Contiene, oltre a varie Formulae epistolarum, la Summa dictaminis di Johannes Wrantz (cc. 1r-126r), estratti dal Viaticus dictandi di Nicolaus de Dybin (cc. 138v-140r) e una canzone in tedesco forse di Neidhart von Reuental (cc. 144v-145r), uno dei più noti Minnesänger tedeschi con una parziale annotazione musicale. Il manoscritto è entrato alla BCUF di Friburgo in data sconosciuta, probabilmente alla fine del XIX o all'inizio del XX secolo.
Online dal: 19.03.2015
Il Liber ordinarius è un particolare testo nel quale venivano descritte le celebrazioni quotidiane e festive proprie di una cattedrale o di una chiesa collegiata o monastica. In questo caso si tratta di un Liber ad uso dei frati eremiti agostiniani e, secondo l'annotazione a c. 63v-64r, scritto per fratrem Georium Vituli del convento agostiniano di Friburgo in Brisgovia. Contiene anche varie preghiere, insegnamenti, e un trattato sui dieci comandamenti in tedesco. Da Friburgo in Brisgovia giunse poi in possesso, in un momento imprecisato, del convento agostiniano di Friburgo (Svizzera).
Online dal: 19.03.2015
Questo grosso manoscritto cartaceo contiene i sermoni de tempore e de sanctis per la parte estiva, qualche testo agiografico e degli exempla. Il codice, forse di provenienza zurighese, prima di entrare alla Biblioteca cantonale di Friburgo nel 1848 fece parte della biblioteca degli eremiti di Sant'Agostino a Friburgo.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto di origine cistercense, che si può datare alla prima metà del sec. XIII, contiene solo una parte del Vecchio Testamento, e cioè i libri da Isaia a Malachia compreso. Si tratta di un esempio di un libro che ha dovuto cambiare biblioteca per delle ragioni storiche. Conservato nell'abbazia cistercense di Frienisberg nel canton Berna, ha poi raggiunto Hauterive quando il monastero bernese è stato soppresso a causa della riforma protestante. L'ultimo abate di Frienisberg, Urs Hirsinger, avrebbe così raggiunto l'abbazia friburghese portando con sè una manciata di manoscritti.
Online dal: 09.04.2014
L'opera „Die vierundzwanzig Alten“ costituisce una sorta di guida alla vita cristiana, ed all'epoca della sua stesura l'autore, Otto von Passau, era membro del convento dei Minoriti di Basilea. Questo esemplare venne scritto nella seconda metà del sec. XV in un dialetto in uso nella zona del Reno superiore. Le illustrazioni all'inizio del 24 discorsi non sono purtroppo state eseguite.
Online dal: 04.10.2011
Contiene il cartulario e il registro censuario del priorato cluniacense di Rüeggisberg, nel Canton Berna, primo priorato cluniacense in area germanofona e probabilmente il più antico convento nel territorio bernese. È costituito di due parti distinte riunite probabilmente a Berna all'inizio del XVI sec., o nel 1484, quando il priorato venne soppresso ed i suoi beni incorporati nell'appena fondato capitolo bernese di S. Vincenzo. La prima parte (cc. 1-200 e 261-267) contiene le trascrizioni eseguite nel 1425-1428 di documenti vari, bolle, e del registro censuario del priorato ricopiate da cartulari più antichi. Nella seconda parte (cc. 201-260) sono trascritti i documenti emanati dopo la incorporazione al capitolo di S. Vincenzo.
Online dal: 08.10.2020
Manoscritto composito cartaceo realizzato a Friburgo nella prima metà del sec. XV. Contiene nella prima parte, oltre ad alcuni corti testi anche in tedesco, il Cycle de la belle dame sans mercy di Alain de Chartier, Baudet Herenc e Achille Caulier, poema francese in ottave sull'amor cortese scritto intorno al 1424. Nella seconda parte è trascritto un altro poema in versi di Chartier: Le Livre des quatre dames.
Online dal: 04.10.2011
Manoscritto cartaceo contenente la Cronaca friburghese delle guerre di Borgogna in tedesco, ispirata all'opera di Diebold Schilling Kleiner Burgunderkrieg (1477) ma che adotta una prospettiva friburghese. La cronaca, a lungo dimenticata, è attribuita al bernese Peter von Molsheim, che l'avrebbe redatta intorno al 1478 su ordine del Consiglio di Friburgo. Le iniziali e le illustrazioni non sono state eseguite.
Online dal: 14.12.2017
Principale manoscritto delle “Freiburger Perikopen”. In lingua tedesca, con passaggi tratti dalle Scritture per la messa in tedesco, glosse e testi addizionali per la domenica e altri importanti giorni di festa.
Online dal: 31.07.2007
Il manoscritto miscellaneo venne compilato da Konrad von Sulzbach nel 1364 a Strasburgo dove si trovava come studente. Dopo la perdita della prima parte della raccolta, contenente il commento di Gregorio di Rimini OESA, fu rilegato nell'ultimo decennio del XIV secolo a Friburgo i.Ue. con 37 Quaestiones determinatae (f. 1r-110v) con altre questioni (110v-119v e 153v-167r) e con il riassunto delle Sentenze di Johannes de Fonte (f. 120r-153r). Le 37 Quaestiones, nelle quali si osserva l'influsso della scuola francescana inglese, si trovano solo in questo manoscritto.
Online dal: 23.09.2014
Vocabolario tedesco-latino e latino-tedesco del clerico di Strasburgo Fritsche Closener, che nel 1384 Friedrich von Amberg (guardiano a Friburgo, † 1432) fece trascrivere dal copista Gregorius (colophon f. 101v). Importante dizionario alfabetico con brevi traduzioni di parole, con aggiunte e supplementi di Friedrich von Amberg. La coperta con assi di legno e catena del XIV-XV secolo è stata completamente restaurata nel 1998 da padre Otho Raymann (per la rilegatura originale si veda il Ms. 139). Le parti del manoscritto originariamente slegate (f. B, ff. I-XX) sono ora saldamente rilegate.
Online dal: 14.12.2017
Il De officiis di Cicerone è un'opera politica che tratta dell'etica, ed è stata utilizzata durante tutto il medioevo, a partire da s. Agostino e in seguito dai compilatori di sentenze morali, fino a Christine de Pizan, nel suo Chemin de long estude. È stato oggetto di molti commentari, come testimonia questo manoscritto su carta del XV secolo. Sulla doppia pagina finale (cc. 120v-121r), uno schema delle virtù prolunga la tematica etica del testo ciceroniano. Questo manoscritto appartenne al reggente del Collège di Ginevra, Hugues Lejeune (1634-1707), che l'offrì alla biblioteca della sua città.
Online dal: 08.10.2020
Copiato negli anni 1460-1480, contiene il De regimine principum di Egidio Romano, ornato da una miniatura raffigurante l'offerta del libro al signore. Sugli ultimi fogli sono trascritte una Vita di Esopo e le Favole di questo autore, tradotte in latino da Rinuccio di Arezzo. Il manoscritto appartenne a François Bonivard († 1570) che fu priore del priorato cluniacense di S. Vittore a Ginevra.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto reca la data 1461. Contiene una versione in lingua alto alemanna del Belial di Giacomo da Teramo. E' presente nell'elenco dei libri del monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto è stato scritto in un momento non meglio precisato da Johannes Künlin. Contiene gli Inizi in latino dei vangeli della domenica e le corrispondenti prediche in tedesco. A metà manoscritto si trova la Dekalogerklärung di Marquardo di Lindau.
Online dal: 10.11.2016
Il Libro d'ore apparteneva a Johannes Huber (†1500), cappellano al Grossmünster di Zurigo. Contiene parti delle orazioni legate alla liturgia delle ore per la vita quotidiana di un chierico.
Online dal: 10.11.2016
Il Libro d'ore contiene in primo luogo l'Ufficio per i morti e l'Ufficio di Maria. Le iniziali si distinguono le une dalle altre per i colori che vivace il testo.
