La riforma carolingia aveva risposto alla volontà di uniformità in campo religioso proponendo una regola unica per i monaci, la Concordia regularum di Benedetto d'Aniane. Su questa scia, verso la fine del sec. VIII e nel sec. IX si cerca di operare una distinzione tra lo stato monastico e quello canonicale. Ludovico il Pio fa così pubblicare, nell'816, i risultati del concilio di Aquisgrana; le Istituzioni canoniche presentano nella prima parte i precetti dei Padri e i concili anteriori, nella seconda vengono esposte le decisioni del concilio. La redazione di quest'opera è stata a lungo attribuita ad Amalerio di Metz, allievo di Alcuino e consigliere di Carlo Magno ; bisogna comunque cercate un altro autore per questa opera in 118 capitoli, talvolta laboriosi, cui avrebbe contribuito Benedetto d'Aniane. Copiato in una bella scrittura carolina appena pochi anni dopo la pubblicazione del testo (prima metà del sec. IX), il manoscritto della Fondazione Bodmer è appartenuto all'abbazia benedettina di S. Giacomo di Magonza. Nel sec. XII o XIII alla fine del volume è stato aggiunto un disegno a piena pagina raffigurante la Crocifissione.
Online dal: 21.12.2009
Riunendo più di duecento testi allestiti tra la fine del XII e l'inizio del XIV secolo, il «Codex di Kalocsa» è una straordinaria testimonianza della poesia medievale tedesca. Questo manoscritto, affine ad un volume conservato all'Universitätsbibliothek di Heidelberg (Cod. Pal. Germ. 341), che ricopia parzialmente, ci trasmette, in circa 330 fogli di pergamena copiati da una sola mano, delle opere di Walther von der Vogelweide, Konrad von Würzburg, Hartmann von Aue, Reinmar von Zweter o ancora dello Stricker o della tradizione del Roman de Renart. Tramanda pure una quantità di testi anonimi.
Online dal: 20.12.2007
Ragguppando le Odes, le Epodes e il Carmen saeculare – il Carme secolare interpretato da cori di bambini della nobiltà romana nel corso dei Giochi secolari – il CB 88 è un testimone eccezionale tra i manoscritti di Orazio della fine del X-XI secolo. Le sue numerose glosse marginali e interlineari, derivate principalmente dagli scolii dello Pseudo-Acro, spiegano i versi di cui si loda la finezza metrica e la virtuosità verbale. Nel sec. XIV alla fine del volume sono stati aggiunti degli indici per materia e per titolo.
Online dal: 21.12.2009
Trascritto da due copisti nel 1468 nel sud del Tirolo, il CB 91 riunisce sotto una legatura contemporanea, l'opera didattica di Hugo von Trimberg, Der Renner, e la compilazione del Romanzo di Alessandro di Hans Hartlieb. Si distingue per i suoi 91 disegni a penna, eseguiti secondo le istruzioni per l'illustratore, riportate in basso alla pagina.
Online dal: 20.12.2007
Le due parti di questo manoscritto, in origine indipendenti, sono state rilegate assieme probabilmente nell'ultimo terzo del XV secolo (dopo il 1469, vedi indice a c. Iv). La prima, a piena pagina (cc. 1r-272), contiene il Buch der Natur (Prologfassung di Corrado di Megenberg. In questa parte del manoscritto sono presenti correzioni marginali e glosse (soprattutto nelle sezioni più importanti del testo per la medicina) che sono forse da ricondurre al primo proprietario del manoscritto (Hayer 1998, p. 162). Soprattutto nelle parti I, III, IV e V del Buch der Natur si trovano notizie marginali e glosse interlineari di una mano del XV secolo che trattano i contenuti di storia naturale in senso allegorico per la predicazione. Numerose piccole e grandi illustrazioni marginali. La seconda parte, scritta su due colonne (cc. 274ra-307rb), contiene un compendio medico in sei parti (malattie infantili - malattie dello squlibrio degli humores - malattie degli occhi - peste, malattie della pelle, febbre - chirurgia - malattie veneree, ferite delle ossa, ustioni), ricette in latino ed in tedesco, così come un indice del contenuto in tedesco. A c. 284ra si trova il disegno di uno strumento chirurgico. Prima proprietà privata della libreria di antiquariato Hans P. Kraus di New York, Nr. 1958/13, precedentemente Maihingen, Fürstl. Öttingen-Wallersteinsche Bibl., Cod. III.1.2° 3.
Online dal: 09.04.2014
Sontuosa raccolta di vite di santi latini trascritta nel XII secolo in Germania, forse nell'abbazia di Weissenau, il CB 127 è decorato con numerose iniziali ornate e istoriate, tra le quali figura anche la notevole rappresentazione del «Frate Ruffilus» (f° 244r).
Online dal: 20.05.2009
Raccolta di due canzonieri italiani autonomi, il CB 131 è costituito di due sezioni: una comprende 380 poemi di Petrarca; l'altra componimenti redatti da Dante e da altri poeti della generazione precedente. Misterioso «libro de la mia comare» dalla grafia arcaizzante, la parte riservata a Petrarca è arricchita qua e là da glosse singole (altrimenti sconosciute), che testimonierebbero la ricezione da parte di un pubblico femminile.
Online dal: 20.05.2009
In quest'opera della maturità di Platone, Fedone riferisce della morte di Socrate, di cui è testimone, e riporta gli ultimi propositi del grande filosofo sotto forma di un ultimo dialogo con Cebete e Simmia. Questo manoscritto, che contiene molte belle iniziali dipinte, è stato copiato nel sec. XV su pergamena. La scrittura umanistica rotonda è della mano di un solo copista, che si firma col rosso «Marcus Speegnimbergensis scripsit» (f. 76).
Online dal: 02.06.2010
Le venti commedie di Plauto contenute in questo manoscritto sono state copiate nel corso della seconda metà del XV sec. in una scrittura umanistica molto accurata. Ogni commedia è introdotta da una iniziale d'oro con bianchi girari. La prima carta è inoltre dotata di un riquadro composto da intrecci vegetali interrotti nella parte inferiore da una corona di alloro attorniata da due putti, il cui interno, lasciato bianco, avrebbe dovuto contenere lo stemma del possessore. Secondo un'antica segnatura che si trova sul piatto anteriore, il manoscritto apparteneva nel XVII sec. alla biblioteca dei maurini a Roma.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto, copiato su pergamena nel sec. XV a Firenze, è conservato nella sua rilegatura originale. La scrittura umanistica è di un solo copista, con grandi iniziali d'oro a bianchi girari all'inizio di ciascun libro. Si notano delle glosse marginali a inchiostro viola, così come altre più recenti, forse del XVI secolo. Dopo Erodoto e Tucidide, Polibio è il terzo grande storico greco. Quest'ultimo si concentra sul racconto della conquista romana che si caratterizza per i conflitti combattuti su molteplici teatri di operazioni.
