Contiene tra gli altri il De viris illustribus di Gerolamo, il De viris illustribus di Gennadio, il Deflorata di Isidoro di Siviglia e da ultimo un Tractatus de VII sacramentis aggiunto nel XII/XIII secolo. Presente nella biblioteca di Einsiedeln probabilmente già dal sec. XIV, come attestano il tipo di legatura e la presenza dell'ex-libris a p. 1.
Online dal: 09.04.2014
Codice composito scritto nei secc. X/XI e XIII/XIV ad Einsiedeln e S. Gallo. Contiene vari scritti destinati all'edificazione religiosa come le vite dei santi Faustino, Giovita e Gangolfo, la Regola di s. Benedetto, dei sermoni, dei trattati liturgici e il De ratione temporum.
Online dal: 21.12.2009
Manoscritto composito databile dalla seconda metà del sec. X contenente una raccolta di testi tra i quali gli Annales Einsidlenses, il De grammatica di Prisciano, il frammento di un testo riguardante il gioco degli scacchi ed un calendario utilizzato per annotazioni obituarie fino al XVI secolo.
Online dal: 19.12.2011
Manoscritto composito contenente vari testi per il calcolo della Pasqua, due calendari databili al 950-975 il primo (4-16) e al sec. IX/X il secondo (29-40) e delle Quaestiones morales databili al sec. XIII.
Online dal: 19.12.2011
Si tratta di un manoscritto composito; oltre all'incompleta Imago mundi di Onorio d'Autun sono contenuti vari testi di autori anonimi come il Nomina XI regionum, Divisio orbis terrarum, De anima, De anima humana, De origine animarum, De anima mundi, De origine animarum, e infine la Epistola Alexandri ad Aristotelem.
Online dal: 12.08.2010
Questo antifonario venne scritto su incarico dell'abate Giovanni I di Schwanden per la preghiera delle ore della comunità monastica di Einsiedeln. Insieme ai Cod. 611-613 attesta l'introduzione del sistema di note musicali di Guido Monaco con la notazione quadrata.
Online dal: 23.04.2013
Questo codice con la Legenda aurea di Jacopo da Varazze è considerato oggigiorno il secondo più antico manoscritto contenente quest'opera, scritto ancora durante la vita dell'autore; è datato 1288. Contiene anche la cosiddetta aggiunta Provincia, qui addirittura tramandata per la prima volta. Nel codice stesso non sio trovano indicazioni che confermino l'origine del manoscritto dall'abbazia di Pfäfers, così come affermato da A. Bruckner. Il codice venne probabilmente scritto in area tedesca meridionale (nella cerchia degli eremiti agostiniani).
Online dal: 04.11.2010
Il manoscritto contiene i 15 libri di Agostino sulla Trinità. A c. 1v sotto i Capitula si trova un disegno a penna raffigurante il Padre della Chiesa con i suoi tre oppositori. Il codice è stato decorato molto artisticamente dal cosiddetto Maestro di Engelberg. All'inizio dei vari libri ci sono delle grandi iniziali ad inchiostro rosso-marrone e nero con motivi figurativi, inframezzate da altre più piccole di colore rosso e riccamente ornate. Le circostanze della realizzazione del volume sono dettagliatamente spiegate nel verso del copista a c. 1r: promotore era stato l'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197), morto però poco dopo l'inizio del lavoro di copia; l'opera venne terminata sotto il suo successore Heinrich (1197-1223).
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene due raccolte di prediche (una di queste è l'omeliario di Angers, l'altra non è identificata), vari sermoni singoli e un martirologio. Contiene inoltre (per la maggior parte e/o con omissioni) l'Euangelium Nicodemi, lo Pseudo-Matthaei Euangelium, il Liber de lapidibus di Marbodo di Rennes, l'Elucidarium di Onorio Augustodunense, il De Antichristo di Adso da Montier-en-Der, il Breuarium apostolorum, ed estratti dalle sententiae.
Online dal: 09.04.2014
Il Codex 67 contiene il De mirabilibus mundi, una raccolta di testi curiosi del grammatico latino Giulio Solino, conosciuta anche sotto il titolo di Polyhistor e Collectanea rerum memorabilium. Il testo è scritto in grafia uniforme, e decorato con titoli e iniziali, di cui alcune con filigrana (per es. 2r e 6r), ad inchiostro rosso. Fori e strappi nella pergamena sono stati riparati con artistici rammendi colorati (per es. 23-25, 34, 62). Secondo i versi di dedica a c. 1v il codice è stato allestito all'epoca dell'abate Heinrich von Buochs (1197-1223).
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto contiene la Regola di S. Benedetto. Ad ogni capitolo in latino fa seguito il medesimo nella traduzione tedesca. I vari capitoli sono più o meno distinti tra loro da semplici iniziali di colore rosso e da un modulo leggermente più grande della scrittura nel testo latino. Conformemente ad un verso in latino (c. 1r) e ad uno in tedesco (c. 72r), il codice è stato realizzato all'epoca dell'abate Walther (Walther I. di Iberg, 1250-1267, o Walther II. di Cham, 1267-1276).
Online dal: 09.06.2011
Manoscritto composito contenente testo e musica per la celebrazione dell'ufficio benedettino, comprendente un antifonario con neumi completo (adiastematico). Aiutano a stabilire una possibile provenienza la presenza di feste per santi locali (Disibod, Afra, Albano) e l'ampio repertorio per Martino.
Online dal: 21.12.2010
Questo codice contiene alle cc. 2r-241r l'Aurora, una parafrasi della bibbia in versi del canonico di Reims Pietro Riga (ca. 1140-1209), con le annotazioni di Aegidius Parisiensis e, alle cc. 244r-254v, la disputa Synodus, probabilmente scritta intorno al 1100 dal chierico Guarnerio di Basilea. La scrittura serrata del testo, scritta con inchiostro da nero a marrone chiaro, è suddivisa da piccole iniziali rosse e da passaggi sottolineati in rosso. Qua e là i margini sono stati largamente ritagliati e talvolta interi passaggi lasciati in bianco. Un verso in tre righe del copista a c. 4v attesta che il manoscritto è stato realizzato nel 1203 all'epoca dell'abate Ulrich (1197-1223).
Online dal: 04.10.2011
La parte principale del manoscritto consiste nell'Antiphonale. I canti per la messa per l'anno liturgico e per le feste dei santi (ff. 3v-83v), in gran parte con neumi, sono stati completati con dei canti per le processioni, litanie e con un sequenziario (ff. 83v-109r). Rilegati all'inizio (ff. 1r-2v) ed alla fine (ff. 109r-122v) ci sono delle aggiunte del sec. XIII, tra cui una sequenza in lingua tedesca con neumi dedicata a Maria (fol. 115r) e un'elegia sulla morte del re svevo Filippo di Svevia assassinato nel 1208 (fol. 117v).
Online dal: 23.09.2014
Miniatura ritagliata, dipinta finemente con colori brillanti e colorati. È raffigurata la presentazione di Gesù nel tempio, come è descritta nel Vangelo di Luca. Maria e Giuseppe portano il ragazzo dall'anziano profeta Simeone per ottenere la sua benedizione. Una delle due donne dietro Maria tiene nella mano destra due colombe, che secondo le prescrizioni devono essere sacrificate. Nella mano sinistra porta candele accese, che indicano la festa a cui è dedicato l'evento, cioè la Presentazione al Tempio. Al di sotto di Gesù pregano tre figure inginocchiate: una domenicana e l'illustre coppia di committenti. La scena è inserita in una N iniziale, decorata con viticci, che si trova all'inizio del cantico di Simeone per la festa di Maria: Nunc dimittis, domine, servum tuum in pace (Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace). Le parole visibili in alto Intercede pro nobis (Prega per noi [Santa Madre di Dio]) seguono alla fine del canto. Sul verso si è conservata una parte dell'antifona liturgica con il testo Postquam impleti sunt dies purgationis (Quando venne il tempo della loro purificazione). Il frammento è stato acquistato nel 1978 dal canton Turgovia da Sotheby's a Londra. Proviene dalla collezione di Robert von Hirsch a Basilea (1883-1977).