Online dal: 10.11.2016
Il voluminoso breviario monastico reca la data 4 agosto 1491. Il suo copista è Heinrich Schlosser, plebano a Zufikon, che lo trascrisse per il vicino monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il breviario monastico era in uso nel monastero di Hermetschwil. Le rubriche sono per la maggior parte in tedesco. La legatura è opera dell'officina del dominus Valentinus.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene inni e cantici per la preghiera del coro monastica. In origine probabilmente prodotto per il monastero di Muri, fu più tardi in uso nel monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il graduale contiene i più importanti canti per la messa per l'anno liturgico e per i santi. Sono corredati di notazione quadrata. Il rapporto grafico tra il testo e la melodia non è sempre chiaro.
Online dal: 10.11.2016
Jakob Strub di Aarau, morto nel 1506, scrisse il volume per la sua parente Agnes Trüllerey, superiora a Hermetschwil, nel 1456. Contiene il St. Georgener Prediger.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene una raccolta di preghiere e di testi per la contemplazione. Alcuni fogli ed interi fascicoli sono strappati.
Online dal: 10.11.2016
Il libro di preghiere è probabilmente stato scritto da una suora. I testi sono in relazione con la comunione. Servono quale preparazione prima e quale ringraziamento poi, dopo aver ricevuto la comunione.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene la parte estiva di un antifonario monastico. I canti per la liturgia delle ore sono in notazione quadrata su quattro linee. Le aggiunte di varie mani dal XV al XVII secolo confermano come il manoscritto rimase in uso per molto tempo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto non si è conservato interamente. Mancano l'inizio e la fine, così come vari fascicoli nel mezzo. Delle rubriche in tedesco accompagnano sporadicamente i testi in latino delle orazioni e le indicazioni per la messa e la liturgia delle ore, che fanno riferimento ad usi locali.
Online dal: 10.11.2016
Il breviario di tipo domenicano, proviene da Zurigo. Contiene i testi per le feste dei santi e per il Commune dei santi. Particolare rilievo viene dato a Tommaso d'Aquino (2r iniziale che occupa 10 righe con disegno a penna del santo).
Online dal: 10.11.2016
Questo Libro d'ore proveniente dalla Svizzera occidentale o dalla Savoia, risalente al 1490 ca., era proprietà del patrizio di Berna Thomas Schöni e della moglie Jeanne d'Arbignon. Le miniature sono attribuite al Miniatore del breviario di Jost von Silenen.
Online dal: 22.06.2010
Il volume contiene le preghiere per la parte della liturgia delle ore da recitare durante il giorno. Contiene dei testi che sono dedicati alla venerazione dei santi. Il volume ha subito alcune perdite (caduta di pagine all'inizio e alla fine, tagli di strisce di pergamena nel margine inferiore). Proviene da un convento domenicano femminile, probabilmente da Zurigo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, di formato ridotto, contiene parti della liturgia delle ore per un convento di clarisse. Si tratta per lo più di testi per la preghiera privata. In primo piano vi è il culto dei morti. Il volume venne donato da Melchior Roth, parroco di Erlinsbach, a Barbara Seiler († 1624) suora a Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Questo manoscritto di piccolo formato con una legatura floscia, appartiene alla categoria dei «libri da bisaccia»; contiene principalmente una compilazione di testi medici (Guy de Chauliac, Jean Le Lièvre, Jean Jacme, Guillaume de Saliceto, erbari anonimi) per lo più tradotti in francese medio, oltre a calendari e canzoni. La mano principale è una scrittura della seconda metà del XV secolo con delle aggiunte del XVI e XVII secolo. Il primo proprietario conosciuto (citato a c. 9r) è Jean de Farcy, attestato come barbiere a Losanna tra il 1484 e il 1496. Anche le prove di penna e gli stemmi (Valangin e Aarberg, c. 57v) rinviano anche ad un contesto regionale. Infine, la pergamena che serve da coperta è costituita da un atto notarile redatto nel Paese di Vaud il 25 aprile 1448. Fu acquistato dalla Bibliothèque cantonale et universitaire - Lausanne nel 2006 grazie all'aiuto di fondazioni private.
Online dal: 10.12.2020
Il libro di preghiere proviene dalla zona di Colonia, come indica la selezione dei testi di preghiera e il calendario, o dallo «Stift» Münstereifel, poiché i santi Daria e Crisante, che vi sono venerati, sono esplicitamente menzionati alle cc. 218r e 219r. Tramite Catharina von Wrede (guardia anteriore) è entrato nella Bibliothèque des Cèdres, che nel 1966 è entrata a far parte del patrimonio della Bibliothèque cantonale et universitaire - Losanna. Questo volume di piccolo formato, illustrato con 18 miniature, contiene un ciclo di preghiere sulla vita e le sofferenze di Cristo, preghiere sulle verità della fede e su vari santi. Le miniature e gli inizi dei testi sono circondati da tralci di foglie e bordure a intreccio; lo schema decorativo è completato da 35 iniziali dorate, da barre marginali con filigrana e da lombarde blu, rosse e oro.
Online dal: 08.10.2020
La cronaca, terminata nel 1513, racconta la storia della città di Lucerna dalle origini, e a partire dalla guerra di Sempach (1386) quella della Confederazione dal punto di vista di un sostenitore del Sacro Romano Impero. Le 450 illustrazioni, opera di due diverse mani, costituiscono, a causa sia della loro immediatezza che della ricchezza dei temi e dei dettagli, una testimonianza unica della vita dell'epoca tardo medievale.
Online dal: 19.03.2015
Contiene la Legenda maior di s. Francesco scritta da s. Bonaventura, la Vita beati Antonii e due indulgenze riguardanti la Porziuncola. Il codice è stato scritto nel 1337 da Elisabeth von Amberg (ff. 1-127) e da Katherina von Purchausen (ff. 129-176). E' decorato da una iniziale nella quale è raffigurato s. Francesco in abiti da cavaliere (f. 4r) e da una vignetta nella quale il santo riceve le stimmate (f. 77v). La posizione di rilievo che il nome di Clara riceve nel testo fa pensare che il codice sia stato scritto in un convento di clarisse, forse a Paradies. Dall'inizio del sec. XVII in possesso del convento dei cappuccini di Frauenfeld, nel 1848 è confluito nell'archivio della provincia dei cappuccini svizzeri, Lucerna.
Online dal: 31.03.2011
La lettera giurata ("Geschworener Brief"), redatta per la prima volta nel 1252, è costituita principalmente da regolamenti di diritto penale atti ad assicurare la pace interna. Molto presto assunse l'importanza di un contratto sociale periodicamente rivisto e sul quale l'assemblea della comunità annuale prestò annualmente giuramento. COD 1075 offre l'ultima versione in una forma speciale: il testo fu redatto in maniera molto calligrafica dal cancelliere Josef Corneli Mahler; gli articoli sono introdotti da artistiche iniziali ed accompagnati da figure (che tuttavia non hanno nessun rapporto diretto col testo). La legatura con assi di legno fu ricoperta da un velluto di colore blu-bianco e adornata con rinforzi angolari, ganci di chiusura e borchie a forma di scudo, in argento.
Online dal: 22.03.2017
Il cancelliere cittadino Egloff Etterlin scrisse nel 1433 un cartulario con le trascrizioni dei documenti più importanti per il diritto pubblico della città di Lucerna, e con la traduzione di quelli in latino. Il volume permise al consiglio di accedere velocemente ai testi e serviva quale cartulario per gli originali conservati nel castello d'acqua ("Wasserturm"). Le trascrizioni dei 150 documenti (con 21 traduzioni) non sono in ordine cronologico ma sono suddivise secondo un ordine tematico. Si devono a vari copisti della cancelleria lucernese e si estendono fino al 1492. Il nome del volume è dovuto alla maestosa legatura del 1505 costituita da assi di legno rivestite di velluto e taffettà, decorata con borchie argentate e ganci di chiusura su quali è raffigurato lo stemma di Lucerna.