Online dal: 02.06.2010
Contiene le Elegie di Properzio ed è stato scritto nel 1466 a Firenze da Gian Pietro da Spoleto in una elegante scrittura umanistica. Il manoscritto appartenne ad Antonello Petrucci d'Aversa († 1487) attivo presso la cancelleria aragonese, e confluì poi nella biblioteca dei re aragonesi di Napoli. Le iniziali che introducono i vari libri ed il frontespizio sono decorati a bianchi girari; lo stemma che doveva figurare nella corona di lauro a c. 1r non è stato eseguito.
Online dal: 18.12.2014
Terminato nel novembre 1402 dal copista Johannes Man de Creussen (cf. f° 187), il CB 151 è uno dei più antichi manoscritti dell'Alexander di Seifrit. Una mano del XV secolo ha aggiunto sull'ultimo foglio, in latino, un rimedio contro la peste.
Online dal: 25.03.2009
Questo manoscritto cartaceo datato contiene l'opera molto diffusa nel tardo medioevo del mistico tedesco domenicano Enrico Susone (1295-1366) Büchlein der ewigen Weisheit e il trattato allegorico Die zwölf Lichter im Tempel der Seele, forse originariamente parte di una predica. Le caratteristiche linguistiche del testo (dialetto bavarese) rimandano ad una provenienza dal Sudtirolo, mentre una tarda annotazione sulla carta di guardia (XVIII-XIX sec.) potrebbe costituire una segnatura di appartenenza alla biblioteca del monastero delle clarisse di S. Elisabetta a Bressanone.
Online dal: 14.06.2018
Elegante codice vergato in scrittura umanistica corsiva contenente le Elegiae del poeta elegiaco latino Tibullo, un testo poco diffuso nel medioevo e riscoperto dagli umanisti italiani alla fine del XIV secolo. Il manoscritto è stato copiato e miniato a Firenze forse per Braccio, membro della famiglia Martelli, di cui si vedono le armi dipinte nel frontespizio. Passò poi nelle mani della famiglia fiorentina dei Medici, che vi fece apporre lo stemma sulla carta di guardia anteriore. Nel 1968 Martin Bodmer lo acquistò dalla collezione di Thomas Phillipps.
Online dal: 25.06.2015
Almeno tre scribi si sono suddivisi il lavoro di copia di questo imponente manoscritto di più di 650 fogli all'inizio del sec. XIV. Nonostante questo il testo del Roman de Tristan en prose, riscrittura del mito di Tristano alla luce del Lancelot en prose, è incompleto all'inizio e alla fine. Quest'opera, inizialmente composta all'inizio del sec. XIII, è stata costantemente riscritta nel corso di tutto il medioevo; si conserva in più di 80 manoscritti, testimoni di almento quattro differenti versioni.
Online dal: 21.12.2009
Le 13 grandi miniature di questo manoscritto di origine francese, copiato nel sec. XV, riproducono le miniature eseguite da uno dei più importanti miniatori della fine del medioevo: Jean Fouquet (BnF, ms. Fr. 247). Abbondantemente ritoccate con oro, esse occupano i due terzi della pagina; numerose iniziali arricchite di fiori su fondo oro completano il programma iconografico. L'opera manca del primo foglio, che era certamente ornato con una miniatura (Adamo ed Eva?). All'inizio del prologo una piccola miniatura rappresenta l'autore interno a scrivere il libro. Le Antiquitates iudaicae ripercorrono la storia della nazione ebraica dalla genesi fino all'anno 66 della nostra era.
Online dal: 22.03.2012
Il De verborum significatu, del grammatico latino Pompeo Festo, è un dizionario di lingua latina e di mitologia molto prezioso per comprendere il mondo romano. Conservato nella rilegatura contemporanea in assi di legno, questo manoscritto di origine italiana è stato copiato su pergamena nel sec. XV e contiene delle belle iniziali in oro su fondo blu e rosso. Nei margini sono state aggiunte delle citazioni per illustrare alcune parole del testo. Gli ultimi fogli sono occupati da estratti di autori greci e latini.
Online dal: 02.06.2010
Manoscritto del sec. XII (1170-1190) copiato probabilmente in Svizzera (Einsiedeln?) o in Austria. Contiene l'Introductio In prima parte agitur (fol. 1r-7ra) ed il Decretum di Graziano [Σ-group, cf. C. Wei, A Discussion and List of Manuscripts Belonging to the Σ-group (S-group)] (fol. 7ra-217va); una additio (a fol. 167vb a C.29: Adrianus papa Eberhardo Salzeburgensi archiepiscopo. ‘Dignum est et a rationis... [JL 10445: 1154-59]); diversi strati di glosse (erasi fino a fol. 21a), ed excerpta dalla Summa di Rufino (cfr. R. Weigand, Die Glossen zum Dekret Gratians. Studien zu den frühen Glossen und Glossenkompositionen, Roma 1991, pp. 737-740); frammenti della Glossa ordinaria di Bartholomaeus Brixiensis (Francia, sec. XIII med.) sono stati copiati su rasura ai fol. 6va-9va.
Online dal: 22.03.2017
Contiene tra gli altri gli atti di vari concilii (pp. 1-41) e la Collectio vetus gallica (pp. 41-166), la raccolta di canoni della Gallia in epoca franca. Nella prima parte vi sono delle glosse in antico tedesco databili al sec. X. Il codice era a Costanza nel XVII secolo come si deduce dalla presenza all'interno della coperta anteriore dell'ex-libris del vescovo Johann Jakob Mirgel (1598-1644), per poi giungere subito dopo ad Einsideln (ex-libris del XVII sec. a p. 1).
Online dal: 09.04.2014
Raccolta di testi omiletici e di teologia pastorale datati agli anni [14]52, [14]54 e [14]55, giunta ad Einsiedeln dalla regione del lago di Costanza. Le opere principali sono: Nicolao di Dinkelsbühl Sermones de sanctis, De tribus partibus poenitentiae, De indulgentiis, De oratione Dominica, una raccolta degli scritti in latino di Marco di Lindau OFM e di Giordano di Quedlinburg OESA i Sermones super commune sanctorum ed Sermones ad personas religiosas.
Online dal: 21.12.2010
Contiene, quale testo principale, la Explanatio Dominicae Orationis dell'abate di Engelberg Frowin (†1178), abate che probabilmente ne commissionò anche la confezione, come si deduce dai versi riportati sull'ultima pagina (468). Il codice giunse ad Einsiedeln probabilmente all'inizio del sec. XVII.
Online dal: 19.12.2011
Il devozionale dell'abate Ulrich Rösch di San Gallo contiene varie preghiere, orari e calendari, è decorato con elaborate iniziali e fu scritto nell'anno 1472.
