Copie dei privilegi, ordinanze, fondazioni annuali e documenti dei secoli XIII fino al XVI concernenti i possedimenti del convento di Königsfelden. Originariamente organizzato in singoli fascicoli, in un secondo tempo rilegati insieme. Ordinati da una parte secondo la tipologia (privilegi), dall'altra secondo unità geografiche.
Online dal: 04.10.2018
Copie e regesti di privilegi e documenti riguardanti i possedimenti del monastero di Königsfelden a Waldshut dal XIV al XVI secolo. Iniziato intorno al 1480, parallelamente alla realizzazione del cartulario II di Königsfelder (StAAG AA/0429), vi si trovano aggiunte fino al 1530 circa.
Online dal: 04.10.2018
Le 126 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da febbraio 1519 a febbraio 1520. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 08.10.2020
Le 280 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da agosto 1527 a gennaio 1530. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 08.10.2020
Le 328 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da gennaio 1530 a maggio 1534. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 08.10.2020
Le 196 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da maggio 1552 a marzo 1554. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 14.12.2022
Le 164 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da marzo 1554 a novembre 1556. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 14.12.2022
Le 220 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da novembre 1556 a maggio 1560. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 14.12.2022
Le 300 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da aprile 1571 a ottobre 1574. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 25.04.2023
Le 488 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da novembre 1574 a novembre 1582. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 25.04.2023
Le 588 pagine del volume cartaceo contengono le entrate e le uscite del Paese di Appenzello da ottobre 1582 a marzo 1591. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso.
Online dal: 25.04.2023
La prima pare di questo volume (p. 1-214) contiene le entrate e le uscite del Paese di Appenzello d'aprile 1591 ad aprile 1597. I registri contabili sono tra le fonti più importanti per la ricerca sulla storia del Paese ancora indiviso. Nella seconda parte (pp. 215-528) il volume comprende bozze di lettere in uscita e trascrizioni di lettere in entrata dal 1659 al 1687. Da p. 529 in poi le pagine sono strappate e rimangono al massimo dei frammenti.
Online dal: 25.04.2023
Il volume, di 198 pagine cartacee, contiene principalmente delle ricognizioni, cioè trascrizioni di dichiarazioni di testimoni. Include anche sentenze, risoluzioni dei Consigli e della Landsgemeinde, fideiussioni, rinunce giurate, elenchi di giudici e ordini del giorno dei Consigli e della Landsgemeinde.
Online dal: 31.05.2024
Il volume contiene le decisioni dei Consigli («antworten»), ricognizioni, cioè dichiarazioni di testimoni e rinunce giurate, dove i delinquenti promettono di non vendicarsi delle persone coinvolte nel procedimento penale a loro carico. Comprende anche rinnovi del diritto territoriale di membri esterni della comunità tra gli anni dal 1550 al 1604. Cronologicamente il volume copre principalmente gli anni dal 1557 al 1566, con inserimenti successivi fino al 1621.
Online dal: 31.05.2024
Il volume, di 584 pagine cartacee, contiene le risoluzioni in forma sommaria dei Consigli di Appenzello. Contiene inoltre numerose rinunce giurate nelle quali i delinquenti promettono di non vendicarsi delle persone coinvolte nel procedimento penale a loro carico, nonché elenchi di commercianti di filo (fol. 256v e 281r).
Online dal: 31.05.2024
Secondo l'introduzione, il volume contiene le risoluzioni dei Consigli e le rinunce giurate, nelle quali i delinquenti promettono di non vendicarsi delle persone coinvolte nel procedimento penale a loro carico. Comprende anche dei rinnovi del diritto fondiario di membri esterni della comunità, autorizzazioni per locandieri e di cottura del salnitro, e permessi di insediamento.
Online dal: 31.05.2024
In 178 pagine cartacee, il volume contiene le registrazioni delle norme giuridiche valide in tutto il paese, che sono state ripetutamente stabilite e approvate dai Consigli e proclamate ai membri della comunità dai pulpiti delle chiese. Il volume contiene anche gli elenchi dei mugnai, degli locandieri e dei mercanti di prodotti lattieri del paese.
Online dal: 31.05.2024
Il volume, di 390 pagine cartacee, contiene le registrazioni delle norme giuridiche valide in tutto il paese, che sono state ripetutamente stabilite e approvate dai Consigli e proclamate ai membri della comunità dai pulpiti delle chiese.
Online dal: 31.05.2024
Il volume contiene dichiarazioni di testimoni o notizie, le cosiddette «Kundschaften», su presunti reati. Nella parte finale, tuttavia, contiene anche gli elenchi dei membri del tribunale della corte d'assise e del «Gassengericht» (tribunale di bassa giustizia), nonché i verbali («Protokollstrazzen») della Landsgemeinde e del Consiglio dal 1548 al 1551.