Online dal: 22.03.2017
Il COD 3655 rappresenta in effetti uno "Stadtbuch" poiché il volume, oltre ad un elenco dei nuovi cittadini fino al 1441 (in realtà il più antico registro della cittadinanza di mano del cancelliere cittadino Werner Hofmeier, fol. 1r-53v), contiene anche statuti, trascrizioni di documenti, annotazioni relative all'amministrazione (tra queste un elenco del tesoro della chiesa della cappella di S. Pietro, fol. 19r, e una istruzione per il nuovo orologio "am Graggenturm", fol. 24r) e annotazioni di cronaca. Tra queste ultime figurano notizie sulla battaglia di Sempach (fol. 22r), Näfels (fol. 22r) e Arbedo (fol. 49r). La legatura, costituita da assi di legno rivestite di pelle di maiale sulla quale è dipinto lo stemma di Lucerna, risale alla seconda metà del XVI secolo.
Online dal: 22.03.2017
Il secondo registro della cittadinanza contiene la registrazione dei nuovi cittadini di Lucerna dal 1479 al 1572. Il volume è prezioso per studiare l'immigrazione verso Lucerna poiché le singole iscrizioni presentano non solo i nomi dei nuovi cittadini ma anche la loro esatta origine. D'altra parte, testimonia del generale isolamento del patriziato lucernese nel corso del XVI secolo, quando sempre nuovi arrivati ottennero i diritti cittadini. Il rappresentativo volume, rilegato in pelle, contiene, oltre all'originale elenco secondo l'ordine dei nomi di persona, anche un indice dell'archivista cittadino Joseph Schneller († 1879).
Online dal: 22.03.2017
In occasione di un grande processo contro degli evocatori di spiriti e cercatori di tesori nell'anno 1718, le autorità lucernesi sequestrarono questa accurata trascrizione dello Schlüssel Salomos, un libro di magia evidentemente molto diffuso nelle cerchie interessate e che circolava in varie copie. Tramite l'utilizzo del rituale che vi è descritto per la evocazione di spiriti, le persone della cerchia del prete Hans Kaspar Giger, pensavano di potersi avvicinare ai ricchi. Il volume fu etichettato dalle autorità quale "soprannaturale" e rinchiuso sotto sigilli.
Online dal: 22.03.2017
Il più antico martirologio del convento francescano di Lucerna non è conservato; KF 80 è il secondo martirologio e riprende parti del primo volume scomparso; le registrazioni vanno fino al 1734. Due importanti famiglie di donatori, particolarmente legate al convento, vi sono specialmente ricordate in una apposita sezione e con gli stemmi della famiglia: i Martin (fol. 17v) e i Sonnenberg (fol. 62-63v). Il volume giunse nell'Archivio di Stato, unitamente all'archivio del convento, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Insieme allo «Schwarzbuch» (KU 4b), questo urbario offre uno sguardo generale sui diritti ed i possedimenti della abbazia cistercense, che aveva raggiunto il suo momento di massima potenza economica nella seconda metà del XV secolo. Trascrizioni di documenti e raccolte di diritti e compiti, ordinati secondo criteri geografici, documentano l'insieme delle proprietà monastiche. Il «Weissbuch» comprende l'ambito centrale della signoria fondiaria di S. Urban intorno a Pfaffnau e Roggliswil e nell'Alta Argovia bernese. Il volume giunse nell'Archivio di Stato con l'archivio del monastero, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Insieme al «Weissbuch» (KU 4a) questo urbario offre uno sguardo complessivo sui diritti e le proprietà dell'abbazia cistercense, che aveva raggiunto il suo momento di massima potenza economica nella seconda metà del XV secolo. Trascrizioni di documenti e raccolte di diritti e compiti, ordinati secondo criteri geografici, documentano l'insieme delle proprietà monastiche. Lo «Schwarbuch» contiene le fonti che riguardano i possedimenti nell'ambito della intendenza (Schaffnerei) di Zofingen e Sursee, che si estendeva fino al canton Soletta e nella regione di Basilea. Il volume giunse nell'Archivio di Stato con l'archivio del monastero, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Il monaco cistercense Sebastian Seemann (1492-1551), abate del monastero di St. Urban dal 1535, scrisse dopo il 1517, in occasione della nuova erezione degli edifici del monastero bruciati nel 1513, una storia del monastero, inserita nella storia confederale e generale della Chiesa. L'incendio del monastero e la rivolta dei contadini del 1513 vi vengono ampiamente descritti. Nel medesimo volume è contenuto un libro contabile per le diverse cariche del monastero. Il volume giunse all'Archivio di Stato con l'archivio del monastero dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1848.
Online dal: 13.10.2016
Il più antico martirologio del monastero di S. Urban, che si presenta con una legatura in assi di legno del XVI secolo, è purtroppo conservato solo in maniera frammentaria. La prima parte (fol. 3-14v) consiste nel necrologio del monastero; la seconda parte contiene il Liber anniversariorum benefactorum incompleto (solo 1-12 gennaio, 1 maggio-1 settembre, 4-7 settembre, 22 settembre-31 dicembre), con aggiunte; la terza parte comprende l'Officium defunctorum, una litania e delle aggiunte, con un elenco dei membri della confraternita dei laici del monastero. Il volume giunse nell'Archivio di Stato con l'archivio del monastero, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Lo stato di conservazione precario del volume (mancano la legatura e vari fascicoli, la cucitura si è sciolta, cambiamenti di colore dovuti a varie sostanze) permette di dedurre l'uso intensivo cui fu sottoposto il volume nel corso dei secoli. Le ricette, che coprono vari ambiti (medicina umana e veterinaria, cucina), coprono un arco di tempo dal XV al XVII secolo. Il manoscritto venne depositato nell'Archivio di Stato con l'archivio della famiglia patrizia lucernese dei Balthasar.
Online dal: 22.03.2017
Hans Salat (1498-1561), originario di Sursee, fu cancelliere del tribunale dal 1531 al 1540; in questo periodo scrisse una storia della Riforma in una prospettiva cattolica. Il manoscritto dello Staatsarchiv di Lucerna, comperato nel 2004 da un privato, è un autografo di Salat ed era dedicato al governo lucernese.
Online dal: 13.10.2016
Il volume, di piccolo formato, è giunto nel 1988 all'Archivio di Stato tramite una donazione. Una nota di possesso sul foglio di guardia fa pensare ad un'origine nell'area della Germania meridionale. Il libretto, vergato in una scrittura maldestra, contiene delle ricette e delle istruzioni; alcune di quest'ultime rientrano piuttosto nel campo della magia.
Online dal: 13.10.2016
Non si conosce l'esatta origine di questo manoscritto; scrittura e lingua lasciano supporre un'origine nella regione meridionale alemannica. I contenuti riguardanti l'astrologia, l'innesto di piante, il dissanguamento, consigli per la salute, urologia e ricette, provengono da fonti per la maggior parte conosciute e concordano in buona parte con il Codex 102b della Zentralbibliothek di Zurigo. Il redattore non dovrebbe esser appartenuto ad un ambito accademico ma piuttosto essere stato un "praticante di medicina". In questo modo il volume si caratterizza come un "manuale pratico di medicina popolare", probabilmente il più antico di questo tipo. Costituisce inoltre la più antica fonte per il cosiddetto "Corpus iatromatematico".
Online dal: 22.03.2017
Secondo alcune indicazioni Hans von Hinwil, proprietario del castello di Elgg (1498-1544), redasse il libro di famiglia nel 1541. Ad un'introduzione sulla storia della famiglia, fanno seguito in ordine cronologico gli stemmi degli antenati. In questo modo il manoscritto può essere confrontato con altri famosi libri di famiglia, come quello dei signori di Eptingen, o dei signori di Hallwyl; costituisce però per la Svizzera orientale un esempio isolato della rappresentazione della tradizione nobile in parole e immagini.
Online dal: 22.03.2017
Il Liber vitae costituisce il più antico martirologio della prepositura benedettina, rispettivamente del capitolo collegiale di Sankt Leodegar im Hof di Lucerna. Venne iniziato nel 1445 dal conventuale Johannes Sittinger, che utilizzò un martirologio più antico andato perso. Le registrazioni vanno fino al 1691, la legatura in pelle risale al 1620.
Online dal: 13.10.2016
Oltre a prediche e materiale relativo alle prediche per le domeniche, le feste dei santi e le feste dedicate a Maria, il manoscritto contiene parti del commento di s. Bonaventura (1221-1274) al libro delle sentenze di Pietro Lombardo, ed il trattato De arca Noe di Marquard di Lindau (morto nel 1392).
