Questo piccolo mahzor di rito romano è stato copiato in Italia nel corso del XIV sec. La prima parte contiene delle preghiere abbreviate per le feste dell'anno liturgico ebraico (Pessah, Shavuot, Rosh ha-Shanah, Yom Kippur, Sukkot, Shemini Atseret), e la seconda contiene numerosi poemi liturgici che accompagnano le preghiere. Viste le dimensioni, questo rituale di preghiera sembra destinato all'uso personale, forse addirittura di una donna, visto che una parola che si trova nel vidui (confessione) posta alla fine delle preghiere del pomeriggio del Yom Kippur, termina con un suffisso femminile.
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto, rilegato in un cartone grigio-azzurro del XVIII-XIX secolo, è composto da due parti scritte in tempi diversi. La prima parte (pp. 3-120) è un graduale acefalo (inizia con il mercoledì dopo il terzo Avvento), scritto nel XIII secolo. Le melodie presentano dei neumi senza linee. Alle domeniche dopo la Pentecoste fanno seguito i versetti dell'Alleluia alle pp. 118-120. La seconda parte (pp. 121-186), con sequenze senza melodie, risale al XIV secolo. In due punti del codice è presente un fascicolo di un graduale vergato probabilmente nel XIII-XIV secolo: alle pp. 11-26 (in mezzo all'Introito alla festa dei SS. Innocenti) i canti del Proprium per il primo Avvento fino alla prima domenica dopo Natale, alle pp. 159-174 (in mezzo alla sequenza di Ognissanti) i canti per il tempo che va dal mercoledì dopo la terza domenica di Quaresima al Sabato Santo.
Online dal: 14.12.2022
Manoscritto composito contenente principalmente calendari e testi a carattere cronologico; scritto nella seconda metà del sec. X e all'inizio del sec. XI per la maggior parte non a S. Gallo. Il testo principale è costituito da un calendario di origine norditaliana e da estratti dal De tempore ratione di Beda il Venerabile († 735).
Online dal: 21.12.2009
Martirologio di Beda il Venerabile († 735) trascritto in scrittura anglosassone nel IX secolo. La copia, frammentaria (tramanda solo la sezione del Martirologio compresa tra l'inizio di gennaio e il 25 luglio), è la più prossima, tra le esistenti, all'originale composto da Beda. Un martirologio è un insieme di note biografiche sui santi, di lunghezza variabile, disposte secondo l'ordine del calendario liturgico.
Online dal: 09.12.2008
Martirologio di Adone di Vienne († 875), la cui parte principale probabilmente non à stata scritta a S. Gallo. Il manoscritto tuttavia vi si conserva dall'XI secolo (aggiunte alle vite dei santi di S. Gallo). Alla fine del volume ci sono delle notizie annalistiche su di una cometa del 1264, date nel calendario, notizie riguardanti la costruzione della città di Milano e Alessandria, sulla fondazione del monastero cistercense di Wettingen e sul dissidio tra l'imperatore Federico II ed il figlio Enrico VII intorno al 1236, e sulla prigionia di quest'ultimo, così come degli esametri riguardanti la corretta preparazione delle ostie (pp. 601-602).
Online dal: 13.12.2013
Unica copia esistente del Martirologio del monaco sangallese Notker Balbulus († 912), un'opera scritta intorno agli anni 900 e seguenti. La trascrizione, databile alla prima metà del X secolo, è incompleta: un martirologio include brevi biografie dei santi in relazione ai loro giorni nel calendario, ma in questa mancano le informazioni sui santi dei giorni 13-17 giugno, 3-6 luglio, 19-26 agosto, 27 ottobre e 31 dicembre. È molto probabile che Notker Balbulus non completò mai l'ambizioso progetto del Martirologio.
Online dal: 31.07.2009
Libro di canto dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) della metà del XVI secolo. Il volume contiene innanzitutto, 215 frasi in notazione a pentagramma delle opere di compositori suoi contemporanei, francesi, olandesi e tedeschi, come Josquin Desprez, Adrian Willaert, Jacob Obrecht, Heinrich Isaac o Ludwig Senfl. Per ciascuna pagina, sulla sinistra si trova la partitura per il discanto (soprano) e sulla destra quella per l'alto.
