Il libro appartiene alla categoria del nara ehon, un tipo di narrazioni illustrate policrome pubblicate a partire dal periodo Muromachi attraverso tutto la prima metà del periodo Edo. Il termine nara ehon è stato comunemente applicato a tutti i libri illustrati di questo periodo fino all'era Meiji, ma la sua origine non è chiara. Il formato dei nara ehon differisce a seconda del periodo. I più antichi esemplari a partire dal periodo Momoyama fino agli inizi del periodo Edo sono alti, misurano circa 30 cm di altezza, ed hanno un formato simile all'europeo in-quarto. Gli esempi prodotti a partire dall'era Kanei entro la prima metà del periodo Edo avevano delle proporzioni più vicine all'orizzontale. In generale si basavano sul genere dell'otogizōshi, brevi storie che appaiono a partire dal periodo Kamakura, e dei quali la maggior parte si concentrano nel periodo Muromachi. Nel corso della seconda metà del secolo XVII il tema si sposta verso storie riguardanti l'aristocrazia o la ricca classe mercantile, prima che la popolarità del nara ehon inizi a declinare. Questo esempio può essere datato all'era Keichō (1596-1615).
Online dal: 23.06.2016
Con Testeriano vengono denominati i manoscritti contenenti il Catechismo la cui scrittura in immagini viene attribuita al frate e missionario francescano Jacobo de Testera (XVI sec.). Già nel XII secolo in America centrale si era sviluppata una scrittura costituita da una mescolanza di ideogrammi, pittogrammi e simboli fonetici, i cui testimoni originali manoscritti vennero distrutti con la conquista spagnola nel XVI secolo. Per poter comunicare con la popolazione indigena i missionari cristiani ripresero in seguito il sistema, ma inventarono essi stessi la maggior parte dei simboli, dato che il loro scopo era quello di trasmettere i nuovi contenuti cristiani. In questo modo dunque tre teste coronate rappresentano la Trinità e quindi Dio, oppure due teste coronate con chiavi e spada gli apostoli Pietro e Paolo. Il manoscritto va letto da sinistra a destra sulle due pagine, mentre le varie parti sono suddivise tramite delle vignette decorative verticali. Il manoscritto contiene molte brevi preghiere (tra queste ff. 1v-2r Persignum, 2v-4r Ave Maria, 4v-8r Credo) e una lunga orazione (ff. 27v-35r) che rappresenta una ripetizione del dogma cristiano.
Online dal: 25.06.2015
Michelangelo indirizzò questo sonetto ed il suo testo di dedica ad una delle sue più care amiche, la poetessa Vittoria Colonna (1492-1547), marchesa di Pescara. Il pittore, solitamente economo nell'uso della carta, utilizzò per apporre queste poche frasi un grande pezzo di carta in-folio, piegato in due e incollato (per creare uno spessore maggiore). Adottando una scrittura umanistica vicino alla calligrafia, egli si prese una cura particolare nella impaginazione, inserendo dei salti e dei rientri di riga che sottolineano l'architettura solita del sonetto. Il tono è tra i più rispettosi: Michelangelo saluta sì un'amica ma anche una grande signora che gli ha appena fatto un grande regalo. Questo dono, che avrebbe dovuto portare il suo destinatario "in paradiso", era senza dubbio il manoscritto dei Sonetti spirituali della poetessa (che in generale si mostrava molto discreta e restìa nel mostrare i suoi versi).
Online dal: 17.12.2015
Questo «paperolle» proviene dal celebre «Codice Gonzaga» (conservato presso la Biblioteca Ariostea di Ferrara) e costituisce un manoscritto di lavoro, per un passaggio aggiunto al grande poema di Tasso, completato l'anno precedente. Dopo aver sottoposto il suo manoscritto originale a molti umanisti e letterari di alto livello, il poeta tenne conto di alcune di queste critiche o consigli, facendo una revisione dei versi nell'estate 1576. Alcune strofe furono profondamente ritoccate, o addirittura completamente riscritte. La strofa 42 fu una delle più rilavorate, a tal punto che il Tasso dovette incollare nel manoscritto questa piccola striscia di carta contenente la versione definitiva del testo. Il testo stesso descrive l'attitudine e i pensieri della principessa mussulmana Armida che si appresta ad arringare il califfo e le sue armate per incitarle a combattere fino alla morte i crociati e a vendicarsi in questo modo dell'eroe cristiano Rinaldo che l'ha abbandonata.
Online dal: 22.06.2017
Questo registro di 275 fogli contiene gli stemmi dei canonici della diocesi di Basilea dall'elezione del vescovo Christophe d'Utenheim nel 1502 a quella dell'ultimo principe vescovo François-Xavier de Neveu, nel 1794. Per tre secoli, dei pittori hanno disegnato 2'300 stemmi a colori su pagine di pergamena. Già nel 1682 apparvero alberi genealogici completi, che provano che i dignitari ecclesiastici beneficiavano dei sedicesimi di quarti di nobiltà richiesti.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto contiene i due drammi altoengadinesi Histoargia dalg arik huͦm et da lazarus, cc. 1a-18b, completato nel 1591, e La Histoargia da Joseph (…), cc. 19a-38b nel quale diverse volte il copista Jacob o Jachiam Ger, ha inserito la data 1593. Egli continuò il suo lavoro con la trascrizione del dramma La Histoargia da las dysch Æteds «Storia dei dieci secoli» (c. 40a-c. 42b), di cui solo l'inizio è conservato (versi 1-157). Si tratta del più antico testo conservato della Histoargia dalg arik huͦm et da lazarus.
Online dal: 22.03.2018
Manoscritto composito databile dalla seconda metà del sec. X contenente una raccolta di testi tra i quali gli Annales Einsidlenses, il De grammatica di Prisciano, il frammento di un testo riguardante il gioco degli scacchi ed un calendario utilizzato per annotazioni obituarie fino al XVI secolo.
