Carolus von Wattenwyl raccolse, nella sua raccolta medica per animali, ricette di farmaci contro i malanni dei cavalli (Ross). Queste vanno dalla mancanza di appetito fino a una poco equilibrata quantità di bile. Le cc. 95r-99v sono scritte da una mano diversa in francese. L'excursus spiega come pulire diversi tipi di macchie di grasso dai vestiti da cavaliere (titolo: «pour oster toutes sortes de tasches de graisse des habits»). In tutto il volume la mano del copista cambia altre due volte.
Online dal: 22.06.2017
Il libro genealogico del farmacista basileese Hans Friedrich Eglinger (1608-1675) permette di gettare uno sguardo nell'ordinamento farmaceutico del XVII secolo e sui suoi contatti. Vi si trovano per la maggior parte detti in tedesco, francese e latino di diversi autori che si rivolgono a Eglinger. In parte sono sfarzosamente illustrati. A c. 53r uno di questi, illustrato, di Jacobus Mozes, mostra al centro un enorme mortaio. La pagina col titolo è abbellita da una pittura barocca a tempera.
Online dal: 26.09.2017
Il libro genealogico del farmacista basileese Emmanuel Ryhiner (1592-1635) permette di lanciare uno sguardo nell'ordinamento farmaceutico del XVII secolo e nelle relazioni del farmacista. Vi si trovano soprattutto detti in ebraico, greco antico, francese e latino di vari autori che si rivolgono a Ryhiner. In parte sono sfarzosamente illustrati. Il foglio del libro genealogico dedicatogli dal suo commilitone Matthaeus Colomanus nel 1612, risale ancora all'epoca degli studi di Ryhiner. L'immagine (242v) di un negozio di farmacista ideale, aperto verso la strada, è stato realizzato dal miniaturista Johann Sixt Ringle. Mostra un farmacista in piedi davanti ad uno scaffale pieno di barattoli colorati che consegna dei medicinali ad una dama.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto contiene due racconti tratti da Les Pèlerinages di Guillaume de Deguileville (1295-1360) in francese medio. Si tratta di un'opera religioso-allegorica sul topos letterario dell'Homo viator, l'uomo che intraprende un viaggio (spirituale). L'origine del primo proprietario, rubricatore e forse anche scriba del manoscritto, Petrus Guioti, suggerisce un'origine nella regione della Loira. L'opera, prima di proprietà del collezionista e pittore d'arte Peter Vischer-Passavant (1779-1851), è giunta nella biblioteca di Basilea nel 1823.
Online dal: 14.06.2018
Questo manoscritto è una compilazione agiografica in prosa francese nella quale sono narrate le vite degli apostoli, dei martiri, dei confessori e dei santi. Alcuni di questi racconti sono attribuiti a Wauchier de Denain. Datato al primo quarto del XIV secolo, è stato decorato dal Maître de Papeleu e dal miniatore Mahiet, e contiene infatti più di ottanta iniziali istoriate.
Online dal: 17.03.2016
Il testo è costituito da un adattamento di alcune sezioni narrative della Bibbia in antico francese, un poema in lasse di alessandrini redatto da un autore continentale nel sec. XII, e che fu uno delle opere religiose in francese antico di maggior successo. Questo manoscritto è uno dei più antichi e completi esemplari dell'opera rimasti e l'unico a presentare un testo quasi completo del ramo anglo-normanno della tradizione testuale. In virtù della probabile origine insulare, il manoscritto testimonia altresì la diffusione immediata del testo in Inghilterra.
Online dal: 23.06.2014
Questo manoscritto contiene il testo francese della canzone di gesta Ami et Amile. L'epoca di copia dell'opera (dal 16 maggio al 23 giugno 1425) ci è comunicato dal colophon lasciato dal copista. Il testo scritto in gotica corsiva, è punteggiato da numerose iniziali rubricate che segnano l'inizio di ogni strofa. La moderna rilegatura in cartone (XIX secolo) è ricoperta da un frammento di pergamena proveniente da un messale del XV secolo. Un'iscrizione su un foglio di guardia indica che il volume è stato dato in dono alla scrittrice Anne de Graville (1490-1540). Più tardi fece parte della collezione del genero di quest'ultima, il bibliofilo Claude d'Urfé (1501-1558). Nel XIX secolo l'opera era in possesso del filologo Wilhelm Wackernagel (1806-1869), che nel 1843 la donò alla biblioteca dell'Università di Basilea.
Online dal: 04.10.2018
La Bible du XIIIème siècle in antico francese è stata realizzata nella seconda metà del sec. XIII a Parigi. I due esemplari custoditi dalla Burgerbibliothek di Berna (Cod. 27/28) fanno parte degli esemplari più antichi di questo testo conservatisi; sono indipendenti uno dall'altro e probabilmente allestiti nella Francia meridionale. Il Cod. 27 è in parte glossato; conteneva in origine 31 miniature di grande qualità, delle quali oggi ne sono andate perse venti.
Online dal: 07.10.2013
La Bible du XIIIème siècle in antico francese è stata realizzata nella seconda metà del sec. XIII a Parigi. I due esemplari custoditi dalla Burgerbibliothek di Berna (Cod. 27/28) fanno parte degli esemplari più antichi di questo testo conservatisi; sono indipendenti uno dall'altro e probabilmente allestiti nella Francia meridionale. Il Cod. 28, le cui tracce d'uso del sec. XIV rimandano a Valencia, conteneva in origine 52 miniature di grande qualità, delle quali oggi ne sono andate perse sei.
Online dal: 07.10.2013
Manoscritto realizzato in più fasi: i primi due terzi, del primo decennio del XIV secolo, comprendono un frammento della cronaca del mondo attribuita a Baldovino d'Avesnes, le cui miniature sono attribuibili a un pittore della cerchia di Renaud de Bar a Metz; l'ultimo terzo è costituito da vari testi devozionali di un corpus finora poco studiato, prodotti entro la metà del XIV secolo. Molti di questi testi si trovano in altri manoscritti, oggi a Berna, Parigi e Metz, che possono essere attribuiti al più tardo monastero di celestini di Metz. Il volume, che intorno al 1570 era ancora di proprietà privata a Metz, giunse a Berna nel 1632 tramite Jacques Bongars.
Online dal: 26.09.2024
La miscellanea contiene in totale 21 testi, in parte tramandati in questo unico manoscritto, della letteratura in lingua francese antica. La parte più grande è costituita dai romanzi, spesso composti di più di mille versi, appartenenti ai grandi cicli di saghe, quali le Gesta dei Lorenesi, Peceval ecc.; inoltre contiene alcune cronache redatte in prosa quali la Cronaca delle crociate di Ernoul così come altri corti testi di argomento disparato. Il manoscritto è riccamente illustrato con varie centinaia di grandi iniziali ed è probabilmente originario della Piccardia.
Online dal: 08.10.2015
Manoscritto composito costituito di tre parti nelle quali sono raccolte delle traduzioni in francese di classiche relazioni di viaggio dall'Estremo Oriente. Il manoscritto, soprattutto nella prima e nella terza parte, è riccamente illustrato con decorazioni dorate ed una raffinata ornamentazione marginale costituita da tralci vegetali; tuttavia non contiene delle illustrazioni. La presenza di stemmi dipinti permette di identificare quale precedente possessore la famiglia de Pons de Saint-Maurice dal Périgord; più tardi il codice venne acquisito da Jacques Bongars, che alla fine della sua vita stava preparando un volume di fonti relative ai viaggi in Asia.