Online dal: 09.12.2008
Libro di canti dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), giunto nella biblioteca del monstero di S. Gallo unitamente al lascito Tschudi nel 1768. Il volume contiene, rilegati assieme, i libri di voci per i bassi e i discanti di 17 mottetti a 5-6 voci e canzoni di componisti contemporanei quali Josquin Desprez o Loyset Compère, con notazione mensurale in un sistema a cinque linee. Il libro di canti è scritto da varie mani tra le quali quella dello stesso Tschudi, il quale aggiunse sulle cc. 12r–v e 24v–25r annotazioni sui modi (gli schemi dei modi a c. 25v dovrebbero essere di Heinrich Glarean). Tranne un pezzo, tutte le composizioni appaiono anche nel libro di canti di Tschudi nel Cod. Sang. 463; dovrebbe quindi trattarsi di schizzi per una raccolta definitiva.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto cartaceo del XIV secolo contiene una Interpretazione della Messa del lettore francescano Martinus di Vienna. Questa copia, molto accurata, su una colonna, è stata vergata da due copisti in una scrittura libraria gotica regolare. Sono anche gli autori delle numerose correzioni e delle note marginali visibili lungo tutto il codice. Il volume apparteneva già nel XV secolo alla biblioteca dell'Abbazia di San Gallo, come attesta la nota di possesso in tedesco in calce alla prima pagina (p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Il piccolo libro di preghiere contiene quattro unità di testo più lunghe, tre delle quali possono essere definite preghiere mariane: un salterio breve, che combina il versetto iniziale di un salmo con un'Ave Maria (pp. 5-35), una lunga litania di santi (pp. 37-68), le «Gioie di Maria» (pp. 69-180), e un altro salterio breve strutturato come il primo, ma scegliendo altri versetti dei salmi al posto di quelli iniziali (pp. 180-200). Il manoscritto è interamente scritto da una mano esperta e contiene rubriche e iniziali rosse e blu. I testi sono preceduti da un fascicolo con due miniature a piena pagina (a p. 2 Maria in trono con il Bambino in grembo, a p. 3 la flagellazione di Cristo). L'unico riferimento a un possibile luogo di origine del codice è la menzione di s. Abbondio di Como (p. 56). Scherrer ipotizza quindi che possa essere stato scritto in Italia per dei benedettini; Scarpatetti pensa che sia stato prodotto in, o per, un capitolo laico o un convento femminile. A p. C si trova una nota di possesso, probabilmente post-medievale, di un certo Jodokus Graislios in scrittura greca. Nel XVIII secolo il volume ha ricevuto l'attuale spoglia legatura e una nota di possesso del convento, poi incorporato da S. Gallo, di S. Giovanni in Thurtal, dal quale il manoscritto è giunto nella biblioteca abbaziale (p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto tramanda prima le antifone, i versetti e i responsori, e poi le sequenze. I canti sono accompagnati da notazione quadrata su quattro linee rosse. La scrittura, una piccola textualis, è di una mano del XIV secolo. Il manoscritto e la legatura con assi di legno rivestite in pelle hanno il formato più piccolo possibile.
Online dal: 25.04.2023
Il breviario può essere assegnato all'ordine dei Celestini per la rubrica presente a c. 122r. Secondo le annotazioni dell'autore sulle cc. 211v, 271v e 319v, è stato scritto da un frate Johannes Mouret di Amiens. Il codice, che presenta una minuscola calligrafia, è decorato da numerose e fini iniziali filigranate, oltre che da piccoli disegni a penna di volti e draghi nei margini.
Online dal: 18.06.2020
Libro di preghiere di piccolo formato, su pergamena fine, con preghiere in latino ed alcune in francese. Lo stemma a p. 3 rimanda alla famiglia Montboissier, originaria dell'Auvergne quale committente. Accanto ad una Crocifissione che occupa mezza pagina (p. 3), il manoscritto presenta molte piccole iniziali, la maggior parte con teste di animali, così come alle pp. 97-146 numerose miniature, che occupano a quattro righe di testo, con raffigurazioni di santi.
Online dal: 13.10.2016
Questo manoscritto della fine dell'VIII secolo contiene la vita del santo Marcellino, scritta in minuscola carolina. Il testo è stato probabilmente copiato nell'est della Francia.
Online dal: 20.05.2009
Raccolta contenente 13 agiografie, tra cui – preservata unicamente in questo codice – la vita di S. Germano di Moutier-Grandval (Canton Giura, Svizzera), composta da Boboleno di Luxeuil all'incirca nell'anno 690. Copia databile agli inizi del sec. X.
Online dal: 12.12.2006
Adamnano di Iona (Hy; ca. 624-704), vita di S. Columba (m. 597), con uno sbiadito disegno a penna raffigurante il santo in posizione orante.
Online dal: 12.06.2006
Copia accuratamente realizzata della vita dei santi sangallesi Gallo, Otmaro e Wiborada. Databile alla prima metà del XII secolo, fu trascritta in una minuscola carolina tardiva ed ornata con qualche iniziale di eccezionale valore artistico.
Online dal: 09.12.2008
Semplice copia, a confronto con i codici 560, 562 und 564, delle vite dei santi patroni di S. Gallo Gallo e Otmar composte dall'erudito e abate di Reichenau Walfrid Strabo; scritta nel sec. X nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Questo piccolo libretto, che presenta una legatura settecentesca in mezza pelle, riunisce due fascicoli di secoli diversi, che certamente originariamente non erano rilegati insieme. Il primo fascicolo (pp. 5-52) contiene come unico testo il trattato sui sacramenti del domenicano William Rothwell. Vergato da una mano del XIV secolo, il testo è disposto su due colonne e rubricato. La pergamena è fortemente ondulata a causa di danni causati dall'acqua. Il secondo fascicolo (pp. 53-76) contiene la vita di s. Brigida di Svezia. Il testo, a piena pagina, è scritto da una mano del XV secolo; solo la prima pagina è rubricata. La seconda carta di guardia anteriore cartacea (p. 3) è costituita dal frammento di un breviario.
Online dal: 22.09.2022
Copia dell'epitome di Giuniano Giustino dalla perduta storia del mondo (Historiae Philippicae) dello storico romano Pompeo Trogo; scritto nel sec. IX probabilmente nelll'abbazia di S. Gallo. Alla fine del testo si legge il famoso verso del copista in antico tedesco: Chumo kiscreib filo chumor kipeit.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto, probabilmente non vergato a S. Gallo, contiene due opere di Sallustio (Gaius Sallustius Crispus): S. 1-95 la Coniuratio Catilinae (storia della congiura di Catilina); pp. 95-206 il Bellum Jugurthinum (storia delle guerre contro Giugurta). Il codice è stato scritto da varie mani; alcuni capitoli sono ripetuti, per es. Coniuratio Catilinae, cap. 46-52 (pp. 195-206).