Online dal: 31.07.2009
Oltre alla Vita di Benedetto secondo i Dialogi di Gregorio, in una traduzione che sembra essere presente unicamente in questo codice (così secondo Werner Williams-Krapp), il manoscritto allestito nel convento delle domenicane di S. Verena di Zurigo nel 1449 contiene la traduzione di tre altre leggende che riguardano santi domenicani del XIII secolo. Anche queste sono attestate unicamente in questo codice, poco studiate, e inedite. Si tratta di una delle tre versioni della traduzione della Vita S. Dominici di Dietrich von Apolda; della traduzione della Legenda maior dell'inquisitore Pietro da Milano ucciso nel 1252 (anche conosciuto come Pietro Martire o Pietro da Verona) redatta da Thomas Agno de Lentino, al quale è aggiunta la bolla di canonizzazione Magnis et Crebris rilasciata nel 1253 da Innocenzo IV. Degno di nota il fatto che anche la traduzione della bolla contiene una leggenda di Pietro, che secondo Regina D. Schiewer è indipendente da quella di Tommaso Agno. Se le traduzioni delle leggende in lingua alemannica contenute nel Cod. 671 dovesse essere state redatte intorno al 1300 (come ritiene Schiewer), allora la versione (abbreviata?) della traduzione della vita di Domenico contenuta nel Cod. 671 costituirebbe la più antica testimonianza della presenza delle Rivelazioni di Mechthild di Magdeburgo nella Germania sudoccidentale, il capitolo finale del quinto libro della vita di Domenico (cfr. ff. 80v-82r) si basa infatti su estratti della traduzione latina del Das Fließende Licht der Gottheit.
Online dal: 22.03.2017
Questo codice con il Commento di Agostino ai Salmi venne realizzato, unitamente ad una intera serie di opere di questo Padre della Chiesa (Cod. 12-18, 87-88 e 138), nello scriptorium di Engelberg. Un verso di due linee a c. 1r attesta la sua realizzazione durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Il testo è redatto in una scrittura minuta, curata e pulita. Contiene qualche iniziale decorativa figurata con gli usuali motivi a racemi e a bulbi. Il testo è altrimenti suddiviso da iniziali in rosso appena decorate.
Online dal: 09.06.2011
Il Codex 102 è un libro corale con neumi del sec. XII. I canti sono scritti su due colonne e abbondantemente rubricati. Le cc. 3v-11v contengono un calendario con santi e tabelle relative all'anno liturgico; le cc. 1r-3r e 141v-151v presentano essi pure dei canti con neumi ma scritti da varie mani più tarde. A c. 3r si legge un verso di dedica sotto forma di appunto che si ritrova in numerosi manoscritti allestiti all'epoca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 13.12.2013
Il Cod. 337 contiene uns raccolta di nove sermoni per la Pasqua in tedesco dal corpus delle «Engelberger Predigten» (prima conosciuto sotto il nome di «Engelberger Prediger»), redatta probabilmente tra il 1415 ed il 1420. Offe un complemento alla raccolta di sermoni contenuta nei manoscritti di Engelberg Cod. 335 e Cod. 336. Nel 1615 le benedettine di S. Andrea si sono trasferite a Sarnen portando con loro questo volume, il Cod. 335 e il Cod. 336 (un terzo è probabilmente andato perso) e almeno 24 altri manoscritti; dal 1887 i volumi sono conservati nella biblioteca di Engelberg.
Online dal: 21.12.2010
Manoscritto cartaceo con disegni a penna colorati datato 1396. Il trattato sulla passione si rifà alla Vita Christi di Ludolf von Sachsen (primo adattamento in tedesco), il trattato sull'Eucarestia a Marquard di Lindau. Scritto da Nikolaus Schulmeister, segretario a Lucerna tra il 1378 e il 1402, per la vedova Margaretha von Waltersberg patrizia di Lucerna. Secondo le sue disposizioni dopo la sua morte il codice avrebbe dovuto essere trasferito alle monache. Rimase in loro possesso fino al 1887 per poi passare nella biblioteca del monastero di Engelberg.
Online dal: 04.11.2010
Il manoscritto, vergato da Heinricus Tierli (probabilmente lo stesso Heinricus Tierlin, amministratore a Schuttern e procuratore a Friburgo in Brisgovia) può essere datato, sulla base dell'explicit, al 21 giugno 1407 (c. 278vb). Il testo principale (cc. 1r-278v) è introdotto dall'incipit Collectorium Bertrucii in parte practica medicine [...] (cc. V1r-V14r). Seguono la Tabula primi libri (cc. V14r-V14v), i Tituli secunde sectionis (cc. V14v-V15r), i Tituli tercie sectionis (cc. V15r-V15v) e i Tituli quarto sectionis (c. V15v). I titoli sono in rosso e singole iniziali in blu o rosso. Il manoscritto ha una rilegatura in pelle contemporanea alla realizzazione del manoscritto, fibbie in metallo e un dorso restaurato nel 1978. Nella legatura si trova un documento medievale ritagliato (vedi carta di guardia posteriore). Si possono trovare le seguenti note di possesso: Hic liber pertinet Leonhardo hemerly de constancia (c. 278vb), Sum Bernhardi Stoppelij M[edicinae] Doctoris (di una mano del XVII secolo, c. V1r) e Magister petrus hemmerlis (originario foglio di guardia anteriore non più visibile).
Online dal: 10.12.2020
Il libro di preghiere è stato scritto nel 1475 (c. 217v). Il luogo di origine è sconosciuto. Il testo è introdotto dall'incipit Diss büchlin ist von anis und zwantzig festen und von sextechen hochziten die durch das gantz jahr begangen werdent [...] (c. 1r). Le iniziali e l'incipit sono stati evidenziati in rosso. Altrimenti il testo è disadorno ed è stato scritto a piena pagina con inchiostro marrone da una mano principale. Al centro di molti fascicoli sono state rilegate delle brachette provenienti da un messale del XIV secolo (scritto in textualis). La rilegatura in pelle del manoscritto, contemporanea, è decorata da filetti disposti in diagonale e ferri ornamentali.