Online dal: 12.12.2019
Breviario, rubricato in rosso e blu, con numerose iniziali su fondo d'oro e drôleries nel margine inferiore. Il calendario presenta i segni zodiacali ed i lavori tipici contadini per ogni mese dell'anno. Da sottolineare in special modo le rappresentazioni a piena pagina di s. Cristoforo (p. 176), dell'Adorazione dei magi (p. 178) e della Crocifissione (p. 179). La menzione di alcuni santi nel calendario e nel resto del manoscritto fanno supporre che questi sia stato prodotto a Besançon. Per vie sconosciute è poi giunto in possesso della famiglia Wallier patrizia di Soletta: si vedano le note di possesso di Guillaume Wallier (XVI sec.) e di Henri Wallier (1605) a p. 4 e 731, di quest'ultimo anche all'interno della coperta anteriore. A p. 90 del catalogo della Biblioteca cantonale turgoviese del 1858 gli viene attribuita la provenienza da Fischingen. Il manoscritto è forse giunto a Fischingen tramite uno dei due abati di Fischingen provenienti da Soletta, Augustin Bloch da Oberbuchsitten (1776-1815) o Franz Fröhlicher di Bellach ultimo abate di Fischingen (1836-1848).
Online dal: 23.04.2013
L'opera, scritta in tedesco, contiene la vita di Tommaso d'Aquino, scritta da Guilelmus de Tocco (1240-1323). A c. 106v si legge una annotazione relativa al copista e al possibile committente dell'opera: Dis buoch hat ze tùtsche bracht gemachet vnd geschriben pfaff Eberhard von Rapreswil kilcherr zu Jonen (aggiunta anno 1418 di altra mano del XVI o XVII sec.). Dem sol Got vnsri frow sant Thoman der heilig lerer vnd die erwirdig frow die Stoeklerin ze Toess wol lonen. Secondo questa annotazione la mano del XV secolo sarebbe di Eberhard von Rapperswil, che era parroco a Jona, nel canton S. Gallo. Committente sarebbe la monaca Stöklerin di Töss (probabilmente Elsbeth Stükler). In questo modo l'opera risulta essere una delle poche traduzioni tedesche della vita di Tommaso d'Aquino. Singole iniziali sono non solo evidenziate in rosso, ma anche decorate. Il manoscritto ha una rilegatura in pelle color lampone con fermagli, restaurata nel XX secolo. Le controguardie staccate all'inizio e alla fine provengono da un manoscritto con neumi (probabilmente un kiriale) del XIII secolo. Il manoscritto contiene due note di possesso: Dijs buoch ist erhart blarer von Wartensee zuo Kemten, guothsher zuo kemtem vnd zuo Werdeg (c. 106v) e Monasterij apud D.[ivam]Yddam in Visch.[ingen] (c. 1r). Il manoscritto apparteneva quindi al principe abate Johann Erhard Blarer von Wartensee di Kempten, la cui attività è documentata per il periodo 1587-1594, e successivamente entrò in possesso del monastero di Fischingen.
Online dal: 10.12.2020
Intorno al 1250 Konrad Fleck tradusse in dialetto alemanno il romanzo d'amore "Flore et Blancheflor", scritto da un anonimo poeta provenzale intorno al 1160. L'intera opera comprende circa 8'000 versi. Alcuni frammenti di una copia precoce della traduzione di Fleck si sono conservati nell'archivio parrocchiale di Frauenfeld. I pezzi di pergamena erano stati utilizzati quali copertina di un registro tributario della prebenda di s. Michele.
Online dal: 23.06.2016
Questa raccolta di testi agiografici è stata copiata da varie mani nel secondo terzo del XIII secolo, probabilmente a Hauterive. La presenza di alcuni testi fa pensare in effetti ad un'origine cistercense (Vie di S. Roberto di Molesme, l'autore Geoffroy de Hautecombe) e regionale conforme a quanto si conosce di Hauterive in epoca medievale (Vita di S. Teodoro vescovo di Sion, Vita e Miracula di S. Nicolao di Mira, Vita di S. Elisabetta di Turingia, Passio di S. Maurizio e dei suoi compagni, di Eucherio di Lione. Alla fine del libro si trova un insieme di testi che si riferiscono alla confessione. L'ultimo di questi ci fornisce una testimonianza su di un'attività dei monaci ancora poco conosciuta: l'inquadramento pastorale delle monache cistercensi. Il manoscritto presenta tuttora la sua rilegatura originale, in parte mutilata, ma ancora perfettamente riconoscibile: una legatura con dei larghi risvolti che ricoprono i tagli del libro.
Online dal: 09.04.2014
Breviario ad uso della diocesi di Losanna. Le aggiunte del calendario attestano che il codice fu in uso dal XIV sec. in un convento domenicano di Losanna. La decorazione è costituita da iniziali decorate per lo più a carattere vegetale e drôleries nei margini. Il codice è stato pesantemente rifilato in occasione di una nuova rilegatura effettuata nel XVIII sec.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto di origine cistercense, che si può datare alla prima metà del sec. XIII, contiene solo una parte del Vecchio Testamento, e cioè i libri da Isaia a Malachia compreso. Si tratta di un esempio di un libro che ha dovuto cambiare biblioteca per delle ragioni storiche. Conservato nell'abbazia cistercense di Frienisberg nel canton Berna, ha poi raggiunto Hauterive quando il monastero bernese è stato soppresso a causa della riforma protestante. L'ultimo abate di Frienisberg, Urs Hirsinger, avrebbe così raggiunto l'abbazia friburghese portando con sè una manciata di manoscritti.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto presenta per la maggior parte dei testi agiografici ed è stato copiato da varie mani all'inizio del sec. XIII. Si può ragionevolmente proporre una sua origine ad Hauterive. E' soprattutto il testo all'inizio della raccolta che rivestiva una grande importanza agli occhi dei monaci, una Vita di S. Bernardo di Chiaravalle (la Vita prima), che occupa più della metà del manoscritto. Occorre inoltre segnalare la presenza di un testo alquanto sorprendente nel contesto monastico: il Liber locorum sanctorum terrae Jerusalem all'epoca del regno latino di Gerusalemme di Fretellus di Nazareth († dopo il 1154). Un'altra particolarità del manoscritto è la sua legatura, con dei risvolti, sulla quale si distinguono le tracce di borchie a forma di stella.
Online dal: 09.04.2014
Il colophon collocato alla fine stabilisce in maniera certa che questo manoscritto è stato copiato presso l'abbazia cistercense di Hauterive nel corso del sec. XIII. Il suo autore, o committente, ha senza dubbio voluto « raccogliere le opere di due autori cistercensi che hanno esercitato delle funzioni importanti nella regione: Enrico, abate del vicino monastero di Hautcrêt, e Amedeo, vescovo della diocesi di Losanna » (da Ciardo). Pentaconthamonadius, il titolo erudito scelto da Enrico, la cui biografia rimane ancora discussa, designa qui una raccolta di sermoni composta da 17 gruppi di tre sermoni, destinati alla liturgia dei monaci bianchi. Amedeo di Clermont, monaco cistercense divenuto vescovo di Losanna (1145-1159), è l'autore di otto omelie dedicate alla gloria della Madre di Dio, che hanno conosciuto un successo duraturo essendo state utilizzate come testi liturgici nel breviario della diocesi di Losanna.
Online dal: 31.03.2011
Questo messale cistercense, realizzato intorno al 1300, rappresenta una fase già avanzata dello sviluppo di questo tipo di libro liturgico: i canti del graduale sono interamente integrati nel sacramentario e non sono più accompagnati da notazione musicale ; sono inoltre scritti in una calligrafia più piccola. Sotto questa forma, il messale poteva servire all'officiante sia per la messa conventuale che per la messa privata, conosciuta dai cistercensi sin dai loro inizi. Il luogo di origine del codice non è stabilito con certezza. Senza dubbio si trova a Hauterive a partire dal sec. XV, dove vi è stata rinnovata la legatura. L'illustrazione del canone offre un bell'esempio di iniziali filigranate delle fine del sec. XIII; la decorazione dei tralci sembra qui ancora « addomesticata » da una incorniciatura rigorosa. (da Joseph Leisibach, Liturgica Friburgensia. Des Livres pour Dieu, 1993, p. 89).
