Schularbeit» (dapprima detta «Lettera di Ruodperto»), databile al secolo XI.
Online dal: 12.12.2006
Manoscritto miscellaneo agiografico contenente un gran numero di vite di santi, per lo più benedettini; trascritto e rilegato in un volume nell'abbazia di San Gallo tra il X e il XIII secolo. Contiene, tra le altre, le vite dei santi Remaclo, Gangolfo, Willibrordo (composta da Alcuino di York), Ulrico di Augusta (composta dall'abate Berno di Reichenau) e di Magno (Vita più antica e Vita più recente). Tra le due versioni della vita di Magno è interposto un disegno a penna raffigurante la guarigione di un cieco a Bregenz, sul Bodensee.
Online dal: 20.05.2009
Il codice contiene i miracoli di s. Tommaso di Canterbury, che il monaco benedettino Benedetto di Peterborough iniziò a raccogliere dopo la sua uccisione avvenuta il 29 dicembre 1170. Il manoscritto, che contiene una bella iniziale con tralci a p. 12, è stato vergato da due mani verso la fine del XII o l'inizio del XIII secolo in area tedesca sudoccidentale. La raccolta di miracoli è suddivisa in quattro libri, anche se gli ultimi nove capitoli (IV.95-96, V.1-4, VI.1-3 dell'edizione) e la lettera del vescovo di Durham, Hugh du Puiset posta alla fine, non sono più numerati. Il manoscritto è menzionato nel catalogo della biblioteca del monastero di S. Gallo del 1461.
Online dal: 23.06.2016
Il manoscritto contiene l'opera più importante del filosofo scolastico parigino Pietro Comestore († 1179): la sua Historia scholastica, un riassunto della storia biblica dalla creazione all'Ascensione completata intorno al 1169-1173. È scritto da tre mani della fine del XII/inizio del XIII secolo, con note marginali di diverse mani dal XIII al XV secolo. In fondo alla p. 2 c'è il nome dello scrittore Uolricus.
Online dal: 18.06.2020
Contiene la più antica copia esistente della cronaca abbaziale Casus Sancti Galli del monaco sangallese Eccardo IV (ca. 980 – ca. 1060), nonché copie dei Casus Sancti Galli del monaco Ratperto e il testimone principale della continuazione anonima di tale cronaca abbaziale (Continuatio Casuum Sancti Galli).
Online dal: 12.06.2006
Manoscritto composito del sec. XIII composto di otto parti: 1) estratti dai martirologi del monaco di S. Gallo Notkero Balbulo e di Adone di Vienne (pp. 3-10), 2) copia della Historia Scholastica di Pietro Comestore fino circa a metà (pp. 11-234), 3) i Canones apostolorum et conciliorum prolati per Clementem papam in un fascicolo di formato minore e di altra mano (pp. 235-252), 4) estratti dall'opera Panormia di Ivo di Chartres (pp. 246b-252b), 5) la Historia Langobardorum di Pietro Diacono con gli annessi di Andrea da Bergamo (pp. 253a-272b), 6) la Historia Hierosolymitana di Roberto Monachus Remigiensis (pp. 273a-313a), 7) delle appendici sulla storia del diritto, sullo scisma della chiesa di Utrecht e sulla morte di Corrado III (p. 313), 8) estratti dalla Chronica pontificum et imperatorum, ab Hadriano usque ad Constantinum di Martino di Troppau (Martinus Polonus; pp. 314-330).
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto contiene la Historia Regum Britannie di Geoffrey of Monmouth (circa 1100-1154) (pp. 3-121, Incipit Prologus in brittannicam hystoriam); estratti dai Collectanea rerum memorabilium di Solino (pp. 122-128) e la Epistola presbiteri Johannis, la cosiddetta lettera del Prete Gianni (pp. 128-130), tutti in latino. Il volume è menzionato nel catalogo della biblioteca del 1461.
Online dal: 23.06.2014
Questo voluminoso codice è stato vergato da una sola mano a cavallo tra il XIII e il XIV secolo in un ductus alquanto variabile. Contiene una raccolta tematica di brevi exempla e riflessioni sulle virtù e sui vizi (pp. 3-658), forse tratti da Stefano di Borbone o da Humbertus de Romanis. Questa summa è consultabile tramite un indice redatto da una mano più tarda (pp. 659-661), che aggiunge anche la foliazione. Il manoscritto è interamente rubricato e contiene iniziali di due righe rosse e blu. Quale foglio di guardia anteriore vi è un frammento di documento del 1295. La legatura in pelle rossa conserva ancora i resti di un fermaglio tardomedievale.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto del XIII secolo è di origine sconosciuta. Contiene (guardia anteriore-p. 185) una versione abbreviata del Decretum Gratiani di Wernher von Schussenried del 1207, seguita da due ordines iudiciarii, cioè scritti sul processo romano-canonico, che i due inglesi Richard de Mores (pp. 186-271) e Rodoicus Modicipassus (già attribuito ad un Otto Papiensis; pp. 276-380) produssero nell'ultimo quarto del XII secolo. Nei margini della versione abbreviata del Decretum Gratiani, è stato aggiunto quale terzo documento processuale (guardia anteriore-p. 35) l'effettivo Ordo iudiciarius del giurista bolognese Tancredi del 1216, ma lasciandolo incompleto.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto è composto da tre parti. La prima parte (pp. 1-90) con il sommario penitenziale o confessionale di Heinrich von Barben (pp. 3-90), scritta in textualis, è stata completata, secondo il colophon (p. 90), il 24 febbraio 1309. Nella seconda parte (pp. 91-146) un catalogo di domande per la confessione (pp. 91a-145a) viene tramandato in una textualis del XIII o XIV secolo, ed è stato integrato nel XV secolo da informazioni sullo scioglimento delle abbreviazioni giuridiche (pp. 145a-145b). La terza parte (pp. 147-206) contiene una raccolta di documenti e formule dalla Germania settentrionale (pp. 147a-205b), scritta da due mani diverse in scrittura semi-corsiva minuscola e scrittura libraria corsiva nel XIV secolo. Il manoscritto in tre parti è molto probabilmente reperibile nel catalogo del monastero di San Gallo del 1461.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto contiene l'apparato per la Compilatio tertia, redatto intorno al 1210-1215 da Vincentius Hispanus, cioè una voluminosa e stabile mole di glosse a spiegazione di una raccolta di decretali di papa Innocenzo III. La particolarità del manoscritto sta nel fatto che si tratta di un esemplare italiano di questo apparato di glosse (senza il testo della Compilatio tertia) del XIII secolo, realizzato con il sistema della pecia. Questo tipo di copie veniva utilizzato nelle università come modello approvato per la riproduzione in serie dei testi giuridici e delle loro glosse.