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene nella prima parte opere di e sulla mistica Elisabetta di Schönau (morta nel 1164) con la traduzione in lingua alemannica: Liber visionum, Prophetia Elisabethae, Adiuratio conscriptoris, Liber viarum Dei, Liber revelationum de sacro exercitu virginum Coloniensium, Epistolae, Visio Egberti de Ursula, Epistola Eckeberti ad cognatas suas de obitu dominae Elisabeth. La seconda parte contiene il trattato mistico di Matilde di Magdeburg (morta intorno al 1282) Das Liecht der Gotheit nella ritraduzione in lingua alemannica dal latino. Si tratta dell'unico testimone conosciuto di questa versione.
Online dal: 21.12.2010
Il Libro d'ore apparteneva al cancelliere cittadino e membro del consiglio di Soletta Franz Haffner (1609-1671). E' ad uso della diocesi di Bamberga ed è scritto in bavarese settentrionale, ma appartiene ad un gruppo di libri di devozione realizzati a Parigi ed in seguito esportati a Norimberga per essere venduti.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto contiene i libri 17-24 della storia universale del domenicano francese Vincenzo di Beauvais († 1264), nella versione di Douai in 32 libri.
Online dal: 23.06.2014
Testi in lingua tedesca, scritti intorno alla metà del XV secolo per uso del convento femminile di Maria Maddalena in den Steinen a Basilea. Il volume appartenne poi al convento di Olsberg. Vi si trovano scritti spirituali attribuiti a vari autori, tra i quali prediche per le domeniche e le feste, e leggende di santi. Il volume è stato acquisito dal convento di Mariastein intorno al 1820 nel corso di un'asta a Basilea. La predica per la festa della Assunzione di Maria (ff. 194r-198v) si trova stampata in ZSKG 4, 1910, pp. 205-212 rispettivamente 207-212, sulla base di una copia del p. Anselm Dietler (morto † 1864) di Mariastein.
Online dal: 22.06.2017
Il libricino, scritto da una sola mano intorno alla metà del XV secolo, fu in uso presso il convento delle domenicane di Schönsteinbach nell'Alta Alsazia per la recitazione delle ore minori. Contiene testi del Proprium de tempore e del Commune Sanctorum. Nell'ultima parte si trova, incompleto, l'Ordinarium. L'abate di S. Pietro nello Schwarzwald, Philipp Jakob Steyrer, acquistò il volume nel 1781; per il suo tramite giunse nel monastero di Mariastein.
Online dal: 26.09.2017
Libricino con proposte per una accoglienza devota della santa comunione. Queste sono permeate dallo spirito della mistica tedesca e come tale hanno quale obbiettivo l'unione con Dio.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto cartaceo del 1509 in minuscola tardogotica con delle iniziali in rosso. Il rito per le professe è stato ripreso da un altro monastero di benedettine. Contiene elementi della cerimonia quali la formula di professione, le litanie dei santi e le orazioni. Le rubriche (indicazioni) sono in tedesco, mentre le preghiere in latino.
Online dal: 22.06.2017
Libretto devozionale del XV secolo costituito da 27 fogli. Contiene i testi per la liturgia delle ore. A questi si aggiungono le litanie per tutti i santi, intitolate «Letania in der Vasten», nelle quali sono elencati quasi cento santi. Seguono inoltre intercessioni per i poveri, i prigionieri, i malati, i pellegrini, i morti. Alla fine si leggono lodi e preghiere di supplica, così come una preghiera per l'adorazione della Santa Croce.
Online dal: 22.06.2017
Inventario dei beni del Santo Sangue allestito nel 1460 da Hans Rabustan, cappellano di Santa Maria, per la sacrestana Anna Planta (badessa 1464-1477). Vi sono raccolte tutte le assegnazioni alla reliquia del Santo Sangue. In totale si tratta di 33 terreni esattamente descritti, così come dei nomi dei rispettivi affittuari dell'epoca.
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto su carta, con legatura in pergamena, si compone di 82 fogli, suddivisi in 12 quaderni cuciti, di cui alcuni incompleti. I testi in versi, di ispirazione religiosa, sono scritti in francese, latino e tedesco da Blaise Hory, pastore a Gléresse. Contiene delle preghiere, dei ringraziamenti e delle poesie. Questo manoscritto appartenne alla famiglia di Marval che lo offrì alla Biblioteca di Neuchâtel nel maggio 1842.
Online dal: 17.03.2016
Il manoscritto contiene una raccolta sistematica di 45 prediche, ciascuna delle quali comprende da sei a 17 pagine. All'inizio ci sono 20 sermoni in basso engadinese (pp. 1-281), seguiti da un sermone in tedesco (pp. 282-297). I restanti 24 sermoni sono in lingua romancia dell'Alta Engadina (pp. 298-570). Il libro si conclude con un «Register Dels Texts trattos in quaist Cudesch» (Indice dei testi [biblici] trattati in questo libro) (non pag., pp. 571-574). Questo riprende i passi biblici citati all'inizio come tema di ogni sermone. Il numero 33 è stato saltato, per cui il numero totale è 46. Due segnalibri (p. 399-s1.2 e p. 475-s1.2) identificano «Herr Präses Ulrich Vital Sins» (= Johann Ulrich Gosch Vital, Sent; 1781-1868) come proprietario del manoscritto. Il confronto con una lettera autografa e con l'ortografia delle sue opere pubblicate, dimostra che egli è anche lo scrittore e l'autore dei testi.
Online dal: 29.03.2019
Messale ad uso della diocesi di Basilea databile intorno al 1300. Nel XV sec. è stata inserita una parte contenente l'Ordo Missae preceduta da una miniatura con la Crocifissione. La legatura è stata restaurata nel 1992 e sostituisce quella originale che non si è conservata.
Online dal: 09.04.2014
Il codice è costituito da vari frammenti dello Speculum perfectionis attribuito a frate Leone di Assisi, della legenda di s. Policarpo, di s. Tecla, di s. Maria Romana, di s. Radegonda e da una parte della legenda di s. Elisabetta di Turingia di Dietrich von Apolda, tutti provenienti dallo stesso manoscritto e in lingua olandese. Prima di giungere a Porrentruy appartenne al canonico Nicolas-Antoine Labbey de Billy, vicario generale di Langres († 1825).
Online dal: 17.03.2016
Contiene un trattato sulla penitenza in lingua tedesca, ed è datato 25 aprile 1453 (c. 72r). Le controguardie sono costituite da frammenti della Prima collectio decretalium Innocentii III, di Rainerio di Pomposa.
Online dal: 17.03.2016
Il trattato sulla passione Do der minnenclich got contenuto nel manoscritto è stato scritto, o commissionato, nel 1428, da Giovanna de Mörsberg, clarissa nel convento Gnadenthal a Basilea, e dal 1430 penitente del convento di S. Maria Maddalena "An den Steinen", sempre a Basilea.
Online dal: 17.03.2016
Descritto da Gustave Amweg come Mémoires d'un Jurassien, questo manoscritto cartaceo, appartenuto alla scuola cantonale di Porrentruy, comprende due parti distinte. La prima contiene dei conti in tedesco dal 1670 al 1672, suddivisi per mese (pp. 1-177). La seconda (pp. 181-358), scritta in francese, è il diario di un uomo – non identificato – scritto in prima persona, che riporta le sue attività quotidiane (il tempo dedicato allo studio, copie di lettere, poesie ecc.), oltre al resoconto di un viaggio dalla Francia all'Italia.
Online dal: 14.12.2022
Chiamato anche Cartulaire de Lucelle no 2, il manoscritto costituisce il secondo volume di una raccolta di documenti contenenti la trascrizione dei titoli di proprietà e dei privilegi temporali dell'abbazia di Lucelle. I testi sono sia in latino che in tedesco.