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto della fine del XIII secolo contiene parte del best-seller medievale Lancillotto in prosa, a cui è stato dato il nome convenzionale di Agravain, dal nome del cavaliere della Tavola Rotonda che denunciò il rapporto adultero tra Lancillotto e la regina Ginevra. Lacunoso all'inizio e alla fine, questa copia sobria e ordinata presenta delle iniziali filigranate, alternativamente rosse e blu. Di provenienza sconosciuta, è attestato presso l'abbazia di Hauterive dal XVIII secolo.
Online dal: 18.06.2020
Antifonario ad uso francescano databile nel tardo XIII o all'inizio del XIV sec. (dopo il 1260) ma che rappresenta la tradizione liturgica francescana primitiva. Contiene i canti (testo e musica) dell'Ufficio liturgico per l'intero anno, inclusa la festa per Antonio da Padova nella sua giusta posizione e un Ufficio per il Corpus Christi aggiunto da altra mano (f. 157r-159v).
Online dal: 21.12.2010
Graduale dal convento dei francescani di Friburgo, secondo quanto si ricava dalla nota di possesso sulla carta di guardia era ancora in uso nel XVI-XVII secolo. Legatura del XVI secolo. Scritto in minuscola gotica intorno al 1300. L'inizio delle feste più importanti viene sottolineato da grandi iniziali, a volte con delle miniature (per es. c. 128v Ascensione, c. 132v miracolo della Pentecoste).
Online dal: 09.04.2014
Realizzato in una pergamena di un certo spessore, piuttosto sporca. Rilegatura del XVII-XVIII secolo con assi in legno rivestiti in pelle nera con impressioni a secco, con 5 borchie in ottone sia sul piatto anteriore che posteriore (1 borchia mancante sul retro). Due frammenti di fibbie. Particolarità paleografiche e di contenuto indicano che il volume è stato prodotto a Hauterive.
Online dal: 13.06.2019
Questa raccolta anonima di sermoni con omelie, prevalentemente di orientamento neoplatonico, risale al terzo quarto del XIV secolo e fu forse copiata a Friburgo. Oltre a un indice tematico all'inizio del volume, contiene 18 omelie per il periodo dall'Avvento alla Quinquagesima, 34 omelie dalla Pasqua alla 23ª domenica dopo Pentecoste e singoli sermoni per le domeniche di Quaresima. I fogli di guardia sono frammenti di un manoscritto ebraico in semicorsiva ashkenazita del XIII secolo. Non restaurato; già volume catenato rivestito in pelle di colore rosso lampone.
Online dal: 20.12.2023
Questo manoscritto composito in dodici parti, realizzato tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XV secolo, era di proprietà di Jean Joly (guardiano del convento francescano di Friburgo negli anni 1467-1469, 1472-1478, 1481-1510). La prima parte del manoscritto, una bolla di papa Benedetto XII, è datata 20 giugno 1337. Il volume contiene essenzialmente bolle e costituzioni papali, nonché statuti dell'Ordine francescano e regolamenti delle singole province dell'Ordine. Copertina in legno ricoperta di pelle marrone scuro, in origine catenato.
Online dal: 20.12.2023
Primo di una collezione in due volumi di sermoni latini del francescano Bertoldo di Regensburg. Codice trascritto dall'originale di Bertoldo. Lungo tutto il manoscritto sono distribuite delle note marginali di Federico di Amberg.
Online dal: 14.04.2008
Secondo di una collezione in due volumi di sermoni latini del francescano Bertoldo di Regensburg. Codice trascritto dall'originale di Bertoldo. Lungo tutto il manoscritto sono distribuite delle note marginali di Federico di Amberg.
Online dal: 14.04.2008
Questo manoscritto bizantino del sec. XIII presenta un gran numero di scolii che talvolta completano quelli dei manoscritti più antichi e che testimoniano del suo ambito di produzione e delle abitudini dei suoi annotatori e possessori successivi. Tra questi si ricorda Teodoro Meliteniôtes, che restaurò e completò il volume rovinato nel sec. XIV, poi Henri II Estienne, suo proprietario nella seconda metà del sec. XIV, che si servì di questo manoscritto per la sua edizione dei poemi omerici del 1566, edizione che rimase standard fino al sec. XVIII. Il manoscritto contiene una Iliade completa, tranne delle lacune accidentali poco estese, provviste di una parafrasi interlineare dei 12 primi canti.
Online dal: 13.12.2013
Questa bibbia masoretica italiana del XIII secolo, perfettamente conservata, fu usata come manuale di studio per imparare la cantillazione delle letture della Torah. Tuttavia, la sua importanza risiede nella sua origine. Sembra che sia stata acquisita a metà del XV secolo da Solomon Finzi, un famoso banchiere ebreo mantovano che possedeva una grande biblioteca di manoscritti ebraici. Infine, una lettera inserita all'inizio del manoscritto attesta che questa bibbia fu uno dei 615 manoscritti biblici raccolti per la pubblicazione del Vetus Testamentum hebraicum variis lectionibus di Benjamin Kennicott (1776-1780).
Online dal: 12.12.2019
La bibbia di medio formato è entrata alla Biblioteca di Ginevra tra il 1667 e il 1701 e costituisce una delle più antiche donazioni a questa biblioteca, prima denominata Accademia di Ginevra. Inoltre, questa Bibbia è stata utilizzata tra i 615 manoscritti biblici collazionati da Benjamin Kennicott (1776-1780) per il Vetus testamentum hebraicum variis lectionibus.
Online dal: 14.12.2018
Questo magnifico Mahzor per le feste solenni (Rosh ha-Shana e Yom Kippur) dell'anno liturgico ebraico, secondo il rito del nord della Francia (Nussaḥ Zarfat), è accompagnato da un gran numero di poesie liturgiche (piyyutim), recitate nelle comunità un tempo fiorenti della Francia settentrionale medievale. Diversi richiami sono incorniciati da disegni figurativi a inchiostro. Questo volume è entrato nella Biblioteca di Ginevra in data sconosciuta tra il 1667 e la fine del XVII secolo, dopo essere appartenuto al medico di Andrea Doria, Condottiere di Carlo V (1500-1558).
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto contiene una parafrasi ebraica anonima dei cinque primi libri del Commentaire Moyen di Averroè (Abu al Walid Muhammed Ibn Rushd, c.1126-1198) all'Organon attribuito ad Aristotele. A partire dal XIII secolo degli intellettuali ebrei della Provenza quali Jacob Anatolio Abba Mari (c.1194-1256), produssero delle parafrasi e delle compilazioni ebraiche di alcuni libri dell'Organon, della cui opera si sono conservati più di cinquanta manoscritti. La parafrasi anonima che si trova nel Ms. heb. 12 della biblioteca di Ginevra si inscrive dunque in questa stessa serie.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto contiene diversi testi copiati tra il XIII e il XVI secolo. Il più antico è l'evangelistario festivo della cattedrale di San Pietro a Ginevra (cc. 5-28v), probabilmente prodotto - a giudicare dalla sua decorazione miniata (in particolare la c. 5r) - a Parigi, anche se le pericopi corrispondono alle feste proprie di Ginevra. Seguono poi estratti dai vangeli cantati con notazione musicale, risalenti al XIV e XV secolo, tra cui un'interessante testimonianza liturgica della fine del XV secolo per la festa dell'Epifania (cc. 37v-40r).
Online dal: 13.06.2019
Prodotto in un atelier parigino alla metà del sec. XIII, questo manoscritto contiene i libri I-XVIII del Digestum Vetus di Giustiniano, con un testo che offre delle varianti in confronto al testo corrente del Digesto. Una miniatura, sotto forma di banda verticale nel margine, presenta l'imperatore Giustiniano che sovrasta i cinque principali giuristi dell'inizio del sec. III, abbondantemente citati nel Digesto.
Online dal: 15.04.2010
Questo manoscritto, prodotto in un atelier parigino alla fine del sec. XIII, contiene la versione latina dei tredici trattari redatti da Aristotele, o considerati tali. Il volume termina con un frammento del De uno deo benedicto di Mosè Maimonide. Quaranta iniziali abbelliscono il testo, e una miniatura a piena pagina di Cristo in croce con Maria e Giovanni fu aggiunta sul verso dell'ultimo foglio.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto comprende tre testi medici tradotti dall'arabo e dal greco in latino. Si inizia con una piccola enciclopedia medica in dieci libri, il Kitâb al-Mansuri di Rhazes (ff. 4-126) nella traduzione attribuita a Gerardo da Cremona (m. 1187); subito dopo un trattato sulle febbri (ff. 126-144v), ispirato a Johannitius, che è il nome latino del medico e traduttore di Baghdad Hunain ben Ishāq al-Ibādī (808-873). La raccolta termina con il testo del medico bizantino Alessandro di Tralles, I dodici libri di medicina, qui suddivisi in tre libri, seguiti dal Trattato sulle febbri (ff. 146-289v). E' abbondantemente annotato e presenta delle iniziali decorate con bellissimi prolungamenti a penna in rosso e blu nel margine inferiore.