Online dal: 22.09.2022
Il manuale per la confessione di Magister Simon riprende in gran parte la Summa de poenitentia e la Summa de matrimonio di Raimondo di Peñafort. Contiene un atto di accusa che ne suggerisce un'origine nella diocesi di Parigi intorno al 1250 o poco più tardi. Secondo la nota di possesso a p. 1 il manoscritto, copiato da due mani nella seconda metà del XIII secolo o nella prima metà del XIV, si trovava nel monastero di S. Gallo non più tardi del 1478.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto di diritto canonico contiene sotto la denominazione Breviarium extravagantium o Compilatio prima una nota raccolta di decretali papali compilata da Bernardo di Pavia, il primo decretalista, intorno al 1189-1190. Oltre a delle non meglio precisate glosse più antiche, su alcune pagine si ritrovano accanto alle due colonne del Textus inclusus degli estratti dall'apparato di glosse di Tancredi di Bologna nella prima recensione, da lui redatta intorno al 1210-1215. Il testo, le iniziali e le glosse risalgono alla fine del sec. XII, rispettivamente inizio del sec. XIII, e sono stati realizzati in Francia.
Online dal: 19.12.2011
Copia rappresentativa delle Decretali di papa Gregorio IX (papa dal 1227 al 1241), scritta in gotica rotunda italiana. Il testo delle Decretali è incorniciato dalla cosiddetta Glossa Ordinaria, un commento giuridico del canonista Bernardo de Botone da Parma († 1266), scritto intorno al testo principale. Questo commento è stato più tardi intensivamente rielaborato e glossato. L'inizio di ognuna delle cinque parti nelle quali è suddiviso il testo è decorato da una raffigurazione scenica del contenuto.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto in due parti è stato scritto in Italia nel periodo compreso tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. Tramanda da una parte scritti a carattere procedurale, tra i quali il poco conosciuto Ordo iudiciarius Quoniam ut ait apostolus, e dall'altra repertori e opere generali sul diritto decretale. Il manoscritto venne probabilmente in possesso, del cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († 1456) tramite un canonico zurighese, prima di giungere in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo nel XVI secolo.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto, ornato da iniziali filigranate e da alcuni disegni a penna, fu scritto in Italia nella seconda metà del XIII secolo o al più tardi all'inizio del XIV sec. Trasmette il Codex Justinianus (Libri 1–9), il relativo apparato di glosse di Accursius e un gran numero di altre glosse nei margini. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite i due cittadini di S. Gallo Conrad Särri e Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto in pergamena contiene essenzialmente i riassunti della maggior parte del Corpus iuris civilis, ossia i libri 1-9 del Codex, delle Istituzioni e dei Digesti. Questi riassunti, simili a libri per l'insegnamento, sono in gran parte attribuiti al giurista bolognese Azzone da Bologna († 1220). Il manoscritto, prodotto nell'Italia settentrionale nel XIII o XIV secolo, presenta all'inizio di p. 7a due iniziali più grandi a colori, di cui una con un drago, e in seguito numerose iniziali più piccole filigranate.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto, composto di quattro parti, fu scritto principalmente nella seconda metà del XIII secolo, rispettivamente nella prima metà del XIV secolo in Italia e forse in parte in Francia. Trasmette i Tres libri Codicis (i Libri 10–12 del Codex Justinianus) con le glosse, il Libri feudorum, la rispettiva Glossa ordinaria e altri brevi scritti. Particolarmente preziose sono le glosse preaccursiane, che in parte si conservano nella forma originale ai Tres libri Codicis. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite il cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto contiene le Sentenze di Magister Bandinus, autore di un riassunto dei Libri quatuor sententiarum di Pietro Lombardo. Come nota Ildefons von Arx (p. 1), il testo è identico a quello del Cod. Sang. 769 ad eccezione del quarto libro che, come quello del Lombardo, è dedicato ai sacramenti (pp. 147-186). Copiato su due colonne, rubricato e decorato con semplici iniziali rosse all'inizio dei capitoli, il testo è stato rivisto, corretto e integrato da aggiunte.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto è composto da più parti e comprende più testi di contenuto diverso. La prima parte (pp. 1-106), in carta, contiene un libro sinodale (pp. 1-81), nonché le Auctoritates sanctorum (pp. 82-105) le quali, secondo il colophon (p. 105a), furono copiate da Johannes Gaernler nel 1378 o 1379. Al di sotto il colophon vi è un disegno, forse opera del copista, di un uomo (un re?) che regge una coppa. Seguono diversi fascicoli in pergamena (pp. 107-224) con sermoni, disposizioni relative alla penitenza, ecc. che datano in parte al XIII e in parte al XIV secolo. La parte finale del manoscritto, su carta (pp. 225-471), contiene, accanto al penitenziale di Johannes de Deo (pp. 284-315), sermoni, testi ascetici e teologici (pp. 316-471) copiati nel XIV secolo. Secondo una nota di possesso (p. 471) il manoscritto, o l'ultima parte di esso, è stato ritrovato al più tardi alla fine del XV secolo nell'abbazia di San Gallo. La legatura floscia presenta sul dorso un bel motivo a intrecci.