Online dal: 13.10.2016
Questa miscellanea lessicografica e scientifica ebraica medievale risale al 1290 e racchiude tre testi di grande importanza, utilizzati come base per la pubblicazione e lo studio delle edizioni. Questi sono: la Maḥberet Menahem di Menahem ben Jacob Ibn Saruq (morto intorno al 970 circa); una traduzione anonima in prosa ebraica della popolarissima versione in antico francese del lapidario di Marbodo di Rennes (XII secolo) e, infine, una versione anonima abbreviata del lessico talmudico e midrashic intitolato Sefer ha-Arukh di Natan ben Yehiel Anav di Roma (1035-1110), chiamato Berner Kleiner Arukh. La particolarità di questa copia è la presenza di glosse in yiddish orientale antico e in antico francese. Inoltre, tra le numerose annotazioni più tarde che abbondano nelle pagine bianche e nei margini del manoscritto, la più insolita è costituita da un incantesimo in alto tedesco medio in caratteri ebraici, relativo a Hulda, dea tedesca paragonabile a Venere, tratto dal Tannhäuserlied. Inoltre, questo manoscritto appartenne a diversi famosi proprietari ebrei e cristiani, le cui testimonianze scritte attestano la notevole statura del manoscritto quale preziosa fonte di conoscenza dall'epoca nella quale è stato compilato - la fine del XIII secolo - fino al suo possesso da parte degli ebraisti cristiani in Svizzera durante i secoli XVI e XVII.
Online dal: 12.12.2019
Guillaume de Machaut appartiene alla schiera dei più importanti poeti e compositori del medioevo francese. Nella Burgerbibliothek di Berna la sua produzione è presente con un manoscritto di grande qualità dal punto di vista della decorazione: le 13 miniature, che occupano tutta la larghezza della colonna, e numerose delle iniziali policrome, sono decorate con dell'oro in foglia. Il manoscritto è molto importante per la storia della musica in quanto datato dal copista nel colophon, e inoltre per le note musicali che accompagnano alcune delle canzoni.
Online dal: 20.12.2012
Frammento di un manoscritto di trovieri francese della fine del XIII o inizio del XIV secolo, che probabilmente faceva parte dello stesso codice con il Parigi, BN français 765. Contiene 20 canzoni, di cui 14 di Thibaut de Champagne; tutte sono testimoniate in una tradizione parallela. 14 brani presentano una notazione quadrata.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto è in primo luogo famoso per il suo ricco contenuto di fabliaux in lingua francese antica, dei quali un numero considerevole è tramandato in questo unico codice; anche nel caso del frammento dei Sept sages de Rome e del Perceval si tratta di importanti testimoni del testo. A causa del suo grande valore per la poesia francese fu inviato in prestito a Parigi già all'inizio del XIX secolo, qui andò temporaneamente perso e dovette essere riacquistato nel 1836 dalla biblioteca cittadina di Berna per un alto prezzo.
Online dal: 08.10.2015
Volume miscellaneo composto di tre parti, forse scritto in Piccardia. Il manoscritto contiene una rara leggenda di s. Giovanni, le profezie di Merlino e il racconto dei sette saggi di Roma, e si suppone sia stato redatto per un uso privato. Appartenne un tempo, come si può dedurre dalle note di possesso, ad Isabel d'Esch, membro di una delle famiglie più importanti di Metz. Il volume giunse nel 1632 a Berna da Jacques Bongars.
Online dal: 08.10.2020
Canzoniere lotaringio (Metz?) del tardo XIII secolo; corredato in maniera continua di righi per la musica lasciati vuoti. Contiene 524 canti di trovieri sia anonimi che attribuiti ad autori. Comprende vari generi, tra questi anche testi religiosi e numerosi altri che costituiscono un unicum.
Online dal: 14.12.2017
Manoscritto costituito da tre unità di produzione. La prima, risalente al secondo terzo del XVI sec., si deve a Giacomo Diassôrinos (†1563), un copista greco di Rodi, allora impiegato alla biblioteca di Fontainebleau. La seconda è stata copiata, probabilmente nel 1552 a Padova, da Enrico Estienne (ca. 1531-1598) allora giovane umanista parigino, di cui si vede la firma, in greco, nella parte inferiore del f. 47r. La terza mantiene ancora il segreto sulle circostanze della sua produzione.
Online dal: 12.08.2010
Due fogli, originariamente solidali, della trascrizione di un documento datato 8 marzo 1439, che sono stati staccati nel 1935 durante il restauro del Cod. 207 effettuato presso la Burgerbibliothek di Berna. Nel testo, sul f. 1r, sono citati Charles duca d'Orléans e di Valois (1394-1465) e Jean Bastardo d'Orléans (= Jean de Dunois, 1402-1468).
Online dal: 02.07.2020
Questo frammento è stato staccato dalla predecente legatura del Cod. 172; proviene probabilmente dallo studio legale di Pierre Daniel a Orléans, come attesterebbe il suo nome presente nel documento.
Online dal: 17.12.2015
I due frammenti provengono dalla legatura del Cod. 611, dalla quale sono stati staccati in occasione del restauro; si tratta di due metà di un documento notarile in francese, in relazione con Pierre Daniel.
Online dal: 17.03.2016
Frammento costituito da due parti indipendenti: la parte più antica contiene una versione commentata dell'Etica Nicomachea. Sull'esterno del fascicolo si trova un altro bifoglio (f. 1, 11), più recente, scritto in francese e contenente una lista giuridica o ecclesiastica di nomi. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 con il fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Frammento di un manoscritto di trovieri francesi del XVI secolo. Contiene 18 jeux-partis (17 con la partecipazione di Jehan Bretel) e un frammento della Prise amoureuse di Jean Acart de Hesdin; tutti i canti tranne uno sono testimoniati in una tradizione parallela. Le canzoni sono tramandate senza notazione.
Online dal: 14.06.2018
Frammento di una traduzione contemporanea in francese della Chirurgia parva di Lanfranco di Milano. Il libretto di piccolo formato, incompleto, è la più antica testimonianza testuale rimasta dell'opera: gli altri quattro manoscritti superstiti risalgono tutti al XV secolo. Sulla base di un confronto dei testi con l'edizione latina si deve supporre la perdita di un fascicolo sia all'inizio che alla fine.
Online dal: 14.06.2018
La parte in latino del frammento (f. 1r–3r) contiene una raccolta di estratti di vari autori riguardanti i peccati e la penitenza, la morale ecc. La parte in francese (f. 3v–4v) contiene una o due poesie in versi, che sembrano essere tramandati unicamente in questo frammento.
Online dal: 14.06.2018
Frammento di un manoscritto di piccolo formato con delle prediche di Maurice de Sully. Contiene i sermoni 27-36; i fascicoli sono tuttavia in una successione errata: al testo del fascicolo 2 (cc. 9-13) fa seguito il testo del fascicolo 1 (cc. 1-8).
Online dal: 14.06.2018
Frammento di panegirico della regina Bianca di Navarra (1331-1398) comprendente quasi 400 versi. L'autore Robin Comtet - che si menziona verso la fine del testo - non è noto altrimenti. La poesia è stata chiaramente tramandata in questa sola copia e non è ancora stata pubblicata.
Online dal: 14.06.2018
Frammento con un estratto della Continuation des Chroniques abrégées di Baudouin d'Avesnes (anni 1369-1370); il testo relativo agli avvenimenti del 1342-1383 è stato adottato senza modifiche anche nelle Chroniques de Flandres. Le aggiunte contengono due volte il nome di Robert Migaillot, canonico di Laon, che nel 1515 fece dono del manoscritto al cugino.
Online dal: 14.06.2018
Copia di uno scritto di Etienne du cimetière, prevosto di Orléans, sulla confessione di Jean de Saint-Mesmin alla maison de la chèvrerie, datata marzo 1331 (o 1337).
Online dal: 14.06.2018
Frammento (2 bifogli) di un manoscritto francese di Lancillotto in prosa. Sulla base della nota d'acquisto va forse messo in riferimento alla biblioteca di Giovanni Buridano, filosofo e professore presso l'Università di Parigi?