Online dal: 12.12.2019
Databile intorno al 1200, questo manoscritto contiene vari testi tra i quali il martirologio di Usuardo (monaco benedettino morto intorno all'875), un omeliario incompleto, la regola di S. Agostino ed il necrologio dell'abbazia di Sixt (Francia, Alta Savoia), completato da ulteriori aggiunte fino al XVII secolo. Secondo François Huot queste diverse parti erano probabilmente in origine separate, ma sembrano essere state riunite dall'inizio del XIII secolo. Sui fogli che erano rimasti bianchi sono stati aggiunti diversi testi, soprattutto nei secoli XIII e XIV, e tra questi le liste dei livelli dovuti all'abbazia, annotate sulle carte 75v e 99r. Proprietà dei canonici agostiniani dell'abbazia di Sixt, che lo usavano per celebrare Officium capituli, questo manoscritto è rimasto in loro possesso fino alla Rivoluzione francese. Nel XIX secolo fu acquistato dal ginevrino Auguste Turrettini (1818-1881).
Online dal: 08.10.2015
Lezionario della seconda metà del XII-inizio del sec. XIII, originario di un monastero benedettino della Germania sudoccidentale come si deduce dalla presenza di vari santi di quella zona. Appartiene probabilmente al gruppo di manoscritti che le monache di Muri portarono con se nel monastero di Hermetschwil. E' decorato con numerose iniziali figurate e istoriate.
Online dal: 22.06.2010
Il manoscritto contiene le orazioni e le indicazioni per la liturgia delle ore. Venne allestito per le monache del monastero doppio di Muri e giunse ad Hermetschwil in seguito al trasferimento del monastero femminile.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto fu allestito per la parte femminile del doppio convento di Muri, come si deduce dalle formule al femminile che compaiono nelle orazioni. L'opera contiene le letture, responsori e orazioni per la liturgia delle ore, i salmi penitenziali, le benedizioni da recitare giornalmente nel monastero, e l'ufficio dei morti.
Online dal: 10.11.2016
Il salterio è un'opera del Maestro di Engelberg. I salmi 1, 51 e 101 sono introdotti da grandi iniziali. Soprattutto notevole il cavaliere a c. 41r.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, di origine francese, fece parte sicuramente dal XIV secolo della libraria secreta del convento di S. Francesco di Assisi, come attesta la sua presenza nell'inventario della biblioteca del convento redatto nel 1381 da frate Giovanni Ioli, che si occupò del suo riordino tra il 1377 e il 1384. Comprendeva in origine non solo il Liber sapientiae ma anche il terzo e quarto libro delle Sentenze di Pietro Lombardo. Fa parte di un consistente gruppo di manoscritti di origine francese, alcuni riccamente decorati, che furono acquisiti dal convento sin dalla fondazione della biblioteca. Il codice era ancora integro nel 1924, quando era in possesso dell'antiquario Leo Olschki; nel 1960, ormai smembrato, fu acquistato dalla Biblioteca cantonale e universitaria di Losanna presso l'antiquario ginevrino Nicolas Rauch.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto è un cartulario redatto in favore del priorato cluniacense di Romainmôtier (canton Vaud) e probabilmente copiato nel monastero. Si compone di due parti distinte cronologicamente e riunite ad una data sconosciuta. La prima parte risale al XII sec. e si compone di 77 documenti, preceduti da una prefazione che narra i principali avvenimenti della storia antica dell'istituzione. La seconda parte è stata copiata alla fine del XIII sec. e contiene 80 documenti, la maggior parte dei quali risalgono agli anni 1270-1286.
Online dal: 29.03.2019
La Biblia Porta, dal nome del suo ultimo proprietario, contiene una bibbia miniata nella regione franco-fiamminga e databile alla fine del sec. XIII. La ricchezza di quest'opera, eccezionale ed unica, risiede nella qualità dell'illustrazione del testo: 337 scene di grande finezza artistica, piene di vita e di espressione, illustrano la vita degli uomini nel medioevo e la loro visione del mondo. L'apparato illustrativo è costituito da iniziali istoriate, iniziali ornate, drôleries e illustrazioni marginali. Il testo, scritto con una calligrafia molto accurata su della fine pergamena, è quello della versione latina della bibbia di s. Gerolamo riveduta a Parigi nel secondo quarto del XIII sec. Il codice è una delle rare opere ancora esistenti al mondo di questa scuola di miniatura del nord della Francia.
Online dal: 21.12.2009
Codice contenente canti liturgici composti per la liturgia delle ore notturna in occasione delle feste dei santi; è riconducibile al primo periodo del convento cistercense di Sant'Urbano.
Online dal: 25.07.2006
Il manoscritto contiene la vita di Ulrico di Berno di Reichenau e le vite di Gallo e di Otmaro di Valafrido Strabone, così come la copia di un atto riguardante la storia più antica del convento di S. Urbano. Appartiene ai più antichi manoscritti conservatisi dalla biblioteca di S. Urbano.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto contiene il finora unico testimone conosciuto del Breviloquium sententiarum artis theologicae, una revisione delle Sentenze di Pietro Lombardo fatta dal canonico Udalrico di Verdun.
Online dal: 18.12.2014
Frammento di un manoscritto del XIII secolo. Contiene parti dell'inno Gloria in excelsis Deo e dell'Agnus Dei. Fanno seguito cinque linee del tropo sul battesimo che inizia con il Quoniam Dominus e che finisce con coaeternum Patri. Il titolo Tropi mostra chiaramente che il testo conteneva altri tropi.
Online dal: 26.09.2017
Manoscritto acefalo. Titolo aggiunto in un secondo momento (XVIII sec.?). La pergamena utilizzata è di qualità molto variata. Alla fine del medioevo, probabilmente verso la fine del XV secolo, è stato realizzato un restauro molto approfondito, che ha comportato la riscrittura di varie parti di testo. Si tratta di un libro di coro in vari volumi, destinato all'ufficio quotidiano di una comunità di chierici. Diverse aggiunte dei secc. XIV e XV attestano che venne usato presso la collegiata Nostra Signora di Neuchâtel. Sono conservati due volumi (su quattro?). Per deduzione si nota che seguono il calendario in uso a Besançon, presso il capitolo cattedrale di S. Giovanni. Il volume I comprende il santorale dal 6 maggio al 30 novembre. E' stato donato dal Consiglio di Stato alla biblioteca di Neuchâtel nel 1813.
Online dal: 17.12.2015
Manoscritto acefalo. Titolo aggiunto in un secono momento (XVIII sec.?). La pergamena utilizzata è di qualità molto variata. Alla fine del medioevo, probabilmente verso la fine del XV secolo, è stato realizzato un restauro molto approfondito, che ha comportato la riscrittura di varie parti di testo. Si tratta di un libro di coro in vari volumi, destinato all'ufficio quotidiano di una comunità di chierici. Diverse aggiunte dei secc. XIV e XV attestano che venne usato presso la collegiata Nostra Signora di Neuchâtel. Sono conservati due volumi (su quattro?). Per deduzione si nota che seguono il calendario in uso a Besançon, presso il capitolo cattedrale di S. Giovanni. Il volume II comprende il temporale dal sabato santo fino all'ultima domenica dopo la Pentecoste e il santorale dal 14 aprile al 3 maggio. E' stato donato dal Consiglio di Stato alla biblioteca di Neuchâtel nel 1813.
Online dal: 17.12.2015
Messale ad uso della diocesi di Basilea databile intorno al 1300. Nel XV sec. è stata inserita una parte contenente l'Ordo Missae preceduta da una miniatura con la Crocifissione. La legatura è stata restaurata nel 1992 e sostituisce quella originale che non si è conservata.