Online dal: 08.10.2020
Intitolato Protocol 3, il manoscritto contiene documenti elettorali, credenziali e altri atti di Louis, abate di Lucelle: «Protocol 3, anno 1473 super varia instrumenta electioni chartas visitatorias, litteras commendatitias credentiales, coeteraque formularia à Ludovico abbate Lucellensi». Comprende un indice (cc. 159r-162v) e un ex libris del 1630 sulla seconda pagina di copertina (V1r).
Online dal: 08.10.2020
Introdotto da un indice (pp. V1-V2), la raccolta dei diritti, delle rendite e costumi del capitolo di Moutier-Grandval occupa la prima parte del manoscritto (pp. V1-1_0135). É seguito dall'«Extrait des protocoles du chapitre de Moutier Grand Val depuis l'an 1500 jusqu'en l'an 1788» (p. 1_0138).
Online dal: 10.12.2020
Iniziata nel 1620 da Jean Henri Vest quando si stabilì a Friburgo in Brisgovia (iniziali a pag. 1), la raccolta fu originariamente concepita come uno Stammbuch (libro di famiglia) che registrava la genealogia e le alleanze della famiglia Vest, con i relativi stemmi. Lo stemma «aumentato» concesso a titolo onorifico dall'imperatore Rodolfo II nel 1582 al conte palatino Jean Vest, padre di Jean Henri, vi è ripetuto più volte. La raccolta, portata a Porrentruy nel 1667 da Humbert Henri Vest, passò nelle mani dei Grandvillers a seguito del matrimonio di sua figlia Marie Hélène Vest (1693-1761), ultima rappresentante del ramo locale, con Frédéric François Ignace Xavier Grandvillers (1690-1727) nel 1716. I Grandvillers lo completano con i loro stemmi e quelli delle famiglie imparentate (pp. 51-85 e 138-139 ecc.). Nato e morto a Delémont, l'avvocato Conrad de Grandvillers (1813-1880), pronipote di Marie Hélène Vest e ultimo a portarne il nome, fu anche l'ultimo della sua famiglia a possedere questa raccolta, come indica la firma «de Grandvillers avocat» (p. 1). È forse a lui che si deve l'aggiunta, nel XIX secolo, di alcuni altri stemmi privi di legami familiari (pp. 277-281), forse con lo scopo di trasformare la collezione in un liber amicorum o, più in generale, in un Armorial jurassien, titolo aggiunto alla legatura, probabilmente nel XIX secolo. Il fatto che alcuni stemmi associati alla famiglia Vest siano stati ritagliati e rincollati su altre pagine (pp. 89-95) suggerisce una rielaborazione piuttosto significativa della raccolta in data sconosciuta.
Online dal: 06.09.2023
Il volume contiene le copie di svariati documenti accuratamente riuniti dal pastore di Tavannes Théophile Rémy Frêne (1727-1804) sull'arco di più decenni ed in particolar modo nel corso dell'ultimo terzo del secolo XVIII. Raccoglie pertanto saggi, lettere, numerosi atti o elenchi che rivelano la multiforme attività erudita del pastore soprattutto nel campo della storia, della geografia o della politica, permettendo così di cogliere gli interessi più personali del religioso. Gli scritti, organizzati in serie tematiche, riguardano essenzialmente il Principato di Basilea e la regione di Neuchâtel. Il volume riflette probabilmente un vasto progetto d'elaborazione di una descrizione del Principato che Frêne per finire non pubblicò. Ciononostante, molte delle informazioni da lui radunate confluirono nell'Abrégé de l'histoire et de la statistique du ci-devant Eveché de Bâle (Strasburgo, 1813) redatto dal pastore Charles-Ferdinand Morel, a riprova del fatto che nella seconda metà del Settecento i pastori svolsero un fondamentale ruolo in quanto promotori di forme di sapere regionali.
Online dal: 14.12.2018
L'Officium parvum BMV è stato copiato da Johannes Höfflin ed è datato 9 giugno 1478.
Online dal: 08.10.2015
L'opera, proveniente da ambiente domenicano, contiene salmi e inni. Agli Inizi in latino fa seguito la traduzione completa in tedesco. Il primo copista inserisce la data 26 marzo 1480. Il copista principale si nomina Wendelin Fräger.
Online dal: 08.10.2015
Il libro d'ore proviene da un convento femminile francescano bavarese. Contiene l'ufficio della Madonna, i salmi penitenziali e l'ufficio per i morti. La sua presenza a Muri è attestata dal 1790.
Online dal: 08.10.2015
Il piccolo libro di preghiere del sec. XII, il più antico in lingua tedesca, è stato scritto per una donna. Contiene numerose preghiere latine e tedesche tra le quali spicca la famosa „Mariensequenz aus Muri“, la più antica riproduzione conosciuta in lingua tedesca della sequenza in latino Ave praeclara maris stella. Nel sec. XIX il manoscritto venne ritenuto in qualche modo collegato alla regine Agnese (1281 ca-1364) che visse nel monastero di Königsfelden. Elencato nella lista dei manoscritti posseduti dal monastero di Muri del 1790.
Online dal: 22.06.2010
Il «Libro bianco di Sarnen» venne scritto dal cancelliere di Obwaldo Hans Schriber (1436-1478). Viene chiamato «Libro bianco» perchè originariamente conservato in una rilegatura di pelle di maiale di colore biancastro. Contiene le trascrizioni dei privilegi, dei patto e delle più importanti decisioni del tribunale arbitrale della Landsgemeinde dal 1316, e venne scritto nella sua parte principale negli anni 1470/71. Quale importante libro di copia della cancelleria di Obwaldo del tardo medioevo viene ancora oggi conservato nell'Archivio di Stato. Il libro è soprattutto famoso perchè contiene la più antica descrizione della leggenda della fondazione della Confederazione, su solamente 25 pagine (p. 441-465). Qui viene raccontata la storia di Guglielmo Tell e del famoso tiro alla mela: («Libro bianco», p. 447: Nu was der Tall gar ein güt Schütz er hat oüch hübsche kind die beschigt der herre zü imm / vnd twang den Tallen mit sinen knechten / das der Tall eim sim kind ein öpfel ab dem höupt müst schiessen …).
Online dal: 22.03.2012
Questo poco appariscente manoscritto cartaceo con una copertina di cartone verde, contiene diversi estratti manoscritti dai diari di viaggio austriaci di Johann Conrad Fischer (1773-1854). L'imprenditore e metallurgista Fischer di Sciaffusa descrive i suoi incontri con l'arciduca Giovanni d'Austria (1782-1859), che si svolsero tra il 4 febbraio 1826 [p. 1] e il 25 giugno 1842 [p. 125]. Gli diari di viaggio stessi non sono più conservati. Dopo che l'arciduca ebbe letto i suoi diari di viaggio in inglese di Johann Fischer, volle incontrare personalmente l'autore e gli mandò un invito tramite suo figlio [p. 3]. Dopo questa primo incontro nel febbraio 1826, se ne svolsero altri sei nell'arco di cinque anni: il 13 settembre 1826 [p. 15], il 24 giugno 1827 [p. 21], il 5 ottobre 1828 [p. 50], il 17 settembre 1829 [p. 58], il 18 settembre 1829 [p. 77] e il 17 settembre 1830 [p. 87]. Dopo una pausa di dieci anni, seguirono gli ultimi tre incontri: il 25 giugno 1840 [p. 101], il 24 giugno 1842 [p. 124] e il 25 giugno 1842 [p. 125]. In 136 pagine Fischer riporta sostanzialmente le conversazioni tra i due uomini. Da questi racconti è possibile comprendere meglio gli interessi commerciali di Fischer e le sue attività in Austria. Il contenuto dei colloqui e le circostanze delle visite ci fanno intravedere il loro mondo comune nel contesto di tensione tra Svizzera e Austria, tra vecchi ordini politici e modernizzazione economica. Le registrazioni sono ordinate cronologicamente, e seguite da quattordici pagine bianche. La paginazione risale all'epoca di realizzazione dell'album. Il libretto è stato rinvenuto a sorpresa nell'ottobre 2018 in una fattoria a Löhningen (SH). Oggi è conservato nell'archivio dell'impresa Georg Fischer AG di Sciaffusa.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto cartaceo contiene copie, bozze e liste della corrispondenza commerciale francese, inglese e tedesca di Johann Conrad Fischer (1773-1854) di Sciaffusa, per gli anni dal 1811 al 1817, per la maggior parte in ordine cronologico. Le prime cinquanta pagine coprono il periodo dal 1811 al 1815 e contengono principalmente bozze di lettere - riconoscibili dalle regolari correzioni del testo - a partner commerciali della Svizzera romanda e del Giura francese. Alle pagine da 58 a 165 è riportata la corrispondenza degli anni 1816 e 1817 indirizzata a destinatari in Germania, Austria, Inghilterra, Francia e Svizzera. Alla fine del manoscritto sono incollati tre fogli vari con ulteriori bozze di lettere.