Online dal: 19.12.2011
Christus und die Minnende Seele (“Cristo e l'anima cortese"); Enrico Suso, Vita e opere. Proprietà dei coniugi Ehlinger-von Kappel (Costanza), il codice giunse poi al convento dominicano di San Pietro a Costanza, quindi probabilmente all'abbazia di Rheinau; dopo la soppressione di quest'ultima giunse in deposito ad Einsiedeln.
Online dal: 26.04.2007
Il processionale (dal lat. processio = andare avanti, sfilare dentro e fuori la chiesa) con l'ordine della processione e i canti e i testi che vi venivano recitati, è costituito di due unità codicologiche. La prima parte, risalente all'ultimo quarto del XV secolo, con canti e preghiere per tutto l'anno ecclesiastico, è adorna di sette iniziali miniate policrome con scene tratte dal Vangelo. Le sezioni cantate presentano una notazione quadrata in nero. Mentre la prima parte probabilmente non è stata realizzata in o per il convento di Katharinental (TG), la seconda parte contiene i nomi delle stazioni e delle reliquie che venivano trasportate ed è quindi destinata alle processioni del monastero delle domenicane.
Online dal: 19.03.2020
Cronaca della diocesi di Coira di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Murer racconta l'origine della diocesi di Coira e menziona Asinio (451) quale primo vescovo, al quale fecero seguito 75 altri vescovi, fino a Giovanni IV (1418-1440). Oltre alla cronaca sono trascritte quattro copie moderne di documenti di donazione dell'imperatore Ottone I e del re Ludovico il Germanico, così come notizie annalistiche.
Online dal: 22.06.2017
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1517, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1528-1559, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo dalla mano B (cf. Archivio del Capitolo di S. Nicola, ms. 5). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'Archivio di Stato di Friburgo possiede tutta una serie di registri dei cittadini (Bürgerbücher) dei quali quelli qui digitalizzati, il primo ed il secondo registro dei cittadini che insieme coprono il periodo dal 1341 al 1769, sono i più importanti. I registri dei cittadini permettono di osservare la cittadinanza della città di Friburgo: da una cittadinanza molto aperta per motivi economici al momento di passaggio dal XIV al XV secolo, verso una graduale chiusura, fino a un patriziato alla fine chiuso su sé stesso nel XVIII secolo. Con i registri, cioè con la controllata iscrizione dei nuovi cittadini nelle liste, che possono avere sin dall'inizio la forma di libri, furono soprattutto le città di grande e media grandezza - che presentavano una certa evoluzione politica e economica - a reagire nel tardo medioevo allo sviluppo demografico e alla immigrazione, che cercarono in questo modo di regolare, e anche alla grande peste (metà del sec. XIV). Il secondo registro venne iniziato nel 1416 a seguito di una consapevole pianificazione del cancelliere cittadino Petermann Cudrefin, il quale dal 1396 aveva redatto il primo registro, trovandolo molto disordinato.
Online dal: 23.06.2014
Il «Schulordnung und Satzungen der neuaufgerichteten und reformierten Schule zu Freiburg im Üchtland» (o cosiddetto "Katharinenbuch"), contiene il regolamento per la scuola superiore, come avrebbe dovuto essere fondata a Friburgo all'epoca della riforma cattolica, secondo il modello delle scuole riformate. Ne è ritenuto autore Peter Schneuwly (1540-1597) che probabilmente frequentò egli stesso le scuole a Friburgo. Dal 1557 compì gli studi a Friburgo in Brisgovia dove acquisì un Magister artium. Dal 1564 fece parte del clero dei canonici di S. Nicola a Friburgo, nel 1565 divenne canonico e nel 1566 predicatore in città. In questo periodo si collocano anche i primi lavori preparatori per il "Katharinenbuch". Negli anni 1577-1597 Schneuwly fu vicario generale della diocesi di Losanna e inoltre, negli anni 1578-1587, prevosto di S. Nicola. Il "Katharinenbuch" è nello stesso tempo il documento di fondazione della camera degli scolarchi della città di Friburgo, in suo possesso fino al sec. XIX. La riforma scolastica fortemente voluta da Schneuwly non entrò mai in vigore poichè nel 1580, su iniziativa stessa di Schnuewly, vennero chiamati a Friburgo i gesuiti cui venne affidato l'intero sistema scolastico superiore.
Online dal: 13.12.2013
Questa Quaestio discussa dall'agostiniano Johannes von Paltz (intorno al 1445-1511) è una perfetta spiegazione di uno dei metodi di lavoro della scolastica medievale. Redatto ad Erfurt nell'estate del 1486, tratta della confutazione di tre errori. Il primo riguarda coloro che "pretendono di poter calcolare e prevedere la data del Giudizio universale". Sembra che questo documento sia l'unica versione manoscritta di questo testo, conosciuta d'altra parte grazie a due edizioni a stampa del XV secolo. Franz Xaver Karker (1812-1892), canonico della cattedrale di Breslau (ora Wroclaw in Pologna), ha donato quest'opera alla biblioteca friburghese.
Online dal: 09.04.2014
Graduale frammentario ad uso dei frati eremiti di S. Agostino scritto nel 1539 da Jacobus Frank che si lascia ritrarre nel margine inferiore di c. 51r. Contiene numerose miniature con stemmi, motti e monogrammi scritti da varie mani dal 1538 al 1594. Le miniature sono state in parte ritagliate ed in seguito talvolta reincollate nel codice.
Online dal: 04.10.2011
Questo libro d'ore riccamente illustrato fu miniato a Tours intorno al 1500, per un committente di origine tolosana. La città di Tours e la Valle della Loira erano diventate nel sec. XV il luogo di residenza della corte dei re di Francia, e questo manoscritto è legato a questo passato di grande prestigio. In effetti due delle miniature di questo libro d'ore sono associate al nome di Jean Bourdichon (intorno al 1457-1521), pittore di corte. Le altre 35 miniature si devono alla mano di tre miniaturisti dell'atelier di Jean Poyer († prima del 1504), anch'esso con sede a Tours.