Online dal: 09.04.2014
In questo Florilegio del sec. XIII/XIV vengono citati essenzialmente i santi Bernardo, Agostino e Gregorio, libri biblici con la Glossa ordinaria, S. Ambrogio, Seneca, Aristotele e molti altri. Le controguardie sono costituite da frammenti in pergamena del sec. XII sui quali si possono leggere alcune righe delle Georgiche di Virgilio.
Online dal: 23.09.2014
Questo graduale completo (notazione quadrata) contiene il temporale (cc. 1r-70v), il sanctorale ed il comune dei santi (cc. 70v-103v), messe votive (cc. 103v-107v), il kiriale e le litanie (cc. 107v-111v), antifone e responsori per le processioni (cc. 112r-113v), i tropi per il kirie Cunctipotens e Fons bonitatis (cc. 113v-115r) ed alcune aggiunte del sec. XIV (cc. 115r-127v). Sulla base dell'analisi del calendario questa copia potrebbe risalire alla metà del sec. XIII, tra il 1246 (menzione di s. Lamberto di prima mano, c. 100r) e il 1255 (nessuna menzione della messa per s. Domenico il 5 di agosto, c. 95r). Al contrario di quanto lascerebbero supporre le etichette (dorso e interno coperta anteriore), il codice fu copiato prima della fine degli anni 60 del XIII secolo, poiché la messa per s. Antonio (c. 75v) è stata annotata da una seconda mano. La c. 98v inoltre non contiene nessuna menzione di un'ottava di s. Bernardo, che solitamente si trova nei manoscritti cistercensi a partire dal 1295. Un'analisi del contenuto musicale e liturgico mostra che il codice FiD 5, che costituisce una copia fedele dell'antico graduale dell'ordine (Abbazia Tre Fontane 47, intorno al 1140/1143) forse proviene dall'abbazia di Hautcrêt (Oron VD), che fino al 1536 era l'abbazia madre della Fille-Dieu.
Online dal: 22.03.2018
Il messale proviene dalla chiesa di Glatt an der Glatt, nella Germania meridionale, un possedimento del monastero di Muri. E' stato realizzato nella seconda metà del XIII secolo. Numerose annotazioni marginali dei secoli XIV-XV attestano un uso intensivo.
Online dal: 20.12.2016
Il «Richterbrief», databile intorno al 1300, è il più antico manoscritto originario di Sciaffusa e non proveniente da un convento. Contiene leggi riguardanti la protezione dei singoli e la regolamentazione degli affari e dei commerci, una serie di dettami relativi alla salvaguardia dell'autonomia della città e leggi sulla costituzione di Sciaffusa. Probabilmente la sua origine è una conseguenza della politica di alleanze di Sciaffusa con Zurigo, Costanza e S. Gallo. Per questo motivo la prima parte del manoscritto si rifà ad un modello di Costanza mentre la seconda ad uno di Zurigo.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto è composto da quattro parti di diverse epoche. La prima (cc. 1r-59v, seconda metà del XIII sec.) contiene il Breviloquium di Bonaventura; la seconda (cc. 60r-153v, XIII-XIV sec.) degli estratti dal Talmud; la terza (cc. 154r-239v, XIV sec.) dei sermoni del francescano Gualterus de Brugis e lo scritto Pharetra dello Pseudo-Bonaventura, e infine, nella quarta parte (cc. 240r-268v, prima metà XIV sec.), è trascritta la raccolta di prediche Rusticani del francescano Bertoldo di Ratisbona. Di particolare interesse sono le Extractiones de Talmud, che costituiscono il più grande corpus di traduzioni latine del Talmud arrivato fino a noi, prodotto a Parigi nel 1244/1245 nell'ambito della revisione della condanna dell'opera che era stata proclamata nel 1240/1241. Nella versione presente in questo codice le traduzioni sono organizzate non secondo la sequenza dei trattati ma tematicamente, secondo i vari argomenti. La legatura del secolo scorso, nella quale sono state riutilizzate parti di quella antica e che reca tracce della catena, indica che il codice proviene dal convento dei francescani di Sciaffusa.
Online dal: 29.03.2019
A giudicare da una nota di possesso cancellata, il manoscritto venne terminato prima del 1318. Copista e luogo di origine sono sconosciuti. Contiene commenti in lingua latina del domenicano Alberto Magno (ca. 1200-1280) a sei testi di base dell'insegnamento medievale della logica. Il testo venne corretto nel sec. XIV sulla base di un'altra tradizione testuale, che oggi ci è conosciuta soprattutto attraverso manoscritti rinascimentali italiani. In questo modo si è dato origine ad un testo mescolato, il quale, a causa delle buone ma spesso singolari varianti, è molto importante per l'edizione di questi commenti. La presenza del manoscritto nella „Bibliotheca publica“ di Sciaffusa nella chiesa di S. Giovanni è attestata dal 1589.
Online dal: 22.06.2010
Questo manoscritto del XIII secolo comprende di tre parti. La prima parte contiene opere di Aristotele o dello pseudo-Aristotele in traduzione latina. Nella seconda parte si trova il “De mineralibus” e il “De natura loci” di Alberto il Grande. La terza parte comprende un commento di Michele Scoto all'opera di Giovanni di Sacrobosco sulle sfere celesti, un commento anonimo all'”Aritmetica” di Boezio e un commento di Averroé al “De longitudine et brevitate vitae” di Aristotele. Il manoscritto è annoverato tra i più notevoli oggetti della produzione italiana di libri profani dell'ultimo terzo del XIII secolo e tra i più antichi manoscritti miniati di Aristotele.
Online dal: 24.03.2006
Messale acefalo e frammentario in cui manca l'inizio del Temporale, l'intero Santorale - che aiuterebbe nella localizzazione - e alcune pagine. La scrittura, una elegante ed accurata gotica, fa pensare possa trattarsi di un prodotto dello scriptorium del capitolo di Sion.
Online dal: 13.10.2016
Registro della cancelleria del Capitolo di Sion in pergamena, relativo a Vercorin e alla Val d'Anniviers, contenente circa 2300 atti relativi agli anni 1285-1314. Il registro è paginato da 1 a 402 ma presenta anche le pagine 96 bis, ter, quater e quinque e 296 bis, 297 bis (408 pagine).
Online dal: 13.12.2013
Copiato da una sola mano, l'antifonario (parte invernale del temporale) presenta un certo numero di lacune testuali (manca per esempio l'inizio). Le diverse divisioni dei canti in notazione quadrata sono contrassegnate sia da semplici iniziali alternativamente rosse e blu, sia da iniziali più grandi intarsiate filigranate. Questo manoscritto è inoltre ornato da quattro iniziali istoriate da cui nascono eleganti steli inanellati e rettilinei punteggiati d'oro e che terminano con delle lunghe foglie colorate che si arrotolano e si srotolano (cc. 54v, 89v, 108v, 210r). Cromaticamente e stilisticamente sono vicine alla produzione emiliana della fine del XIII secolo. Invece dell'iconografia tradizionale che mostra il re David in preghiera dinanzi a Dio, l'iniziale che introduce il canto Domine ne in ira (c. 108v) raffigura un religioso con la tonsura – s. Francesco o un francescano? – che si riferisce probabilmente al fatto che questo manoscritto è all'uso dei frati minori. Non si conosce né il convento originario al quale il codice era destinato, né la sua provenienza successiva. Tutt'al più si può associare questa copia ad un secondo manoscritto dell'Archivio di Stato del Vallese, il graduale francescano AVL 506, poiché nel XVIII secolo sono stati rilegati nello stesso laboratorio, il che indica la loro probabile appartenenza comune. La legatura è poi stata restaurata da R. Bommer a Basilea (1998).
Online dal: 10.12.2020
Le parti originali del calendario indicano che il messale è stato scritto ad uso della diocesi di Losanna, mentre le registrazioni successive ne confermano la presenza e l'utilizzo per la celebrazione della messa nella diocesi di Sion al più tardi dal 1300. Ad una possibile origine dall'abbazia di St. Maurice rimanda la presenza di tre particolari sequenze (188v: la sequenza di Teodulfo Collaudetur rex virtutum; 190r: sequenza di Agostino Augustino laude demus e 189r: sequenza di Maurizio Pangat Syon dulce melos). Il Canone della Messa è decorato con un'iniziale miniata, il Vere dignum, e un riquadro con la Crocifissione, la Madonna e s. Giovanni (97v). Le feste più importanti sono introdotte da iniziali decorate su fondo dorato (4v, 13rb, 17ra, 18ra ecc.) Il codice è stato acquistato nel 1981 dall'Archivio di Sato del Vallese sul mercato antiquario.