Online dal: 14.06.2018
Il frammento contiene due testi molto diffusi all'epoca in Francia: la versione francese della Consolatio Philosophiae di Boezio e del confort d'ami di Guillaume de Machaut. Gli 8 fogli appartengono alla ricca collezione di frammenti della Burgerbibliothek di Berna e sono stati digitalizzati quali complemento al riccamente illustrato manoscritto di Machaut della stessa biblioteca, il Cod. 218.
Online dal: 23.04.2013
Tre bifogli di un manoscritto francese, contenente i trattati De tropis loquendi di Pietro Cantore e De schematibus et tropis di Beda. Sull'ultimo foglio si trova una raccolta di ricette francesi. Come si evince da una nota al f. 1r, Pierre Daniel e Pierre Pithou discussero il contenuto del testo. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Le prime 14 pagine dell'urbario costituiscono delle annotazioni varie che ricordano dei giuramenti o dei contratti. La pagina 15 costituisce il frontespizio dell'urbario propriamente detto: «Ici commence mon rentier domestique, cet assavoir de moÿ Joannes Castella, bourgeois de Frÿbourg et chastellain de la ville de Gruÿere, le 3me janvier 1681». Questo quaderno riporta tutte le spese di Jean Castella (spese ordinarie come le cinghie della sella, pagamenti di salari per l'ostetrica, acquisti di legna ecc. così come spese meno ordinarie) e delle rendite e in particolare il dettaglio delle sue rendite fondiarie. Inoltre, l'autore registra i giudizi ai quali assiste nel ruolo di giurato o come garanzia di autorità. Egli menziona anche le strenne che dona o che riceve. Il registro riporta sia le spese che i ricavati legati alle funzioni ufficiali dell'autore, sia le spese che i ricavati legati alle sue attività private. Si tratta di un vero e proprio sunto di storia quotidiana di un notabile friburghese di Gruyère alla fine del XVII secolo.
Online dal: 22.06.2017
Registro redatto dal notaio Michel d'Enney su richiesta di Pierre de Gruyère, priore di Broc, composto tra il 27 novembre 1565 e il 20 novembre 1566. Il registro comprende la ricognizione dei beni del priorato di Broc suddiviso per località. Il priorato di Broc dipendeva inzialmente da quello di Lutry, in seguito nel 1577 fu annesso al capitolo di S. Nicolao di Friburgo.
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto contiene i poemi La satyre megere, un poema di circostanza sulla riconciliazione del re Lugi XII con l'imperatore Massimiliano I, Les quatres eages passees seguito da una Ballade e da tre Rondeaux, e alla fine il Le portail du temple, ispirato ad un trattato incompiuto di Boccaccio. Si tratta di una raccolta fittizia di tre manoscritti originali intitolata «Satyre Megere, poème d'Antitus dédié à Aymon de Montfacon, evesque de Lausanne, l'an de grâce mille cinq cens». L'autore Antitus Faure era cappellano dei duchi di Borgogna e di Savoia e, dal 1499, fu alla corte del principe-vescovo di Losanna Aymon de Montfaucon († 1517), al quale dedicò queste tre opere. Questo manoscritto miniato è stato riacquistato dagli Archivi cantonali vodesi nel 1920.
Online dal: 19.03.2015
Questo Libro d'ore all'uso di Parigi contiene una grande quantità di preghiere a uso privato in latino e in francese, per la maggior parte inedite. Come apprendiamo dal colophon a c. 193r, è stato realizzato a Parigi nel 1421 presso il libraio Jacquet Lescuier. Committente, o forse solo acquirente, fu Jean II di Gingins, nato verso il 1385 e morto verso la fine del 1461 o all'inizio del 1462, che fece dipingere il suo stemma a c. 193v. Le miniature sono state eseguite da vari minatori, tra i quali il “Maître de Guise”, il “Maître de Bedfort” e un allievo della cerchia del “Maître de Boucicaut”. L'ultima rappresentante della famiglia di Gingins-La Sarraz lasciò in eredità il castello di La Sarraz al cognato, Henri de Mandrot, che a sua volta, nel 1920, donò il manoscritto e gli archivi di famiglia agli Archivi cantonali vodesi.
Online dal: 19.03.2015
Contiene il poema in ottosillabi Cleomadés, considerato il capolavoro del poeta francese del sec. XIII Adenet le Roi, che visse nelle corti di Brabante, Francia e Fiandre e compose canzoni di gesta e romanzi di corte.
Online dal: 09.04.2014
Manoscritto di origine italiana contenente la diffusa e fortunata silloge di favole mediolatine in distici elegiaci denominata Esopus. Pubblicata anonima nel 1610 da Isaac Nevelet, e per questo attribuita all'Anonymus Neveleti, nel 1884 l'editore Léopold Hervieux ne attribuì la paternità ad un Gualterio Anglico vissuto nel XII secolo a Palermo. L'identità dell'autore è però stata negli ultimi anni messa in discussione da vari studiosi. Le favole hanno quali protagonisti degli animali e terminano con una morale formulata in distico.
Online dal: 13.12.2013
Dalla Estoire de la guerre sainte, attribuita ad Ambroise d'Evreux, apprendiamo che la lettura della (Canzone d'Aspromonte) Chanson d'Aspremont contribuì a distrarre nell'inverno 1190 i soldati di Riccardo Cuor di Leone e di Filippo Augusto stazionati in Sicilia. Questa canzone di gesta (chanson de geste) in decasillabi rimati mescolati con alessandrini racconta della campagna di Carlo Magno in Italia conto il re pagano Agolante e suo figlio Almonte. Il manoscritto anglo-normanno conservato alla Fondazione Martin Bodmer, copiato nel sec. XIII, presenta delle correzioni interlineari e marginali, apportate da una seconda mano leggermente posteriore a quella responsabile della scrittura del testo. Sicuramente effettuate a partire dal manoscritto di controllo, queste aggiunte permettono di avere un'idea della grande complessità della trasmissione di questo testo.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto cartaceo contiene la versione in prosa della canzone di gesta Fierabras di Jean Bagnyon (1412-1497). Notaio a Losanna, egli redasse questo adattamento intorno al 1465-70 per il canonico della stessa città, Henri Bolomier (c. 117v). Costituito di tre libri, l'opera si apre con un riassunto della storia dei re di Francia fino a Carlomagno (libro I: cc. 7v-19r), seguito dalla storia del «merveilleux et terrible» gigante Fierabras (libro II: cc. 19v-93v), e da una narrazione della guerra di Spagna secondo Turpin (libro III: 94r-117v). Questo esemplare così come quello della Biblioteca di Ginevra (Ms. fr. 188), sono i due unici testimoni manoscritti di questo testo che fu un importante successo dell'editoria dal XV sec. (1e edizione stampata a Ginevra presso Adam Steinschaber, 1478).
Online dal: 22.03.2018
Quattro frammenti di pergamena, estratti da una legatura, contengono parti della relazione del viaggio di S. Brandano, Navigatio sancti Brandani, un monaco irlandese vissuto tra V e VI secolo. L'opera anonima in prosa latina è considerata un classico della letteratura medievale agiografica e di viaggio ed è tramandata da numerosi manoscritti a partire dal sec. X . La versione che qui si conserva è quella in francese anglo-normanno del monaco Benedeit (ca. 1120).
Online dal: 13.12.2013
A metà del XII secolo alcuni chierici tradussero in vernacolo i testi latini di Stazio e di Virgilio o gli adattamenti di Omero: le opere dei maestri antichi venivano così rese disponibili in lingua romanza. Fiorivano allora i primi romanzi francesi. Manoscritto su pergamena realizzato alla fine del XIII secolo, il CB 18 ne comprende due: il Romanzo di Troia di Benoît de Sainte-Maure e l'anonimo Romanzo di Tebe.
Online dal: 25.03.2009
La Chronique de Bertrand du Guesclin (versione B) è una delle due versioni in prosa del poema epico di Cuvelier, Chanson de Bertrand du Guesclin. L'opera racconta la storia della vita del connestabile di Carlo V, dall'infanzia alla morte.