Online dal: 04.07.2012
Il manoscritto di tipo giuridico intitolato Sefer Ḥokhmat Nashim appartiene ad un genere della letteratura vernacolare indirizzata alle donne, molto diffusa nelle comunità ashkenazite e italiane dal Rinascimento. Questo manuale di prescrizioni in giudaico-italiano sarebbe stato ricopiato dal celebra cabalista e predicatore italiano Mordekhai ben Judah. Datato nel corso della seconda metà del XVI secolo.
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto dell'inizio del XVI secolo contiene il secondo libro delle Illustrations de Gaule et singularitez de Troye di Jean Lemaire de Belges (1473-1524), seguito dai XXIV coupletz de la valitude et convalescence de la royne trescrestienne e dal virelai «Espritz haultains». Si tratta dell'unico manoscritto conosciuto che contiene questi tre testi. Reca la firma autografa di Lemaire de Belges (c. 199v).
Online dal: 14.06.2018
Vasco da Lucena ha tradotto in francese l'Histoire d'Alexandre di Quinto Curzio Rufo su richiesta di Isabella del Portogallo, moglie di Filippo il Buono, duca di Borgogna. Egli completò il testo lacunoso dello scrittore romano appoggiandosi soprattutto ai testi di Plutarco e di Giustino. Terminato nel 1468, questa traduzione, che presenta un Alessandro conquistatore, spogliato delle leggende ereditate dalla letteratura cortese, è dedicato al figlio di Isabella, Carlo il Temerario. L'esemplare conservato presso la biblioteca di Ginevra è stato miniato da un artista fiammingo, il Maître d'Edouard IV, attivo a Bruges alla fine del XV secolo, e da una seconda mano non meglio identificata.
Online dal: 23.09.2014
Notaio, segretario, poi consigliere del re Carlo VII, Noël de Fribois compose il suo Abrégé des chroniques de France che presentò al re nel giugno 1459. Inizia la sua cronaca con l'assedio di Troia per concluderla con il 1383. L'esemplare ginevrino presenta due continuazioni anonime relative ai regni di Carlo VII e di Luigi XI. 27 scene miniate decorano questa prima parte del manoscritto. Il testo prosegue con il Mémoire sur les rois de Sicile di Giovanni di Candida, tradotto in francese da Charles Guillart, e infine varie cronache, racconti e altri scritti aggiunti nel XVI secolo.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto su pergamena, in scrittura corsiva, è un'esposizione del testo mistico della cabala. È illustrato con numerose figure allegoriche, cosmologiche e liturgiche dipinte con colori vivi e contrastati.
Online dal: 09.12.2008
Gastone Febo scrisse alla fine degli anni Ottanta del XIV secolo un trattato sulla caccia, in francese ed in prosa, conosciuto sotto il nome di Le livre de la chasse. Questo trattato presenta i diversi metodi per la caccia e la cattura della selvaggina. Gastone Febo dedicò la sua opera al duca di Borgogna, Filippo l'Ardito, celebre per la sua passione per la caccia. Fino ad oggi sono recensiti 44 manoscritti medievali contenenti quest'opera.
Online dal: 22.03.2012
Federico II Hoehnstaufen scrisse intorno al 1240 un trattato sulla falconeria in latino (De arte venandi cum avibus) per iniziare il figlio Manfredi alla caccia agli uccelli. Composto in sei libri, questo trattato fu oggetto di una seconda redazione da parte di Manfredi che rimaneggiò solo i primi due libri. Fu tradotto in francese all'inizio del XIV secolo sulla base di un manoscritto oggi conservato alla Biblioteca Vaticana e che contiene sia le aggiunte di Manfredi che i soli primi due libri. La versione francese si conserva in quattro manoscritti di cui quello di Ginevra è decorato dal "Maître Brugeois de 1482" e dai suoi collaboratori.
Online dal: 09.04.2014
Philippe Prevost, signore di Plessis-Sohier-lez-Tours, consigliere e maggiordomo del re Enrico IV, è l'autore e copista di questo testo d'arte militare, introdotto da una dedica al re Enrico IV (1591), epistola allo stesso monarca, e accompagnato da diversi sonetti, nonché da un breve trattato sulla fortificazione. Manoscritto autografo, contiene anche un breve testo a stampa di Philippe Prevost, Himne de la guerre et de la paix, pubblicato a Tours nel 1590. Alcuni disegni, probabilmente derivati da incisioni, oltre a piani di battaglia, illustrano il testo di Le Mars, che non fu mai pubblicato, anche se sembra essere stato preparato a questo scopo, come dimostrano le numerose cancellature, aggiunte e osservazioni.
Online dal: 08.10.2020
Il benedettino Jean d'Auton (1466-1528 ca.), cronista alla corte reale sotto Luigi XII, promosse nel 1511 un concorso per epistole fittizie rivolte al re, per il quale scrisse l'Epistre d'Hector au roy, al quale, tra gli altri, rispose Jean Lemaire de Belges con una Epistre du roy Loys à Hector. Il manoscritto di Ginevra si apre con una miniatura a piena pagina di un artista attivo a Lione, il Maître des Entrées, dove Ettore consegna un libro a un satiro davanti a un esercito di soldati in armatura, alcuni dei quali sono incoronati con la corona d'alloro dei poeti. I molteplici riferimenti all'antichità, sia testuali che visivi, sono tipici dell'ambiente umanistico lionese, cui appartiene il proprietario di questo manoscritto, Jean Sala, fratellastro del famoso autore e cultore di antichità Pierre Sala.