Online dal: 13.10.2016
La Chanson de la Reine Sebile o Macaire, un'opera della fine del XII secolo, appartiene alle gesta francesi medievali, più precisamente a quelle che si collegano alla «biografia poetica di Carlomagno»: a causa di un complotto ordito da Macaire, che ne è innamorato, la regina Sebile, sposa di Carlomagno, viene ingiustamente accusata di adulterio, ripudiata e mandata in esilio, per essere poi definitivamente scagionata. Si conoscono più di 200 versi alessandrini di questa canzone di gesta, provenienti da cinque frammenti che non facevano parte del medesimo manoscritto originale, rispettivamente conservati a Bruxelles, Bibliothèque royale de Belgique (ms. II 139, cc. 3r-4r : 2 frammenti del XIII sec.), a Sheffield, University Library (ms. 137: 2 frammenti del XIII sec.), e a Sion, Archivio di Stato del Vallese. Il foglio di Sion è stato scoperto e estratto da una antica legatura, nel 1925 da Leo Meyer, bibliotecario cantonale e archivista di stato. In seguito è stato pubblicato da Paul Aebischer (1950) che lo data intorno al 1300. Questo frammento, con un foro in un unico punto, è costituito da 168 versi, copiati su due colonne, e come unica ornamentazione presenta delle letterine dipinte in rosso all'inizio di ogni lassa.
Online dal: 10.12.2020
Il Missale speciale della seconda metà del XIII secolo ad uso dell'ordine francescano, contiene i formulari delle messe per le feste più importanti dell'anno liturgico, delle messe votive e qualche rituale. Di piccolo formato, poteva facilmente essere trasportato in viaggio. Leisibach situa il suo luogo di origine in territorio savoiardo, ciò che sembra essere confermato dallo stemma, appena visibile, della famiglia de Sales (c. 59v). Questo missale è entrato nella collezione dei manoscritti di Charles Emmanuel de Rivaz (1753-1830), un importate uomo politico del Vallese. Sul foglio di guardia anteriore si trova una nota di sua mano che descrive il contenuto del messale (c. A1r-v). La sua biblioteca fu depositata nel 1978 dai suoi discendenti presso l'Archivio di Stato del Vallese.
Online dal: 10.12.2020
Miscellanea contenente testi di giuristi principalmente d'età preaccursiana (prima metà del XIII sec.): le Dissensiones e gli Insolubilia di Ugolino dei Presbiteri; Quaestiones di Pillio da Medicina, di Azzone, di Roffredo da Benevento e altre di autore incerto; il Libellus de iure civili, il Tractatus de bonorum possessione e il raro Tractatus de pugna di Roffredo da Benevento; il Tractatus de reprobatione instrumentorum e la Summa arboris actionum di Ponzio da Ilerda; alcune lecturae a titoli e frammenti del Digestum Novum; i Brocarda di Azzone; la Summula de testibus di Alberico da Porta Ravennate; un anonimo Tractatus de testibus; il Libellus disputatorius di Pillio da Medicina; frammenti di Notabilia sul Decretum di Graziano e sul Corpus iuris civilis; l'ordo iudiciorum ‘Olim'; parte del Catalogus praescriptionum un tempo attribuito a Rogerio e l'ordo iudiciorum ‘Quicumque vult' di Giovanni Bassiano.
Online dal: 23.06.2016
Decretum di Graziano copia di un archetipo contenente un testo ‘arcaico', appartenente al Σ-group e con un ridotto numero di paleae nel testo, parzialmente integrate in epoca successiva. Il codice è stato in uso in più scuole in Italia e nel sud della Francia. Nel primo strato di glosse è stata copiata la Glossa ordinaria di Iohannes Teutonicus (pubblicata nel 1215/16), negli strati successivi, di più mani, sono state copiate additiones di Bartolomeo da Brescia alla Glossa ordinaria e glosse di canonisti prevalentemente dei secoli XIII e XIV.
Online dal: 23.06.2016
Il rotolo contiene una raccolta di 133 ricette di cucina, che sarebbe stata usata come fonte per la redazione del più noto Viandier di Guillaume Tirel, detto Taillevent. Il rotolo apparteneva alla biblioteca del vescovo Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georges (ca. 1450-1529).
Online dal: 04.11.2010
Questa bibbia parigina, o bibbia di Sorbona, prodotta intorno al 1270 nella Francia del nord, non è solo notevole per la forma dell'allestimento del testo, corredato di glosse e correzioni, ma anche per le miniature di grande qualità. Il volume giunse nel tardo sec. XVI a Zuchwil e si trova dal sec. XVIII nella biblioteca della collegiata di Soletta.
Online dal: 25.06.2015
Il piccolo messale costituisce un'importante testimonianza della liturgia francescana del XIII secolo. Schönherr ipotizza che sia stato realizzato nella provincia francescana della Germania meridionale e che sia di provenienza bavarese (convento delle francescane Heilig Kreuz di Landshut?). Una nota di possesso del guardiano del convento dei minoriti di Dieburg, vicino a Darmstadt, risale al 1513. Non si sa come e quando il manoscritto sia giunto a Soletta.
Online dal: 06.09.2023
Manoscritto di Rudolf von Ems riconducibile alla stessa area di Zurigo ove fu prodotto il «Codex Manesse» (Manessische Liederhandschrift). Costituisce uno degli esempi più compiuti della decorazione libraria sviluppatasi in Germania meridionale nel periodo intorno al 1300. Si vedano, ad esempio, le straordinarie miniature che illustrano la «Cronaca del mondo» di Rudolf von Ems e il poema epico che Stricker dedicò a Carlomagno e alla sua campagna militare in Spagna.
Online dal: 20.05.2009
Cartulario contenente l'atto di fondazione dell'abbazia premonstratense di Weissenau, nei pressi di Ravensburg. Papi, imperatori, re, principi, duchi, vescovi e vicari ivi menzionati sono ritratti nei margini con le insegne del loro ufficio. Precede il cartolario una storia della fondazione dell'abbazia; un registro tributario e altri documenti vi sono annessi in appendice.
Online dal: 20.05.2009
Bibbia tascabile completa, riccamente miniata, databile al terzo quarto del XIII. I Vangeli combinano le nuove numerazioni dei capitoli del XIII secolo con la precedente, eusebiana. La sezione dei Salmi include versioni galliche affiancate dalla versione latina di Girolamo;contiene anche iniziali miniate accompagnate da “drôleries”.
Online dal: 20.05.2009
Questo volume, assemblato nel XIV secolo da quattro diverse sezioni originariamente separate, costituiva probabilmente il messale della cappella sul St. Margrethenberg (Sampans) sopra Pfäfers. I canti nella prima (1r-63v, XII sec.), nella seconda (64r-77v, XIII-XIV sec.) e nella quarta sezione (129r-131v, XII secolo) contengono dei neumi, quelli della terza sezione (78r-128v, XIV sec.) sono in notazione quadrata.
Online dal: 08.10.2015
Il Liber viventium Fabariensis è certamente la più importante opera rimasta della miniatura retica. Il codice venne in origine trascritto come un evangelistario e riccamente decorato con iniziali, arcate dei canoni e raffigurazioni a piena pagina dei simboli dei quattro evangelisti. Fin dall'830 negli spazi liberi delle arcate dei canoni vennero aggiunte liste delle comunità monastiche affratellate così come i nomi di benefattori sia vivi che morti del monastero. Oltre al suo ruolo di evangelistario, di libro per le commemorazioni e libro delle confraternite, il Liber viventium servì più tardi anche come cartolario ed elenco del tesoro del monastero di Pfäfers. A causa del valore giuridico che il Liber viventium ancora oggi riveste, il volume si trova in possesso del patrimonio archivistico del monastero di Pfäfers.