Online dal: 14.12.2018
Membro della confraternita dei giullari e borghesi di Arras, Jean Bodel compose la sua Chanson des Saisnes (Chanson des Saxons) nell'ultimo terzo del sec. XII. Questo poema epico in alessandrini racconta della guerra condotta da Carlo Magno contro il re dei Sassoni Guiteclin. Tradito attualmente da tre manoscritti (un quarto è completamente bruciato nell'incendio della Biblioteca di Torino), il testo della Chanson offre delle redazioni che variano da un codice all'altro. La versione lunga della Fondazione Bodmer è contenuta in un manoscritto da giullare di piccole dimensioni. Di fattura semplice, senza miniature, scritto su pergamena spesso mal tagliata e ricucita grossolanamente, è senza dubbio stato eseguito alla fine del sec. XIII.
Online dal: 21.12.2009
Commissionato verso l'anno 1460 dal grande bibliofilo Antonio di Borgogna, il CB 49 contiene il testo dell'Epître d'Othea, scritto dalla prima donna che visse unicamente grazie alla sua professione di scrittrice, Cristina di Pisan. È ornato da un centinaio di magnifici disegni (il ciclo completo), tra cui la miniatura di dedica dove si vedono quattro personaggi che sono stati identificati con Filippo il Buono, Carlo il Temerario ed i due bastardi Davide e Antonio di Borgogna.
Online dal: 25.07.2006
La traduzione francese delle Storie di Alessandro Magno, destinata al futuro Carlo il Temerario, è stata commissionata a Vasco da Lucena, «Portugalois», addetto al servizio dell'Infanta Isabella, moglie di Filippo il Buono. Il ricorso a Quinto Curzio, completato dai testi di Plutarco, Valerio Massimo, Aulo Gellio o Giustino, permette all'autore di liberare il conquistatore macedone dalle leggende ereditate dalla tradizione medievale. Miroir des princes inteso a veicolare l'eroe antico come un modello, si incrive nel movimento umanistico che si sviluppa attorno ai duchi di Borgogna alla fine del medioevo. Il CB 53 è stato copiato per l'appunto in Borgogna, solo qualche anno dopo la composizione del testo; è ornato di miniature realizzate nella cerchia del maestro di Margherita di York (ca. 1470-1475).
Online dal: 21.12.2009
In questo manoscritto cartaceo sono ricopiate nella prima parte (4r-121r) una serie di alleanze stipulate dai confederati, e nella seconda (130r-290r) alleanze e trattati di comborghesia stipulati dalla città di Berna. Nell'ultima sezione (300v-336r) sono state aggiunte, in un secondo tempo e da un altro copista, i testi delle alleanze stipulate nei secoli XVI e XVII dai Confederati, o da singoli cantoni, con Venezia, la Savoia e la Francia. Sia per il tipo di carta che per la scrittura, il codice sembra essere stato allestito intorno al 1616 a Berna o in un territorio sottoposto all'autorità bernese. All'interno della coperta anteriore reca ancora l'ex-libris Baggrave Library, forse la biblioteca della casa di campagna a Baggrave Hall (Leicestershire), sede della famiglia Burnaby, di cui fece parte John Burnaby (1701-74), ambasciatore inglese a Berna (1743-49). Nel 1970 fu acquistato da Martin Bodmer.
Online dal: 10.10.2019
Includendo il Gui de Warewic, lungo romanzo dinastico anglo-normanno, il Brut di Wace, ove si ripercorre la storia del discendente di Enea che conquistò la Gran Bretagna, e la traduzione di Elia delle Profezie di Merlino, il CB 67 presenta un ampio panorama della storia leggendaria bretone. Completa il corpus tràdito in questo manoscritto del XIII secolo il testo di Fiorenzo di Roma, a metà tra chanson de geste e romanzo di avventura.
Online dal: 25.03.2009
Il Roman de Fauvel è un poema francese in versi scritto all'inizio del XIV secolo da vari autori tra cui il chierico Gervais du Bus. Si conserva in non più di 15 manoscritti. Usando la metafora di un asino divenuto signore del suo padrone di casa, viene esercitata una critica alla corruzione della Chiesa e del sistema politico. Il manoscritto, vergato in scrittura bastarda, è rimasto incompiuto nella decorazione.
Online dal: 22.03.2017
Guillaume de Lorris e Jean de Meung sono gli autori del Roman de la Rose uno dei capolavori della letteratura cortese del medioevo. In un quadro onirico e allegorico l'amante tenta di penetrare in un giardino chiuso che nasconde una rosa, immagine della sua amata. La seconda parte, opera di Jean de Meung, offre una lettura più filosofica e moralizzante. Questo manoscritto, copiato su pergamena nel sec. XIV, contiene numerose miniature in riquadri dorati e con lumeggiature in oro, così come delle iniziali con prolungamenti blu e rossi.
Online dal: 02.06.2010
Copiato alla fine del sec. XIII in Inghilterra da un unico copista, questo manoscritto venne donato al grande collezionista Sir Thomas Phillipps da Sir Robert Benson (1797-1844). Secondo Benson sarebbe appartenuto all'abbazia di Wilton, nel Wiltshire, e sarebbe allora stato letto da nobildonne e monache. Il volume è stato fatto rilegare da Phillipps; il Lai d'Haveloc fu collocato all'inizio ed il suo titolo iscritto sul dorso. Il Donnei des Amants, l'unico esemplare noto, è un dibattito amoroso tra amanti che si scambiano degli exempla: il Tristan Rossignol, Didon, il Lai de l'oiselet e L'Homme et le Serpent.
Online dal: 13.12.2013
Predicatore dominicano dell'inizio del XIV secolo, Jacques de Cessoles utilizza il gioco degli scacchi come supporto al suo discorso morale. Nel CB 93, manoscritto su pergamena della fine del XIV secolo, questo proposito è illustrato col supporto di 16 miniature.
Online dal: 20.12.2007
Questo manoscritto costituisce uno di quattro testimoni conosciuti (senza contare un frammento) del Roman de Jules César attribuito a Jean de Thuin, un poema di circa 9'500 alessandrini, che costituisce un adattamento del poema epico della Pharsalia di Lucano. L'inizio e la fine del testo del Roman mancano nel manoscritto, dove le principali suddivisioni del poema sono segnalate da iniziali alternativamente blu e rosse, collocate all'inizio di ogni strofa, e accompagnate da filigrane realizzate nel colore opposto.
Online dal: 26.09.2017
Romanzo generazionale dei padri degli eroi della Tavola Rotonda, Guiron il cortese è un'opera di grande respiro composta sicuramente verso il 1235. Entro una tradizione manoscritta particolarmente ricca, il CB 96, magnificamente miniato e trascritto all'inizio del XV secolo, presenta un adattamento unico dei diversi racconti che contiene.
Online dal: 25.03.2009
Romanzo generazionale dei padri degli eroi della Tavola Rotonda, Guiron il cortese è un'opera di grande respiro composta sicuramente verso il 1235. Entro una tradizione manoscritta particolarmente ricca, il CB 96, magnificamente miniato e trascritto all'inizio del XV secolo, presenta un adattamento unico dei diversi racconti che contiene.
Online dal: 25.03.2009
Questo manoscritto di origine italiana del sec. XIV, forse bolognese, contiene il Digestum Vetus, opera fondamentale che testimonia l'interesse per la storia giuridica romana nel XIV sec. Riunisce un insieme di testi di riferimento sistematicamente muniti della Glossa ordinaria detta la "Magna glossa", di Francesco Accursio, di glosse interlineari e della glossa della Glossa, lavori di spiegazione e di istruzione per l'uso del testo. Molte manine di attenzione (dal lat. manicula, ae "piccola mano") testimoniano dell'assiduo lavoro che vari lettori hanno intrapreso su questo arido testo. Questo manoscritto contiene numerose indicazioni di pecia. Su di un foglio staccato (f. 37bis) si può leggere un poema al lettore del giurista italiano Angelo Boncambio (ca. 1450).