Online dal: 22.09.2022
Questa raccolta di questioni scolastiche comprende principalmente domande sulla dottrina dei sette sacramenti, ma alla fine (p. 140b) anche sui dieci comandamenti. La textualis, su due colonne, è strutturata con lombarde rosse, titoli e lettere iniziali rubricate. Le frasi interrogative (sopratutto subordinate) sono marcate da segni di paragrafo rossi. Sul verso della carta di guardia posteriore (p. 142) si trova il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). La coperta anteriore della legatura di assi di legno è rivestita in pelle chiara. Il rivestimento marrone scuro del dorso, che ricopre in parte la coperta anteriore, reca tracce di un ferro con un mezzo ovale. La controguardia anteriore è costituita da un frammento di pergamena, incollato al rovescio, contenente un testo giuridico chiaramente leggibile, che menziona l'arcivescovo di Reims e il vescovo di Laon.
Online dal: 06.09.2023
Il tema principale trattato in questo volume composito in latino e tedesco è quello dei sermoni. Si compone di cinque parti di diverso formato (parte I: pp. 5-48; parte II: pp. 49-84; parte III: pp. 85-108; parte IV: pp. 109-144; parte V: pp. 145-156), scritte da mani diverse in minuscola gotica di vari moduli. Sono state identificate le seguenti opere: la prima parte contiene i sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona, ovvero quattro Sermones de dominicis (pp. 5-17) a piena pagina e, su due colonne, un altro Sermo de dominicis, cinque Sermones de sanctis e un Sermo ad religiosos (pp. 21a-28b). La seconda parte inizia con il sermone su Io 18,1 Quando hominem... (pp. 49a-67b, Hamesse 25446). La terza parte contiene cinque sermoni in latino e tedesco con una preghiera per un papa Benedetto (pp. 98-108). La successiva quarta parte presenta il Dialogus Beatae Mariae et Anselmi de passione Domini (pp. 109-124), attribuito nel medioevo all'arcivescovo Anselmo di Canterbury. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo presenta una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde, di cui sono ancora visibili solo gli inizi. L'indice di Pius Kolb è stato completato da Ildefons von Arx (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Esemplare completo delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160). I titoli dei capitoli si trovano rispettivamente raccolti all'inizio di ogni libro (pp. 3-5, 91-93, 170-171, 229-231). Con alcune iniziali con figure in rosso con verde, blu e giallo pallido (p. 6: messa e sinagoga con ecclesia; p. 172: Annunciazione; p. 232: Buon samaritano) e numerose iniziali filigranate rosse e blu. Molte annotazioni marginali. Alle pp. 325/326, capovolta, scrittura sbiadita del XV secolo (?); all'interno della coperta posteriore impronta di due pagine di un manoscritto carolingio, in parte almeno da Origene Homilia VIII in Ezechielem.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto costituisce un esemplare completo dei quattro libri delle Sentenze (Libri quatuor sententiarum) di Pietro Lombardo (pp. 4-430), preceduti e seguiti da una serie di versi latini, in parte in esametri leonini (pp. 3 e 430-431). Questa bella copia del XIII secolo, su due colonne, è completamente rubricata. I nomi abbreviati degli autori citati nel testo sono anche copiati in rosso nel margine. Le citazioni sono talvolta indicate da un lungo tratto verticale rosso, a volte terminante con un fiore. Il prologo (p. 4a) e i quattro libri delle Sentenze (p. 8b, 126b, 237a e 315a), così come le tavole dei capitoli dei libri II e III (p. 123a e 235a), sono introdotti da un'elegante iniziale rossa o bicolore rossa e nera. Il manoscritto si presenta con una rilegatura in legno del XV secolo, tipica dell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto composito con testi sulla logica e la dialettica aristotelica (AL 1160) è stato impaginato in modo uniforme, vergato in textualis da mani diverse e riccamente annotato di glosse marginali e interlineari. La prima parte comprende l'Isagoge di Porfirio (pp. 1-17), gli scritti di Aristotele Categoriae (pp. 17-46) e De interpretatione (pp. 46-63) nella traduzione di Boezio, la compilazione aristotelica anonima del XII secolo Liber sex principiorum (pp. 63-78) e l'opera De divisione di Boezio stesso (pp. 78-96). La seconda parte inizia con il De differentiis topicis di Boezio (pp. 97-148). La terza parte contiene i Topica di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 149-287). Segue il De sophisticis elenchis (pp. 288-322) di Aristotele nella traduzione di Boezio. La quarta parte inizia con l'Analytica priora di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 323-392). Il resto di p. 392 è ancora rigato, ma per il resto è vuoto. La p. 393 è completamente bianca. La p. 394 è stata utilizzata per delle annotazioni. La quinta parte contiene la traduzione latina degli Analytica posteriora di Aristotele (pp. 395-434). La rilegatura ha una copertina verde (o blu) decorata con grandi rombi (filetti o a inchiostro). Il capitello è cucito in blu naturale. In origine il volume aveva due ganci di chiusura con un semplice chiodo sulla superficie del piatto posteriore. All'interno del piatto anteriore sono annotati diversi nomi: dasz buch ist [cancellato] wirt oder sinez bruoder [sic] [...] Rug Hanns [...] Jacob Wirt von Sant Gallen [...] Maister Cuonrat [...]. A p. 41 è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Si trovano disegnate delle maniculae (pp. 36, 93, 276, 302, 352, 416, 432 e 434), procedure topiche (p. 132), una scena di torneo (p. 241), una banderuola con l'anno ·1·5·6·7 (pp. 244, 245), nudi (pp. 254, 432, controguardia posteriore), vignette (p. 300), una secante (p. 350), predicamenti (p. 354, 366) e corone (controguardia posteriore).