Online dal: 10.10.2019
Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina di mettere in prosa la prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Di seguito si trova la Danse aux aveugles (prima del 1465) di Pierre Michault. Il Maître di Antoine Rolin realizza per questi due testi una ricca decorazione miniata, che tuttavia non è stata del tutto completata.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto è composito ed è costituito da 3 volumi e 7 diverse unità codicologiche. Trasmette più di 30 opere, sia atanasiane che pseudo-atanasiane, sovente in più copie. I testi furono scritti nel XVI secolo nell'Italia settentrionale, in Svizzera o in Germania, forse su iniziativa di Teodoro di Beza, per preparare la prima edizione in greco delle opere di Atanasio, dovuta a Peter Felckmann, e pubblicata nel 1600-1601 ad Heidelberg da Commelin. Il manoscritto trasmette solo testi tardivi, ma è di eccezionale importanza storica per il suo status di esemplare utilizzato per la editio princeps di Atanasio. Costituisce la fonte per tutte le varianti testuali identificate da Felckmann, riprese da B. de Montfaucon nel 1686 e trasmesse nel Migne.
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto è composito ed è costituito da 3 volumi e 7 diverse unità codicologiche. Trasmette più di 30 opere, sia atanasiane che pseudo-atanasiane, sovente in più copie. I testi furono scritti nel XVI secolo nell'Italia settentrionale, in Svizzera o in Germania, forse su iniziativa di Teodoro di Beza, per preparare la prima edizione in greco delle opere di Atanasio, dovuta a Peter Felckmann, e pubblicata nel 1600-1601 ad Heidelberg da Commelin. Il manoscritto trasmette solo testi tardivi, ma è di eccezionale importanza storica per il suo status di esemplare utilizzato per la editio princeps di Atanasio. Costituisce la fonte per tutte le varianti testuali identificate da Felckmann, riprese da B. de Montfaucon nel 1686 e trasmesse nel Migne.
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto è composito ed è costituito da 3 volumi e 7 diverse unità codicologiche. Trasmette più di 30 opere, sia atanasiane che pseudo-atanasiane, sovente in più copie. I testi furono scritti nel XVI secolo nell'Italia settentrionale, in Svizzera o in Germania, forse su iniziativa di Teodoro di Beza, per preparare la prima edizione in greco delle opere di Atanasio, dovuta a Peter Felckmann, e pubblicata nel 1600-1601 ad Heidelberg da Commelin. Il manoscritto trasmette solo testi tardivi, ma è di eccezionale importanza storica per il suo status di esemplare utilizzato per la editio princeps di Atanasio. Costituisce la fonte per tutte le varianti testuali identificate da Felckmann, riprese da B. de Montfaucon nel 1686 e trasmesse nel Migne.
Online dal: 13.06.2019
Manoscritto in carta filigranata risalente al XVI secolo. Di argomento medico, contiene gli 11 libri del De simplicium medicamentorum [temperamentis ac] facultatibus di Galeno. La scrittura di questo codice, stretta e «pointue», ricorda quella di Demetrio Mosco, un umanista greco attivo a Venezia e Ferrara (metà XV- dopo 1519). Il manoscritto non è stato ultimato, come testimonia la presenza di alcuni spazi lasciati in bianco e destinati a contenere delle lettere miniate. Il codice fu acquisito da Alexandre Petau nel 1655. Passato in seguito nelle mani del pastore e teologo ginevrino Ami Lullin, alla sua morte venne lasciato in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 29.03.2019
Questo manoscritto del sec. XV o XVI raggruppa, in un volume che sembra omogeneo dal punto di vista codicologico, dei testi di diversi autori: Isidoro di Siviglia, S. Gerolamo, Eusebio di Cesarea tradotto da Rufino di Aquileia, Paolo Orosio e S. Bernardo.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto contiene diversi testi copiati tra il XIII e il XVI secolo. Il più antico è l'evangelistario festivo della cattedrale di San Pietro a Ginevra (cc. 5-28v), probabilmente prodotto - a giudicare dalla sua decorazione miniata (in particolare la c. 5r) - a Parigi, anche se le pericopi corrispondono alle feste proprie di Ginevra. Seguono poi estratti dai vangeli cantati con notazione musicale, risalenti al XIV e XV secolo, tra cui un'interessante testimonianza liturgica della fine del XV secolo per la festa dell'Epifania (cc. 37v-40r).
Online dal: 13.06.2019
L'umanista Lazzaro di Baïf (1496-1547), ambasciatore di Francesco I, è l'autore del trattato latino De re vestiaria, che costituisce, nel 1526, la prima monografia sui costumi antichi. Partecipe del gusto antiquario, questo testo scritto in latino e inframmezzato da citazioni in greco – lingua che Baïf studiò a Roma con Giovanni Lascaris – conobbe una vasta diffusione attraverso edizioni stampate ad esempio a Basilea presso Froben (1537) o a Parigi presso Charles Estienne (1535). La copia manoscritta della Biblioteca di Ginevra presenta il testo completo del De re vestiaria, suddiviso in 21 capitoli, con numerose annotazioni marginali probabilmente di mano di Lazzaro de Baïf (c. 79v), e che ne fanno un testimone particolarmente prezioso.
Online dal: 18.06.2020
Questa raccolta, databile alla fine del XV o all'inizio del XVI secolo, contiene dieci trattati scientifici (astronomia, fisica, meccanica ecc.) annotati in latino o in francese e accompagnati da qualche disegno a carattere tecnico. Se quattro di questi testi rimangono anonimi, gli altri sono opera di Christianus de Prachaticz, Petrus Peregrinus, Franco de Polonia, Filone di Bisanzio, Marbodo di Rennes e Jean Fusoris. I soggetti trattati concernono diversi ambiti quali l'astrolabio, il magnetismo, le pietre preziose, il clavicordo ecc.