Online dal: 23.04.2013
Questo manoscritto cartaceo del XV secolo in quattro volumi riunisce i testi in prosa Lancillotto propriamente detto, La ricerca del Santo Graal e La morte del re Artù. Il primo volume è illustrato con 42 disegni a penna e all'acquarello, mentre il quarto volume è ornato da due grandi disegni a piena pagina fuori dal testo su pergamena.
Online dal: 20.12.2007
Questo manoscritto cartaceo del XV secolo in quattro volumi riunisce i testi in prosa Lancillotto propriamente detto, La ricerca del Santo Graal e La morte del re Artù. Il primo volume è illustrato con 42 disegni a penna e all'acquarello, mentre il quarto volume è ornato da due grandi disegni a piena pagina fuori dal testo su pergamena.
Online dal: 20.12.2007
Questo manoscritto cartaceo del XV secolo in quattro volumi riunisce i testi in prosa Lancillotto propriamente detto, La ricerca del Santo Graal e La morte del re Artù. Il primo volume è illustrato con 42 disegni a penna e all'acquarello, mentre il quarto volume è ornato da due grandi disegni a piena pagina fuori dal testo su pergamena.
Online dal: 20.12.2007
Questo manoscritto cartaceo del XV secolo in quattro volumi riunisce i testi in prosa Lancillotto propriamente detto, La ricerca del Santo Graal e La morte del re Artù. Il primo volume è illustrato con 42 disegni a penna e all'acquarello, mentre il quarto volume è ornato da due grandi disegni a piena pagina fuori dal testo su pergamena.
Online dal: 20.12.2007
Maria di Francia, la scrittrice del XII secolo autrice dei celebri Lais, ha composto una raccolta di favole ereditate dalla tradizione esopica. Nel manoscritto conservato dalla Fondazione Martin Bodmer, ricopiato direttamente da un manoscritto della Biblioteca nazionale di Francia, le 101 favole sono accompagnate da sei fabliaux, in cui certi passaggi audaci sono stati erasi.
Online dal: 31.07.2007
Solo il CB 116, tra i 19 manoscritti e frammenti conservati, tramanda nella loro interezza le Prophesies de Merlin (Profezie di Merlino) in prosa. Esso testimonia in particolare l'ampiezza che nell'economia complessiva dell'opera assumono gli episodi arturiani.
Online dal: 25.03.2009
Il manoscritto contiene le Satire del poeta romano Persio – Aulus Persius Flaccus (34-62). Ad eccezione del prologo scritto in esametri, le satire sono brevi per quanto riguarda il numero dei versi (circa 650). Furono molto popolari nel corso del medioevo e anche oltre, visto che Jean-Jacques Rousseau vi prende in prestito delle parole – intus et in cute (Satire III, v. 30 – fol. 5v) – per inserirlo all'inizio delle sue Confessions. Questa copia delle Satire risale al XII sec. e potrebbe essere stata trascritta in Francia, come suggerisce l'aggiunta di una parafrasi in francese del vangelo di Luca che occupa l'ultimo foglio del manoscritto.
Online dal: 14.06.2018
Otto magnifici disegni a piena pagina eseguiti vero il 1470 da Jean Colombe illustrano l'opera Le Mortifiement de Vaine Plaisance del re Renato d'Angiò. Questo poema allegorico sul conflitto tra l'anima e il cuore, scritto nel 1455, invita l'uomo a rinunciare ai desideri, sempre insoddisfatti, del cuore per rivolgersi a quelli che possano appagare la presenza divina.
Online dal: 25.07.2006
Trascritto alla fine del XIII secolo, il CB 147 contiene il ciclo dei romanzi arturiani in prosa: Storia del Santo Graal, Storia di Merlino, Seguito della storia di Merlino, La ricerca del santo Graal e Morte d'Artù. Tuttavia, sono le sue interpolazioni che lo rendono eccezionale: delle traduzioni dei Vangeli e del libro della Genesi, come pure di altri testi biblici e dei sermoni di Maurice de Sully, sono posti nella bocca degli eroi arturiani! Una messa in prosa del Romanzo di Troia, di cui non si conoscono altre testimonianze, e i Fatti dei Romani sono pure inseriti nel corpus. La sua ricca iconografia è realizzata in uno stile originale.
Online dal: 25.07.2006
Scritto senza dubbio negli anni 1520-1528, il Tristano del lionese Pierre Sala si fece l'erede della tradizione medievale, dai cicli in prosa di Tristano e di Lancillotto ai romanzi italiani della Tavola Rotonda. Nondimeno, questo racconto dell'amicizia esemplare tra Tristano e Lancillotto, dove le avventure cavalleresche si intrecciano agli intrighi amorosi, è già aperto alla scrittura del Rinascimento. Esso è trasmesso solamente da due manoscritti e quello della Fondazione Martin Bodmer è l'esemplare di dedica offerto al re Francesco I. È illustrato da ventisei disegni a penna e all'acquarello.
Online dal: 26.04.2007
Il manoscritto contiene la traduzione francese dell'opera di Diego de San Pedro (1437-1498) Carcel de amor, di François Dassy, che a sua volta si basa sulla traduzione italiana di Lelio Manfredi, ultimata nel 1513. Diego de San Pedro è un poeta e narratore spagnolo del prerinascimento, forse di origini ebraiche e convertitosi al cristianesimo. Il Carcel de amor, una delle sue due novelle conosciute, è un racconto sentimentale incentrato sul tema del superamento delle passioni amorose attraverso la ragione; venne stampato per la prima volta a Siviglia nel 1492 e tradotto in varie lingue. E' illustrato da 19 vignette per la maggior parte inquadrate da una cornice architettonica, e nelle quali i personaggi sono raffigurati in costumi dell'epoca. Il codice è forse stato eseguito per Carlo III di Borbone-Montpensier (Charles de Bourbon) – il cui stemma è dipinto a c. 1v - tra il 1521 ed il 1527. Prima di entrare a far parte della collezione di Martin Bodmer appartenne alla famiglia Demidow, al conte Alexis de Golowkin e a Sir Thomas Phillipps.
Online dal: 17.12.2015
La leggenda tebana e quella troiana hanno avuto un'influenza straordinaria durante il Medioevo. Scritto dalla mano di Jacotin de Lespluc nel 1469, il cartaceo CB 160 contiene adattamenti in prosa della Historia trojana di Guido delle Colonne e una versione delle gesta del figlio di Edipo che si rifà alla Storia antica fino a Cesare. I suoi disegni a inchiostro sfumato (lavis) richiamano quelli del manoscritto 9650-52 della Biblioteca reale del Belgio.
Online dal: 25.03.2009
Almeno tre scribi si sono suddivisi il lavoro di copia di questo imponente manoscritto di più di 650 fogli all'inizio del sec. XIV. Nonostante questo il testo del Roman de Tristan en prose, riscrittura del mito di Tristano alla luce del Lancelot en prose, è incompleto all'inizio e alla fine. Quest'opera, inizialmente composta all'inizio del sec. XIII, è stata costantemente riscritta nel corso di tutto il medioevo; si conserva in più di 80 manoscritti, testimoni di almento quattro differenti versioni.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto conservato alla Fondazione Bodmer contiene l'unico testimone del lungo romanzo sull'alto lignaggio anglo-normanno Waldef. Composto all'inizio del sec. XIII, questo testo celebra in ben 22'300 ottosillabi a rime piatte la vita del suo eroe eponimo e di suo figlio; dopo un lungo preambolo che risale all'occupazione romana dell'Inghilterra, il romanzo descrive amori e separazioni, pellegrinazioni e battaglie in immagini convenzionali. In questo manoscritto, realizzato alla fine del sec. XIII o all'inizio del sec. XIV, decorato con alcuni disegni a penna nei margini, a questo testo fa seguito un secondo romanzo sull'alto lignaggio, Gui de Warewic, e la canzone di gesta Otinel.