Online dal: 10.12.2020
Dal colophon (Finitus est liber Iste feria secunda Post festum Concepcionis virginis Marie. Anno domini 1498. Per fratrem iohannem Coci Conuentualem huius monastero. Iiij ydus decembris Laus deo, c. 186r) si deduce che il salterio fu scritto da Johannes Koch (appare nell'obituario di Fischingen ed è documentato tra il 1498 e il 1514, parroco a Bichelsee (TG) dal 1483) e terminato nel 1498. Da notare il fatto che il testo alle cc. 98r-110r sia stato copiato da una mano successiva con inchiostro nero. Le pagine cartacee con l'inno (cc. 187r-188v) sono state probabilmente rilegate nel volume in un secondo momento. Le pagine con la musica mostrano 5 linee rosse con notazione gregoriana di tipo tedesco. Il manoscritto presenta inoltre un semplice titolo in rosso (c. 1r): Incipit psalterium in nomine domini cui fanno subito seguito le indicazioni per i giorni feriali. Anche i titoli sono stati mantenuti in rosso. All'interno del piatto anteriore e posteriore si vede ancora l'impronta dei preesistenti fogli di guardia. La contemporanea rilegatura in pelle gialla con motivo inciso a secco rinascimentale del XV o XVI secolo ha due fermagli e cantonali in metallo. Inoltre sul piatto anteriore vi è un'etichetta di carta del XVIII secolo con la segnatura C:XV. S:13. Notat: 10 che rimanda inequivocabilmente al monastero benedettino di Fischingen.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto, realizzato alla fine del XV secolo, è una delle più antiche opere appartenenti alla biblioteca della certosa di Ittingen. Jacobus Saurer von Blaubeuren (morto nel 1514) è considerato il copista del manoscritto (ad eccezione delle cc. 179r-180v): […] Jacobum Sënger alias Säurer propria ipsius manu conscriptus. Il manoscritto cartaceo a due colonne contiene il Tractatus super epistolas dominicales dello scolastico francese Johannes Algrinus di Abbatisvilla e le sue annotazioni sui Vangeli per la Pentecoste. Il testo è molto regolare e scritto in una accurata scrittura «kurrent». La legatura su assi di legno rivestiti di pelle marrone con fermagli è contemporanea, ed è decorata da filetti e ferri con motivi ornamentali (stelle e ornamenti a foglia).
Online dal: 10.12.2020
Il breviario, realizzato nella seconda metà del XV secolo, contiene testi per la celebrazione della liturgia delle ore. Proprietario del manoscritto è Niklaus Hass (primissario a Allenbach): Iste liber pertinent Nicolao Hass primissario in Allenspach (c. 1r). Probabilmente il manoscritto cartaceo è arrivato al capitolo di Costanza a Kreuzlingen grazie ai buoni rapporti con il capitolo di Kreuzlingen. Il breviario a due colonne è stato scritto da sei mani diverse, delle quali la principale (cc. 33ra-287vb, 290ra-303ra, 310ra-340rb e 342r) è quella di Nikolaus Marschalk (morto nel 1448, custode e canonico del capitolo di S. Giovanni a Costanza, vedi c. 1r). Un'altra seconda mano è responsabile del calendario e dell'inizio del breviario (cc. 1r-8r, 12r-28vb e 309r-309v). Di altri interventi sono responsabili quattro altre mani (terza mano cc. 28vb-32ra; quarta mano cc. 288r-289v; quinta mano cc. 303ra-304rb; sesta mano cc. 305ra-308rb). Il manoscritto è stato scritto in una scrittura «Kurrent». Degna di nota la contemporanea legatura in assi di legno rivestite di pelle con un fermaglio e borchie in ottone. Lo stemma di Kreuzlingen è stato applicato solo successivamente sul piatto anteriore come Super librum.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto dello Schwabenspiegel venne fatto realizzare nel 1410. Contiene una raccolta di leggi nazionali e feudali in uso nel tardo medioevo nella Germania meridionale e nella odierna Svizzera di lingua tedesca. Vi sono trascritti inoltre i libri biblici collegati dei Re e dei Maccabei, così come una prima traduzione tedesca della Handfeste (carta di franchigia), il diritto civico di Friburgo del 1249. Da segnalare che nel manoscritto figura una miniatura con il gonfalone della città di Friburgo, per la prima volta rappresentato con i colori bianco e nero ancora oggi in uso.
Online dal: 21.12.2009
Manoscritto cartaceo contenente le Vite parallele di Plutarco nella traduzione latina. Sulla prima pagina presenta un'iniziale d'oro su fondo a bianchi girari e nel margine inferiore uno stemma, forse di Guiniforte Zazzi giurista di Pavia, ai cui lati si legge il nome di Peter Falck (†1519), l'umanista friburghese tramite il quale il manoscritto giunse a Friburgo per passare poi alla biblioteca dei cappuccini, e nel 2004 alla Biblioteca universitaria.
Online dal: 04.10.2011
Breviario ad uso della diocesi di Losanna preceduto dal salterio. Le varie parti del testo sono introdotte da iniziali miniate di fattura arcaica. Secondo una notizia riportata alla fine del testo il codice sarebbe stato eseguito intorno al 1400 su incarico di Pierre Frenscher di Montagny, parroco a S. Nicola di Friburgo, da Magister Gilles. Un'altra annotazione ricorda una sua donazione di denaro per l'altare di S. Silvestro nella chiesa di S. Nicola in Friburgo.
Online dal: 04.10.2011
Il Liber ordinarius è un particolare testo nel quale venivano descritte le celebrazioni quotidiane e festive proprie di una cattedrale o di una chiesa collegiata o monastica. In questo caso si tratta di un Liber ad uso dei frati eremiti agostiniani e, secondo l'annotazione a c. 63v-64r, scritto per fratrem Georium Vituli del convento agostiniano di Friburgo in Brisgovia. Contiene anche varie preghiere, insegnamenti, e un trattato sui dieci comandamenti in tedesco. Da Friburgo in Brisgovia giunse poi in possesso, in un momento imprecisato, del convento agostiniano di Friburgo (Svizzera).
Online dal: 19.03.2015
Questo grosso manoscritto cartaceo contiene i sermoni de tempore e de sanctis per la parte estiva, qualche testo agiografico e degli exempla. Il codice, forse di provenienza zurighese, prima di entrare alla Biblioteca cantonale di Friburgo nel 1848 fece parte della biblioteca degli eremiti di Sant'Agostino a Friburgo.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto contiene principalmente i Sermones quadragesimales del domenicano Jacopo da Varazze. Proviene dallo stesso scriptorium come il Cod. L 34 che contiene la Legenda aurea dello stresso autore, e presenta le medesime riparazioni dei difetti della pergamena eseguite con dei fili colorati. Questo tipo di riparazioni si ritrova in realizzazioni analoghe uscite dal doppio convento agostiniano di Interlaken. Poco si conosce della storia del manoscritto; la sua presenza è comunque attestata presso i cistercensi di Hauterive dal XVII sec.
Online dal: 18.06.2020
Il libretto contiene un trattato antiebraico che si suppone sia stato redatto in lingua araba alla fine dell'XI secolo da un Rabbi Samuel del Marocco convertito al cristianesimo. Nel 1339 il domenicano spagnolo Alfonso Bonhomini l'avrebbe tradotto in latino. Poiché non si conoscono versioni arabe del testo, si tende a ritenere che in realtà sia il Bonhomini stesso l'autore del testo, che venne spesso tradotto e stampato. Al momento si conoscono ca. 300 manoscritti che contengono questo testo e molte traduzioni ed edizioni. Di questo non si conosce la provenienza, ma almeno dal XVIII sec. si trovava a Hauterive.