Online dal: 06.09.2023
Versione diligentemente annotata dell'opera di Aristotele De natura animalium tractatus XIX, nella trascrizione latina dell'erudito Michele Scoto († intorno al 1235); scritto nel sec. XIII e decorato da una iniziale istoriata I, parzialmente dorata, raffigurante un uomo seduto davanti ad un libro. Nel 1453 il codice si trovava in possesso di un Giovanni Kalb da Wangen (Allgäu); è rilegato in una legatura floscia.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto filosofico del XIII/XIV sec. con le versioni latine dell'opera Liber de definitionibus dell'ebreo Isaak ben Salomon Israeli che visse in Egitto e Tunisia († intorno al 932), dell'opera De quinque essentiis del filosofo e matematico arabo Al-Kindi (latinizzato Alkindus; † 873), del Liber de causis, erroneamente attribuito ad Aristotele, così come l'inizio dell'opera De differentia spiritus et animae del filosofo arabo Qusta ibn Luqa (latinizzato Costa ben Luca; 820-912). Il codice è rilegato con una legatura floscia danneggiata.
Online dal: 15.04.2010
La prima parte del manoscritto contiene alle pp. 3-44 i Canones in motibus caelestium corporum, un manuale di istruzioni e spiegazione delle tavole successive, oltre a un'aggiunta, nella stessa impaginazione e scrittura, alle pp. 44-46. La seconda parte contiene alle pp. 47-203 le Tabulae Toletanae. Si tratta di tabelle per il confronto di diversi calcoli del tempo, per il calcolo dei movimenti planetari e delle eclissi, per l'astronomia sferica e con elenchi di stelle e luoghi. La scrittura di modulo ridotto, tra una gotica minuscola e una textualis semplificata, rimanda molto probabilmente alla seconda metà del XIII secolo o alla prima metà del XIV secolo (contrariamente a Scherrer), la «s» finale rotonda che scende sotto la riga fa pensare forse all'Italia. A p. 204 si trovano uno zodiaco, l'inno mariano Gaude virgo gratiosa (AH 9, p. 54) e un altro testo della stessa epoca. Secondo l'annotazione N. 102 a p. 3, il manoscritto è giunto alla biblioteca abbaziale nel 1768 come parte del lascito di Ägidius Tschudi (1505-1572). La rilegatura in cartone con dorso e angoli rinforzati in pelle, così come i bifogli cartacei che fungono da controguardie e carte di guardia anteriori (p. 1/2) e posteriori (p. 205/206), risalgono ai decenni intorno al 1800.
Online dal: 20.12.2023
Questo manoscritto, scritto su due colonne e in maniera molto uniforme da tre copisti principali anonimi e da quattro copisti secondari (chiamato anche "St. Galler Epenhandschrift"), offre in una prima redazione una raccolta unica nel suo genere di racconti di eroi e cavalieri in alto tedesco medio. Contiene il "Parzival" (pp. 5−288; versione D) di Wolfram von Eschenbach, la Canzone dei Nibelunghi (pp. 291-416, versione B) con la conclusiva "Klage" (Il lamento) (pp. 416-451; versione B), il racconto "Karl der Grosse" (pp. 452−558; versione C) di Stricker, il racconto in versi "Willehalm" (pp. 561−691; versione G) di Wolfram von Eschenbach così come cinque strofe ("Sangspruchstrophen") di Friedrich von Sonnenburg (pp. 693; versione G). Sicuramente fino al 1768, data dell'acquisizione del codice da parte del monastero di S. Gallo, si trovavano in questi volume alla fine anche frammenti dell'epopea in versi "Die Kindheit Jesu" di Konrad von Fussesbrunnen e Unser vrouwen hinvart di Konrad von Heimesfurt. Queste due ultime opere vennero tolte prima del 1820 dal manoscritto con i poemi epici e si trovano ora nella Staatsbibliothek Preussischer Kuturbesitz a Berlino (mgf 1021), rispettivamente nella Badische Landesbibliothek di Karlsruhe (Cod. K 2037). Il manoscritto, illustrato da 78 iniziali dipinte in modo uniforme da artisti sconosciuti della scuola miniaturistica padovana, fu commissionato da un committente agiato, interessato alle epopee in alto tedesco medio. Il primo proprietario noto fu l'uomo universale e umanista glaronese Aegidius Tschudi (1505−1572), il cui lascito di manoscritti poté essere acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1768.
Online dal: 08.10.2015
Le Lettere dal Ponto di Ovidio sono l'unico testo contenuto in questo manoscritto, copiato in minuscola gotica da un'unica mano nel XIII secolo. Raggruppate in quattro libri nelle edizioni moderne, le 46 lettere, elegie poetiche legate all'esilio del poeta a Tomi, si susseguono qui senza soluzione di continuità. Le iniziali semplici dipinte in rosso si distinguono l'una dall'altra fino a p. 66; in seguito, ci sono solo spazi riservati per quelle non realizzate. Oltre alle maniculae lungo i margini, sono presenti numerose glosse, interlineari o marginali, che risalgono più o meno allo stesso periodo della copia.