Online dal: 02.06.2010
La bibbia tascabile, scritta probabilmente a Parigi, contiene l'Antico Testamento con 16 prologhi di Girolamo ai singoli libri biblici. Alla fine sono stati strappati almeno cinque fogli da 1Macc 4,38. La pergamena, eccezionalmente fine e sottile, è di ottima qualità. Su ogni pagina vi sono titoli delle colonne bicolori e numeri di capitolo in rosso e blu. La decorazione del libro è costituita da iniziali filigranate e iniziali a colori, alcune con rappresentazioni figurative: p. 9 (storia della creazione), p. 137 (Mosè), p. 435 (Davide con arpa), p. 446 (Davide), p. 450 (insipiens), p. 470 (Davide), p. 482 (Salomone). Nei Salmi, la divisione liturgica in otto parti del Salterio è particolarmente evidenziata da iniziali a colori.
Online dal: 14.12.2022
Il salterio, scritto nel XIII secolo, presenta forti tracce di uso. Secondo delle «istruzioni per l'uso» riportate sulla controguardia posteriore, che invitano a lasciarlo nel coro affinché ogni sorella possa leggerlo, il salterio proviene da un convento femminile. Poiché s. Caterina è particolarmente evidenziata nel calendario, potrebbe essere appartenuto al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo. La decorazione è costituita da iniziali filigranate rosse e blu. Inoltre, sia la divisione liturgica in otto parti che quella in tre parti del salterio, sono sottolineate da iniziali più grandi a colore, alcune delle quali disegnate con inchiostro argentato e dorato. Ai salmi fanno seguito da p. 240 i Cantici biblici, il Credo, il Te Deum, il Symbolum Athanasianum e una litania. Nel XV e XIV-XV secolo sono stati sostituiti alcuni fogli (pp. 95-98, 257-264). Alla fine delle litanie (pp. 269-288) sono stati rilegati due fascicoli di un breviario della stessa mano delle pp. 257-264. Il salterio è preceduto da un calendario incompleto (da luglio a dicembre), sempre della stessa mano, con i nomi dei mesi in tedesco (pp. 1-12). In origine, il calendario era costituito da due fascicoli, dei quali si è conservato unicamente l'ultimo foglio del primo fascicolo e il secondo completo. Sul foglio di guardia anteriore è incollato l'ex-libris del principe abate Beda Angehrn (abate 1767-1796).
Online dal: 14.12.2022
Manoscritto composito di tre parti: 1) Cantico dei Cantici con ai lati un commento erudito, databile al sec. XII/XIII, probabilmente scritto nell'abbazia di S. Gallo, 2) la lettera di Prospero di Aquitania a Rufino su «De gratia et libero arbitrio», l'opera «Pro Augustino responsiones ad capitula obiectionum Gallorum calumniantium» di Prospero di Aquitania, l'opera di Agostino «Responsiones ad Dulcitium de octo quaestionibus ab eo missis» e lo scritto pseudo-agostiniano «Hypomnosticon contra Pelagianos» (come nel ms. Colonia, Dombibliothek, Codex 79), del sec. IX, 3) la versione incompleta dell'opera di Agostino «Enchiridion de fide, spe et caritate» (compendio sulla fede, la speranza e l'amore) anche del sec. IX.
Online dal: 21.12.2009
Il codice contiene il vangelo di Matteo con il prologo monarchiano (Stegmüller, Repertorium Biblicum, Nr. 590; pp. 1-4), un prologo anonimo (Stegmüller, RB 589; pp. 2–3, margine), la Glossa ordinaria e altre glosse (tra gli altri Stegmüller, RB 10451 [2]). Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo, ma la nota di possesso Liber sancti Galli del XIII secolo (controguardia anteriore) indica che già allora si trovava nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
Il codice contiene il vangelo di Marco con il prologo monarchiano (Stegmüller, Repertorium Biblicum, Nr. 607; pp. 3-8) e la Glossa ordinaria. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo, ma la nota di possesso Liber sancti Galli del XIII secolo (p. 2) indica che già allora si trovava nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
Il codice contiene il vangelo di Luca con la Glossa ordinaria. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo. La decorazione consiste in due iniziali a strisce divise: a p. 1 una Q tracciata con inchiostro rosso, con fondo verde e blu, la cui coda è costituita da un drago, a p. 2 una F il cui corpo a inchiostro rosso è riempito con oro, con tralci verdi su fondo blu.
Online dal: 10.12.2020
In questo volume sono riuniti tre codici. I primi due (pp. 1-84 e 85-228) contengono il Vangelo di Giovanni, il terzo (pp. 229-342) il Vangelo di Marco, ciascuno con il cosiddetto Prologus monarchianus (Stegmüller, Repertorium Biblicum, n. 624: p. 1-2 e 86-88; Stegmüller, RB 607: p. 229-232) e la Glossa ordinaria. Nel primo codice il testo evangelico si interrompe al centro della frase a pag. 84 in Gv 21,2; solo Gv 1,1-8,24 è glossato; nel secondo codice Gv 1,1-20,25 è glossato. Mentre il primo e il terzo codice risalgono al XII secolo, il secondo è un po' più tardo (XII-XIII secolo). Anche le ultime pagine del terzo codice sono successive (XIII secolo: glossato da p. 315, testo principale da p. 319). A p. 3 un'iniziale zoomorfa (drago), a p. 229 una iniziale in rosso. Nel dorso si trovano incollati dei frammenti di manoscritti del X secolo. All'interno della coperta anteriore è visibile l'impronta di un frammento di manoscritto. All'interno di quella posteriore vi è una nota di possesso tardomedievale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 13.06.2019
Il codice contiene il vangelo di Giovanni con il prologo monarchiano (Stegmüller, Repertorium Biblicum, Nr. 624; pp. 3-7), un prologo anonimo (Stegmüller, RB 628; pp. 3-7, margine) e la Glossa ordinaria. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo, ma la nota di possesso Liber sancti Galli del XIII secolo (p. 2) indica che già allora si trovava nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
Due codici in un volume. Il primo (pp. 1-288; inizio XII secolo) contiene le lettere paoline con la Glossa ordinaria e quattro prologhi: prologo anonimo, Stegmüller, Repertorium biblicum, no. 11086 (p. 1), Prologo di Pelagio (?), Stegmüller, RB 670 (pp. 1-2), Prologo di Pelagio, Stegmüller, RB 674 (pp. 2-3), Prologo di Marcione, Stegmüller, RB 677 (p. 3). A p. 3 anche estratti dal Decretum Gratiani (D. 28 c. 17), dal Concilium Bracarense II, can. 2, e un altro testo canonico. Seguono le lettere paoline nel solito ordine (pp. 5-287), compresa la lettera apocrifa ai Laodicensi (pp. 216-218). Il secondo codice (pp. 288-448; XII secolo, da p. 417 XII-XIII secolo) contiene principalmente estratti dalle prediche e altre opere di Girolamo (pp. 289-374 e 386-387), tra queste altre prediche (pp. 382-386, 387-403 e 408-415) e altre opere, in parte solo in estratto: Grimlaicus, Regula solitariorum, cap. 3-5 e 31-34 (pp. 374-381); anonimo, De consanguinitate BMV (pp. 403-407); Gregorio di Tours, Miracula 1, 31-32 (su s. Tommaso; pp. 407-408); Amalario di Metz, Ordinis missae expositio I, prologo e cap. 17 (pp. 415-416); estratto da Gregorio Magno, Regula pastoralis, cap. 12 (p. 416); Petro Abelardo, Sententiae 1-60 e 102-247 (pp. 417-448). All'interno delle coperte impronte di frammenti di un messale del X secolo.
Online dal: 13.06.2019
Manoscritto composito comprendente tre parti originariamente indipendenti. La prima è una copia, databile all'incirca al 900, del Cathemerinon (fino al libro X) e del Peristephanon (Libri I e V) di Aurelio Prudenzio Clemente; nel mezzo, un commento latino al Perihermeneias di Aristotele del XIII/XIV secolo; infine, una copia del periodo attorno all'anno 1000 delle opere De trinitate, De divinitate, De substantiis e Contra Nestorium di Boezio. Il codice è annotato con un gran numero di glosse in latino e in antico tedesco.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto contiene il commento di Anselmo di Laon († 1117) ai Salmi (autore secondo Stegmüller, Repertorium Biblicum, n. 1357; altrove il testo è attribuito a un Haimo). Alle pp. 245-253 si trova un commento alla piccola dossologia e ai Cantici dell'Antico Testamento per le Laudi, anch'esso di Anselmo o del suo allievo Gilberto di Poitiers († 1155) (Stegmüller, RB 1357, 1 o 2530). Alcune pagine contengono lunghe glosse marginali. La decorazione del libro si limita a lombarde rosse di due o tre righe e a una scarsa rubricatura. A p. 254 si trova il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer (1553-1564).