Online dal: 21.12.2009
Scritto da Boccaccio tra il 1353 ed il 1356, poi completato nel 1373, quest'opera morale che tratta della volubilità della Fortuna, abbondantemente copiato, stampato e poi tradotto in numerose lingue, ha conosciuto un enorme interesse in Europa. La traduzione francese di Laurent de Premierfait per Jean de Berry ha incontrato il medesimo successo dell'originale, come testimoniano i 68 manoscritti conservati contenenti questo testo. Contrariamente alla versione latina, i manoscritti in francese presentano un ricco programma iconografico, senza dubbio stabilito da Laurent de Premierfait stesso. E' il caso anche del CB 174, eseguito in Francia nel sec. XV, nel quale ogni libro si apre con una serie di piccole raffigurazioni (in totale 150) che illustrano i "casi" esposti nel testo che segue.
Online dal: 22.03.2012
Le 13 grandi miniature di questo manoscritto di origine francese, copiato nel sec. XV, riproducono le miniature eseguite da uno dei più importanti miniatori della fine del medioevo: Jean Fouquet (BnF, ms. Fr. 247). Abbondantemente ritoccate con oro, esse occupano i due terzi della pagina; numerose iniziali arricchite di fiori su fondo oro completano il programma iconografico. L'opera manca del primo foglio, che era certamente ornato con una miniatura (Adamo ed Eva?). All'inizio del prologo una piccola miniatura rappresenta l'autore interno a scrivere il libro. Le Antiquitates iudaicae ripercorrono la storia della nazione ebraica dalla genesi fino all'anno 66 della nostra era.
Online dal: 22.03.2012
Composto intorno al 1310 dal lorenese Jacques de Longuyon su richiesta del vescovo di Liège Thibaut de Bar, il poema Les Vœux du paon prolunga la tradizione del Romanzo di Alessandro. Le monorime alessandrine sono illustrate da tredici miniature e diverse iniziali filigranate.
Online dal: 25.03.2009
Rappresentata per la prima volta il 27 aprile del 1784, la commedia La Folle Journée, ou Le Mariage de Figaro, viva satira della società dell'Ancien Régime e dei privilegi nobiliari, prefigurava lo scoppio della Rivoluzione francese, di cui senza dubbio partecipò all'avvenimento. Rappresentata su molte scene parigine dopo la caduta della monarchia nel 1792, essa vide tuttavia i suoi canti conclusivi modificati da Beaumarchais. Il finale completo del giudice balbuziente Don Gusman Brid'oison, che finiva nel 1784 con Tout fini-it par des chansons, si adattava alle difficoltà dell'epoca: Pour tromper sa maladie, / Il [il popolo] chantoit tout l'opera : / Dame ! il n'sait plus qu'ce p'tit air-là : / Ca ira, ça ira... Ma dopo la caduta di Robespierre e la reazione del termidoro, queste parole fecero nascere la gioventù moscardina, come le precedenti avevano fatto reagire i sanculotti. Essendo le rappresentazioni disturbate da questo pubblico turbolento, Beaumarchais affidò a La Rochelle, l'attore che rivestiva il ruolo di Brid'Oison, un finale alternativo, da recitare en cas de bruit. Questa variante, rimasta inedita fino alla sua recente pubblicazione, costituiva un elogio della libertà d'espressione e del sang froid de la raison contro gli stratagème delle cabbale ideologiche.
Online dal: 22.06.2017
Nonostante le apparenti cancellature, si tratta della versione finale di questo testo senza titolo, costituito da sei paragrafi su due fogli, rilegati in marocchino rosso. É stato prodotto da Flaubert al più tardi in occasione del suo viaggio in Oriente con il suo amico Maxime du Camp (1849-1851), nonostante sembri più probabile datarlo al momento del suo ritorno in Francia, nel 1851, momento nel quale egli consacra la sua vita alla scrittura. Conosciuto in seguito sotto il nome di Le Chant de la Courtisane, questo poema in prosa dal tono umoristico non è stato pubblicato da parte di Flaubert. Ciò nondimeno condensa le sue sfide nella scrittura: l'opera testimonia del fascino dell'autore per la cultura ed i paesaggi orientali che egli vorrebbe descrivere con uno spirito di realismo. Un diario di viaggio che raccoglie le sue osservazioni e sensazioni, nutrendo direttamente la sua opera di fantasia. Il lessico utilizzato rivela una certa erudizione e una preoccupazione di esattezza, un modo di fare che preannuncia Salammbô. Martin Bodmer ha acquistato questo manoscritto, proveniente dalla collezione Paul Voute (che ne aveva pubblicato un facsimile nel 1928), presso la Libraire Blaizot.
Online dal: 22.06.2017
Annunciato da Flaubert nella sua corrispondenza come un capitolo esplicativo di Salammbô, questo manoscritto è costituito da 28 fogli, tutti numerati ad eccezione dell'ultimo, che contiene delle annotazioni sugli dei. É conservato in una cartella dove Flaubert ha apposto il titolo dell'opera e una data, 1857, che corrisponde all'inizio della redazione di Salammbô. Il capitolo, invece, è posteriore al 1857: in effetti è stato concepito dopo una importante fase di documentazione necessaria al suo progetto, e un viaggio a Cartagine. Al suo ritorno, nel 1858, lo scrittore lavora su di un capitolo che costituirebbe «la description topographique et pittoresque de la susdite ville avec exposition du peuple qui l'habitait, y compris le costume, le gouvernement, la religion, les finances et le commerce, etc.» (lettera a J. Duplan, datata primo luglio 1858). Nonostante un certo numero di correzioni e di aggiunte marginali, si tratta della versione matura del testo che alla fine fu scartato dal romanzo, nonostante le informazioni vennero utilizzate in maniera sparsa nell'economia dell'opera. Questo capitolo rivela il metodo di lavoro dell'autore. Si caratterizza per la sua erudizione enciclopedica e per una cura del dettaglio che mettono in luce gli scopi originari all'origine della genesi di Salammbô: quello di ricostituire la città di Cartagine, allora scomparsa. Martin Bodmer ha acquistato il manoscritto nel novembre 1949 presso il libraio Blaizot.
Online dal: 22.06.2017
Questo celebre poema, verosimilmente composto il 6 settembre 1835, è incluso nella raccolta Les chants du crépuscule apparso nello stesso anno. Hugo vi denuncia la condizione delle prostitute utilizzando un registro patetico: in effetti ci invita a compatire, piuttosto che a disprezzare, quelle cadute nel ‘fango'. Questo lessico simbolico cui è stato tolto quel senso di colpa che abitualmente designa la sporcizia morale, è usato per esprimere il coraggio di quelle che hanno lungamente lottato contro la fatalità del ‘fardello' della miseria, prima di soccombervi. Lontano da un certo manicheismo moralizzatore, Hugo divide la colpa popolarmente attribuita a queste donne di «à toi, riche ! à ton or», sia puntando il dito contro l'ingiustizia del sistema sociale che manca di ripartizione delle ricchezze, che «à nous», a ogni cittadino, il cui sguardo non si nutre a sufficienza di carità. Il manoscritto contiene una piccola variante rispetto al testo a stampa poichè vi si legge: «s'y retenir longtemps de leurs mains épuisées», invece che «s'y cramponner longtemps».