Online dal: 22.09.2022
Traduzione in antico alto-tedesco, corredata di commento, del De nuptis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella; due commenti ai Vangeli databili ai secoli XII-XIII. La traduzione e il commento, databili al secolo XI e limitati ai primi due libri dell'opera di Capella, sono opera di Notkero il Germanico. Sono stati trascritti per la maggior parte su un precedente testo delle Institutiones Grammaticae di Prisciano di Cesarea, leggibile solo in minima parte.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto pergamenaceo contiene alle pp. 3-87 la Poetria nova di Galfredus de Vino Salvo. Si tratta di una guida in oltre 2.000 esametri per la redazione di poesie. Gli esametri appaiono in 25 righe di versi al centro della pagina e sono accompagnati da commenti e glosse contemporanei. La scrittura, una textualis semplificata, rimanda alla seconda metà del XIII secolo o alla prima metà del XIV secolo (contrariamente a Scherrer). Sulle pp. 9 e 88 figura il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564, a p. 1 l'antica segnatura S. n. 312 con una nota sul contenuto di Pius Kolb e a p. 2 una annotazione di Franz Josef Mone del 1819. La rilegatura in mezza pelle lascia visibile la legatura romanica.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto contiene un trattato grammaticale latino, il cui inizio è probabilmente andato perduto. Secondo Bursill-Hall (p. 229), si tratta di un commento anonimo alle Institutiones grammaticae di Prisciano. Il testo a due colonne è diviso solo da occasionali maiuscole nello stesso inchiostro di testo. La scrittura minuscola risale probabilmente al XIII secolo (contrariamente all'opinione di Scherrer). I fogli di pergamena hanno spesso margini irregolari e le loro dimensioni variano da fascicolo a fascicolo. A p. 145 si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564. A p. 3 Pius Kolb ha apposto l'antica segnatura D. n. 268 e una nota sul contenuto. La rilegatura in cartone con dorso rinforzato e angoli rinforzati in pelle, così come le controguardie e le guardie anteriori e posteriori (p. 1/2, 148/149), risalgono ai decenni intorno al 1800.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto contiene dei sermoni per l'anno liturgico ed è stato copiato da una mano regolare in una minuscola gotica del XIII secolo. È incompleto all'inizio e alla fine. I sermoni, numerati nel margine superiore, vanno dal VII (Dominica iiii. in quadragesima) al LXXXVIII (In vigilia epiphanie domini). All'inizio di ogni sermone c'è una semplice iniziale rossa alta due righe e un titolo rubricato che indica il giorno in cui il sermone doveva essere letto. Vista la presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 410), il manoscritto deve trovarsi nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo al più tardi dalla metà del XVI secolo. La rilegatura in cartone, rivestita di pergamena bianca e munita di nastri di seta verde a guisa di fermagli, risale al XVIII-XIX secolo.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto in pergamena contiene sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona († 1272) in una copia della seconda metà del XIII secolo o della prima metà del XIV secolo. Inizia con la festa del protomartire Stefano (26 dicembre; p. 1a) e si estende fino alla festa della decollazione di Giovanni Battista (29 agosto; p. 181b). Seguono altri sermoni e testi, due dei quali con il titolo De passione (p. 197a) e De resurrectione (p. 199b). A p. 209 il testo si interrompe alla fine della colonna di destra. Seguono, alle pp. 210a-215a, i sermoni per la Conversio sancti Pauli (p. 210a) e la Purificatio beatae Mariae (p. 213a), anche se queste due feste compaiono già nella parte originale (pp. 23b e 31b). Nel XIV secolo un'altra mano ha scritto nella colonna destra di p. 215 un testo tedesco (Wilt du wizzen wie ...). Secondo un'annotazione a p. 216, il cappellano Jodocus Maiger nel 1433 donò questo libro a Nicolaus Jeuchin o Jenchin, parroco di S. Mangen (una chiesa fuori la città di S. Gallo). Da notare, a p. 111/112, la cucitura decorativa in quadricromia con contorno frastagliato, a p. 150a il disegno a penna e a p. 216 il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura con assi in legno risale probabilmente al XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
La maggior parte di questo manoscritto è costituita da sermoni copiati su due colonne da diversi scribi (pp. 1-144). Le singole omelie sono talvolta introdotte da rubriche e piccole iniziali, alternativamente blu o rosse con filigrana. L'ultima parte (pp. 145-157), di dimensioni più ridotte (19 x 17 cm) e copiata per la maggior parte su una sola colonna, contiene versi leonini e detti versificati. In possesso della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo almeno dalla metà del XVI secolo (si veda il timbro dell'abate Diethelm Blarer a p. 120), il manoscritto è stato nuovamente rilegato nel XVIII-XIX secolo in pergamena bianca incollata su cartone, con lacci di seta verde.