Online dal: 11.12.2024
Il volume contiene dichiarazioni di testimoni o notizie, le cosiddette «Kundschaften», su presunti reati. Contiene inoltre, sulla prima pagina un elenco (incompleto) delle persone accusate.
Online dal: 11.12.2024
Il volume contiene i verbali degli esaminatori, cioè delle inchieste penali. Tuttavia, il volume contiene anche dichiarazioni di testimoni.
Online dal: 11.12.2024
Il volume contiene la lista annuale dei nomi dei membri del Gran Consiglio e del Piccolo Consiglio di Appenzello, nell'ordine dei Rhode. I nomi furono inscritti in stretti quaderni, che solo in seguito furono rilegati per formare un libro. Quale legatura fu utilizzato un frammento con notazione musicale.
Online dal: 31.05.2024
La parte principale del volume in pergamena (pp. 47-108) contiene gli statuti del Paese di Appenzello, le cui origini risalgono all'inizio del XV secolo. Inoltre contiene anche un calendario su carta (pp. 5-19) e supplementi agli statuti, anch'essi su carta (pp. 111ss. e p. 124). I primi 24 fogli degli statuti sono scritti da una sola mano, mentre le aggiunte, le annotazioni marginali e i titoli sono scritti da altre mani; in seguito, con un altro inchiostro e una scrittura più fitta, vi sono aggiunte degli anni intorno al 1530 e 1540. Le iniziali sono decorate calligraficamente, talvolta con nastri intrecciati, fiori e volti, che spesso terminano in forma di pannocchie.
Online dal: 31.05.2024
Il manoscritto in pergamena risale alla prima metà del XIII secolo. Su 72 fogli sono descritte circa 300 prescrizioni, comprese informazioni sulla produzione, l'utilizzo e l'effetto dei rimedi. Il testo si basa sull'Antidotarium di Nicolò Perposito della scuola di medicina di Salerno. In linea di principio, il manoscritto ha una semplice impaginazione del testo. Alcune piccole iniziali in inchiostro rosso e blu, alcune con ornamenti, decorano il testo. In base a degli annessi si può presumere che il signor Ludwig Bertalot (1884-1960) sia probabilmente il precedente proprietario del manoscritto. Il Museo storico della farmacia ha potuto acquistare il manoscritto nel 2017 nella libreria antiquaria di Daniel Thierstein a Bienne. Nel 2019/2020 Friederike Hennig ha restaurato il manoscritto a Basilea.
Online dal: 10.12.2020
Manoscritto del sec. XII (1170-1190) copiato probabilmente in Svizzera (Einsiedeln?) o in Austria. Contiene l'Introductio In prima parte agitur (fol. 1r-7ra) ed il Decretum di Graziano [Σ-group, cf. C. Wei, A Discussion and List of Manuscripts Belonging to the Σ-group (S-group)] (fol. 7ra-217va); una additio (a fol. 167vb a C.29: Adrianus papa Eberhardo Salzeburgensi archiepiscopo. ‘Dignum est et a rationis... [JL 10445: 1154-59]); diversi strati di glosse (erasi fino a fol. 21a), ed excerpta dalla Summa di Rufino (cfr. R. Weigand, Die Glossen zum Dekret Gratians. Studien zu den frühen Glossen und Glossenkompositionen, Roma 1991, pp. 737-740); frammenti della Glossa ordinaria di Bartholomaeus Brixiensis (Francia, sec. XIII med.) sono stati copiati su rasura ai fol. 6va-9va.
Online dal: 22.03.2017
La miscellanea a contenuto omiletico fu scritta a Überlingen nel 1495. Dall'explicit (c. 38vb) si può dedurre non solo il luogo di origine del manoscritto opido ùberlingen, ma anche il nome del copista - scribebat Stephanus hamgarter nomen - Stephanus Hamgarter von Stein (ex assistente parrocchiale di Seefelden presso Überlingen). La miscellanea contiene i Sermones dominicales de tempore (cc. 1ra-38vb) di Peregrinus di Oppeln (ca. 1260-1335), un Sermo de passione domini (cc. 59ra-66va) e altre prediche (cc. 66va-82v). Il volume è stato restaurato nel 1965 da «Hans Heiland und Sohn», che hanno anche realizzato la rilegatura in pelle verde.