Online dal: 18.06.2020
L'opera „Die vierundzwanzig Alten“ costituisce una sorta di guida alla vita cristiana, ed all'epoca della sua stesura l'autore, Otto von Passau, era membro del convento dei Minoriti di Basilea. Questo esemplare venne scritto nella seconda metà del sec. XV in un dialetto in uso nella zona del Reno superiore. Le illustrazioni all'inizio del 24 discorsi non sono purtroppo state eseguite.
Online dal: 04.10.2011
Contiene una raccolta di testi a carattere computistico e astronomico, così come delle ricette di medicina, sia in tedesco (alemannico) che latino. Tra i testi identificati vi sono degli estratti dal Buch der Natur di Conradus de Megenberg. Gli spazi previsti per la decorazione e per eventuali disegni sono stati lasciati in bianco.
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto è composto di 4 parti. La prima (1-16), del XIV sec., presenta una versione abbreviata del Martirologio di Usuardo. La seconda parte (17-66), dell'inizio del XIV sec., contiene tra gli altri scritti di Alberto Magno e dello Pseudo Roberto Grossatesta. Nella terza (67-164) e quarta parte (165-258), databili al XIV-XV secolo, sono trascritti testi di Vincenzo Bellovacensis, Pietro Lombardo e altri a carattere giuridico. Prima di essere acquisito dalla Biblioteca cantonale di Friburgo nel 1900, il codice appartenne alla biblioteca del clero della Gruyères.
Online dal: 14.12.2018
Questo messale della diocesi di Losanna rispecchia nel contenuto il Cod. 7 del convento dei francescani di Friburgo. La decorazione è costituita da lettere decorate con una elegante filigrana di colore rosso, blu e verde, e dalla pagina con il Te igitur inquadrata da un fregio con foglioline trilobate e un uccello con un fiore nel becco. La pagina a fronte, che probabilmente conteneva una miniatura con la Crocifissione, è stata asportata. Appartenente alla collezione di Karl Friedrich von Steiger († 1982), è stato acquistato dalla BCU di Friburgo nel 1991.
Online dal: 08.10.2020
Estratti dal commento di Bonaventura alle Sentenze di Pietro Lombardo, redatto dal francescano Heinrich von Isny (vescovo di Basilea, 1275-1286). Nota di possesso a c. 1r (Johannes Joly). Colofoni c. 336vb (frater Henricus), c. 337ra (Antonius de Maasmünster, copista, 1478), c. 352ra (Johannes Joly, copista, 1478). Originariamente catenato con una legatura in pelle del XV secolo.
Online dal: 14.06.2018
Principale manoscritto delle “Freiburger Perikopen”. In lingua tedesca, con passaggi tratti dalle Scritture per la messa in tedesco, glosse e testi addizionali per la domenica e altri importanti giorni di festa.
Online dal: 31.07.2007
Commento alle Sentenze di Petrus de Candia; nella carta di guardia posteriore nota di possesso di Friedrich von Amberg (†1432) il quale, quale erudito predicatore e guardiano, organizzò la prima biblioteca del convento dei francescani di Friburgo. Foliazione, richiami, titoli correnti, note marginali e indice sono di mano dell'Amberg; sono inoltre presenti note marginali di altra mano.
Online dal: 09.04.2014
Il cod. 25, un manoscritto cartaceo della metà del sec. XV, è costituito da due unità codicologiche. La prima contiene una copia mediocre (e una scelta) dell'opera più importante e prima produzione del domenicano Johannes Herolt, detto Discipulus (morto nel 1468): il De eruditione Christifidelium. La seconda unità di testo è stata scritta nel 1455 dal copista Franciscus de Gallandia di Yvonand. E' conosciuta sotto il nome di Fabulae moralizatae e si tratta di 122 fiabe in latino che risalgono a numerose fonti e sono rappresentate sotto forma di dialogo. Quali compilatori vengono indicati Magnus de Mayneriis (morto nel 1376) e Nicolaus Pergamenus. In occasione della prima stampa (1480) le Fabulae moralizatae assunsero il titolo di Dialogus creaturarum optime moralizatus.
Online dal: 04.10.2011
Il cod. 28 contiene una copia del Defensor pacis, un trattato sulla teoria dello stato che Marsilio da Padova dedicò nel 1324 all'imperatore Ludovico di Baviera. Friedrich von Amberg (intorno al 1350-1432) si procurò verso la fine del sec. XIV una copia scritta poco accuratamente dal gruppo di testi di origine tedesca che contiene la redazione più antica del testo di Marsilio. Questa versione del testo, su carta proveniente dall'area della Germania centrale, con filigrane databili all'ultimo decennio del sec. XIV, venne corretta da Amberg, corredata di glosse marginali ed infine fatta rilegare.
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto miscellaneo venne compilato da Konrad von Sulzbach nel 1364 a Strasburgo dove si trovava come studente. Dopo la perdita della prima parte della raccolta, contenente il commento di Gregorio di Rimini OESA, fu rilegato nell'ultimo decennio del XIV secolo a Friburgo i.Ue. con 37 Quaestiones determinatae (f. 1r-110v) con altre questioni (110v-119v e 153v-167r) e con il riassunto delle Sentenze di Johannes de Fonte (f. 120r-153r). Le 37 Quaestiones, nelle quali si osserva l'influsso della scuola francescana inglese, si trovano solo in questo manoscritto.
Online dal: 23.09.2014
Una etichetta posteriore descrive il contenuto: Sermones de beata virgine super Missus est. Item tabula, in qua continentur 7 virtutes e da mano successiva Tractatus contra pestem et tractatus super Egredietur virga. Il primo testo (1r-48r) offre una spiegazione dell'Ave Maria in 14 prediche. Frederich von Amberg ha annotato il Tractatus bonus de VI nominibus corporis Christi del monaco cistercense di Heilbronn (67r-97v). Seguono la copia di un trattato sulla peste (100r-105r), la postilla sul Venerdì Santo del domenicano Antonio Azaro Parmense (105v-123r) e altri testi che probabilmente interessarono Amberg come materiale per le prediche.
Online dal: 08.10.2020
Vocabolario tedesco-latino e latino-tedesco del clerico di Strasburgo Fritsche Closener, che nel 1384 Friedrich von Amberg (guardiano a Friburgo, † 1432) fece trascrivere dal copista Gregorius (colophon f. 101v). Importante dizionario alfabetico con brevi traduzioni di parole, con aggiunte e supplementi di Friedrich von Amberg. La coperta con assi di legno e catena del XIV-XV secolo è stata completamente restaurata nel 1998 da padre Otho Raymann (per la rilegatura originale si veda il Ms. 139). Le parti del manoscritto originariamente slegate (f. B, ff. I-XX) sono ora saldamente rilegate.