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto composito, ricco di materiali, contiene numerosi elenchi, classificazioni e estratti da diverse fonti di contenuto astronomico ma soprattutto geografico-storico, copiati negli anni dopo il 1550 dall'erudito universale glaronese Egidio Tschudi (1505-1572). La maggior parte delle annotazioni raccolte da Tschudi con una grande operosità, e autonomamente compilate e riordinate, riguardano in questo volume l'odierna Francia (Gallia con le sue tribù, provincie, città, montagne, isole ecc.). Notevoli sono soprattutto i disegni geografici di Tschudi di varie parti della Gallia (pp. 706-723). Di queste fanno parte una carta della Franca Contea (pp. 714/715) e della parte occidentale della Svizzera (pp. 717/718). Le tre parti che oggi costituiscono il volume odierno, rimasero dopo la morte di Tschudi in possesso della famiglia, furono conservate dal 1652 al 1768 nel castello Gräpplang presso Flums e da lì giunsero nel febbraio 1768, con l'acquisto dell'eredità dell'erudito glaronese, nella biblioteca monastica di S. Gallo. Qui le tre parti, che costituiscono i numeri 59, 43 e 44 del catalogo di vendita del 1767, completati con alcuni pochi fogli, vennero rilegati in un volume tra il 1768 e il 1782.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto cartaceo è composto da cinque unità codicologiche, ognuna delle quali è stata copiata da una o più mani nel XV secolo. I testi più lunghi del manoscritto sono il Tractatus de vitiis capitalibus, forse attribuibile a Robert Holcot, la Stella clericorum, il Dialogus rationis et conscientiae di Matteo da Cracovia e il Dialogus de celebratione missae di Enrico di Assia il Giovane. Per il resto, si trovano testi più brevi, tra cui sermoni, istruzioni spirituali e trattati astrologici e medici. Inoltre, ci sono numerosi documenti risalenti all'ambiente del Concilio di Costanza (1414-1418) che trattano la condanna di Giovanni Hus e la questione della comunione sotto le due specie.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene dapprima (pp. 3a-104b) un riassunto del Liber Extra e del Liber Sextus e poi (pp. 107–114) una versione abbreviata del Decretum Gratiani. Secondo una nota di sua mano (p. 104b), Stephan Rosenvelt, notaio imperiale e notaio della Curia vescovile di Costanza, ne completò la trascrizione nel 1395. In seguito il manoscritto, come si deduce da una annotazione a p. 114, fu in possesso di un certo Johannes Bischoff, probabilmente il monaco sangallese e studioso di diritto canonico di quel nome, morto nel 1495.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto cartaceo possiede una legatura in cartone del XVIII-XIX secolo. Probabilmente fu scritto integralmente dal sacerdote secolare Matthias Bürer, i cui libri passarono al monastero di S. Gallo dopo la sua morte nel 1485. Il codice contiene innanzitutto un riassunto in versi, attribuito ad Adam von Aldersbach, del famoso testo di diritto canonico e teologia pastorale di Raimondo di Peñafort (pp. 7-123). Oltre alle glosse interlineari, in alcuni punti è presente un fitto apparato di glosse nei margini. A due brevi testi segue un lungo commento alla precedente opera in versi (pp. 135-264).
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene il Pastorale novellum del canonico e prevosto di Bischofszell, Rudolf von Liebegg (1275-1332 ca.). Il diffuso poema didattico canonico-teologico in 8.723 esametri è incompleto in questo manoscritto e presenta delle lacune. Due mani hanno condiviso la copia del poema didattico. Secondo il colophon alla fine dell'opera (p. 211) il secondo scriba Johannes Mündli terminò il suo lavoro il 5 maggio 1354 a Rottweil. Più tardi il manoscritto fu in possesso del conventuale e giurista sangallese Johannes Bischoff († 1495).