Online dal: 10.12.2020
L'opera, scritta in tedesco, contiene la vita di Tommaso d'Aquino, scritta da Guilelmus de Tocco (1240-1323). A c. 106v si legge una annotazione relativa al copista e al possibile committente dell'opera: Dis buoch hat ze tùtsche bracht gemachet vnd geschriben pfaff Eberhard von Rapreswil kilcherr zu Jonen (aggiunta anno 1418 di altra mano del XVI o XVII sec.). Dem sol Got vnsri frow sant Thoman der heilig lerer vnd die erwirdig frow die Stoeklerin ze Toess wol lonen. Secondo questa annotazione la mano del XV secolo sarebbe di Eberhard von Rapperswil, che era parroco a Jona, nel canton S. Gallo. Committente sarebbe la monaca Stöklerin di Töss (probabilmente Elsbeth Stükler). In questo modo l'opera risulta essere una delle poche traduzioni tedesche della vita di Tommaso d'Aquino. Singole iniziali sono non solo evidenziate in rosso, ma anche decorate. Il manoscritto ha una rilegatura in pelle color lampone con fermagli, restaurata nel XX secolo. Le controguardie staccate all'inizio e alla fine provengono da un manoscritto con neumi (probabilmente un kiriale) del XIII secolo. Il manoscritto contiene due note di possesso: Dijs buoch ist erhart blarer von Wartensee zuo Kemten, guothsher zuo kemtem vnd zuo Werdeg (c. 106v) e Monasterij apud D.[ivam]Yddam in Visch.[ingen] (c. 1r). Il manoscritto apparteneva quindi al principe abate Johann Erhard Blarer von Wartensee di Kempten, la cui attività è documentata per il periodo 1587-1594, e successivamente entrò in possesso del monastero di Fischingen.
Online dal: 10.12.2020
Nel 1646 il Piccolo Consiglio di Friburgo affidò a Pierre Crolot, un artista della Franca Contea, il compito di riprodurre le bandiere e gli stendardi presi dalle truppe friburghesi nel corso delle campagne di Sundgau, di Borgogna e d'Italia (fine del sec. XV – inizio del sec. XVI) e fino ad allora esposte nella chiesa di S. Nicola. Nel 1822 vengono perse le tracce di questi oggetti, tranne tre cappe dell'ordine borgognone del Toson d'Oro (oggi esposte nel castello di Gruyère). Il libro contiene 42 miniature: tre frontespizi presentano gli stemmi della città, dei suoi baliaggi e le armi dei membri del Piccolo Consiglio, trenta tavole raffigurano gli stendardi e nove tavole rappresentano dei pezzi di abbigliamento e degli arazzi borgognoni. Il libro delle bandiere è nello stesso tempo un oggetto d'arte, una preziosa documentazione riguardante degli oggetti scomparsi e una testimonianza della gloria delle truppe friburghesi alla fine del medio evo.
Online dal: 04.07.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1517, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1528-1559, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo dalla mano B (cf. Archivio del Capitolo di S. Nicola, ms. 5). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto bizantino del sec. XIII presenta un gran numero di scolii che talvolta completano quelli dei manoscritti più antichi e che testimoniano del suo ambito di produzione e delle abitudini dei suoi annotatori e possessori successivi. Tra questi si ricorda Teodoro Meliteniôtes, che restaurò e completò il volume rovinato nel sec. XIV, poi Henri II Estienne, suo proprietario nella seconda metà del sec. XIV, che si servì di questo manoscritto per la sua edizione dei poemi omerici del 1566, edizione che rimase standard fino al sec. XVIII. Il manoscritto contiene una Iliade completa, tranne delle lacune accidentali poco estese, provviste di una parafrasi interlineare dei 12 primi canti.
Online dal: 13.12.2013
Opera di Andrea Benincasa, questo portolano è firmato e datato 1476 sull'ultima carta incollata alla guardia inferiore del manoscritto. Le cinque carte marine, che occupano ciascuna una doppia pagina dell'atlante, descrivono il Mediterraneo orientale e il Mar Nero (carta 1), le coste tra la Sicilia e il Mar Egeo (carta 2), il Mediterraneo da Gibilterra a Roma con la Corsica e la Sardegna (carta 3), le coste atlantiche tra l'Inghilterra e l'Irlanda fine allo stretto di Gibilterra (carta 4), e infine le coste atlantiche, tra Gibilterra e Capo Bojador, con le Isole Canarie e altre isole (carta 5). Le linee stellari dei rombi con rose del vento indicano le direzioni della bussola, mentre le scale graduate, qui iscritte agli angoli dei fogli, consentono di stimare le distanze. Il preciso trattato delle coste rinforzato con dei colori e l'eleganza della scrittura dei toponimi sono caratteristiche delle mappe della bottega dei Benincasa, oggetti per bibliofili e non destinati alla navigazione. Tra le numerose scritte presenti su queste carte, quelle riguardanti le isole atlantiche sono le più sorprendenti perché sembrano anticipare la scoperta dell'arcipelago americano come «Antilia», o l'isola del «Brasile», nomi che Cristoforo Colombo e i suoi successori adottarono per battezzare alcuni territori del Nuovo Mondo.
Online dal: 12.12.2019
Libro di preghiere del primo quarto del sec. XV scritto in antico dialetto alemannico. Contiene tra gli altri il testo "Hundert Betrachtungen" di Enrico Susone ed un estratto dal trattato sull'Eucarestia di Marquard di Lindau.