Online dal: 14.12.2017
L'etichetta sul piatto posteriore menziona i tre titoli originali: Tractatus de septem donis spiritus sancti. Sermones super Cantica. Itinera eternitatis fratris Rudolfi de Bibraco. Lo scriba Bernoldus appone il suo nome a c. 70r (probabilmente seconda metà del XIV secolo). In questo volume sono conservati: l'indice alfabetico dei soggetti per il De septem donis (f. 1r-3v), l'indice per l'Itinera eternitatis (20r-24r), il testo dell'Itinera stesso (f. 29r-70r) e alcune prediche aggiuntive. Sono andati perduti i testi De septem donis e Sermones super Cantica. Gli indici dei soggetti sono stati redatti con le relative istruzioni per l'uso da Friedrich von Amberg, che ha intensamente corretto e annotato il testo dell'Itinera eternitatis. Amberg ha fatto rilegare i testi a Friburgo/Svizzera.
Online dal: 08.10.2020
Primo di una collezione in due volumi di sermoni latini del francescano Bertoldo di Regensburg. Codice trascritto dall'originale di Bertoldo. Lungo tutto il manoscritto sono distribuite delle note marginali di Federico di Amberg.
Online dal: 14.04.2008
Secondo di una collezione in due volumi di sermoni latini del francescano Bertoldo di Regensburg. Codice trascritto dall'originale di Bertoldo. Lungo tutto il manoscritto sono distribuite delle note marginali di Federico di Amberg.
Online dal: 14.04.2008
Il manoscritto miscellaneo è composto da quattro parti, la più antica delle quali è datata 1416 (parte 2). Contiene prediche e altri brevi testi relativi alla cura pastorale. Le parti 3 e 4 appartenevano originariamente al monaco di Strasburgo Johannes Rüeffel, che le scrisse durante i suoi studi in Inghilterra e nel 1446 nella sua città natale. Essi comprendono una introduzione alla filosofia scolastica e alle quaestiones. La prima parte con esercizi di traduzione dal francese al latino e altri testi scolastici ha avuto origine probabilmente intorno alla metà del XV secolo nella zona di Friburgo (Svizzera). Il volume è stato probabilmente assemblato dal guardiano del convento francescano di Friburgo, Jean Joly.
Online dal: 10.12.2020
Vasco da Lucena ha tradotto in francese l'Histoire d'Alexandre di Quinto Curzio Rufo su richiesta di Isabella del Portogallo, moglie di Filippo il Buono, duca di Borgogna. Egli completò il testo lacunoso dello scrittore romano appoggiandosi soprattutto ai testi di Plutarco e di Giustino. Terminato nel 1468, questa traduzione, che presenta un Alessandro conquistatore, spogliato delle leggende ereditate dalla letteratura cortese, è dedicato al figlio di Isabella, Carlo il Temerario. L'esemplare conservato presso la biblioteca di Ginevra è stato miniato da un artista fiammingo, il Maître d'Edouard IV, attivo a Bruges alla fine del XV secolo, e da una seconda mano non meglio identificata.
Online dal: 23.09.2014
Secondo il calendario e il santorale, il messale è destinato all'uso della cattedrale di San Pietro a Ginevra. Realizzato nel XIV secolo, il manoscritto è stato restaurato e vi è stata una aggiunta di alcuni fogli intorno al 1500, segno che era ancora in uso a quel tempo. Inoltre, nella pagina che presenta tra l'altro una Crocifissione ed una iniziale istoriata con la Pentecoste (c. 95r) – entrambe originali – è stato dipinto, su una più antica miniatura nel margine, un riquadro raffigurante degli angeli che reggono lo stemma di Ginevra. In seguito alla Riforma, il messale fu conservato insieme agli altri libri del capitolo della cattedrale presso il municipio (Hôtel de Ville), per poi essere trasferito definitivamente alla Biblioteca di Ginevra nel 1714.
Online dal: 14.12.2018
Il messale è destinato all'uso della cattedrale di San Pietro a Ginevra come indicato dall'incipit del temporale (c. 1r: Incipit missale secundum usum maioris ecclesie gebennensis). Senza calendario né santorale, né comune dei santi – ad eccezione di una colonna depennata (c. 145v) – questa copia molto accurata è probabilmente stata realizzata a Ginevra nel corso del XV secolo. Secondo Huot, si tratta del più antico manoscritto liturgico ad essere entrato nella collezione della Biblioteca di Ginevra alla fine del XVII secolo.
Online dal: 14.12.2018
Il libro d'ore all'uso di Roma presenta nel calendario delle devozioni a san Clarus (2 gennaio) o alla dedicazione della chiesa di San Pietro a Ginevra (8 ottobre) che sono specifiche per la diocesi di questa città. Il manoscritto ha subito, in un momento imprecisato, numerosi danni: strappo e lacerazione di pagine, taglio di iniziali miniate. Delle cinque miniature presenti in origine ne rimangono solo due, poste rispettivamente all'inizio delle ore della Croce (c. 15r) e dei salmi penitenziali (c. 74v), che sono probabilmente state eseguite a Ginevra, o nei suoi immediati dintorni, intorno alla metà del XV secolo.
Online dal: 04.10.2018
Questo manoscritto della seconda metà del XV secolo è un libro d'ore ad uso dell'abbazia di S. Martino di Tours. Contiene sei grandi miniature, due relative alla vita di Cristo, due consacrate all'Annunciazione, una a s. Giuseppe e l'altra a s. Barbara. Il calendario segnala i tredici giorni nefasti (dies eger) dell'anno. Con la sua legatura antica in velluto cremisi, la decorazione dipinta e la scrittura accurata, prima di giungere a Ginevra questo manoscritto arricchiva la collezione della famiglia Petau.
Online dal: 18.12.2014
Il piccolo ed elegante libro d'ore miniato, all'uso di Roma, è probabilmente stato prodotto nell'atelier di Jean Colombe, il celebre miniatore di Bourges, attivo nel corso dell'ultimo terzo del XV secolo. Alcune delle 14 miniature che lo decorano si ritrovano in effetti in altri libri d'ore da lui illustrati, così come il cordoncino collocato nei margini decorati che inquadrano le miniature (Parigi, BnF, n.a. lat. 3181). Quest'ultimo motivo è stato diversamente interpretato, sia come segno di appartenenza all'ordine dei terziari francescani, sia come segno di vedovanza, nel qual caso il destinatario sarebbe una donna, cosa che però è contraddetta dal fatto che le preghiere sono indirizzate al maschile. Questo manoscritto appartenne in seguito a Paul Petau, e raggiunse nel 1756 le collezioni della Biblioteca di Ginevra con il legato della collezione Ami Lullin.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto contiene la traduzione latina del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure realizzata nel 1287 da Guido de Columnis. Il testo si suddivide in 35 libri, dei quali nove solamente sono introdotti da una miniatura, per la maggior parte a piena pagina (cc. 1r, 5v, 16v, 46r, 72v, 83v, 89v, 107v, 124v). Inserite in un riquadro rinascimentale, le pitture illustrano diversi momenti della distruzione della città di Troia. Il manoscritto appartenne alla collezione di Paul e Alexandre Petau, prima di entrare in possesso di Ami Lullin, pastore e teologo ginevrino che ne fece dono alla Biblioteca di Ginevra nel 1756.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto, prodotto in un atelier parigino alla fine del sec. XIII, contiene la versione latina dei tredici trattari redatti da Aristotele, o considerati tali. Il volume termina con un frammento del De uno deo benedicto di Mosè Maimonide. Quaranta iniziali abbelliscono il testo, e una miniatura a piena pagina di Cristo in croce con Maria e Giovanni fu aggiunta sul verso dell'ultimo foglio.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto comprende tre testi medici tradotti dall'arabo e dal greco in latino. Si inizia con una piccola enciclopedia medica in dieci libri, il Kitâb al-Mansuri di Rhazes (ff. 4-126) nella traduzione attribuita a Gerardo da Cremona (m. 1187); subito dopo un trattato sulle febbri (ff. 126-144v), ispirato a Johannitius, che è il nome latino del medico e traduttore di Baghdad Hunain ben Ishāq al-Ibādī (808-873). La raccolta termina con il testo del medico bizantino Alessandro di Tralles, I dodici libri di medicina, qui suddivisi in tre libri, seguiti dal Trattato sulle febbri (ff. 146-289v). E' abbondantemente annotato e presenta delle iniziali decorate con bellissimi prolungamenti a penna in rosso e blu nel margine inferiore.