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto dell'inizio del XVI secolo contiene due poemi di Raoul Bollart: un poema era destinato a celebrare la vittoria riportata nel 1509 dal re di Francia Luigi XII contro i Veneziani, mentre l'altro presenta, nell'ambito della morale, una richiesta di povera gente ad un uomo ricco. Le miniature, eseguite a Rouen, illustrano diverse scene e, quelle ornanti il poema morale, si succedono come in un fumetto moderno. Proprietà della famiglia Petau nel XVII secolo, questo manoscritto fu acquisito nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin, che lo lasciò in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto del sec. XVI contenente la traduzione latina del trattato di Plutarco intitolato De tranquillitate animi, realizzata dall'umanista francese Guillaume Budé nel 1505; è preceduta da una lettera di questi indirizzata al papa Giulio II, destinatario della traduzione. Il manoscritto è sprovvisto di decorazione ma la rilegatura del sec. XVI presenta due scene consacrate alla Vergine Maria: la sua assunzione e la sua benedizione da parte della Trinità.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto di Philibert de Viry è uno dei rari libri d'ore all'uso della diocesi di Ginevra che si sia conservato fino ai nostri giorni. Miniato a Lione dal Maître de l'Entrée de François Ier, contiene delle miniature che si ispirano molto direttamente a dei legni incisi della Petite Passion di Albrecht Dürer (1511), ciò che costituisce una testimonianza precoce della ricezione di questa serie in Francia, e un esempio degli influssi, sovente insospettati, della incisione sulla miniatura.
Online dal: 17.03.2016
Questo manoscritto fu probabilmente composto nelle valli valdesi del Piemonte (Italia) nel corso del XVI secolo. Come buona parte dei restanti codici valdesi, oggi dispersi in varie biblioteche europee, esso è una raccolta miscellanea di trattati, sermoni e testi dottrinali o edificanti, in parte in latino in parte in volgare. Il manoscritto giunse a Ginevra probabilmente nel 1662, portatovi dal pastore valdese Jean Léger insieme ad altri codici. Inizialmente classificato tra i manoscritti latini, verrà riconosciuto come appartenente ai codici valdesi soltanto a partire dal 1832.
Online dal: 20.12.2016
Questo manoscritto contiene una raccolta di 46 sonetti con commento, organizzati in un breve canzoniere. E' attribuito al misterioso poeta di origine napoletana Gironimo Del Riccio, a proposito del quale manca ogni informazione. Fu probabilmente offerto al re di Francia Enrico III in occasione delle sue nozze con Louise de Lorraine-Vaudémont e, come indica lo stemma sulla legatura, entrò a far parte della biblioteca reale.
Online dal: 08.10.2020
Manoscritto composito contenente: 1. la raccolta autografa del poeta fiorentino Gabriele Simeoni (Firenze, 1509 - Lione 1577?), dedicata a Cosimo de' Medici, Granduca di Toscana, composta da poesie in italiano e latino, illustrate dalla mano dell'autore; 2. la raccolta parzialmente autografa di Giovan Battista Strozzi (1489-1538), contenente i suoi madrigali, nonché composizioni di Leonardo Giustiniani (1388-1446) e di Anton Francesco Grazzini (1505-1584).
Online dal: 12.12.2019
Il volume contiene, nella prima e più voluminosa parte, uno stampato: Hortulus animae, Lyon: Johannes Clein per Anton Koberger, 1513. Vi è poi stata aggiunta una raccolta di preghiere private. Il manoscritto proviene da un convento domenicano femminile.
Online dal: 10.11.2016
Il Libro d'ore contiene in primo luogo l'Ufficio per i morti e l'Ufficio di Maria. Le iniziali si distinguono le une dalle altre per i colori che vivace il testo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene inni e cantici per la preghiera del coro monastica. In origine probabilmente prodotto per il monastero di Muri, fu più tardi in uso nel monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il libro di preghiere è probabilmente stato scritto da una suora. I testi sono in relazione con la comunione. Servono quale preparazione prima e quale ringraziamento poi, dopo aver ricevuto la comunione.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto è costituito di due parti originariamente separate. La prima parte contiene diverse orazioni, la seconda parte, datata 16 novembre 1517, contiene la "grande preghiera dei Confederati".
Online dal: 10.11.2016
La raccolta di preghiere, che fu in uso dal secolo XVII nel monastero femminile di Hermetschwil, è stata datata dalla seconda mano che vi opera al 20 maggio 1505. I proprietari precedenti erano Peter Affeldranngel e Elsbeth Lötter di Zugo.
Online dal: 20.12.2016
Il libro di preghiere proviene probabilmente dal Bickenkloster S. Chiara di Villingen. Contiene, oltre a delle orazioni, varie contemplazioni e prediche, tra queste due discorsi per il nuovo anno di Ursula Haider per gli anni 1496 e 1500.
Online dal: 20.12.2016
Il libro di preghiere risale al primo quarto del XVI secolo ed era destinato a una donna. Contiene soprattutto preghiere alla vergine e la liturgia delle ore per la Passione di Cristo.
Online dal: 20.12.2016
L'antifonario monastico contiene i canti per la liturgia delle ore. Le melodie sono interamente contrassegnate da neumi senza rigo e dalle lettere del tonario. Le aggiunte su fogli cartacei risalgono alla fine del XVI secolo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto non si è conservato interamente. Mancano l'inizio e la fine, così come vari fascicoli nel mezzo. Delle rubriche in tedesco accompagnano sporadicamente i testi in latino delle orazioni e le indicazioni per la messa e la liturgia delle ore, che fanno riferimento ad usi locali.
Online dal: 10.11.2016
Il libro di orazioni contiene delle preghiere in lingua alto alemannica. Sono indirizzate a dei santi, sono dedicate ai defunti o contemplano la Passione di Cristo.
Online dal: 10.11.2016
Il diurnale proviene dal monastero delle clarisse Gnadental a Basilea. La decorazione consiste in un gran numero di maschere, drôleries e figure di santi.