Online dal: 22.06.2010
Il De vita solitaria è una delle opere latine del grande poeta italiano Francesco Petrarca (1304-1374), che la scrisse nel 1346 rimaneggiandola più volte negli anni successivi. Nei due libri nei quali è suddiviso viene esaltata la vita ritirata e solitaria trascorsa negli studi e nella meditazione. Questo manoscritto cartaceo rivela una certa eleganza sia nella impostazione della pagina sia nella presenza delle due iniziali, nei quali si fa uso di oro p. 7, 103). La provenienza del codice è sconosciuta, ma prima di essere acquistato nel 1892 dalla biblioteca fu in possesso di alcuni canonici di Losanna e di una famiglia di notai di Muraz (Vallese). La copertina era originariamente costituita da una serie di frammenti cartacei del XIV secolo sovrapposti in numerosi strati, che ora sono stati staccati e restaurati. Alcuni di questi sono costituiti da copie di privilegi papali rilasciati a membri di varie diocesi francesi, altri frammenti in italiano sono di area toscana, e uno in ebraico.
Online dal: 10.12.2020
Manoscritto acefalo, con margini spesso tagliati e scritto da varie mani, databile alla seconda metà- fine del sec. IX. Contiene delle letture sul testo dei vangeli per le feste dalla Natività fino alla Pentecoste e per alcuni santi. Le prime parole del testo del vangelo sono state ampliate in un secondo momento (sec. XII) nel margine esterno. Particolare rilievo viene dato al testo per la festa della natività di S. Michele arcangelo (129v-131v), segnalato da una raffigurazione a penna del santo nel margine (c. 130v) e da un segnalibro nell'angolo inferiore. La carta di guardia anteriore è costituita da uno strumento notarile del 1373 per Isabella di Neuchâtel.
Online dal: 22.03.2012
Manoscritto acefalo. Titolo aggiunto in un secondo momento (XVIII sec.?). La pergamena utilizzata è di qualità molto variata. Alla fine del medioevo, probabilmente verso la fine del XV secolo, è stato realizzato un restauro molto approfondito, che ha comportato la riscrittura di varie parti di testo. Si tratta di un libro di coro in vari volumi, destinato all'ufficio quotidiano di una comunità di chierici. Diverse aggiunte dei secc. XIV e XV attestano che venne usato presso la collegiata Nostra Signora di Neuchâtel. Sono conservati due volumi (su quattro?). Per deduzione si nota che seguono il calendario in uso a Besançon, presso il capitolo cattedrale di S. Giovanni. Il volume I comprende il santorale dal 6 maggio al 30 novembre. E' stato donato dal Consiglio di Stato alla biblioteca di Neuchâtel nel 1813.
Online dal: 17.12.2015
Manoscritto acefalo. Titolo aggiunto in un secono momento (XVIII sec.?). La pergamena utilizzata è di qualità molto variata. Alla fine del medioevo, probabilmente verso la fine del XV secolo, è stato realizzato un restauro molto approfondito, che ha comportato la riscrittura di varie parti di testo. Si tratta di un libro di coro in vari volumi, destinato all'ufficio quotidiano di una comunità di chierici. Diverse aggiunte dei secc. XIV e XV attestano che venne usato presso la collegiata Nostra Signora di Neuchâtel. Sono conservati due volumi (su quattro?). Per deduzione si nota che seguono il calendario in uso a Besançon, presso il capitolo cattedrale di S. Giovanni. Il volume II comprende il temporale dal sabato santo fino all'ultima domenica dopo la Pentecoste e il santorale dal 14 aprile al 3 maggio. E' stato donato dal Consiglio di Stato alla biblioteca di Neuchâtel nel 1813.
Online dal: 17.12.2015
Manoscritto acefalo in prosa, in antico francese. E' scritto su pergamena probabilmente di montone, lavorata grossolanamente. Le iniziali sono rubricate con pigmenti rossi. E' stato lasciato uno spazio per qualche letterina decorata che non è stata eseguita. Testo mutilo alla fine del volume. I 135 fogli sono ripartiti in 19 quaderni. Mancano i primi e gli ultimi fogli. Il manoscritto proviene probabilmente dalla biblioteca dei conti di Neuchâtel perché viene menzionato in un inventario della stessa di Jean de Fribourg e di Rodolphe de Hochberg, allestito alla fine del XV secolo. E' stato donato dal Consiglio di Stato alla Biblioteca di Neuchâtel nel 1813, unitamente ad un lotto di altri 16 manoscritti.
Online dal: 17.03.2016
Libro d'ore ad uso di Roma, riccamente illustrato da miniature a piena pagina, quadretti e iniziali, scritto in littera cursiva (bastarda), databile intorno al 1500, con testi in latino, francese e fiamminga. Lo stile delle miniature, soprattutto dei bordi, naturalistici con fiori, insetti ma anche con raffigurazioni sceniche, sembrano tipici della scuola ganto-bruggese.