Online dal: 08.10.2020
La legatura in cartone del XVIII o XIX secolo racchiude quattro parti manoscritte della seconda metà del XV secolo, più o meno contemporanee. Le parti I e III sono della stessa mano e contengono istruzioni ed esempi per la corretta composizione di lettere e documenti in latino e per l'utilizzo di artifici stilistici retorici. La seconda parte riporta un manuale di diritto processuale di Johannes Urbach, la quarta una raccolta di lettere in latino degli anni 1465-1480, dirette al monaco di Einsiedeln e primo umanista Albrecht von Bonstetten.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto, nuovamente rilegato nel XVII o XVIII secolo, contiene nella prima parte un commento al secondo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). La seconda parte del manoscritto è costituita da due soli fascicoli con un commento al titulum 26 dello stesso libro delle Decretali. Il manoscritto appartenne al monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che aveva studiato diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Egli stesso ha scritto il commento nella prima parte del manoscritto.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto pergamenaceo contiene le Institutiones Iustiniani (pp. 3a-91a), cioè il testo di diritto romano scritto all'epoca dell'imperatore romano d'Oriente Giustiniano nel 533, e i Libri feudorum (pp. 91b-125b), cioè il diritto feudale longobardo, ciascuno dei due con la Glossa ordinaria, l'apparato standard di Accursio. I testi, e le glosse che li racchiudono, sono stati scritti probabilmente in Francia nel XIV secolo. Secondo le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo, il manoscritto si trovava in questo monastero al più tardi dall'ultimo quarto del XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Raccolta di testi di medicina tedesco. L'inizio manca; segue la Ordnung der Gesundheit per Rudolf von Hohenberg (pp. 3-60), diverse ricette di medicina, magia e alimentazione (pp. 63-101), tra le quali, fra le altre, trattati sull'avvoltoio e la verbena dal Bartholomäus (pp. 64-69), «Verworfene Tage» (pp. 69-71), ricette per fabbricare l'aceto (S. 73-76), estratti dal Buch der Natur di Corrado di Megenberg (pp. 82-85), ricette nelle quali si utilizza lo «Schwalbensteins» (pp. 89-90), pronostici per l'anno nuovo ed i tuoni (pp. 90-94), ricette per fabbricare il vino (pp. 95-101). Erbario con estratti dal Macer Floridus di Odo von Meung (pp. 101-146), ricette di medicina (pp. 146-147), campo di applicazione della medicina secondo il Macer Floridus (pp. 147-161), ricette contro il ritten (p. 162). Alla fine, a p. 164 si trova un disegno colorato della Agrimonia. Il manoscritto è parente del codice della Staats- und Stadtbibliothek di Augusta 2° Cod. 572. Proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 117).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto composito inizia con alcuni brevi testi di medicina: alle pp. 5-6 Johannicius (Hunain ibn Ishāq), Isagoge ad Techne Galieni (un adattamento dell'Ars Parva di Galeno, nella traduzione latina di Costantino Africano), § 1-9; alle pp. 6-7 e 8 alcuni versi del Regimen sanitatis salernitanum, un poema didattico in esametri sulla medicina; alle pp. 7-8 un breve testo sulle proporzioni dei farmaci composti, incipit Gradus est sedecupla proporcio; alle pp. 9-10 un testo sul salasso, con il titolo in rosso De flebotomia, incipit In flebotomia quedam generales condiciones sunt; alle pp. 10-11 un glossario latino-tedesco dei nomi delle piante, con titolo in rosso Nomina herbarum, incipit Plantago Wegerich; alle pp. 11-12 un testo sull'uroscopia, il cui inizio è segnato a margine dal titolo De urinis di mano più tarda, incipit Si urina alba fuerit. Le pagine 12-14 sono scritte da una mano più tarda e, contrariamente a Scherrer, probabilmente non contengono ulteriori informazioni mediche, ma un exemplum o exempla dal Vitaspatrum (In vitas patrum legitur quod quidam interrogavit senem quare cogitaciones prave inpedirent oraciones [?]). La parte medica è seguita alle pp. 15-89 da una versione latina del Lumen animae, una raccolta di exempla di storia naturale da utilizzare nelle prediche. Nel margine sono presenti piccoli schemi del contenuto dei capitoli e aggiunte alle autorità citate nel testo. Il Lumen animae è l'unico testo del manoscritto che inizia con una grande iniziale rossa e termina a p. 89 con il colophon in rosso Finito libro sit laus et gloriae Christo. Le due pagine successive (pp. 90-91) contengono, tra l'altro, versi del calendario e un testo sui pianeti. Alle pp. 92-97 si trova una versione latina della «lettera celeste» o «lettera domenicale», una lettera presumibilmente scritta dal cielo sulla celebrazione della domenica, incipit Incipit epistola dei de celo vere missa petro apostolo ab omnibus diebus dominicis qualiter sit colendus dies dominicus. Segue alle pp. 97-98 una preghiera, incipit O dilecte Iesu Christus, felix est qui te amat. Nelle ultime pagine (p. 98-101), la stessa mano più recente delle pp. 12-14 ha scritto altri exempla, incipit Legitur quod quedam mulier [...] venisset ad beatum Hillarionem pro sterilitate tollenda. Il manoscritto è rilegato in una legatura di cartone grigia del XVIII secolo; la precedente legatura in pergamena con etichetta sul dorso recante la segnatura 758 è ancora conservata, ma è stata ritagliata e ricucita intorno al primo o all'ultimo fascicolo (p. 3 e tra p. 24-25; p. 102 e tra p. 88-89).
Online dal: 20.12.2023
Il volume è composto da due parti copiate indipendentemente l'una dall'altra in periodi diversi. La prima parte (pp. 1-158) contiene i primi tre libri delle Sentenze di Magister Bandinus (pp. 1-154), autore di un compendio dell'omonima opera di Pietro Lombardo (Libri quatuor sententiarum). Al posto del quarto libro si trova qui un breve trattato sulle donne, De muliere forti (pp. 154-158). Questa copia è stata realizzata da più mani nel XIV secolo. La seconda parte (pp. 159-234) contiene un trattato sul battesimo del XII secolo (pp. 160-234). La presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 158) indica che la prima parte doveva trovarsi nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo dalla metà del XVI secolo. Questo manoscritto in due parti ricevette l'attuale legatura in cartone probabilmente alla fine del XVIII o all'inizio del XIX secolo, quando Ildefons von Arx vi inserì l'indice del contenuto (p. V1).