Online dal: 12.12.2019
Opera di Andrea Benincasa, questo portolano è firmato e datato 1476 sull'ultima carta incollata alla guardia inferiore del manoscritto. Le cinque carte marine, che occupano ciascuna una doppia pagina dell'atlante, descrivono il Mediterraneo orientale e il Mar Nero (carta 1), le coste tra la Sicilia e il Mar Egeo (carta 2), il Mediterraneo da Gibilterra a Roma con la Corsica e la Sardegna (carta 3), le coste atlantiche tra l'Inghilterra e l'Irlanda fine allo stretto di Gibilterra (carta 4), e infine le coste atlantiche, tra Gibilterra e Capo Bojador, con le Isole Canarie e altre isole (carta 5). Le linee stellari dei rombi con rose del vento indicano le direzioni della bussola, mentre le scale graduate, qui iscritte agli angoli dei fogli, consentono di stimare le distanze. Il preciso trattato delle coste rinforzato con dei colori e l'eleganza della scrittura dei toponimi sono caratteristiche delle mappe della bottega dei Benincasa, oggetti per bibliofili e non destinati alla navigazione. Tra le numerose scritte presenti su queste carte, quelle riguardanti le isole atlantiche sono le più sorprendenti perché sembrano anticipare la scoperta dell'arcipelago americano come «Antilia», o l'isola del «Brasile», nomi che Cristoforo Colombo e i suoi successori adottarono per battezzare alcuni territori del Nuovo Mondo.
Online dal: 12.12.2019
Realizzato in Italia alla metà o alla fine del sec. XV, il volume è una raccolta epistolare che raduna le lettere di Falaride, di Diogene il Cinico e di Bruto, considerati nel medioevo i veri autori di queste lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Una bordura ornamentale a bianchi girari accompagna l'inizio del testo di ciascun autore. Alla fine del volume sono trascritti due frammenti del De officiis ministrorum di S. Ambrogio.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto reca la data 1461. Contiene una versione in lingua alto alemanna del Belial di Giacomo da Teramo. E' presente nell'elenco dei libri del monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto è stato scritto in un momento non meglio precisato da Johannes Künlin. Contiene gli Inizi in latino dei vangeli della domenica e le corrispondenti prediche in tedesco. A metà manoscritto si trova la Dekalogerklärung di Marquardo di Lindau.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, un plenario, venne donato nel 1430 al monastero di Hermetschwil da Götz Vasnacht, beneficiario di Zufikon. Il volume è stato mutilato pesantemente, e forse appositamente, nella prima parte: alcuni fogli mancano, di alcune pagine manca la metà e molti fascicoli sono percorsi da un profondo taglio.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene una raccolta classica di descrizioni di vite monastiche tradotte in lingua alto alemanna. È stato scritto da Jos di Ulm. Questi datò il suo lavoro al 30 settembre 1451.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene la Historia trium regum di Giovanni di Hildesheim in una traduzione in lingua alto alemanna. Risale al primo quarto del XV secolo e conserva ancora la legatura originale. All'inizio e dopo il foglio 8 mancano delle parti del testo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto venne copiato da Johannes Molitor di Winterthur e reca la data 2 dicembre 1432. Contiene una traduzione tedesca dei Vangeli per le domeniche e per le feste più importanti, Apparteneva a Veronika von Hettlingen, superiora del monastero di Hermetschwil dal 1498 al 1507.
Online dal: 10.11.2016
Il piccolo e sottile volumetto (28 fogli) contiene preghiere che si riferiscono alle singole parole dell'Ave Maria. Risale al XV secolo ed è redatto in lingua alto alemanna.
Online dal: 10.11.2016
Contiene un trattato sulla passione in alto tedesco, compilato dai quattro vangeli, dal vangelo apocrifo di Giacomo e dallo Pseudo-Anselmo di Canterbury. Il codice è stato scritto nel 1494 da Barbara Grünenbächin, la cui origine è sconosciuta ma che non è attestata quale membro della comunità di monache di Hermetschwil. Figura nell'elenco dei manoscritti di Hermetschwil del 1697.
Online dal: 22.06.2010
Il breviario monastico era in uso nel monastero di Hermetschwil. Le rubriche sono per la maggior parte in tedesco. La legatura è opera dell'officina del dominus Valentinus.
Online dal: 10.11.2016
Johannes Brüsch di Pfullendorf copiò il breviario probabilmente su incarico del monastero di Muri e lo datò al 18 ottobre 1466. Più tardi fu in uso nel monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il graduale contiene i più importanti canti per la messa per l'anno liturgico e per i santi. Sono corredati di notazione quadrata. Il rapporto grafico tra il testo e la melodia non è sempre chiaro.
Online dal: 10.11.2016
Jakob Strub di Aarau, morto nel 1506, scrisse il volume per la sua parente Agnes Trüllerey, superiora a Hermetschwil, nel 1456. Contiene il St. Georgener Prediger.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, nel quale si dichiarano due copisti (Konrad Wa, amministratore a Bremgarten, e Johannes Bürgler di Uri), contiene una raccolta di preghiere, per la maggior parte formulate per una devota.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene una raccolta di preghiere e di testi per la contemplazione. Alcuni fogli ed interi fascicoli sono strappati.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene dei testi per la liturgia delle ore. E' stato probabilmente allestito nel monastero di Muri ed era destinato al monastero femminile di Hermetschwil. Sul f. 125v si trova una delle poche incisioni conservate con la tecnica "Teigdruck": Barbara con la palma del martirio e la torre.