Online dal: 10.11.2016
Il volume contiene le preghiere per la parte della liturgia delle ore da recitare durante il giorno. Contiene dei testi che sono dedicati alla venerazione dei santi. Il volume ha subito alcune perdite (caduta di pagine all'inizio e alla fine, tagli di strisce di pergamena nel margine inferiore). Proviene da un convento domenicano femminile, probabilmente da Zurigo.
Online dal: 10.11.2016
Il volume è stato vergato da S. Dorothea Schermann nel monastero delle clarisse Gnadental (Basilea) e reca la data 1 luglio 1515. Contiene il salterio mariale e le litanie mariane in tedesco basso alemanno.
Online dal: 10.11.2016
Il cosiddetto «Recueil Grenet» è un manoscritto poetico realizzato dal mercante ginevrino Gilbert Grenet (1510?-1568) e raccoglie delle poesie francesi composte nei decenni 1530-1560. La raccolta si apre con una quarantina di epistole e di «dizains» (in dieci versi) di Clément Marot probabilmente copiate durante e dopo il soggiorno del poeta a Ginevra (1542-1543). Seguono delle poesie anonime sulle virtù dell'educazione e dell'arte di scrivere. Si conclude con una quarantina di epigrammi e poesie varie che lodano la Riforma e polemizzano contro il cattolicesimo. In alcuni casi si tratta di riscritture personali di testi di Théodore de Bèze e Ronsard. Il codice, parzialmente decorato, illustra il ruolo rivestito dalla poesia militante negli ambienti commerciali che sostenevano la Riforma a Ginevra all'epoca di Calvino. È stato acquistato dalla Biblioteca cantonale e universitaria di Losanna nel 1844.
Online dal: 12.12.2019
Il libro di preghiere proviene dalla zona di Colonia, come indica la selezione dei testi di preghiera e il calendario, o dallo «Stift» Münstereifel, poiché i santi Daria e Crisante, che vi sono venerati, sono esplicitamente menzionati alle cc. 218r e 219r. Tramite Catharina von Wrede (guardia anteriore) è entrato nella Bibliothèque des Cèdres, che nel 1966 è entrata a far parte del patrimonio della Bibliothèque cantonale et universitaire - Losanna. Questo volume di piccolo formato, illustrato con 18 miniature, contiene un ciclo di preghiere sulla vita e le sofferenze di Cristo, preghiere sulle verità della fede e su vari santi. Le miniature e gli inizi dei testi sono circondati da tralci di foglie e bordure a intreccio; lo schema decorativo è completato da 35 iniziali dorate, da barre marginali con filigrana e da lombarde blu, rosse e oro.
Online dal: 08.10.2020
La cronaca, terminata nel 1513, racconta la storia della città di Lucerna dalle origini, e a partire dalla guerra di Sempach (1386) quella della Confederazione dal punto di vista di un sostenitore del Sacro Romano Impero. Le 450 illustrazioni, opera di due diverse mani, costituiscono, a causa sia della loro immediatezza che della ricchezza dei temi e dei dettagli, una testimonianza unica della vita dell'epoca tardo medievale.
Online dal: 19.03.2015
Il secondo registro della cittadinanza contiene la registrazione dei nuovi cittadini di Lucerna dal 1479 al 1572. Il volume è prezioso per studiare l'immigrazione verso Lucerna poiché le singole iscrizioni presentano non solo i nomi dei nuovi cittadini ma anche la loro esatta origine. D'altra parte, testimonia del generale isolamento del patriziato lucernese nel corso del XVI secolo, quando sempre nuovi arrivati ottennero i diritti cittadini. Il rappresentativo volume, rilegato in pelle, contiene, oltre all'originale elenco secondo l'ordine dei nomi di persona, anche un indice dell'archivista cittadino Joseph Schneller († 1879).
Online dal: 22.03.2017
Il più antico martirologio del convento francescano di Lucerna non è conservato; KF 80 è il secondo martirologio e riprende parti del primo volume scomparso; le registrazioni vanno fino al 1734. Due importanti famiglie di donatori, particolarmente legate al convento, vi sono specialmente ricordate in una apposita sezione e con gli stemmi della famiglia: i Martin (fol. 17v) e i Sonnenberg (fol. 62-63v). Il volume giunse nell'Archivio di Stato, unitamente all'archivio del convento, dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1838.
Online dal: 22.03.2017
Il monaco cistercense Sebastian Seemann (1492-1551), abate del monastero di St. Urban dal 1535, scrisse dopo il 1517, in occasione della nuova erezione degli edifici del monastero bruciati nel 1513, una storia del monastero, inserita nella storia confederale e generale della Chiesa. L'incendio del monastero e la rivolta dei contadini del 1513 vi vengono ampiamente descritti. Nel medesimo volume è contenuto un libro contabile per le diverse cariche del monastero. Il volume giunse all'Archivio di Stato con l'archivio del monastero dopo la sua secolarizzazione avvenuta nel 1848.
Online dal: 13.10.2016
Lo stato di conservazione precario del volume (mancano la legatura e vari fascicoli, la cucitura si è sciolta, cambiamenti di colore dovuti a varie sostanze) permette di dedurre l'uso intensivo cui fu sottoposto il volume nel corso dei secoli. Le ricette, che coprono vari ambiti (medicina umana e veterinaria, cucina), coprono un arco di tempo dal XV al XVII secolo. Il manoscritto venne depositato nell'Archivio di Stato con l'archivio della famiglia patrizia lucernese dei Balthasar.
Online dal: 22.03.2017
Hans Salat (1498-1561), originario di Sursee, fu cancelliere del tribunale dal 1531 al 1540; in questo periodo scrisse una storia della Riforma in una prospettiva cattolica. Il manoscritto dello Staatsarchiv di Lucerna, comperato nel 2004 da un privato, è un autografo di Salat ed era dedicato al governo lucernese.