Online dal: 26.09.2017
Questo racconto di Victor Hugo, senza firma, inizia con la frase “Si j'étais femme (Hélas ! que je vous plains, ô mères ! ...)“ e rimase inedito fino al 2009. Il titolo originale “Impératrice“ venne forse cancellato da Hugo stesso a causa della sua evidenza. Il testo è indirizzato infatti alla moglie di Napoleone III, Eugenia de Montijo, alla quale Hugo rimprovera la sua “bigoterie” (3r) e il suo “signe de croix grotesque à l'espagnole“ (1r). In questo modo egli allarga alla moglie la critica da lui già espressa a Napoleone III nei Châtiments. La datazione all'11 ottobre 1869, autografa, lascia supporre che il racconto sia stato scritto a Bruxelles, città nella quale Hugo soggiornò in esilio dal colpo di stato del 2 dicembre 1851.
Online dal: 17.12.2015
I sedici versi che compongono questo passaggio costituiscono la sesta e ultima parte del poema «Dans l'église de ***», inclusa nella raccolta Les chants du crépuscule del 1835. Ricca di molti argomenti che si intrecciano, il poema oppone la probità di una donna in preghiera nel cuore di una chiesa abbandonata agli amanti della citta, nichilisti che corrono «d'ivresses en ivresses». Hugo sorprende questa anima casta in piena sfortuna, intenta ad implorare l'aiuto del Signore che la salvi da una tristezza invadente. In quest'ultima parte (VI) lo scrittore arricchisce il suo sostegno cristiano (Votre âme qui bientôt fuira peut-être ailleurs / Vers les régions pures, / Et vous emportera plus loin que nos douleurs, Plus loin que nos murmures !) di un'ultima quartina angelica e serena: Soyez comme l'oiseau, posé pour un instant / Sur des rameaux trop frêles, / Qui sent ployer la branche et qui chante pourtant, / Sachant qu'il a des ailes !
Online dal: 26.09.2017
Negli anni intorno al 1820 Lamartine si lanciò in un ambizioso progetto poetico: Les Visions. Nonostante alcuni frammenti venissero pubblicati in Jocely (1836) o in La Chute d'un ange (1838), la maggior parte di questi versi rimasero inediti per trent'anni, ripresi, modificati e corretti instancabilmente dal poeta, fino alla pubblicazione definitiva avvenuta nel 1851. Questo manoscritto autografo del canto II contiene un passaggio di dieci versi rimasto per finire inedito (dei punti di sospensione segnano la collocazione nell'edizione originale).
Online dal: 17.12.2015
Quando il cardinale Richelieu, dal settembre 1627, inizò l'assedio a La Rochelle per terra e per mare, il poeta François de Malherbe, molto vicino al potere, riferì a suo cugino normanno le decisioni e gli orientamenti del consiglio reale per poter placare le sue inquietudini. Ai suoi occhi, non occorre preoccuparsi: il re d'Inghilterra non è che un monarca di secondo rango, incapace di misurarsi militarmente con la Francia per sostenere gli Ugonotti a La Rochelle. Quanto al pericolo della Riforma, egli viveva le sue ultime ore, poiché Malherbe stimava «que la Huguenoterie court fortune par toute l'Europe d'estre voisine de sa fin».
Online dal: 26.09.2017
Con i suoi sei romanzi e le sue celebri raccolte comprendenti più di 300 novelle, Guy de Maupassant (1850-1893) si è ritagliato un posto importante tra i principali autori francesi della fine del XIX secolo. Egli fornì spesso un sobrio ritratto della società sia provinciale che parigina del suo tempo, come in questa novella, la sola che abbia avuto una edizione originale separata, precedente alla sua pubblicazione nella raccolta eponima. Questo manoscritto fu utilizzato per la prima stampa del testo, apparso la prima volta in La Nouvelle Revue del 15 giugno 1887. Presenta numerose correzioni e cancellature (testimoni del lavoro di genesi della novella), così come delle leggere varianti rispetto alla versione pubblicata in volume il 28 marzo 1888.
Online dal: 17.12.2015
Durante il suo esilio a S. Elena Napoleone (1769-1821) ebbe a disposizione una biblioteca di 3'000 volumi, povero sollievo contro la noia. L'imperatore rovesciato si accontentava pertanto di leggere ed annotare i classici antichi o moderni. Grande amatore di teatro, lesse a più riprese alle persone a lui più vicine La Mort de César di Voltaire. Egli decise di scrivere un pezzo di teatro sul medesimo soggetto e questo manoscritto autografo mostra un rapido schizzo delle due prime scene. A pagina 3, stanco del soggetto, il conquistatore copre la pagina di calcoli strategici e militari, incrociando le fregate con i regimenti ed i pezzi di artiglieria.
Online dal: 17.12.2015
Questo manoscritto autografo di Arthur Rimbaud (1854-1891) contiene un frammento di un poema. Scritto sul recto di un foglio, tre sezioni sono numerate in cifre romane, dal nr. II al IV, alle quali è stato attribuito un titolo, ad eccezione dell'ultima (IV). Nonostante l'insieme sia redatto in prosa, la denominazione «sonetto» (II) potrebbe provenire dalla forma dell'estratto in questione, presentato su quattordici righe. Il primo paragrafo comprende il segno +, difficile da interpretare e che fa pensare che Rimbaud volesse rilavorarci. La numerazione lascia supporre che queste tre parti formino un tutto omogeneo con la sezione Dimanche (I, manoscritto della BNF), costituendo così il poema Jeunesse. Sono visibili delle iscrizioni allografe posteriori al 1886: nell'angolo superiore sinistro figura la nota Illuminations che testimonia della volontà di ricollegare questi passaggi alla raccolta poetica eponima, la cui edizione originale porta la data 1886. Il poema Jeunesse, che contiene le quattro sezioni, fu pubblicato per la prima volta da Vanier nel 1895, a seguito delle Poésies complètes, come complemento alle Illuminations.
Online dal: 26.09.2017
Le Lettres écrites de la montagne costituiscono l'ultima opera di Rousseau pubblicata quando egli era ancora in vita. Per la prima volta, il filosofo interviene direttamente negli affari di Ginevra. Esse contengono, oltre alla proposta costituzionale sugli sviluppi sullo spirito della Riforma, una difesa del Contrat Social. La lettera VII, dalla quale è tratto questo foglio, sostiene il diritto di rappresentazione quando si tratti di correggere gli abusi del Piccolo Consiglio, e consiglia ai Borghesi riuniti nel Consiglio Generale di rifiutare ogni nuova elezione di magistrati se questi si intestardiscono ad oltrepassare i diritti loro attribuiti dalla Costituzione. Queste Lettres furono censurate sia a Ginevra che a Parigi. Il presente documento proviene dalla collezione Ch. Vellay (acquistato da Martin Bodmer nel 1926) e costituisce la minuta di due passaggi delle Lettres, il primo che figura nell'edizione originale (Amsterdam, M. M. Rey, 1764), il secondo nell'edizione delle Œuvres complètes della Bibliothèque de la Pléiade.
Online dal: 22.06.2017
Il testo Mémoire présenté à M. de Mably sur l'éducation de M. son fils costituisce il primo scritto di Rousseau inerente la sua esperienza di educatore. Nel 1740 a Lione egli fu incaricato di un difficile incarico da precettore presso la famiglia del notabile Jean Bonnot de Mably, prevosto generale della polizia militare di Lione. Questo incarico terminò bruscamente già dopo un anno. Gli furono affidati due bambini poco inclini agli studi: François-Paul-Marie Bonnot de Mably, soprannominato M. de Sainte-Marie, di cinque anni e mezzo, e Jean-Antoine Bonnot de Mably, soprannominato M. de Condillac, di quattro anni e mezzo. Il lungo testo del Mémoire, consacrata al primo, mette in rilievo una "commande éducative" e una esperienza di educazione applicata: si presenta come un progetto ed una sintesi, e la sua redazione viene collocata intorno al dicembre del 1740. Il giovane precettore si rivolge a M. de Mably annunciandogli il piano e l'ordine di una educazione per il figlio atta a "formare il cuore, il giudizio e lo spirito". Non si tratta dell'educazione naturale che venne più tardi preconizzata nell'Émile. Rousseau ha veramente consegnato questo Mémoire a M. de Mably? Si sa solamente che egli offrì questo manoscritto col testo Mémoire a Mme Dupin, sua datrice di lavoro nel 1743, e che da quel momento si conservò tra le "carte di Mme Dupin". Fu pubblicato per la prima volta nel 1884 a Parigi da G.de Villeneuve-Guibert ne Le portefeuille de Madame Dupin. Il manoscritto della Fondazione Bodmer è il solo esistente. Un Projet d'éducation molto più breve, di costruzione più chiara e di data sconosciuta, era stato dapprima trovato nelle carte di Rousseau al momento della sua morte (questo manoscritto oggi perduto era stato pubblicato a Ginevra nel 1782). E' molto vicino al Mémoire e sembra essere più tardo (non vi è tuttavia alcuna certezza in quanto all'ordine di successione cronologica dei due testi).