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto, in una rilegatura dell'epoca dell'abate Ulrich Rösch (1463-1491), è composto da due parti. La prima (pp. 3-166), scritta probabilmente nella Germania meridionale verso la fine del XII secolo, contiene circa l'ultimo terzo del commento ai Salmi (sui Sal 109-150) di Pietro Lombardo († 1160). La seconda (pp. 167-308), scritta nel XIII secolo e forse a S. Gallo, contiene sermoni e trattati, per lo più di Bernardo di Chiaravalle († 1153). Oltre ad alcuni dei suoi grandi sermoni liturgici, la raccolta ne contiene anche alcuni non certamente autentici di Bernardo, nonché sei sermoni di Nicolao di Chiaravalle († dopo il 1175). I sermoni alle pp. 167-292 sono disposti secondo l'anno liturgico (de tempore e de sanctis). Un sermone tratto dai Sermones de diversis di Bernardo è qui assegnato alla festa di Gallo (pp. 268-270). Alle pp. 292-298 si trova la seconda parte del trattato De gradibus humilitatis et superbiae di Bernardo di Chiaravalle; alcuni capitoli, soprattutto il primo e l'ultimo, sono molto abbreviati. Le ultime pagine (pp. 298-308) contengono altri brevi sermoni e trattati che sono almeno in parte attribuibili a Bernardo.
Online dal: 14.12.2022
Manoscritto composito latino risalente all'epoca tra il 1150 ed il 1250, scritto nella Germania meridionale, forse anche a S. Gallo. Il volume contiene (non del tutto complete) le prediche di Bernardo di Clairvaux al Cantico dei cantici veterotestamentario (Sermones super cantica canticorum), la storia della prima crociata di Roberto di Reims (Historia Hierosolimitana), l'opera De locis sanctis dell'erudito e santo Adomnán di Jona († 704), una Relatio sull'apostolo Tommaso così come dei brevi versi sulle parti delle ore canoniche (Versus de horis canonicis) e dei versi sulle dieci piaghe d'Egitto (Versus de plagis Aegyptii).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto contiene il commento di Pietro Lombardo (1095/1100-1160) alle Lettere di Paolo (Collectanea in epistolas Pauli). Sull'etichetta del dorso e a p. 1/2 il testo è falsamente attribuito a Pietro di Tarantasia (più tardi papa Innocenzo V). Il codice è scritto su due colonne e presenta in una colonna, spesso molto stretta, il testo biblico, nell'altra, in righe alte la metà, il commento. Nel margine si leggono ad inchiostro rosso dei rimandi agli autori citati da Pietro Lombardo. All'inizio di ciascuna lettera si trovano due iniziali (per il testo biblico e per il commento) colorate su fondo d'oro (pp. 3, 5, 116, 202, 249, 287, 316, 334/335, 351, 371, 402, 409, 412). Queste presentano delle caratteristiche del cosiddetto «channel style», diffuso intorno al 1200 sulle due sponde del canale della Manica.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto, rilegato in un cartone grigio-azzurro del XVIII-XIX secolo, è composto da due parti scritte in tempi diversi. La prima parte (pp. 3-120) è un graduale acefalo (inizia con il mercoledì dopo il terzo Avvento), scritto nel XIII secolo. Le melodie presentano dei neumi senza linee. Alle domeniche dopo la Pentecoste fanno seguito i versetti dell'Alleluia alle pp. 118-120. La seconda parte (pp. 121-186), con sequenze senza melodie, risale al XIV secolo. In due punti del codice è presente un fascicolo di un graduale vergato probabilmente nel XIII-XIV secolo: alle pp. 11-26 (in mezzo all'Introito alla festa dei SS. Innocenti) i canti del Proprium per il primo Avvento fino alla prima domenica dopo Natale, alle pp. 159-174 (in mezzo alla sequenza di Ognissanti) i canti per il tempo che va dal mercoledì dopo la terza domenica di Quaresima al Sabato Santo.
Online dal: 14.12.2022
Il codice, i cui piatti della legatura sono rivestiti di tessuto verde, si compone di due parti. La prima parte (pp. 3-53) contiene sequenze di Notker Balbulus e di altri autori, la seconda (pp. 55-226) un graduale. I testi presentano tutti dei neumi; la scrittura è inframezzata da maiuscole rosse e blu. Da notare tutta una serie di iniziali decorate: nel sequenziario ad es. quella contenente un drago a p. 3, nel graduale con motivo a viticci a pag. 55. Altri esempi si trovano alle pagine 114, 134, 144, 146. All'inizio è rilegato un foglio dell'XI/XII sec. con estratti dal Commune sanctorum, sul verso con aggiunte del XIV secolo.
Online dal: 14.12.2018
Tropario e sequenziario in notazione quadrata a punti, con raffinata musica monofonica e polifonica tratta dal grande repertorio della scuola parigina di Notre-Dame. Trascritto prima del 1250 nella Svizzera occidentale, probabilmente presso la Cattedrale di Losanna. Portato a San Gallo forse già intorno al 1300.
Online dal: 24.05.2007
Breviario costituito da varie parti: 1) Capitula e orationes per il periodo dal primo Avvento all'ottava di Pentecoste così come le domeniche e i giorni feriali (pp. 3–48). 2) Proprium de tempore (con letture, preghiere, estratti di prediche, antifone, responsori e inni), per il periodo dal primo Avvento fino al sabato dopo Pentecoste (pp. 49–280). Le antifone e i responsori sono corredati di neumi. 3) Proprium de sanctis (pp. 281–419), i canti qui non presentano neumi. Inizia con s. Andrea (30 novembre) e termina con s. Petronilla (31 maggio). 4) Proprio per la Pasqua fino alla seconda domenica dopo l'ottava di Pasqua (pp. 421–466). 5) Responsori e antifone De sanctis in pascali tempore (pp. 466–468). 6) Lectiones per totam ebdomadam per i giorni della settimana della terza e quarta settimana dopo l'ottava di Pasqua (pp. 469–484). 7) Capitula per i notturni, la Sesta e la Nona del periodo di Pasqua (p. 485). 8) Orationes per i notturni, la Sesta e la Nona nei giorni della settimana usque ad ascensionem Domini (pp. 486–487). 9) Capitula e orationes per i Vespri, le Laudi e la Sesta per le prime quattro domeniche dopo l'ottava di Pasqua (pp. 488–489). 10) Inni (e sequenze Cantemus cuncti melodum, p. 504) (pp. 502–504 e 506). Le parti 1-3 sono state scritte per la maggior parte nel secolo XIII (con numerose aggiunte e correzioni su rasura fino al sec. XV). Le parti 4-6 risalgono al XIV secolo, le parti 7-10 al XV secolo. Al più tardi dal secolo XV (forse dal 1450, v. p. 1) in possesso del monastero di S. Gallo.
Online dal: 17.03.2016
Antifonario del sec. XIII contenente i canti per la liturgia delle Ore dei monaci. Le melodie presentano dei neumi senza rigo musicale. In sostanza si tratta di una copia del Cod. Sang. 390/391 («antifonario di Hartker») ampliato con le feste aggiunte dopo il completamento dell'antifonario di Hartker.
Online dal: 19.12.2011
Libro d'ore, composto per un convento femminile sconosciuto della diocesi di Basilea: esempio straordinario della prima arte libraria gotica. Contiene un calendario, 14 miniature sulla vita di Cristo e di Maria, un salterio, cantici e una litania dei santi.
Online dal: 12.06.2006
Codice composito a contenuto liturgico proveniente dal monastero di Disentis, scritto nella seconda metà del sec. XII, piuttosto intorno al 1200. Il volume contiene di seguito un calendario (pp. 2-13), un salterio (pp. 15-90) e un innario (pp. 91-110), un capitolare e collettario (misto) (pp. 116-186), così come un antifonario, un lezionario ed un omiliario (pp. 203-638). Apice artistica del manoscritto sono l'iniziale B all'inizio del salterio (p. 15) e la raffigurazione della crocifissione (p. 89). Il breviario è uno dei pochi manoscritti medievali provenienti dal monastero di Disentis che si siano conservati. Intorno al 1300 il codice giunse a Kempten; nel sec. XV si trovava già nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012