Online dal: 13.10.2016
Secondo alcune indicazioni Hans von Hinwil, proprietario del castello di Elgg (1498-1544), redasse il libro di famiglia nel 1541. Ad un'introduzione sulla storia della famiglia, fanno seguito in ordine cronologico gli stemmi degli antenati. In questo modo il manoscritto può essere confrontato con altri famosi libri di famiglia, come quello dei signori di Eptingen, o dei signori di Hallwyl; costituisce però per la Svizzera orientale un esempio isolato della rappresentazione della tradizione nobile in parole e immagini.
Online dal: 22.03.2017
Unica opera nota del monogrammista B.G., creata nel 1557 per l'abate di Wettingen Peter I. Eichhorn (†1563). Mentre la maggior parte delle numerose iniziali sono state disegnate a partire da xilografie di Bernard Salomon (Quadrins historiques de la Bible, Lione 1553), il pittore ha composto gli ornamenti marginali in modo indipendente ed estremamente affascinante, con allusioni al nome del committente (Eichhorn = scoiattolo) e al motivo dell'oca.
Online dal: 10.10.2019
Il manoscritto contiene nella prima parte opere di e sulla mistica Elisabetta di Schönau (morta nel 1164) con la traduzione in lingua alemannica: Liber visionum, Prophetia Elisabethae, Adiuratio conscriptoris, Liber viarum Dei, Liber revelationum de sacro exercitu virginum Coloniensium, Epistolae, Visio Egberti de Ursula, Epistola Eckeberti ad cognatas suas de obitu dominae Elisabeth. La seconda parte contiene il trattato mistico di Matilde di Magdeburg (morta intorno al 1282) Das Liecht der Gotheit nella ritraduzione in lingua alemannica dal latino. Si tratta dell'unico testimone conosciuto di questa versione.
Online dal: 21.12.2010
Martirologio-calendario della chiesa di S. Siro di Mairengo (Ticino), scritto dal prete Ambrogio Rossi di Chironico che ricopia un martirologio più antico, probabilmente rovinato o senza più spazio. Nel calendario, di tipo ambrosiano, sono riportate le fondazioni per messe annuali od anniversari e le solennità, le indulgenze e le menzioni di voto per la parrocchia e per tutta la valle. Il 28 dicembre, giorno dei ss. Innocenti, è registrata la memoria della battaglia dei Sassi Grossi di Giornico (1479).
Online dal: 23.06.2016
Libricino con proposte per una accoglienza devota della santa comunione. Queste sono permeate dallo spirito della mistica tedesca e come tale hanno quale obbiettivo l'unione con Dio.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto cartaceo del 1509 in minuscola tardogotica con delle iniziali in rosso. Il rito per le professe è stato ripreso da un altro monastero di benedettine. Contiene elementi della cerimonia quali la formula di professione, le litanie dei santi e le orazioni. Le rubriche (indicazioni) sono in tedesco, mentre le preghiere in latino.
Online dal: 22.06.2017
Libro d'ore ad uso di Roma, riccamente illustrato da miniature a piena pagina, quadretti e iniziali, scritto in littera cursiva (bastarda), databile intorno al 1500, con testi in latino, francese e fiamminga. Lo stile delle miniature, soprattutto dei bordi, naturalistici con fiori, insetti ma anche con raffigurazioni sceniche, sembrano tipici della scuola ganto-bruggese.
Online dal: 22.03.2012
Messale ad uso della diocesi di Basilea fatto realizzare da Christophe d'Utenheim, vescovo-principe di Basilea dal 1502 al 1527, che vi ha fatto dipingere le armi, incrociate con quelle del vescovado, nel margine inferiore di c. 2r. Il Canone della Messa, originariamente mancante, è stato aggiunto in un secondo tempo ed è decorato da una iniziale istoriata con la Messa di S. Gregorio. La decorazione vegetale nel margine laterale e la probabile miniatura con la Crocifissione all'inizio, sono state asportate.
Online dal: 09.04.2014
In accordo con la liturgia e la presenza di un ufficio dedicato al santo, il breviario proviene dalla chiesa collegiata di S. Lebuino a Deventer (Paesi Bassi). Ha appartenuto a Swibert de Keyserswerth (morto dopo il 1551), nonno paterno dell'organista e compositore olandese Jan Pieterszoon Sweelinck (1562-1621).
Online dal: 09.04.2014
Rilegato in pergamena, l'ordinario premonstratense è stato copiato su carta, probabilmente nel XVI secolo. Inizia con un breve prologo (Br), seguito da un indice delle materie (Br-Cv). Segue poi il testo stesso dell'ordinario, che corrisponde all'edizione di Pl. F. Lefèvre (L'ordinaire prémontré d'après des manuscrits du XIIe et du XIIIe siècle, Louvain, 1940). Molte note di possesso permettono di ricostruire il percorso di quest'opera. Appartenne al canonico di Bellelay e priore di Himmelspforte Jean Grosjean de Porrentruy († 1617), come si deduce dalla sua firma accompagnata dalla data 1610 (Br). Nel XIX sec. passò successivamente nelle mani del padre Grégoire Voirol - Recuperavit ao 1802, G. Voirol,? –, di P. Migy – ex-libris P. Migy, parochi Bruntruti, 1809, poi di L. Vautrey, par. Delemont (controguardia).
Online dal: 14.06.2018
Cronache redatte in latino da novantasei mani che si sono succedute fino alla soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773, gli Annali presentano in maniera pragmatica e su una lunga durata l'applicazione dei principi dei gesuiti e inoltre forniscono delle informazioni interessanti concernenti le persone.