Online dal: 12.12.2019
Questo album, rilegato in pelle, contiene circa 35 dediche e disegni di persone con le quali il ramaio e commerciante di vini sciaffusano Christoph Fischer (1691-1770) mantenne dei contatti nel corso della sua vita. Dalle annotazioni in latino, tedesco, francese e inglese, è possibile ricostruire due viaggi di Fischer a Londra, periodo al quale risalgono la maggior parte delle dediche: dal 1747 al 1750 via Ginevra, Lione, Parigi verso Londra e nel 1758 via Strasburgo, Francoforte, Amsterdam verso Londra. Alcune annotazioni risalgono a membri della famiglia sciaffusana Schalch, con la quale Fischer era imparentato, e tra queste vi è un acquerello non datato dell'artista Johann Jakob Schalch (1723-1789) (p. 122), che tra il 1754 e il 1773 visse a Londra e all'Aia. Dopo la morte di Fischer l'album fu continuato: annotazioni del 1773 (p. 65) e 1820 (p. 215). Nel manoscritto cartaceo sono rilegate numerose pagine di pergamena (pp. 1-2, 19-20, 47-48, 115-116, 181-182) e in un secondo momento sono stati incollati alcuni fogli di carta (pp. 39a-b, 55a-b, 147a-b), rispettivamente sovraincollate le pagine con le illustrazioni (p. 43, p. 125, p. 127). Le annotazioni non sono ordinate cronologicamente e si alternano a numerose pagine bianche.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto cartaceo rilegato in pelle con incisioni dorate (la data 1791 nei quattro gli angoli) costituisce l'album di ricordi di Johann Conrad Fischer (1773-1854), ramaio, metallurgo, imprenditore e politico di Sciaffusa. Dalla sua fabbrica di acciaio colato, fondata nel 1802, si sviluppò l'odierna Georg Fischer SA. L'album contiene dediche e disegni di circa 70 persone con le quali il Fischer mantenne dei contatti nel corso della sua vita, tra i quali il suo docente di matematica Melchior Hurter (1735-1811) (p. 1), il professore Johann Georg Müller (1759-1819) (p. 49), il medico zurighese Johann Balthasar Zwingli (1764-1817) (p. 164), lo scrittore Heinrich Zschokke (1771-1848) (p. 175), il prozio di Fischer Lorenz Spengler (1720-1807), capo della Camera Reale delle Arti danese a Copenhagen (p. 43), e il figlio di questi Johann Conrad Spengler (1767-1839) (p. 105). La maggior parte delle annotazioni in tedesco, francese, inglese e danese, risale al suo anno itinerante quale membro della compagnia dei ramaioli, quando egli viaggiò, via Francoforte, Chemnitz, Dresda, verso Copenhagen, e poi verso Londra. Seguono poi alcune sporadiche annotazioni fino al 1841. Le annotazioni non sono in ordine cronologico e si alternano a fogli incollati (p. 3a-b, 48a, 111a-d) e numerose pagine bianche. La paginazione risale all'epoca di origine dell'album.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto cartaceo rilegato in pelle verde costituisce l'album commemorativo di Eduard Fischer (1801-1859) di Sciaffusa e contiene annotazioni di familiari e amici. Eduard Fischer era figlio del metallurgista e imprenditore di Sciaffusa Johann Conrad Fischer (1773-1854). Il libro contiene registrazioni dal 1818 al 1820. La prima è di mano del padre, Johann Conrad Fischer: «Experientia est optima Magistra! Zum Andenken von deinem dich liebenden Vatter Johann Conrad Fischer, Oberst Lieut: der Art: und Mitglied der helv: Gesellschaft für die gesamten Naturwissenschaften. Schaffhausen, dem 21ten Märtz 1819» [p. 3]. Le altre annotazioni in tedesco, latino e greco antico si concentrano da p. 13 a p. 91 con diverse pagine intermedie bianche. Tra queste si trovano le dediche dei fratelli Georg Fischer (1804-1888) [p. 44] e Berthold Fischer (1807-1879) [p. 73] e di sua sorella C. Fischer [p. 59]. Le annotazioni non sono ordinate cronologicamente. Le pagine da 92 a 175 sono bianche.
Online dal: 12.12.2019
Questo manoscritto, realizzato nel 1467, costituisce la parte centrale di un codice composito al quale appartengono il Lucidarius (Zurigo, Zentralbibliothek C 215) e il Weltgerichtsspiel di Sciaffusa (Zurigo, Zentralbibliothek C 216). Scritto da Johannes Trechsel, contiene narrazioni leggendarie sulla vita e le opere dei conti di Nellenburg nel sec. XII, fondatori del monastero di Allerheiligen. Contiene inoltre racconti riguardanti la riforma attuata con successo nel convento.
Online dal: 31.03.2011
Il bifoglio contiene due pezzi del Barlaam und Josaphat di Rudolf von Ems ed è stato staccato dalla coperta anteriore del libro dei conti di Allerheiligen, Entrate 1545/46 (Allerheiligen AA 1/1545-1546). Nel 1225 ca. Rudolf von Ems aveva scritto, ispirandosi ad un modello latino, il romanzo Barlaam und Josaphat costituito da 16'244 versi, indirizzato ad un pubblico cortese, e che nel tardo medioevo riscosse un notevole successo.
Online dal: 31.03.2011
Il «Richterbrief», databile intorno al 1300, è il più antico manoscritto originario di Sciaffusa e non proveniente da un convento. Contiene leggi riguardanti la protezione dei singoli e la regolamentazione degli affari e dei commerci, una serie di dettami relativi alla salvaguardia dell'autonomia della città e leggi sulla costituzione di Sciaffusa. Probabilmente la sua origine è una conseguenza della politica di alleanze di Sciaffusa con Zurigo, Costanza e S. Gallo. Per questo motivo la prima parte del manoscritto si rifà ad un modello di Costanza mentre la seconda ad uno di Zurigo.
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto di grande formato del XIV secolo contiene, nella versione più antica, una copia illustrata del “Klosterneuburger Evangelienwerk”, una traduzione tedesca in prosa dei Vangeli, la quale comprende pure gli Atti degli Apostoli e diversi apocrifi neotestamentari. Più di 400 disegni diluiti a penna accompagnano il testo, rappresentando i racconti nel loro ordine. I disegni sono disseminati per tutto il manoscritto secondo diverse proporzioni.
Online dal: 09.12.2008
Questo agile manoscritto cartaceo contiene il trattato sull'eucaristia del francescano Marquard von Lindau. È stato scritto nel secondo quarto del XV secolo da Nicolaus Sinister, che si nomina a c. 137r. Potrebbe trattarsi della forma latinizzata del nome di Nikolaus Linck, a quell'epoca sacerdote a Owingen e Urnau, sulla sponda settentrionale del lago di Costanza. Sui fogli originariamente liberi del primo e dell'ultimo fascicolo sono stati aggiunti da mani successive ulteriori testi mistici, tra cui un sermone tramandato unicamente in questo manoscritto e in precedenza attribuito a Meister Eckhart (cc. 1v-6v), un canto spirituale di Heinrich Laufenberg del circolo dei «Gottesfreunde» (cc. 6v-7v) e la leggenda in rima «Das zwölfjährige Mönchlein» (cc. 139r-148r). Il volume, in corsiva libraria, presenta delle lombarde rosse di due o tre righe all'inizio dei capitoli. Eichenberger data la mano che copia il supplemento A al terzo quarto del XV secolo; nel caso della mano del supplemento B riconosce analogie con il manoscritto Colmar, Bibliothèque de la ville, Ms. 305, proveniente dall'atelier di Diebold Lauber e databile al 1459.