Online dal: 22.03.2012
Prima redazione autografa incompiuta, con un certo numero di cancellature e di rinvii. Ogni fascicolo è costituito da 12 bifogli. Pagine numerate da Rousseau. Il recto dei fogli contiene il testo, il verso le correzioni e le aggiunte. Nel suo Dictionnaire de musique Rousseau riprende i circa quattrocento articoli che egli stesso aveva redatto nel 1749 per L'Encyclopédie. Dal 1753, in risposta agli attacchi ed alle critiche sollevate dalle sue note, egli si apprestò ad un lavoro di revisione e di riscrittura. Mirando all'esaustività lessicografica nel campo musicale, l'autore moltiplicò le voci nuove arrivando così a quasi novecento nuove parole. Il manoscritto è stato lasciato in eredità alla Biblioteca di Neuchâtel nel 1794 dal neocastellano Pierre-Alexandre DuPeyrou (1729-1794), amico ed editore di Jean-Jacques Rousseau.
Online dal: 09.04.2014
Copia autografa accurata delle prime sette passeggiate (sulle dieci che comprendono il testo edito), con qualche passaggio stralciato e cancellato. Ogni fascicolo è costituito da 12 bifogli. Pagine numerate da 1 a 83 da Rousseau, poi da p. 84 e seguenti da Th. Dufour. Nelle Les Rêveries Rousseau realizza un ultimo lavoro di introspezione, sotto forma di meditazioni e di riflessioni filosofiche, che lui stesso qualifica come appendice alle sue Confessions. Nella quinta passeggiata egli descrive con nostalgia i momenti di felicità solitaria passati sull'isola Saint-Pierre, sul lago di Bienne. Ultimo testo di Rousseau, Les Rêveries vennero recuperate alla morte del filosofo dall'amico ed editore, il neocastellano Pierre-Alexandre DuPeyrou (1729-1794). Quest'ultimo lasciò il manoscritto in eredità alla Biblioteca di Neuchâtel nel 1794.
Online dal: 09.04.2014
Graduale ad uso francescano, scritto e decorato nell'Italia settentrionale (Padova o Bologna) e databile ai primi decenni del sec. XIV. Fu in uso nel convento di S. Francesco di Locarno che lo acquisì probabilmente – unitamente agli antifonari temporali Codice II, Codice III e all'antifonario dei santi Codice IV - in occasione di una nuova consacrazione della chiesa avvenuta nel 1316. Alla fine del testo vero e proprio (c. 181r) è stata trascritta una prefazione (Statutum pro libris choralibus scribendis) – che solitamente si trova all'inizio del graduale - contenente le istruzioni per la redazione dei libri corali dell'ordine. Sull'ultima carta il frate Giacomo di Rastelli Orelli ha ricopiato alcuni documenti riguardanti il convento: una memoria riguardante la costruzione degli armadi della biblioteca, la lettera di consacrazione del 1316 e la memoria di una donazione per l'acquisto di oggetti liturgici.
Online dal: 04.10.2011
Contiene la prima parte dell'antifonario temporale (dalla vigilia della prima domenica di Avvento alla quinta domenica dopo l'Epifania) ed una scelta delle feste del Proprio dei Santi (dalla Vigilia di S. Andrea all'Annunciazione) ad uso francescano. Scritto e decorato nell'Italia settentrionale (Padova o Bologna), è databile ai primi decenni del sec. XIV. Fu in uso nel convento di S. Francesco di Locarno che lo acquisì probabilmente – unitamente al graduale ed agli antifonari temporali Codice III e dei santi Codice IV - in occasione di una nuova consacrazione della chiesa avvenuta nel 1316.
Online dal: 04.10.2011
Contiene la seconda parte dell'antifonario temporale (dalla vigilia della domenica in Settuagesima alla prima domenica delle calende di novembre ad uso francescano. Scritto e decorato nell'Italia settentrionale (Padova o Bologna), è databile ai primi decenni del sec. XIV. Fu in uso nel convento di S. Francesco di Locarno che lo acquisì probabilmente – unitamente al graduale, all'antifonario Codice II ed all'antifonario dei santi Codice IV - in occasione di una nuova consacrazione della chiesa avvenuta nel 1316.
Online dal: 04.10.2011
Contiene le antifone dell'Ufficio delle feste dei santi ed il loro comune, oltre all'Ufficio dei Morti ed all'Ufficio per S. Antonio. Scritto e decorato nell'Italia settentrionale (Padova o Bologna), è databile ai primi decenni del sec. XIV. Fu in uso nel convento di S. Francesco di Locarno che lo acquisì probabilmente – unitamente al graduale ed agli antifonari temporali Codice II e Codice III - in occasione di una nuova consacrazione della chiesa avvenuta nel 1316. Sulla controguardia anteriore era incollata una carta, staccata in occasione dell'ultimo restauro, su cui è disegnata sui due lati una planimetria commentata di un rivellino, opera muraria solitamente eretta nella parte anteriore di una fortificazione come primo elemento avanzato di difesa.