Online dal: 22.09.2022
Il tema principale trattato in questo volume composito in latino e tedesco è quello dei sermoni. Si compone di cinque parti di diverso formato (parte I: pp. 5-48; parte II: pp. 49-84; parte III: pp. 85-108; parte IV: pp. 109-144; parte V: pp. 145-156), scritte da mani diverse in minuscola gotica di vari moduli. Sono state identificate le seguenti opere: la prima parte contiene i sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona, ovvero quattro Sermones de dominicis (pp. 5-17) a piena pagina e, su due colonne, un altro Sermo de dominicis, cinque Sermones de sanctis e un Sermo ad religiosos (pp. 21a-28b). La seconda parte inizia con il sermone su Io 18,1 Quando hominem... (pp. 49a-67b, Hamesse 25446). La terza parte contiene cinque sermoni in latino e tedesco con una preghiera per un papa Benedetto (pp. 98-108). La successiva quarta parte presenta il Dialogus Beatae Mariae et Anselmi de passione Domini (pp. 109-124), attribuito nel medioevo all'arcivescovo Anselmo di Canterbury. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo presenta una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde, di cui sono ancora visibili solo gli inizi. L'indice di Pius Kolb è stato completato da Ildefons von Arx (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Il primo fascicolo contiene vari testi, scritti in maniera non regolare (pp. 5-20). Dopo un breve testo a piena pagina, De excommunicatione (p. 22), si trova il De audienda confessione di Jean Gerson (pp. 23a-70a). Seguono le due opere attribuite nel medioevo ad Agostino, De spiritu et anima (cap. I-XXXIII alle pp. 70a-92b) e Speculum (pp. 92b-109b), il De gratia et libero arbitrio di Bernardo di Chiaravalle (pp. 110a-138a), il De compositione hominis exterioris di Bonaventura con il titolo Speculum monachorum (pp. 139a-154a) e il De quattuor virtutibus cardinalibus di Lucio Anneo Seneca (pp. 154a-166b). Le pp. 23a-109b sono scritte in textualis su due colonne con rubriche in rosso, alternanza di iniziali filigranate rosse e blu e segni di paragrafo. Alle pp. 110a-166b l'inchiostro rosso è stato utilizzato solo per le scritture distintive. Tra le pagine 6 e 7 è incollato un foglietto con annotazioni. Le distinctiones sono spesso raffigurate graficamente nel margine inferiore (pp. 30-34, 72-76, 82-85, 111, 113, 121). Nello specchio di scrittura della colonna ‚a' di p. 138 è iscritta una tavola con cifre, e nella colonna ‚b' vi è una prova di penna (ANNO con ghirigori). Sono presenti numerosi commenti marginali. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo ha una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde. L'indice è di Pius Kolb (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Manoscritto di uso corrente senza decorazione contenente il commento di Boezio alle Categorie (Categoriae) di Aristotele; scritto nel monastero di S. Gallo nel sec. XI. Sulle ultime tre pagine è trascritto l'inizio del De arte amandi di Ovidio.
Online dal: 15.04.2010
Trascrizione del commento ad Aristotele del filosofo e studioso di scienze francese Nicolas Oresme († 1382) Quaestiones super libros Meteororum; da quanto si legge nel colophon (f. 175v) terminato nel settembre 1459.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto contiene dei sermoni per l'anno liturgico ed è stato copiato da una mano regolare in una minuscola gotica del XIII secolo. È incompleto all'inizio e alla fine. I sermoni, numerati nel margine superiore, vanno dal VII (Dominica iiii. in quadragesima) al LXXXVIII (In vigilia epiphanie domini). All'inizio di ogni sermone c'è una semplice iniziale rossa alta due righe e un titolo rubricato che indica il giorno in cui il sermone doveva essere letto. Vista la presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 410), il manoscritto deve trovarsi nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo al più tardi dalla metà del XVI secolo. La rilegatura in cartone, rivestita di pergamena bianca e munita di nastri di seta verde a guisa di fermagli, risale al XVIII-XIX secolo.
Online dal: 22.09.2022
La maggior parte di questo manoscritto è costituita da sermoni copiati su due colonne da diversi scribi (pp. 1-144). Le singole omelie sono talvolta introdotte da rubriche e piccole iniziali, alternativamente blu o rosse con filigrana. L'ultima parte (pp. 145-157), di dimensioni più ridotte (19 x 17 cm) e copiata per la maggior parte su una sola colonna, contiene versi leonini e detti versificati. In possesso della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo almeno dalla metà del XVI secolo (si veda il timbro dell'abate Diethelm Blarer a p. 120), il manoscritto è stato nuovamente rilegato nel XVIII-XIX secolo in pergamena bianca incollata su cartone, con lacci di seta verde.
