Sottile evangelistario contenente 27 pericopi, costituito da soli 32 fogli di pergamena. Il codice, eseguito in modo particolarmente accurato e rilegato solo con una coperta in pelle, è decorato con artistiche iniziali a penna rosse e nere. Nonostante non sia datato, può essere attribuito, sulla base della scrittura e della decorazione, all'epoca degli abati Frowin (1143-1178) e Berchtold (1178-1197).
Online dal: 17.12.2015
Il manoscritto contiene diversi testi copiati tra il XIII e il XVI secolo. Il più antico è l'evangelistario festivo della cattedrale di San Pietro a Ginevra (cc. 5-28v), probabilmente prodotto - a giudicare dalla sua decorazione miniata (in particolare la c. 5r) - a Parigi, anche se le pericopi corrispondono alle feste proprie di Ginevra. Seguono poi estratti dai vangeli cantati con notazione musicale, risalenti al XIV e XV secolo, tra cui un'interessante testimonianza liturgica della fine del XV secolo per la festa dell'Epifania (cc. 37v-40r).
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto venne copiato da Johannes Molitor di Winterthur e reca la data 2 dicembre 1432. Contiene una traduzione tedesca dei Vangeli per le domeniche e per le feste più importanti, Apparteneva a Veronika von Hettlingen, superiora del monastero di Hermetschwil dal 1498 al 1507.
Online dal: 10.11.2016
Questo manoscritto latino del X secolo è stato prodotto nello scriptorium di S. Gallo. E' appartenuto al vescovo di Strasburgo Erchenbaldus (965-991) ed è stato conservato nella cattedrale di Strasburgo. L'umanista Wimpheling ricorda di averlo consultato a Strasburgo nei primi anni del XVI secolo. Figura nel catalogo di vendita della collezione Ambroise Firmin-Didot, è stato acquistato dal magistrato di Mulhouse Armand Weiss (1821-1892) che alla sua morte lo ha lasciato alla Société Industrielle di Mulhouse. L'evangeliario carolingio è scritto su pergamena e presenta 300 iniziali ornate in oro e argento. All'inizio e alla fine del manoscritto vi sono delle annotazioni storiche. La legatura originale non si è conservata ed è stata sostituita da una legatura contemporanea al momento del restauro, avvenuto intorno al 1970 presso la Bibliothèque Nationale.
Online dal: 18.12.2014
Frammento di un evangelistario scritto intorno all'800. Conteneva le pericopi necessarie per tutto l'anno liturgico. Le parti superstiti iniziano con la pericope per la domenica di Settuagesima e lasciano supporre che, oltre alle domeniche e ai giorni dell'anno, erano stati scelti anche i vangeli per ogni mercoledì e venerdì, e nel periodo di quaresima – come nel messale romano – persino per ogni giorno della settimana. Nella parte finale sono raggruppati i vangeli per le messe votive, dei quali però sono rimaste solo quattro pericopi. La scrittura rimanda ad uno scriptorium della Rezia curiense quale luogo di origine.
Online dal: 26.09.2017
Frammento di pergamena (1 foglio) con un estratto da un evangelistario databile intorno all'800. Il testo è scritto in una fine minuscola retica. I titoli sono rubricati e alcune maiuscole scritte in rosso. Vi è conservato un estratto per le domeniche di Settuagesima fino a Quinquagesima e le domeniche e i giorni feriali dalla prima domenica di Settuagesima fino alla prima domenica di passione.
Online dal: 26.09.2017
L'Evangeliario argenteo è stato prodotto nel sec. XII, probabilmente in ambiente altorenano. Viene ricordato per la prima volta nel 1646 nell'Inventarium Custodiae S. Ursi, p. 48: «Ein altes Evangelij Buoch, dessen Deckhel von Silber». Nella concezione politica di Carlomagno l'unificazione della vita ecclesiastica sottostava al modello della liturgia romana ai tempi di papa Gregorio Magno. Così nel corso del lavoro di copia dei Vangeli ebbe origine in forma di libro l'Evangeliario.
Online dal: 22.06.2010
Il Liber viventium Fabariensis è certamente la più importante opera rimasta della miniatura retica. Il codice venne in origine trascritto come un evangelistario e riccamente decorato con iniziali, arcate dei canoni e raffigurazioni a piena pagina dei simboli dei quattro evangelisti. Fin dall'830 negli spazi liberi delle arcate dei canoni vennero aggiunte liste delle comunità monastiche affratellate così come i nomi di benefattori sia vivi che morti del monastero. Oltre al suo ruolo di evangelistario, di libro per le commemorazioni e libro delle confraternite, il Liber viventium servì più tardi anche come cartolario ed elenco del tesoro del monastero di Pfäfers. A causa del valore giuridico che il Liber viventium ancora oggi riveste, il volume si trova in possesso del patrimonio archivistico del monastero di Pfäfers.
Online dal: 02.06.2010
Il Liber Aureus, il Libro d'oro di Pfäfers, fu allestito come evangelistario intorno al 1080-1090 e fu ornato con rappresentazioni artistiche dei quattro evangelisti. A partire dal XIV secolo, gli spazi lasciati liberi tra le letture furono utilizzati per trascrivervi sentenze giudiziali.
Online dal: 02.06.2010
L'«Evangelium longum», capolavoro confezionato dai monaci sangallesi Sintram (per la trascrizione) e Tuotilo (per la legatura).
Online dal: 31.12.2005
L'evangeliario di Gundis, uno dei più splendidi manoscritti liturgici del monastero di San Gallo, contenente un monumentale monogramma "Maria".
Online dal: 31.12.2005
Secondo delle nuove ricerche il cosiddetto Evangelistario di Wolfcoz - un importante capolavoro risalente al secondo quarto del IX secolo - non sarebbe stato prodotto nel monastero di S. Gallo ma nello scriptorium di Reichenau all'epoca del bibliotecario Reginberto. Studi di carattere paleografico da una parte, e delle pericopi aggiunte per i santi di Reichenau Giorgio, Marco e Pancrazio (p. 201-219) dall'altra, hanno condotto a queste nuove conclusioni.
Online dal: 31.12.2005
Evangelistario realizzato verso il 1470/80 per un ignoto committente, probabilmente nel laboratorio del pittore di Costanza Rodolfo Stahel. Contiene le letture dai Vangeli in latino per le principali festività dell'anno liturgico ed è illustrato da almeno due pittori, con 21 immagini a piena pagina rappresentanti i simboli dei quattro evangelisti e le più importanti festività dell'anno. Nel 1658 il codice fu offerto all'abate Gallo il Vecchio (1654-1687) da Fidel von Thurn, ufficiale di corte, corredato da miniature raffiguranti le armi dei due.
Online dal: 09.12.2008