Online dal: 04.10.2011
Il breviario, che contiene unicamente la parte invernale, è databile alla prima metà del XIV secolo. Proviene dalla diocesi di Besançon (alla quale era unita Porrentruy) come dimostrano alcuni santi che appaiono nelle litanie, come s. Ferreolo o s. Germano, i responsori delle domeniche dell'avvento e il triduo pasquale.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto contiene la versione latina dell'Etica Nicomachea di Aristotele, tradotta e corredata da note da Roberto Grossatesta (1175-1253), vescovo di Lincoln. La decorazione, costituita da iniziali monocolori o con filigrana rossa e blu all'inizio dei capitoli (per es. 3r), e da iniziali decorate a colori all'inizio dei libri (per es. 1r), rimanda ad una origine nella Germania sudoccidentale e ad una datazione nel terzo quarto del XV secolo. Durante la Rivoluzione francese il manoscritto, prima nella raccolta vescovile, giunse nella biblioteca del collegio di Porrentruy, e infine nel XX sec. confluì nei fondi della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Messale ad uso della diocesi di Basilea databile intorno al 1300. Nel XV sec. è stata inserita una parte contenente l'Ordo Missae preceduta da una miniatura con la Crocifissione. La legatura è stata restaurata nel 1992 e sostituisce quella originale che non si è conservata.
Online dal: 09.04.2014
Salterio del sec. XV secondo l'uso liturgico della collegiata di Saint-Ursanne, che nella forma e nel contenuto costituisce una copia esatta del manoscritto di Basilea AN VIII 39. Le due controguardie sono costituite da frammenti dello Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais; nel margine di c. 36r si trova un disegno a penna della Vergine Maria del XVI sec. Il manoscritto rimase in possesso della collegiata di Saint-Ursanne fino al sec. XX, quando entrò in possesso della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
Gli Statuti del Vallese o Landrecht del 23 maggio 1571 (Statuta et decreta inclitae patriae Vallesii noviter sedulo recognita, multis in loci aucta et in subsequentem ordinem redacta), redatti sotto l'episcopato di Hildebrand I von Riedmatten, rappresentano la codificazione delle antiche usanze e una nuova legge per il Vallese, di influenza romana, e valevoli quindi per tutto il territorio della diocesi di Sion. Secondo Jean Graven, grande specialista del diritto antico, questi statuti sono «par leur valeur intrinsèque et par leur aspect, la pièce royale, l'honneur et le couronnement de notre législation valaisanne» (per il loro valore intrinseco e il loro aspetto, la moneta reale, l'onore e il coronamento della nostra legislazione vallesana). Negli anni successivi alla sua stesura, questo documento ha ricevuto molti complementi, aggiunte e commenti, che sono stati resi ufficiali dalla Dieta e redatti nei suoi recessi. Una revisione globale non ha avuto luogo fino al 1780. Questa legge «cantonale» è rimasta in vigore per oltre 200 anni, fino al travagliato periodo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, segno della sua inusuale durata. Gli Statuti del Vallese contengono sia aspetti puramente giuridici (procedura, organizzazione della giustizia, stato dei notai), sia di diritto penale (reati contro lo Stato, contro la fede, contro le persone fisiche; pene e castighi) e di diritto civile (rapporti tra le persone, diritto di famiglia, obblighi, proprietà, eredità). I nove sigilli di cera contenuti in scatole di metallo sono i segni dell'autorità delle sette decanie, del vescovo e del capitolo di Sion.
Online dal: 10.12.2020
L'imponente graduale comprende il santorale, il comune dei santi, le messe votive e un kyriale. E' all'uso dei Frati Minori, come testimonia la presenza delle feste dei due santi più importanti dell'ordine, s. Francesco d'Assisi e s. Antonio da Padova. Allo stesso modo la prima delle otto iniziali ornate (c. 1r, 7v, 29r, 32r, 34v, 43r, 46v, 121v) conferma l'uso francescano: il D(ominus secus mare) contiene il nome di Gesù sotto forma di trigramma «yhs» circondato da raggi di sole, che è l'attributo del predicatore francescano s. Bernardino da Siena (1388-1440). Le belle iniziale campite su di un fondo d'oro brunito si prolungano con dei lunghi margini cespugliosi composti da foglie e fiori multicolori, con gruppi di pallini dorati raggiati, nei quali appaiono talvolta degli uccelli e delle farfalle (c. 1r, 34v, 46v). La provenienza del manoscritto è completamente sconosciuta. Tutt'al più si può associarlo ad un secondo codice dell'Archivio di Stato del Vallese, l'antifonario francescano AVL 507, dal momento che sono stati rilegati nella stessa bottega nel XVIII secolo, indice di una probabile proprietà comune; la legatura è stata in seguito restaurata da Andrea Giovannini (1989).