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto cartaceo di grande formato, con la traduzione in tedesco del commento ai Salmi (Postilla super Psalterium) del francescano Niccolò di Lira, fu donato alla Stadtbibliothek nel 1646 da Sebastian Grübel (nota di donazione f. 2r). Contrariamente a quanto finora ritenuto, non fu Heinrich von Mügeln il responsabile della traduzione, ma un anonimo cui è stato attribuito il nome di «Österreichischer Bibelübersetzer», considerato anche l'autore del «Klosterneuburger Evangelienwerk» (cfr. Stadtbibliothek Schaffhausen, Gen. 8). Il manoscritto, scritto in alemanno alto nord-orientale, è stato probabilmente redatto nel terzo quarto del XV secolo nella Germania sud-occidentale da almeno due mani in una libraria corsiva. La decorazione si limita a delle lombarde rosse, in parte con filigrana (f. 178v), e a un'iniziale di cinque righe con foglie e fiori verdi (f. 2r).
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto, che comprende 182 fogli, può essere datato all'ultimo quarto del XV secolo e localmente collocato nella zona tra Ulm e Memmingen (livello linguistico svevo). È rilegato in pelle su di piatti in legno con gancio di chiusura, realizzato da un legatore che lavorava a Memmingen. I tre trattati provengono dal campo della farmacologia/scienza medica: il «Büchlein der Ordnung der Pestilenz» (2r-47v) di Heinrich Steinhöwel la Ulmer Wundarznei (50r-144r) e il «Von den gebrannten Wässern» di Michael Puff (147r-179v). Il testo è completato da disegni degli apparecchi (96v, 97r, 98v, 99r, 148v). Magnus Bengger (come si identifica a c. 179v), è da considerarsi lo scriba. Ha copiato anche il manoscritto Schaffhausen Gen. 9, che contiene anche opere mediche, e che utilizza una corsiva libraria. In diversi punti, da singole lettere nella prima riga di ogni lettera nascono delle drôleries sotto forma di volti (per es. 45v, 50r). I titoli dei capitoli, le iniziali che introducono un capitolo, i puntini a metà altezza e singole parole – per lo più latine – nel testo, sono di solito rubricate. Lessemi introduttivi sono invece sovente introdotti da iniziali in rosso. Il carattere di libro di medicina casalingo, il cui testo può essere integrato da prescrizioni proprie, è evidenziato dalla presenza di aggiunte di altre quattro mani (prevalentemente tra, o dopo, i trattati, per es. 48r, 145r, 180r).
Online dal: 04.10.2018
Il Mss 12 è un codice composito realizzato da più mani tra il 1553 e il 1653. La prima e più ampia parte - Mss 12,1 (pp. 1-147) - descrive le ordinanze per l'industria mineraria emanate nella Bassa Austria a metà del XVI secolo. Si tratta di una copia della stampa ufficiale del «Bergk Ordnung», che fu scritta alla corte dell'Arciduca d'Austria e stampata nel 1553 da Hans Syngriener (Johann Singriener d. J. [? - 1562]) a Vienna (esemplare della Eisenbibliothek: EM/Cr 48). Il nome di Syngriener è menzionato nella sezione dopo l'indice alla fine del manoscritto (p. 147). Il codice inizia con una dichiarazione che sancisce l'autorità di Ferdinando d'Asburgo [1503-1564], l'allora arciduca d'Austria (pp. 1-2). Seguono 208 articoli numerati che trattano una vasta gamma di argomenti, dal modo in cui devono essere disposti le miniere e i pozzi, al trattamento delle gallerie più vecchie, fino all'impiego di lavoratori qualificati (pp. 2-133). Questo manoscritto si conclude con una dichiarazione finale (pp. 133-134) e un elenco completo degli argomenti (pp. 135-147). La seconda parte - Mss 12,2 - contiene un esempio che descrive la storia e il funzionamento dell'estrazione e della produzione del ferro nell'Alta Stiria. L'aggiunta a questo rapporto presenta delle annotazioni marginali in una scrittura chiaramente diversa e offre dei commenti aggiuntivi. Il manoscritto è stato acquistato a Vienna nel 1956.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto di brevetto contiene i dettagli delle disposizioni emanate nel 1553 per l'amministrazione delle attività dell'industria mineraria e forestale nella regione della Carinzia. Essa inizia con una dichiarazione che sancisce l'autorità di Ferdinando d'Asburgo [1503-1564], che governava sull'Arciducato d'Austria e che aveva ordinato la compilazione di questo regolamento (ff. 1r-2v). Seguono 208 articoli numerati. Questi considerano una moltitudine di aspetti relativi al modo in cui sono state create le miniere, ma anche ai diritti di pesca e di caccia sui terreni utilizzati per l'estrazione mineraria e la silvicoltura (f. 4v) e delle disposizioni per la lavorazione di prodotti minerari di valore come l'argento (f. 81r). Il manoscritto si conclude con una dichiarazione finale (f. 85v) e una lista di riferimento completa degli argomenti (ff. 86r-91v). Il manoscritto è stato acquistato a Roma nel 1952.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto costituisce una raccolta di appunti compilati da Hermann Wedding (1834-1908) - che in seguito divenne professore di metallurgia alla Accademia mineraria di Berlino - durante le sue visite agli stabilimenti metallurgici di Freiberg (Sassonia) negli anni 1856/57. Gli appunti sono stati presi nel corso dei suoi studi presso l'Accademia mineraria di Freiberg. Le annotazioni includono le sue personali osservazioni sui processi in varie fonderie di argento e piombo nell'area di Freiberg. Le note contengono inoltre copie delle pubblicazioni scientifiche relative ai processi metallurgici utilizzati a Freiberg.
Online dal: 14.12.2017
Questo diario di viaggio fu tenuto da Hermann Wedding (1834-1908), più tardi professore di metallurgia, durante un viaggio di studio nell'agosto e settembre del 1858. All'epoca era studente presso l'Accademia mineraria di Freiberg e Berlino. L'obiettivo del viaggio era quello di visitare i centri dell'industria mineraria e metallurgica, in particolare la regione della Ruhr e del bacino della Saar, che erano stati creati a metà del XIX secolo. Le annotazioni quotidiane di Wedding documentano le sue visite alle miniere di carbone, agli impianti metallurgici e agli impianti di lavorazione del metallo. Egli vi ha descritto sia gli impianti che i processi di produzione degli stabilimenti da lui visitati. Nel diario si rispecchia un ampio interesse naturalistico per le condizioni geologiche nelle quali sono inseriti gli impianti da lui descritti.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto documenta diversi viaggi in Gran Bretagna negli anni 1860 e 1862 di Hermann Wedding (1834-1908), più tardi professore di metallurgia. Wedding intraprese i viaggi come referendario dell'amministrazione delle miniere prussiana. Nel corso del suo viaggio verso l'Inghilterra attraverso il Belgio egli mise per iscritto giornalmente le sue osservazioni sugli impianti e sui processi di produzione negli impianti metallurgici e minerari. Tra gli stabilimenti descritti vi sono l'acciaieria di Seraing (Belgio), gli impianti metallurgici nel Galles meridionale, considerati a metà del XIX secolo particolarmente avanzati, e le prime acciaierie ad utilizzare il procedimento di Bessemer. Le annotazioni del diario riflettono anche la rete di contatti che Wedding intratteneva con gli specialisti del settore suoi contemporanei.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto, scritto nel 1661 o personalmente o a nome di Johann Nikolaus Freiherr von Grandmont [?-1689] (p. 11), riassume le disposizioni stabilite per l'estrazione del ferro nella valle del Fricktal tra il Reno e il Giura, allora parte dell'Austria anteriore (oggi Canton Argovia). Descrive la forma e la portata del funzionamento di un'attività economica industriale altamente specializzata in un'area che nei decenni precedenti era stata devastata a causa della Guerra dei Trent'anni. Il documento si concentra su otto ordinanze entrate in vigore tra il 1629 e il 1649, e si riferisce anche ai regolamenti del luglio 1653; contiene un elenco riassuntivo delle ordinanze con le date di attuazione (pp. 27-28). Il manoscritto fu donato alla Eisenbibliothek nel 1952 dal Prof. Dr. K. Schib (Sciaffusa).