Online dal: 22.09.2022
Il volume in pergamena (pp. 5-162) contiene alle pp. 8-162 una raccolta di sermoni latini per le feste dell'anno ecclesiastico (Temporale e Santorale) in una piccola gotica minuscola del XIII secolo. A p. 7 in alto c'è una tabella con lettere greche come segni numerici e in basso un incipit in maiuscole rosse, in parte coperto dal timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. Un foglio singolo (p. 5/6), probabilmente aggiunto nella seconda metà del XIV secolo, contiene un indice dei sermoni fino all'Assunzione. La raccolta inizia con le prediche per l'Avvento (p. 8) e continua fino all'Esaltazione della Croce (p. 109) e all'Assunzione (p. 112). Seguono altri sermoni, tra cui alcuni Ad populum (p. 157, 162), prima che il testo si interrompa alla fine di p. 162. Le prediche sono solitamente introdotte da un'iniziale decorativa di due o tre righe in rosso, blu e verde. La legatura, così come le carte di guardia cartacee (pp. 1-4, 163-190), risale probabilmente alla fine del XVII o al XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene circa un terzo dei testi della Legenda aurea di Jacopo da Voragine, con singoli testi che compaiono due volte. La prima parte (pp. 1-267) inizia con l'Avvento e termina con il giorno di Ognissanti e la consacrazione della chiesa. Il titolo sopra il primo testo (Sermo de adventu domini, p. 1) è fuorviante e ha portato a identificare erroneamente il contenuto del manoscritto come dei sermones. La seconda parte (pp. 271-665) inizia con Mattia (24 febbraio) e termina con Tommaso (21 dicembre). Questa raccolta è completata da alcuni testi dalla cosiddetta appendice Provincia (Osvaldo, Ulrico, Pelagio, Verena, Gallo, Otmaro, Corrado), inseriti al rispettivo posto nel corso dell'anno liturgico. Nel mezzo (pp. 267-270) si trovano sette brevi exempla, i primi tre dei quali si basano su testi dei Verba seniorum. Alla realizzazione del manoscritto hanno partecipato due scribi. Il cambio di mano a p. 382/383 (alla fine del fascicolo ma a metà della parola) è accompagnato da un cambio della decorazione: mentre nella prima parte ci sono solo singole iniziali rosse di più righe decorate con semplice filigrana rossa, la filigrana nella seconda parte è bicolore (rosso/blu), più rigogliosa e più fine. La decorazione filigranata è simile a quella delle iniziali filigranate del manoscritto di Friburgo, BCU, ms. L 34, ma un po' meno raffinata. Nella prima parte saltano all'occhio cuciture decorative multicolori che riempiono i fori (pp. 55/56, 75/76, 115/116, 123/124, 131/132, 143/144 e 147/148). Nel margine superiore delle pp. 7-664 è presente una antica foliazione (III-CCCXXXI). La legatura in cartone, rivestita di pergamena bianca e munita di nastri di seta verde a guisa di fermagli, risale al XVIII-XIX secolo.
Online dal: 25.04.2023
Parte invernale di un antifonario di grande formato in due volumi (parte estiva nel Cod. Sang. 1760) per la liturgia delle ore dei monaci sangallesi, scritto intorno al 1770 dal monaco di S. Gallo Martin ab Yberg (1741-1777) e riccamente miniato con piccoli dipinti ad acquarello di padre Notker Grögle (1740-1816) con cornici fiorite rococò. Il volume, munito di sontuose borchie di ottone, contiene i canti dei monaci di S. Gallo per le feste solenni e dei santi tra la prima domenica di Avvento e l'Ascensione. Si suddivide nelle parti Proprium de tempore (pp. 1−357), Proprium sanctorum (pp. 358−500) e Commune sanctorum (pp. 501−559). Alla fine ci sono dei suffragi e antifone e responsori per i giorni feriali (pp. 560-616). Quali aggiunte figurano canti per i giorni festivi dell'arcangelo Gabriele e per s. Scolastica (pp. 617-626). Le melodie sono in notazione gregoriana di tipo tedesco. Il volume giunse nel 1930 nella biblioteca abbaziale dalla biblioteca del coro della cattedrale.
Online dal: 26.09.2017
Parte estiva di un antifonario di grande formato in due volumi (parte estiva nel Cod. Sang. 1759) per la liturgia delle ore dei monaci sangallesi, scritto intorno al 1770 (cronogramma in argento sul frontespizio) dal monaco di S. Gallo Martin ab Yberg (1741-1777) e riccamente miniato con piccoli dipinti ad acquarello di padre Notker Grögle (1740-1816) con cornici fiorite rococò. Il volume, munito di sontuose borchie di ottone, contiene i canti dei monaci di S. Gallo per la liturgia delle ore per le feste solenni e dei santi tra Pentecoste e l'ultima domenica dopo Pentecoste. Si tratta delle parti del Proprium de tempore (pp. 1−113), Proprium sanctorum (pp. 114−353) e Commune sanctorum (pp. 354−400). Alla fine ci sono dei suffragi, e antifone e responsori per i giorni feriali (pp. 401-431). Quali aggiunte figurano canti per i giorni festivi di s. Gioacchino e dell'arcangelo Raffaele (pp. 432-440). Le melodie sono in notazione gregoriana di tipo tedesco. Il volume giunse nel 1930 nella biblioteca abbaziale dalla biblioteca del coro della cattedrale.
Online dal: 26.09.2017
Parte invernale di un antifonario, originariamente organizzato in due volumi, e al momento della rilegatura suddiviso in quattro tomi. L'antifonario, le cui altre parti si conservano nei Codd. Sang. 1763, 1764 e 1795, fu scritto e molto probabilmente anche decorato, da p. Dominikus Feustlin (1713-1782). Il suo stile si caratterizza per delle cornici a colori intensi, realizzate con mille lineette tracciate intorno alle iniziali e cartigli per i titoli. Pagina del titolo con lo stemma di S. Gallo, S. Giovanni, del Toggenburgo e dell'abate Cölestin Gugger von Staudach (1740-1767) a p. III. Altri cartigli decorati con il titolo alle pp. 1, 45, 48, 53, 101, 104, 162, 178, 202 e 214. La parte invernale raccoglie il Proprium de tempore per la prima di Avvento fino al mercoledì delle Ceneri (pp. 1–161), il Proprium de Sanctis per novembre fino a febbraio (pp. 162–213), il Commune Sanctorum (pp. 214–251), delle messe votive (pp. 252–272) e le Antiphonae feriales (pp. 272–297).