Online dal: 10.12.2020
I verbali della legazione del Concilio di Basilea in Grecia sono stati scritti in gran parte dal procuratore Jakob Hüglin (1400 circa-1484). Hüglin fu attivo come notaio al Concilio di Basilea dal 1432 e come cancelliere dal 1435. Nel 1437 accompagnò la delegazione a Costantinopoli insieme al notaio Dietrich Winckelman. Il manoscritto è servito in parte da modello per il Hs 4 del Bischöflisches Archiv des Bistums Basel a Soletta.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto composito raccoglie documenti della legazione del Concilio di Basilea a Costantinopoli, dichiarazioni di protesta e strumenti notarili. La legatura, antica e flessibile, era costituita da un documento in pergamena, una dispensa matrimoniale del 1436, ora conservato separatamente. La parte principale del manoscritto è occupata dalla relazione sul viaggio in Grecia e si basa in parte sugli appunti di Jakob Hüglin contenute nel manoscritto Hs. 3 del Bischöflisches Archiv des Bistums Basel. Jakob Hüglin (1400 circa-1484) fu attivo come notaio dal 1432 e come cancelliere al Concilio di Basilea dal 1435. Nel febbraio 1437 accompagnò la delegazione a Costantinopoli insieme al notaio Dietrich Winckelman. Il viaggio durò un anno, fino al febbraio 1438. Il manoscritto composito è costituito da 17 fascicoli cuciti insieme e vergati da diversi copisti.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto composito contiene testi di argomento e datazioni diverse. La prima parte comprende testi di diverse mani. Inizia con un trattato sull'Immacolata Concezione di Maria (1451). Segue un'esortazione al clero a svolgere il proprio ministero in modo coscienzioso, con istruzioni sull'amministrazione dei sacramenti, in particolare sulle regolamentazioni relative ai matrimoni. Contiene inoltre tavole e testi astronomici, e versi mnemonici sullo zodiaco. Indizi della provenienza solettese del manoscritto sono dati dalla presenza delle relazioni sulla passione dei ss. Maurizio, Orso e Vittore, le poesie metriche sulla Legione Tebea e bozze di testi per il proprium per la festa di s. Orso. È probabile che i testi siano stati scritti nella cerchia di Felix Hemmerli e Jakob Hüglin, prevosti del capitolo di Soletta. La seconda parte del volume è costituita da un incunabolo: il Fasciculus Temporum di Werner Rolevinck, stampato intorno al 1490.
Online dal: 11.12.2024
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Il messale è stato allestito nell'Italia settentrionale, forse a Como, come si deduce dalla presenza nel calendario dei principali santi di questa diocesi. È giunto a Sonvico probabilmente all'epoca della erezione della parrocchia nel 1419 e in quell'occasione ha ricevuto una nuova legatura e nel calendario sono state inserite le festività locali. Su alcune pagine rimaste bianche, e su altre inserite, sono state trascritte delle notizie riguardanti avvenimenti locali (incendi, nubifragi, tempeste) e la cronistoria dei parroci dal XVI al XVIII secolo. Tutte le iniziali miniate, e forse una miniatura con la crocifissione all'inizio del canone, sono state asportate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
Online dal: 11.12.2024
Lo Speculum humanae salvations è un'opera costituita da testo e illustrazioni a contenuto biblico. Ogni doppia pagina del libro aperto mostra quattro immagini nelle quali di norma vengono rappresentate una scena dalla Vita di Cristo e di fronte tre prefigurazioni dal Vecchio Testamento. In questo manoscritto questo schema delle immagini non viene seguito in modo coerente. Il modello del testo latino è stato trasposto in versi in tedesco. Questi vennero in origine falsamente attribuiti a Konrad von Helmsdorf. Lo Speculum è conservato in un volume miscellaneo costituito da manoscritti e da opera a stampa; all'inizio mancano alcune pagine.
Online dal: 23.06.2016
L'evangeliario irlandese di San Gallo. Contiene i vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, decorati con 12 pagine scritte e miniate in Irlanda, intorno al 750, da monaci irlandesi. È il manoscritto irlandese più pregiato conservato nella Biblioteca abbaziale di San Gallo.
Online dal: 12.06.2006
L'«Evangelium longum», capolavoro confezionato dai monaci sangallesi Sintram (per la trascrizione) e Tuotilo (per la legatura).