Online dal: 18.06.2020
L'autore del manoscritto si identifica all'inizio (p. 3) come Wok Pňovsky von Eulenberg (ceco Vok Pňovický ze Sovince), e proveniva dalla famiglia nobile von Eulenberg (ceco ze Sovince) della Moravia, il cui stemma è raffigurato nel manoscritto (p. 130). Wok è attestato tra il 1499 e il 1531, ricoprì dal 1518 al 1525 la carica di Alto Giudice della Moravia. Nel 1526 realizzò, con questo manoscritto, un precoce esemplare di un libro di prove. Vi sono trattati diversi procedimenti per l'analisi e la successiva lavorazione di diversi minerali e metalli. La prima parte del manoscritto si suddivide in 40 capitoli (pp. 4-130), nella seconda parte i capitoli non sono numerati (pp. 133-420). Alla fine è rilegato un indice (p. 429-444) del contenuto redatto in un secondo tempo (XVII sec.?) che offre un breve riassunto dei capitoli. L'arte della sperimentazione rivestiva una grande importanza per la pratica dell'industria metallurgica e mineraria nelle sue prime fasi. Nei pressi di Eulenburg (ceco hrad Sovinec), la sede della casata nella Moravia del nord, lo stesso Wolk si impegnò nella estrazione di metalli nobili (Papajík 2005, S. 198-200). Nella persona di Wok si trovarono riuniti l'imprenditore in miniera e lo sperimentatore. Prima del 1924 il manoscritto apparteneva al fondo della biblioteca del museo del ginnasio (ceco Knihovna gymnazijního muzea) di Troppau (ceco Opava), l'istituzione che precedette la odierna biblioteca del Museo della Slesia (ceco Knihovna Slezského zemského muzea). A partire dal 1924 si ritenne che il manoscritto fosse perduto. A causa di un devastante incendio avvenuto nella primavera del 1945, durante il quale andarono persi tutti i registri delle accessioni, oggigiorno non esiste più nella biblioteca del museo alcuna documentazione relativa al manoscritto (informazione del 16.7.2015). L'attuale stato delle conoscenze della ricerca in Cechia è riassunto da David Papajík: "Vok si occupò anche degli aspetti teorici dell'industria mineraria. Nel 1526 redasse sull'argomento una voluminosa opera in tedesco di 420 pagine, che fino ad un recente passato si era conservata nella biblioteca del museo di Opava, ma che nel 1924 era già scomparsa. Ne conosciamo solamente una descrizione, realizzata nel 1881 da Josef Zukal [...]. E' immensamente deplorevole che questo documento unico, riguardante la situazione dell'industria mineraria dell'epoca, non si sia conservato fino a noi." (Papajík 2005, S. 200). La descrizione del 1881, qui ricordata, offre inoltre le seguenti informazioni: "Ms. chart., sec. XVI. Kl. Oct. rilegato senza decorazione in cuoio nero, 420 pagine [...]. I dintorni di Eulenberg possedevano nel XV e XVI secolo una vivace industria mineraria; quest'opera è quindi dovuta a dei bisogni pratici. Si tratta senza dubbio del manoscritto originale di Wok e permette di gettare uno sguardo interessante nell'allora stato della metallurgia. L'indice, aggiunto in un secondo tempo, si deve ad un'altra mano di epoca molto più tarda; questa circostanza, così come l'intenso uso, mostrano che il libro venne utilizzato a lungo" (Zukal 1881, p. 15s.) Il manoscritto è stato acquisito nel 1955 a New York.
Online dal: 17.03.2016
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Le numerose copie manoscritte permettono di distinguere tre versioni diverse del testo francese, da cui discendono le traduzioni in latino e nelle lingue volgari. In tedesco, la traduzione più antica, che rimonterebbe al 1393-1399 ca., è quella di Michel Velser, un membro della famiglia von Völs (Fiè, Alto Adige). L'esemplare S 94, della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529), presenta numerose iniziali ornate, talvolta zoomorfe o antropomorfe; i fogli di guardia, con annotazioni, sono di pergamena. Sulla base della lingua utilizzata, il manoscritto dovrebbe provenire dalla Svizzera nordalpina. La nota di possesso a c. 120v menziona uno zio «G» che potrebbe rimandare allo stesso Giorgio Supersaxo. Nella legatura si trovava un frammento di un atto pontificio, databile senza dubbio alla metà del XIII secolo, indirizzato da un papa Innocenzo all'abate di Kempten. Il codice S 94 va confrontato con un altro manoscritto della biblioteca Supersaxo, il S 99, che contiene una versione francese dei Viaggi.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), rilegato con un foglio in pergamena, si divide in varie parti. Quella principale (cc. 2r-43r) è consacrata agli statuti del Vallese (Statuten der Landschaft Wallis), preceduti da un indice delle materie, in una versione che si avvicina agli statuti (Landrecht) degli anni 1511-1514, emanati dal vescovo di Sion e cardinale Matteo Schiner, ma con un diverso ordine degli articoli, e con delle modifiche e aggiunte importanti. Il medesimo copista ha ricopiato sulle cc. 65r-69v gli statuti (Kürzerung des Rechten) promulgati nel 1525, segnatamente da Georg Supersaxo, e confermati nel 1550. Questo manoscritto della biblioteca Supersaxo non costituisce dunque che una versione preliminare degli Statuta del 1571. Ed è infatti il manoscritto del 1571 che si ritrova nell'Archivio di Stato del Vallese (AV 62/4) - che esiste anche in versione tedesca e francese - che costituisce la referenza normativa di base fino alla promulgazione del codice civile vallesano nel 1852. Tra queste due redazioni degli statuti, alle cc. 51r-54v si ritrova il testamento di Johannes Grölin (Groely), borghese e antico castellano di Sion (civis et olim castellani dominorum civium Sedunensium), redatto l'8 gennaio 1585 a Sion dal notaio Martin Guntern (1538-1588). Diverse notizie degli anni 1555-1590 figurano all'inizio e alla fine del manoscritto (sulla controguardia anteriore e la c. 1; alle cc. 70v-77v e sulla controguardia posteriore); si tratta di frammenti di conti e di lavori, di varie mani tra le quali quella di Martin Guntern, così come di notizie relative alla nascita dei figli di Bartolomäus Supersaxo (morto nel 1591), nipote di Georg Supersaxo. Martin Guntern fu non solamente un notaio ma anche una personalità politica (precisamente segretario di stato dal 1570 alla morte) che giocò un ruolo importante nella redazione e traduzione degli statuti del Vallese del 1571. Per quanto riguarda Bartolomäus Supersaxo, che nel 1565 lasciò una nota di possesso nella controguardia anteriore dell'S 95, fu governatore di Monthey (1565-1567), castellano di Sion (1574) e vice balivo (1579-1585); nel 1573 sposò in seconde nozze Juliana, figlia di Johannes Groely.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto composito in lingua tedesca è stato realizzato all'inizio del XV secolo probabilmente nel convento zurighese delle domenicane di Oetenbach. Contiene, oltre al salterio liturgico (per la preghiera monastica, Psalterium feriatum), anche i Cantica del breviario e le litanie dei santi in lingua tedesca, così come una preghiera. Al più tardi dal XVII sec. si trova in possesso della collegiata di Sankt Ursen di Soletta.
Online dal: 17.03.2016
Questo manuale di spiritualità contiene numerosi testi in tedesco: la traduzione del vangelo di Niccodemo, una preghiera della comunione per la messa dei morti domenicana e testi mistici sulla Passione di Cristo. Il manoscritto è stato prodotto nel terzo quarto del sec. XV nell'area dell'Alto Reno e proviene dal convento delle domenicane di Berna (convento di S. Michele all'Isola). Nel sec. XVI, in seguito alla Riforma, giunse nella biblioteca municipale di Soletta (Bibliotheca civitatis).
Online dal: 21.12.2009