Online dal: 22.03.2018
Parte autunnale di un antifonario, originariamente organizzato in due volumi, e al momento della rilegatura suddiviso in quattro tomi. L'antifonario, le cui altre parti si conservano nei Cod. Sang. 1762, 1763 e 1764, fu scritto e probabilmente anche decorato da p. Dominikus Feustlin (1713-1782). Il suo stile si caratterizza per delle cornici a colori intensi, realizzate con mille lineette tracciate intorno alle iniziali e ai cartigli per i titoli. Cartigli decorati con i titoli si trovano alle pp 1, 36, 73, 118, 151, 203 e 266. Pagina finale con cronogramma (1762) a p. 360. La parte autunnale comprende il Proprium de tempore per i sabati da fine agosto e dall'XI alla XXIV domenica dopo Pentecoste (pp. 1-30), antifone per la terza e la sesta domenica dopo l'Epifania (pp. 31-36), il Proprium de sanctis da settembre a novembre (pp. 36-265), il Comune sanctorum (pp. 266-305), gli uffici per la dedicazione della chiesa (pp. 306-311), in onore di s. Benedetto (i martedì, pp. 312–319) e della Vergine Maria (i sabati, p. 319–326), i Suffragia sanctorum (pp. 326–331) e antifone per i giorni feriali (pp. 332–359). Dopo la pagina finale (p. 360) segue ancora la festa per l'arcangelo Raffaele (pp. 361–365). Le melodie sono scritte in notazione quadrata su cinque linee.
Online dal: 12.12.2019
Il volume di piccolo formato contiene due scritti di mano di Mathias Jansen, come è attestato da una sottoscrizione del 1774 a p. 201. Alle pp. 7-39 ansen descrive i dipinti della cattedrale di S. Gallo operando una descrizione della successione delle volte e dei campi. A p. 20 è riportato il miglioramento di un dipinto raffigurante Otmaro e altri santi. Il secondo scritto alle pp. 40-201 raccoglie relazioni storiche sulla vita, l'aldilà e il culto di s. Otmaro sotto forma di documenti protocollari, risoluzioni e preparativi e processi di culto, per es. la elevazione delle ossa di Otmaro avvenuta nel 1773/1774. A p. 99 è disegnato un altare decorato. Le pp. 202-207 contengono delle aggiunte tarde del 1823 o poco dopo. Alle p. 39 e 202 si trovano aggiunte sporadiche (dopo 1823) sul bassorilievo dello scultore Johann Christian Wentzinger, a p. 39 anche sui nuovi dipinti dell'artista Antonio Moretto nel coro. Le pp. 1-6 e 208-236 sono bianche. Proveniente dal convento delle cappuccine di Notkersegg, secondo una nota all'interno della coperta anteriore il codice giunse probabilmente intorno al 1852 in possesso del vescovo di S. Gallo Greith. Dal 1930 si trova nella biblioteca abbaziale quale deposito della biblioteca vescovile.
Online dal: 13.06.2019
Questo Libro d'ore, in un formato lungo e stretto, è un vero libro da tasca. La struttura delle miniature, con elementi architetturali, volute incoronate , putti e ghirlande, mostra una chiara influenza del Rinascimento. Questo manoscritto è illustrato con 16 miniature a piena pagina e 21 più piccole e più semplici di una mano diversa. Una delle illustrazioni a piena pagina mostra le armi della persona che ha commissionato il libro: si tratta di un certo Michel de Champrond (morto il primo agosto 1539), Signore di Ollé, consigliere e tresoriere del re. Questo indicherebbe che una persona nota, non di nobile nascita, ma presente alla corte, possedeva un libro di preghiere elaborato, riccamente decorato e parzialmente personalizzato, realizzato in un'atelier di manoscritti di media qualità al più tardi negli anni 1530, quando i Libri delle ore stampati erano già largamente disponibili.
Online dal: 08.06.2009
Alla decorazione del Libro d'ore hanno partecipato due miniatori attivi intorno al 1440/50: il più vecchio, autore unicamente delle miniature ai f. 13v, 105v e 140v, appartiene al «Goldrankenstil» (stile dei racemi dorati), mentre il maestro più giovane, che si caratterizza per una maggiore corporeità ed un colorito più marcato, ha assorbito l'influsso dei rinnovamenti apportati alla pittura contemporanea dai fratelli van Eyck. Questo secondo artista è responsabile del completamento nel 1440 delle Ore di Torino e ha lavorato anche al Libro d'ore Llangattock. Nel 1813 il codice venne regalato alla priora del monastero delle Bernardine di Oudenaarde dal principe de Broglie.
Online dal: 20.12.2012
Libro d'ore in latino con calendario contenente una scelta di santi di Parigi ed alcune preghiere in francese. Le tavole sulle feste mobili alla fine del codice iniziano con l'anno 1460, data da ritenere quella nella quale il manoscritto è stato terminato. La maggior parte delle miniature sono state realizzate dal Maestro di Coëtivy, cui si devono probabilmente tutte le composizioni ed i disegni preparatori. La mano di un secondo miniatore, che si propone di identificare con il Maestro di Dreux Budé, si distingue nei volti di Maria nella miniatura con la Nascita di Gesù (f. 83v), nella Adorazione dei Magi (f. 92v) e nella Incoronazione della Vergine (f. 107r).