Online dal: 23.06.2016
L'Archivio di Stato di Friburgo possiede tutta una serie di registri dei cittadini (Bürgerbücher) dei quali quelli qui digitalizzati, il primo ed il secondo registro dei cittadini che insieme coprono il periodo dal 1341 al 1769, sono i più importanti. I registri dei cittadini permettono di osservare la cittadinanza della città di Friburgo: da una cittadinanza molto aperta per motivi economici al momento di passaggio dal XIV al XV secolo, verso una graduale chiusura, fino a un patriziato alla fine chiuso su sé stesso nel XVIII secolo. Con i registri, cioè con la controllata iscrizione dei nuovi cittadini nelle liste, che possono avere sin dall'inizio la forma di libri, furono soprattutto le città di grande e media grandezza - che presentavano una certa evoluzione politica e economica - a reagire nel tardo medioevo allo sviluppo demografico e alla immigrazione, che cercarono in questo modo di regolare, e anche alla grande peste (metà del sec. XIV). Il primo registro non venne pianificato ma è frutto dell'assemblaggio di singoli fascicoli forse rilegati nel 1416.
Online dal: 23.06.2014
Il RN 9/1 è il più antico registro notarile conservato presso l'Archivio di Stato di Friburgo ed è stato allestito nello studio notarile di Pierre Nonans. Il registro è composto di due parti distinte. I primi 110 fogli costituiscono una parte “normale”, in cui sono stati registrati gli affari compresi tra il primo febbraio (s. mod.) 1356 e il 21 marzo 1359 (s. mod.) La seconda parte inizia al contrario sul f. 123 e continua fino al f. 110, di modo che i due testi si ricongiungono uno a rovescio dell'altro al f. 110r. Questa seconda parte costituisce un registro speciale (ff. 110-123) nel quale sono registrati i prestiti sottoscritti tra il 1 marzo 1356 (s. mod.) ed il 20 marzo 1359 (s. mod.) presso i lombardi di Friburgo, prestatori di soldi di origine lombarda stabilitisi a Friburgo dalla fine del sec. XIII, e che porta il nome di Registrum Lombardorum. E' sotto questa denominazione che l'insieme del registro è stato designato nella storiografia.
Online dal: 17.12.2015
Questo manoscritto della fine del XIII secolo contiene parte del best-seller medievale Lancillotto in prosa, a cui è stato dato il nome convenzionale di Agravain, dal nome del cavaliere della Tavola Rotonda che denunciò il rapporto adultero tra Lancillotto e la regina Ginevra. Lacunoso all'inizio e alla fine, questa copia sobria e ordinata presenta delle iniziali filigranate, alternativamente rosse e blu. Di provenienza sconosciuta, è attestato presso l'abbazia di Hauterive dal XVIII secolo.
Online dal: 18.06.2020
Capitolario cistercense ad uso delle monache dell'abbazia della Fille-Dieu a Romont. Oltre al martirologio e al necrologio, contiene la regola di s. Benedetto in lingua francese. Probabilmente redatto su incarico della badessa, fu copiato da Uldry Chabordat, cappellano di Romont, che descrive il suo lavoro in un poema a c. 107r e afferma di aver ricevuto la pergamena da Catherine de Billin. Il manoscritto è stato donato alla biblioteca nel 1879 dal cappuccino Apollinaire Dellion (1822-1899).
Online dal: 08.10.2020
Manoscritto composito cartaceo realizzato a Friburgo nella prima metà del sec. XV. Contiene nella prima parte, oltre ad alcuni corti testi anche in tedesco, il Cycle de la belle dame sans mercy di Alain de Chartier, Baudet Herenc e Achille Caulier, poema francese in ottave sull'amor cortese scritto intorno al 1424. Nella seconda parte è trascritto un altro poema in versi di Chartier: Le Livre des quatre dames.
Online dal: 04.10.2011
Manoscritto cartaceo, incompleto all'inizio, che contiene la traduzione francese di un compendio della Legenda aurea di Jacopo da Varazze. Numerosi ex-libris attestano il passaggio del manoscritto nelle mani di vari possessori in ambito friburghese, tra i quali Pierre Kämmerling l'Ancien († 1614) e Jean Muffat de Foncigny, residente a Friburgo (Svizzera).
Online dal: 19.03.2015
Il cod. 62 è un manoscritto miscellaneo databile intorno al 1400 tipico per l'utilizzo in un convento francescano. Contiene materiali per prediche da autori conosciuti e sconosciuti, sotto forma di prediche intere, estratti tematici ed exempla. E' costituito da 15 unità codicologiche. Friedrich von Amberg (intorno al 1350-1432) ha costituito la raccolta, l'ha corredata di un indice e l'ha fatta rilegare a Friburgo in Ue. La parte di più valore della miscellanea è costituita dalle 16 prediche sulla penitenza del santo domenicano Vincenzo Ferrer (1350-1419), che predicò dal 9 al 21 marzo 1404 a Friburgo, Murten Payerne, Avenches ed Estavayer. Fridrich von Amberg le ha trascritte ed inserite nella miscellanea quale sesta unità codicologica (f. 45r-97v).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto miscellaneo è composto da quattro parti, la più antica delle quali è datata 1416 (parte 2). Contiene prediche e altri brevi testi relativi alla cura pastorale. Le parti 3 e 4 appartenevano originariamente al monaco di Strasburgo Johannes Rüeffel, che le scrisse durante i suoi studi in Inghilterra e nel 1446 nella sua città natale. Essi comprendono una introduzione alla filosofia scolastica e alle quaestiones. La prima parte con esercizi di traduzione dal francese al latino e altri testi scolastici ha avuto origine probabilmente intorno alla metà del XV secolo nella zona di Friburgo (Svizzera). Il volume è stato probabilmente assemblato dal guardiano del convento francescano di Friburgo, Jean Joly.
Online dal: 10.12.2020
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la bibbia tradotta in francese e in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII secolo. Presentata sotto forma di una Storia santa, essa sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata dal secondo tomo della Bible du XIIIe siècle . Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente se ne conoscono 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 26.09.2017
La Biblioteca di Ginevra conserva un terzo esemplare in due volumi della Bible Historiale di Guyart des Moulins (oltre ai mss. fr. 1/1-2 e ms. fr. 2). Nonostante le pitture grossolane, questa copia più tarda è notevole per la sua provenienza. Copiata da Jean Bagnel su richiesta di Hugonin Dupont, commerciante e cittadino ginevrino, entrò nella Biblioteca di Ginevra nel 1603.
Online dal: 18.06.2020
La Biblioteca di Ginevra conserva un terzo esemplare in due volumi della Bible Historiale di Guyart des Moulins (oltre ai mss. fr. 1/1-2 e ms. fr. 2). Nonostante le pitture grossolane, questa copia più tarda è notevole per la sua provenienza. Copiata da Jean Bagnel su richiesta di Hugonin Dupont, commerciante e cittadino ginevrino, entrò nella Biblioteca di Ginevra nel 1603.
Online dal: 18.06.2020