Online dal: 22.09.2022
Il volume in pergamena (pp. 5-162) contiene alle pp. 8-162 una raccolta di sermoni latini per le feste dell'anno ecclesiastico (Temporale e Santorale) in una piccola gotica minuscola del XIII secolo. A p. 7 in alto c'è una tabella con lettere greche come segni numerici e in basso un incipit in maiuscole rosse, in parte coperto dal timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. Un foglio singolo (p. 5/6), probabilmente aggiunto nella seconda metà del XIV secolo, contiene un indice dei sermoni fino all'Assunzione. La raccolta inizia con le prediche per l'Avvento (p. 8) e continua fino all'Esaltazione della Croce (p. 109) e all'Assunzione (p. 112). Seguono altri sermoni, tra cui alcuni Ad populum (p. 157, 162), prima che il testo si interrompa alla fine di p. 162. Le prediche sono solitamente introdotte da un'iniziale decorativa di due o tre righe in rosso, blu e verde. La legatura, così come le carte di guardia cartacee (pp. 1-4, 163-190), risale probabilmente alla fine del XVII o al XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto è stato scritto in textualis probabilmente nella seconda metà del XIII o nella prima metà del XIV secolo. L'antica foliotazione va da I a CLXXXIII e da CCLVI a CCLXXX (foliotazione a matita: 184-209). Oggi fa fede quella a matita A-B, poi a inchiostro rosso I-CLXXXIII e infine a matita 184-216. L'indice, inserito nel XIV secolo nell'ultimo fascicolo separato (cc. 211r-214v), utilizza la numerazione in cifre romane da I a CCLXXVIII senza lacune. Ciò dimostra che, dopo la stesura dell'indice, alcuni fascicoli sono andati perduti dopo il foglio CLXXXIII, già annotato nel XV secolo nell'indice con «vacat». I fogli rimasti tramandano dapprima i sermoni di Bertoldo di Ratisbona († 1272) sulle feste del Signore e dei santi (cc. Ir-CLXXIIIIv) e poi - a causa della già citata perdita di fogli - solo la fine delle sue prediche per il Commune sanctorum (cc. 184r-184v). In mezzo e dopo ci sono altri sermoni (Sermones ad religiosos, Sermones ad speciales) o testi spirituali della stessa mano, ma alla fine (cc. 209r-210r) di una mano diversa. All'indice fanno seguito (cc. 214r-215v) altre aggiunte, probabilmente del XIV secolo, tra cui alcune in tedesco. Secondo la nota di possesso Liber sancti Galli a c. Br, probabilmente nel monastero di S. Gallo al più tardi dal XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto di piccolo formato, scritto da più mani, contiene per lo più sermoni (pp. 3-49). Sono numerati a margine da una mano più tarda (1-39), che ha scritto anche l'intestazione Sermones de tempore e la nota di possesso Liber s. Galli a p. 3. Secondo Schneyer, Repertorium der lateinischen Sermones des Mittelalters für die Zeit von 1150-1350, II.766 e IV.49, e Hamesse, Repertorium initiorum manuscriptorum latinorum medii aevi, n. 31477, tra gli autori dei sermoni figurano Lotario dei conti di Segni (futuro Papa Innocenzo III), Ugo di Santo Caro e Nicolaus de Gorra. Da p. 49 in poi si susseguono testi molto diversi tra loro: alle pp. 49-51 sette brevi lettere o formule epistolari (tra l'altro dall'abate di Isny all'abate di Blaubeuren, dal duca di Baviera a due siniscalchi, dai genitori al figlio all'epoca studente a Padova e dallo studente ai suoi genitori); a p. 51 versetti mnemonici sull'ostia, sui compiti di un confessore, sui sette sacramenti, ecc.; a p. 52 un altro sermone (di Luca di Bitonto; Schneyer, Repertorium, IV.56, n. 88); a p. 53 i Fünfzehn Vorzeichen des Jüngsten Gerichts; a p. 54 la Parabola De rustico et eius domino di Odo di Cheriton; alle pp. 55-62 un Tractatus naturalis, Inc. Cum alterius nature sit truncus, alterius surculus; alle pp. 63-77 un commento al De anima di Aristotele, Inc. Bonorum honorabilium noticiam [...] subiectum huius libri de anima est anima prout est coniuncta corpori. Il manoscritto, privo di ornamenti, presenta una legatura di cartone della prima età moderna, ricoperta da frammenti di un messale a stampa.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene in gran parte delle prediche. Inizia (pp. 1-279) con lo Speculum ecclesiae di Honorius Augustodunensis (ca. 1080 – 1150/1151). Seguono (pp. 279-281) rispettivamente 20 versi sulle Virtù e sui Peccati in esametri leonini, ognuno con una breve spiegazione in prosa. Sulla p. 282, rimasta bianca, è stato aggiunto un disegno a penna dell'Apostolo Paolo. Alla fine (pp. 283-411) i Sermones di Mauritius de Sulliaco (Maurice de Sully, ca. 1120-1196), con un elenco dei capitoli ed un prologo a p. 283. Alle pp. 411-414 un commento alla professione di fede apostolica (inc. Quo nomine vocatur hec doctrina apostolica symbolum, expl. latine dicitur vere fideliter fiat). Il brevissimo testo a p. 415 tratta della comunione per gli scomunicati (inc. Communicans excommunicato, expl. ad correctionem communicabis excommunicato).
Online dal: 22.03.2018
Primo volume di una collezione di frammenti della biblioteca abbaziale di San Gallo («Veterum Fragmentorum manuscriptis codicibus detractorum collectio tomus primus»). Contiene, tra le svariate pagine singole e i diversi testi frammentari, frammenti della fine del IV secolo dell'Eneide e delle Georgiche di Virgilio, importanti da un punto di vista storico-testuale (11 pagine e 8 piccole strisce); 17 parti di testo, di varie dimensioni, dell'inizio del V secolo di una versione vetus latina pre-Vulgata dei Vangeli; frammenti del X secolo di una copia delle commedie di Terenzio; documenti databili tra il IX e il XV secolo; piccoli frammenti in scrittura ebraica; ed il «St. Galler Glauben und Beicht II» (delle formule per la confessione ed una professione di fede dell'XI secolo). Pater Ildefons von Arx (1755-1833) assemblò questo volume miscellaneo nell'anno 1822 e lo dedicò al suo precedente superiore, il bibliotecario dell'abbazia Pater Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823).