Online dal: 20.12.2012
Il Libro d'ore, indirizzato ad una donna, reca una annotazione leggibile unicamente con i raggi ultravioletti (f. 27v) che ricorda una Jaquette de la Barre, forse appartenente alla famiglia parigina di costruttori di organi che tra il 1401 ed il 1404 realizzò l'organo di Notre-Dame. Le miniature sono state eseguite intorno al 1410 da un prominente miniatore parigino identificato con il Maestro della Mazarine, mentre i bordi sono stati aggiunti in un secondo tempo da una mano forse provenzale. Dal solito programma iconografico si distinguono le scene della Gloria di Cristo (f. 101r) invece dell'immagine di David per i Salmi penitenziali, la Resurrezione di Lazzaro (f. 141r) invece della Messa per i Morti, e la miniatura con la preghiera di S. Gerolamo (f. 139v), qui rappresentato con paramenti cardinalizi.
Online dal: 20.12.2012
Oltre all'inusuale codice per il re Carlo VIII, qui descritto con la collocazione Utopia Cod. 111, esiste un secondo Libro d'ore, dipinto dallo stesso artista. È rimasto incompleto nella decorazione dei margini, e non tutte le grandi immagini seguono il canone usuale per i Libri d'ore ma mostrano al contrario dei motivi non convenzionali. In entrambi i manoscritti spicca il motivo dell'Albero di Adamo che unisce otticamente i due volumi e che non si trova in altri codici dello stesso miniatore. Anche le quasi identiche dimensioni dei fogli suggeriscono che possa trattarsi di due volumi collegati, prodotti per il re ad una certa distanza di tempo. La morte prematura ed inaspettata di Carlo VIII dopo un incidente nel castello di Amboise potrebbe costituire la spiegazione del perché questo secondo manoscritto non venne completato.
Online dal: 13.10.2016
Raccolta di ricette per la produzione di sostanze medicinali. La forma in cui sono presentate le ricette spazia dagli elenchi degli ingredienti a testi più o meno dettagliati con informazioni sulla fabbricazione e sull'uso dei farmaci. Nell'indice le ricette sono suddivise in 10 capitoli secondo la forma del farmaco (pp. 456-479). Alla fine di ogni capitolo ci sono diverse pagine bianche che sono state lasciate libere per ulteriori ricette. Il manoscritto proviene dalla farmacia dell'ex convento delle cappuccine di Wattwil ed è stato realizzato nel 1739. Contiene numerose aggiunte del XVIII secolo di varie mani. Dalla soppressione del convento delle cappuccine di S. Maria degli Angeli di Wattwil, avvenuta nel 2010, il manoscritto appartiene alla farmacia del convento della fondazione Kloster Maria der Engel Wattwil.
Online dal: 13.06.2019
Raccolta di ricette per la produzione di sostanze medicinali. La forma in cui sono presentate le ricette spazia dagli elenchi degli ingredienti a testi più o meno dettagliati con informazioni sulla fabbricazione e sull'uso dei farmaci. Manca un indice. Il manoscritto proviene dal capitolo secolare di canonichesse nobili di Schänis (f. Br) ed è stato redatto nel 1755. Alcune ricette sono state aggiunte in un secondo momento. Le numerose pagine bianche dimostrano che sin dall'inizio era prevista l'aggiunta di ulteriori ricette. Non si sa quando il manoscritto è entrato nella farmacia dell'ex convento delle cappuccine di Wattwil. Dalla soppressione del convento delle cappuccine di S. Maria degli Angeli di Wattwil, avvenuta nel 2010, il manoscritto appartiene alla farmacia del convento della fondazione Kloster Maria der Engel Wattwil.
Online dal: 13.06.2019
Questo manoscritto del Gioco degli scacchi, un trattamento allegorico dell'ordine sociale basato sul gioco degli scacchi, è stato realizzato durante gli anni 1420, probabilmente a Lucerna. 24 disegni diluiti a penna mostrano i rappresentanti di ogni ceto.
Online dal: 31.07.2009
Lezioni tenute nel 1523/24 dal riformatore sangallese Joachim Vadiano sulle vite degli Apostoli e sulla sua opera geografica Epitome trium terrae habitatae partium; i testi sono annotati e trascritti da Fridolin Sicher (1490-1546), nativo di Bischofszell, calligrafo e organista della cattedrale del monastero sangallese.
Online dal: 20.12.2007
La Eidgenössische Chronik di Werner Schodoler (1490-1541) è l'ultima in ordine cronologico delle cronache illustrate svizzere del tardo medioevo. La sua redazione venne intrapresa a titolo privato tra il 1510 ed il 1535 prendendo a modello soprattutto la cronaca di Berna - Amtliche Berner Chronik - di Diebold Schilling e la cronaca - Kronica - di Petermann Etterlin. Questo volume, il primo di tre volumi della cronaca, contiene la storia dalle origini leggendarie di Zurigo e Lucerna fino alla fuga da Costanza dell'antipapa Giovanni XXIII (1415). Nonostante lo spazio lasciato libero, le illustrazioni – tranne quella a (c. 12v) - non sono state eseguite. I tre volumi si trovano ora in tre diverse biblioteche: il primo nella Leopold-Sophien-Bibliothek di Überlingen, il secondo nell'Archivio della Città di Bremgarten ed il terzo nella Biblioteca cantonale di Aarau.
Online dal: 20.12.2012