Online dal: 10.11.2016
Il libro, risalente agli anni intorno al 1400, contiene orazioni e trattati per la preghiera individuale. È rivestito con una legatura floscia di pelle rossa.
Online dal: 10.11.2016
Libro di preghiere del primo quarto del sec. XV scritto in antico dialetto alemannico. Contiene tra gli altri il testo "Hundert Betrachtungen" di Enrico Susone ed un estratto dal trattato sull'Eucarestia di Marquard di Lindau.
Online dal: 22.06.2010
Il manoscritto contiene una raccolta di preghiere in lingua tedesca redatte per la maggior parte per una devota. La lingua usata è l'alto alemanno.
Online dal: 10.11.2016
La raccolta di preghiere e trattati è stata vergata da Rudolf Schilling che vi appone la data 1493. In una richiesta di suffragio viene nominato il duca Sigmund von Habsburg.
Online dal: 20.12.2016
Il libro di preghiere, databile al terzo quarto del XV secolo, contiene orazioni e trattati. Era in uso alla conventuale di Hermetschwil Margareta Attenriet († 1581).
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene la parte estiva di un antifonario monastico. I canti per la liturgia delle ore sono in notazione quadrata su quattro linee. Le aggiunte di varie mani dal XV al XVII secolo confermano come il manoscritto rimase in uso per molto tempo.
Online dal: 10.11.2016
Lezionario della seconda metà del XII-inizio del sec. XIII, originario di un monastero benedettino della Germania sudoccidentale come si deduce dalla presenza di vari santi di quella zona. Appartiene probabilmente al gruppo di manoscritti che le monache di Muri portarono con se nel monastero di Hermetschwil. E' decorato con numerose iniziali figurate e istoriate.
Online dal: 22.06.2010
Il rituale contiene una raccolta di benedizioni e riti per i sacramenti. La parte principale del codice è costituita dalle più importanti benedizioni da impartire nel corso dell'anno liturgico. Contiene inoltre il rito del battesimo, la benedizione delle puerpere, la benedizione per gli sposi ed il sacramento per gli ammalati. Una parte autonoma è costituita dalle benedizioni per i vari locali del monastero.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto fu allestito per la parte femminile del doppio convento di Muri, come si deduce dalle formule al femminile che compaiono nelle orazioni. L'opera contiene le letture, responsori e orazioni per la liturgia delle ore, i salmi penitenziali, le benedizioni da recitare giornalmente nel monastero, e l'ufficio dei morti.
Online dal: 10.11.2016
Questo salterio del sec. XII appartiene al fondo antico della biblioteca del doppio monastero di Muri. Da lì giunse nel monastero di Hermetschwil. Il ciclo di miniature è incompleto, il calendario contiene una serie di annotazioni necrologiche.
Online dal: 22.06.2010
Il manoscritto proviene originariamente dal Fraumünster di Zurigo. Contiene il dialogo con Maria, attribuito ad Anselmo di Canterbury, in dialetto alemanno.
Online dal: 10.11.2016
Il salterio è un'opera del Maestro di Engelberg. I salmi 1, 51 e 101 sono introdotti da grandi iniziali. Soprattutto notevole il cavaliere a c. 41r.
Online dal: 10.11.2016
Il volume contiene le preghiere per la parte della liturgia delle ore da recitare durante il giorno. Contiene dei testi che sono dedicati alla venerazione dei santi. Il volume ha subito alcune perdite (caduta di pagine all'inizio e alla fine, tagli di strisce di pergamena nel margine inferiore). Proviene da un convento domenicano femminile, probabilmente da Zurigo.
Online dal: 10.11.2016
Il piccolo volume contiene preghiere in memoria dei santi di un convento francescano femminile. E' decorato da iniziali che corrispondono a varie linee di testo, decorate con motivi vegetali e ricchi colori.
Online dal: 10.11.2016
Questo manoscritto di piccolo formato con una legatura floscia, appartiene alla categoria dei «libri da bisaccia»; contiene principalmente una compilazione di testi medici (Guy de Chauliac, Jean Le Lièvre, Jean Jacme, Guillaume de Saliceto, erbari anonimi) per lo più tradotti in francese medio, oltre a calendari e canzoni. La mano principale è una scrittura della seconda metà del XV secolo con delle aggiunte del XVI e XVII secolo. Il primo proprietario conosciuto (citato a c. 9r) è Jean de Farcy, attestato come barbiere a Losanna tra il 1484 e il 1496. Anche le prove di penna e gli stemmi (Valangin e Aarberg, c. 57v) rinviano anche ad un contesto regionale. Infine, la pergamena che serve da coperta è costituita da un atto notarile redatto nel Paese di Vaud il 25 aprile 1448. Fu acquistato dalla Bibliothèque cantonale et universitaire - Lausanne nel 2006 grazie all'aiuto di fondazioni private.
Online dal: 10.12.2020
Othon de Grandson, cavaliere e poeta, si mise in evidenza altrettanto bene con i suoi versi che con i suoi fatti d'armi in occasione della guerra dei cent'anni. Fu consigliere di Amedeo VII di Savoia. Alla morte del suo sovrano fuggì in Inghilterra. Rientrato nel Paese di Vaud, morì in un duello giudiziario a Bourg-en-Bresse nel 1397. Othon de Grandson compose i suoi poemi probabilmente tra il 1366 e il 1372. Questa raccolta contiene parimenti delle ballate dovute a tredici diversi autori.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto contiene due testi: lo Specchio del principe di Engelberto di Admont (ca. 1250-1331), un manuale di virtù in spirito aristotelico, e il trattato di Marquardo di Lindau (morto nel 1392) sui meriti degli esseri viventi dovuti alla loro origine divina e sui meriti dell'animo umano.
Online dal: 21.12.2010
Oltre a prediche e materiale relativo alle prediche per le domeniche, le feste dei santi e le feste dedicate a Maria, il manoscritto contiene parti del commento di s. Bonaventura (1221-1274) al libro delle sentenze di Pietro Lombardo, ed il trattato De arca Noe di Marquard di Lindau (morto nel 1392).
Online dal: 09.06.2011
Questo raccolta di scritti della metà del XV secolo proviene dal convento degli eremiti agostiniani di Basilea. Dal 1470 alcuni fratelli si occuparono del luogo di pellegrinaggio di Mariastein. Il volume venne probabilmente dimenticato lì e ritrovato dai monaci di Beinwil quando questi, nel 1636, ripresero la custodia del luogo di pellegrinaggio. Contiene scritti a carattere religioso (S. Bonaventura), profano (Cicerone, Sallustio), storico (papa Pio II Piccolomini) e retorico (Lorenzo di Aquileia). La seconda parte del volume, contenente la Rhetorica, fu copiato nel 1465/66 dall'agostiniano Matthias Glaser di Breisach a Basilea. All'interno della coperta anteriore vi è un frammento di pergamena con indicazioni riguardanti il contenuto.
Online dal: 26.09.2017