Online dal: 31.07.2009
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il primo fascicolo del Cod. Sang. 1397 contiene frammenti con notazione musicale provenienti da sei manoscritti liturgici e, all'inizio, uno con un commento alla metafisica (p. 1-2). Risalgono al periodo compreso tra il X-XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 3° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da nove manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il X fino al XII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 4° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da sei manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il IX fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 5° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da quattro manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 6° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da sei manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 7° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da cinque manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XII fino al XIV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 8° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da cinque manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XI/XII fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 9° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da sette manoscritti liturgici e da un breviario a stampa. Risalgono al periodo compreso tra il X fino al XII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 10° fascicolo contiene frammenti, tra i quali due con notazione musicale, provenienti da sei manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il X fino al XII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 11° fascicolo contiene frammenti tra i quali uno con notazione musicale, provenienti da otto manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il IX fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 13° fascicolo contiene frammenti provenienti da cinque manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 14° fascicolo contiene frammenti provenienti da otto manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XII fino al XIV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 15° fascicolo contiene provenienti da tre manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 16° fascicolo contiene frammenti provenienti da cinque manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il IX fino al XIV/XV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 21° fascicolo contiene frammenti provenienti da cinque manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XII fino al XIV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 2° fascicolo del Cod. Sang. 1398a contiene cinque frammenti provenienti da testi biblici, giuridico, patristico e omiletico. Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 7° fascicolo contiene frammenti provenienti da due manoscritti, il primo con le Tripartita di Ivo di Chartres, il secondo con i Statuti dell'ordine cistercense. Risalgono al periodo compreso tra il XII fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 8° fascicolo contiene frammenti provenienti da sette manoscritti di diritto canonico e di uno testo di logica (p. 23-24). Risalgono al periodo compreso tra il X fino al XV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 9° fascicolo contiene frammenti di contenuto diverso provenienti da dieci manoscritti databili dal IX fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 12° fascicolo contiene frammenti provenienti da sette manoscritti con sermoni, testi biblici e commentari, e le Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe (p. 9-12). Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 13° fascicolo contiene frammenti provenienti da sei manoscritti con testi e commentari alla grammatica, la Sententia de bona fortuna di Egidio Romano (p. 3-10), un sermone et un commentario agli psalmi. Risalgono al periodo compreso tra il XIII fino al XIV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 14° fascicolo contiene frammenti provenienti da cinque manoscritti. Riportano, tra gli altri, il trattato di Hugo di San Vittore, De sacramentis christiane fidei (p. 1-4) e un commentario al Doctrinale di Alessandro di Villedieu (p. 9-12). Risalgono al periodo compreso tra il XII fino al XIV secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il testo halakhico Schibbole ha-leket («Spigolature»), di Zedekia ben Abraham Anaw di Roma (ca. 1225-1297), contiene uno dei primi tentativi di codificare le leggi religiose ebraiche in Italia e di crearne un primo panorama sistematico. Dal punto di vista del contenuto il testo, suddiviso in 12 grandi capitoli con in totale 372 paragrafi, si occupa delle prescrizioni relative all'ordine delle preghiere e delle regole per il Shabbat, i giorni festivi e feriali, accanto a vari altri testi con tematiche halakhiche, che stanno in una dichiarata prospettiva aschenazita. Il manoscritto non è datato. Fu scritto dai copisti Moses e Samuel sia ancora nel periodo di vita o poco dopo la morte dell'autore, e costituisce così una delle prime copie che si conservano di questo testo.
Online dal: 18.12.2014
Si tratta del più antico manoscritto del codice legale di Moses di Coucys e anche del più antico codice datato della collezione Braginsky. Il Sefer Mitzvot Gadol (abbreviato SeMaG) divenne la più importante e accettata fonte per le norme Halakhah. Venne frequentemente citato ed abbreviato e più volte commentato. Il manoscritto venne copiato da Hayyim ben Meir ha-Levi nel 1288, forse a Sierre (Svizzera). Quest'ipotesi si basa sul fatto che la Bibliothèque nationale di Parigi possiede un altro manoscritto (ms. hébr. 370) della stessa opera, dello stesso copista, e che si presume sia stata vergato a Sierre. Più di duecento anni dopo la stesura del manoscritto, nel 1528, Joseph Kalonymos lo acquistò a Posen (Polonia) e lo completò con i pochi fascicoli che all'epoca mancavano.
Online dal: 13.10.2016
Foglio di un calendario – mesi di gennaio e febbraio - proveniente da un manoscritto liturgico (salterio? breviario?). Il calendario è inserito in una cornice che simula delle arcate. Nel mese di gennaio è raffigurato sulla destra a figura intera s. Pietro con le chiavi ed in alto in un medaglione una attività tipica di questo mese: un uomo che si scalda davanti al fuoco. Nel mese di febbraio appare la figura di s. Matteo e nel medaglione in alto un uomo intento a tagliare un albero per procurarsi la legna. Le tracce di piegatura centrale rivelano che il foglio è stato utilizzato quale copertina, probabilmente di un libro.
Online dal: 20.12.2016
Frammento con la raffigurazione di Cristo davanti a Pilato proveniente da una iniziale I, composta da vari medaglioni, che decorava il f. 87a del graduale di St. Katharinental. Nel XIX secolo il foglio fu sottratto dal graduale e i medaglioni venduti separatamente. Dei 9 o 10 medaglioni che originariamente costituivano il corpo della lettera si conoscono oggi, oltre a questo, uno con l'Ultima Cena (Zurigo, Museo nazionale svizzero, LM 71410), la Cattura di Cristo (Norimberga, Germanisches Nationalmuseum Museum, Inv. Mm. 34 kl), la Coronazione di spine (Frankfurt am Main, Städelsches Kunstinstitut, Inv. Nr. 15932), il Trasporto della croce (Frankfurt am Main, Städelsches Kunstinstitut, Inv. Nr. 14312), la Crocifissione (Zurigo, Museo nazionale svizzero, LM 45751) e la Deposizione di Gesù (Frankfurt am Main, Städelsches Kunstinstitut, Inv. Nr. 15933). Il frammento appartiene alla Confederazione svizzera, alla Fondazione Gottfried Keller e al Canton Turgovia.