Online dal: 31.12.2005
Editto di Rotari, conservato in frammenti. È la più antica copia della raccolta di leggi dei Longobardi redatta e promulgata da re Rotari (636-652) nel 643. Realizzata probabilmente a Bobbio e databile agli anni 670/680, è conservata in frammenti divisi tra la biblioteca abbaziale di San Gallo, la Badische Landesbibliothek Karlsruhe, la Zentralbibliothek di Zurigo e l'Archivio di Stato del cantone Zurigo. La maggior parte dei frammenti, che nel 1822 furono riuniti in un volume dal bibliotecario dell'abbazia Ildefons von Arx, si trova nella biblioteca abbaziale di San Gallo. Nel 1972 i frammenti di pergamena dell'Editto di Rotari dell'abbazia di San Gallo furono riuniti in un nuovo volume - non senza rischi per la conservazione - insieme a delle foto in bianco e nero dei frammenti che si trovano a Karlsruhe e Zurigo. Nel 2008 le foto furono poi rimosse dal restauratore Martin Strebel, e contemporaneamente questo manoscritto, di grande importanza per la storia del diritto, fu di nuovo rilegato usando le più moderne tecniche di restauro dei libri. Il lavoro fu possibile grazie al sostegno degli Amici dell'Abbazia di San Gallo, i quali ne hanno coperto le spese.
Online dal: 31.07.2009
Si tratta di due frammenti ben conservati di uno Psalterium iuxta Hebraeos, che probabilmente venne scritto nel secolo X nel monastero di S. Gallo su modello del Cod. Sang. 19. Entrambi i frammenti sono stati staccati nel 1963 dalla borsa di un messaggero e si conservano oggi nell'archivio del comune di Urnäsch (Appenzello Esterno).
Online dal: 08.10.2015
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene l'intera parte invernale del Temporale e Santorale e del comune dei santi secondo la liturgia della diocesi di Losanna e costituisce il duplicato del volume I oggi custodito presso la parrocchia cattolica di S. Lorenzo di Estavayer-le-Lac. La decorazione comprendeva in origine otto iniziali, di cui ne sono rimaste unicamente due decorate (p. 71 e p. 429), ed è attribuibile al decoratore e copista Conrad Blochinger, attivo quale correttore e integratore di parti di testo anche negli altri volumi. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due - tra cui questo - giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey, dove vengono conservati nel Museo storico.
Online dal: 25.06.2015
Fa parte di un gruppo di tre antifonari realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di S. Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene il Proprium de sanctis ed il Commune sanctorum per la parte estiva secondo la liturgia della diocesi di Losanna e costituisce il duplicato del volume II oggi custodito presso la parrocchia cattolica di S. Lorenzo di Estavayer-le-Lac. Le tre iniziali miniate figurate (p. 207, p. 271 e p. 397) rimaste sono attribuite al Maestro del Breviario di Jost von Silenen, un miniatore itinerante che operò a Friburgo, Berna, Sion e in seguito Ivrea e Aosta. È conosciuto con il nome di Maestro del Breviario di Jost von Silenen e di Miniatore di Giorgio di Challant. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1520 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due — tra cui questo — giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey, dove vengono conservati nel Museo storico.
Online dal: 20.12.2016
Breviario in due volumi realizzato nel 1493 per Jost von Silenen († 1498), vescovo di Sion dal 1482 fino alla sua deposizione nel 1497. Riccamente decorato, le miniature sono opera di un artista itinerante attivo negli ultimi decenni del XV secolo a Friburgo, Berna e Sion, dove è conosciuto con il nome di Miniatore del breviario di Jost von Silenen, e all'inizio del XVI secolo ad Aosta e Ivrea, dove assume il nome di Miniatore di Giorgio di Challant.
Online dal: 20.12.2016
Breviario in due volumi realizzato nel 1493 per Jost von Silenen († 1498), vescovo di Sion dal 1482 fino alla sua deposizione nel 1497. Riccamente decorato, le miniature sono opera di un artista itinerante attivo negli ultimi decenni del XV secolo a Friburgo, Berna e Sion, dove è conosciuto con il nome di Miniatore del breviario di Jost von Silenen, e all'inizio del XVI secolo ad Aosta e Ivrea, dove assume il nome di Miniatore di Giorgio di Challant.
Online dal: 20.12.2016
Il mansocritto, composto di quattro unità codicologiche, é stato scritto intorno al 1505 dalle due domenicane Cordula von Schönau (Costanza, prima S. Gallo) e Regina Sattler (S. Gallo) nel e per il convento delle domenicane di Zoffingen. Le due suore vi hanno trascritto i poemi in forma di dialogo Kreuztragende Minne e Christus und die minnende Seele, il dialogo in prosa Disput zwischen der minnenden Seele und unserem Herrn, l'Exemplar di Enrico Suso (senza il Büchlein der ewigen Weisheit così come 15 delle sue lettere aperte, il Tösser Schwesternbuch, la leggenda di Elisabetta di Ungheria, di Margherita di Ungheria e di Ludovico di Tolosa, i Vierzig Myrrhenbüschel vom Leiden Christi, la leggenda della fondazione del convento domenicano di Katharinental presso Diessenhofen e il St. Katharinentaler Schwesternbuch.
Online dal: 09.04.2014