Online dal: 22.03.2017
Codice miscellaneo proveniente dal monastero di San Gallo; preserva una varietà di testi per lo più brevi dei secoli IX-XV. Contiene anche, tra altri testi del IX secolo, l'unica versione dell'epopea di Carlo Magno di Aquisgrana (o di Paderborn), composta in occasione dell'incontro, avvenuto nel 799, tra Carlo Magno e papa Leone III. Contiene inoltre: l'unico esemplare dei cosiddetti «Carmina Sangallensia» (versi sui dipinti a muro dell'ex Gallusmünster – chiesa di San Gallo –, nel monastero di San Gallo); trattati teologico-canonici e sermoni dei secoli XIV-XV.
Online dal: 20.12.2007
Codice miscellaneo proveniente dal monastero di San Gallo. Contiene testi compresi tra il IX e il XIII secolo. Tra questi, due importanti copie di opere di Alcuino di York († 804): il De dialectica e il De rhetorica et virtutibus. La trascrizione dei due testi di Alcuino è inframezzata da un'illustrazione a penna, a piena pagina, di Cristo in maestà, databile all'incirca agli anni 850/875. Secondo lo storico dell'arte Anton von Euw l'immagine è una riproduzione del mosaico della cupola della cattedrale di Aquisgrana, ora perduto. Il testo di apertura è una copia del XIII secolo di testi canonici del vescovo Sicardo di Cremona (1150-1215 circa; Super decreta).
Online dal: 20.12.2007
Il codice contiene il testo completo del Dialogus scritto intorno al 1110-1120 da Pietro Alfonsi, un ebreo di Huesca (dal 1096 appartenente al Regno di Aragona) convertitosi al cristianesimo nel 1106. Il Dialogus è un'opera polemica ed apologetica che tenta, dal punto di vista dell'autore con degli argomenti per l'epoca nuovi ed ancorati nella ratio, di spiegare il primato del cristianesimo sul giudaismo e l'islam. L'opera trovò ben presto subito dopo la sua nascita una grande diffusione ed influenzò la polemica religiosa del medioevo latino, soprattutto nei secoli XIII e XIV.
Online dal: 22.03.2012
Questa copia elegantemente miniata del Sefer Moreh Nevukhim (Guida per gli smarriti) di Mosè Maimonide (1135-1204) fu realizzata nella Spagna cristiana nel 1292. È una copia della traduzione in ebraico del 1204 di Samuel ben Judah Ibn Tibbon (1150-1230). Il manoscritto arrivò in Italia o dopo la persecuzione degli ebrei nel 1391 o dopo la loro espulsione dalla penisola iberica nel 1492. Apparteneva alla famosa famiglia Sforno di Bologna, prima di riapparire nel XVII secolo nelle mani dell'apostata e inquisitore ebreo italiano Renato da Modena. Dopo più di un secolo, il manoscritto entrò in possesso del teologo protestante Johann Caspar Ulrich (1705-1768), che lo donò nel 1762 alla Bibliotheca Ecclesia Carolina, la biblioteca del capitolo della Chiesa riformata del Grossmünster di Zurigo. Nel 1835, quando il capitolo fu sciolto, i libri e i manoscritti della sua biblioteca, insieme ad altri, formarono la nuova Zentralbibliothek, dove il manoscritto è tuttora conservato.
Online dal: 19.03.2020
Questo manoscritto italiano è un manuale contenente le leggi della macellazione rituale (Shekhitah) e degli alimenti proibiti (Treifah), estratte dal trattato di Talmud babilonese Ḥulin. Queste leggi sono state commentate da due autorità rabbiniche medievali, incluse nel manoscritto. La prima è Judah ben Benjamin ha-Rofe Anav di Roma (Rivevan, morto dopo il 1280), il cui commento alle leggi fa riferimento a costumi praticati dalla comunità ebraica di Roma, come ad esempio un'importante decisione presa dagli anziani di Roma nel 1280 presso la Sinagoga Bozzechi, che è stata edita nella descrizione. Il secondo autore, la cui opera è parzialmente copiata nel manuale, è la principale autorità talmudista per le comunità ebraiche dell'XI secolo in Nord Africa e Spagna, Isaac ben Jacob Alfasi (Rif, 1013-1103). In questo manuale sono stati copiati i primi tre capitoli di un commento al trattato del Talmud babilonese Ḥulin, tratto dalla sua opera magna intitolata Sefer ha-Halakhot. Quest'ultimo lavoro ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'halakha ed è il codice legale più importante prima della Mishneh Torah di Maimonide (Rambam, 1135-1204).
Online dal: 10.10.2019
Il salterio di Rheinau, Ms. Rh. 167, costituisce uno dei tesori più straordinari della Biblioteca centrale di Zurigo. Le miniature sono un prodotto di altissimo livello della pittura gotica dell'epoca intorno al 1260, cosa che vale anche per l'utilizzo di una raffinata tecnica per la preparazione dei colori e la loro stesura. La scrittura, al contrario, è certamente di buona qualità ma non può essere attribuita al più alto livello dell'arte calligrafica. Il committente va cercato nella regione del lago Bodanico, probabilmente nella città di Costanza, molto importante politicamente ed ecclesiasticamente durante l'epoca dell'interregno. Il manoscritto venne acquisito a Sciaffusa nel 1817 da Melchior Kirchhofer per il monastero benedettino di Rheinau, e nel 1863 giunse con la biblioteca di questo monastero alla Biblioteca Cantonale (ora Biblioteca Centrale) di Zurigo.
Online dal: 20.12.2012