Online dal: 23.06.2016
Si tratta del più antico manoscritto contenente il dramma «Joseph» di Gian Travers, messo in scena nel 1534 a Zuoz. E' stato scritto tre anni dopo la morte di Travers in una ortografia non più in uso al momento della trascrizione. Il copista è Conradin Planta, probabilmente un parente; Gian Travers era sposato con Anna Planta. Il manoscritto non è rilegato correttamente: il testo inizia con i ff. 9-13, poi manca un foglio, poi f. 14, f. 1, f. 5, f. 3, f. 4, f. 6, f. 2, f. 15, manca un foglio, f. 7, f. 16. Il f. 8r, originariamente l'ultimo, contiene una poesia di avvertimento; il f. 8v era bianco. Le carte di guardia anteriori sono costituite da un grande foglio in pergamena, originariamente proveniente da un manoscritto pergamenaceo del XII sec. con un testo di Costantino l'Africano, De febribus, cap. 3-5.
Online dal: 14.12.2017
Il libro d'ore proviene da un convento femminile francescano bavarese. Contiene l'ufficio della Madonna, i salmi penitenziali e l'ufficio per i morti. La sua presenza a Muri è attestata dal 1790.
Online dal: 08.10.2015
Il «Libro bianco di Sarnen» venne scritto dal cancelliere di Obwaldo Hans Schriber (1436-1478). Viene chiamato «Libro bianco» perchè originariamente conservato in una rilegatura di pelle di maiale di colore biancastro. Contiene le trascrizioni dei privilegi, dei patto e delle più importanti decisioni del tribunale arbitrale della Landsgemeinde dal 1316, e venne scritto nella sua parte principale negli anni 1470/71. Quale importante libro di copia della cancelleria di Obwaldo del tardo medioevo viene ancora oggi conservato nell'Archivio di Stato. Il libro è soprattutto famoso perchè contiene la più antica descrizione della leggenda della fondazione della Confederazione, su solamente 25 pagine (p. 441-465). Qui viene raccontata la storia di Guglielmo Tell e del famoso tiro alla mela: («Libro bianco», p. 447: Nu was der Tall gar ein güt Schütz er hat oüch hübsche kind die beschigt der herre zü imm / vnd twang den Tallen mit sinen knechten / das der Tall eim sim kind ein öpfel ab dem höupt müst schiessen …).
Online dal: 22.03.2012
Si tratta di un manoscritto cartaceo rilegato in pergamena appartenente alla categoria dei "libri di ricordanze", molto diffusi tra i commercianti fiorentini. Nel caso di questo libro di ricordanze del granduca di Toscana si tratta probabilmente di annotazioni (e copie) di un certo Roberto di Pandolfo Pandolfini, riguardanti l'amministrazione delle miniere di ferro dell'Isola d'Elba. Vi figurano anche delle liste nelle quali probabilmente sono annotati i prezzi del ferro. – Sull'Isola d'Elba vennero sfruttati vasti giacimenti di ferro il cui minerale si caratterizzava per un alto contenuto di ferro; le esportazioni erano indirizzate verso l'Italia centrale. – Al termine delle annotazioni vere e proprie sono incollati dapprima otto allegati di piccolo formato (pp. 52a-d, pp. 54a-d, pp. 56a-b, p. 59, p. 61, pp. 62a-b, p. 65, p. 67) e in seguito numerosi fogli bianchi (pp. 69-288), di cui di fatto è costituita la maggior parte del volume. – Il manoscritto è stato acquisito nel 1957 a Firenze.
Online dal: 08.10.2015
Il Mss 12 è un codice composito realizzato da più mani tra il 1553 e il 1653. La prima e più ampia parte - Mss 12,1 (pp. 1-147) - descrive le ordinanze per l'industria mineraria emanate nella Bassa Austria a metà del XVI secolo. Si tratta di una copia della stampa ufficiale del «Bergk Ordnung», che fu scritta alla corte dell'Arciduca d'Austria e stampata nel 1553 da Hans Syngriener (Johann Singriener d. J. [? - 1562]) a Vienna (esemplare della Eisenbibliothek: EM/Cr 48). Il nome di Syngriener è menzionato nella sezione dopo l'indice alla fine del manoscritto (p. 147). Il codice inizia con una dichiarazione che sancisce l'autorità di Ferdinando d'Asburgo [1503-1564], l'allora arciduca d'Austria (pp. 1-2). Seguono 208 articoli numerati che trattano una vasta gamma di argomenti, dal modo in cui devono essere disposti le miniere e i pozzi, al trattamento delle gallerie più vecchie, fino all'impiego di lavoratori qualificati (pp. 2-133). Questo manoscritto si conclude con una dichiarazione finale (pp. 133-134) e un elenco completo degli argomenti (pp. 135-147). La seconda parte - Mss 12,2 - contiene un esempio che descrive la storia e il funzionamento dell'estrazione e della produzione del ferro nell'Alta Stiria. L'aggiunta a questo rapporto presenta delle annotazioni marginali in una scrittura chiaramente diversa e offre dei commenti aggiuntivi. Il manoscritto è stato acquistato a Vienna nel 1956.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto di brevetto contiene i dettagli delle disposizioni emanate nel 1553 per l'amministrazione delle attività dell'industria mineraria e forestale nella regione della Carinzia. Essa inizia con una dichiarazione che sancisce l'autorità di Ferdinando d'Asburgo [1503-1564], che governava sull'Arciducato d'Austria e che aveva ordinato la compilazione di questo regolamento (ff. 1r-2v). Seguono 208 articoli numerati. Questi considerano una moltitudine di aspetti relativi al modo in cui sono state create le miniere, ma anche ai diritti di pesca e di caccia sui terreni utilizzati per l'estrazione mineraria e la silvicoltura (f. 4v) e delle disposizioni per la lavorazione di prodotti minerari di valore come l'argento (f. 81r). Il manoscritto si conclude con una dichiarazione finale (f. 85v) e una lista di riferimento completa degli argomenti (ff. 86r-91v). Il manoscritto è stato acquistato a Roma nel 1952.
Online dal: 18.06.2020
L'autore del manoscritto si identifica all'inizio (p. 3) come Wok Pňovsky von Eulenberg (ceco Vok Pňovický ze Sovince), e proveniva dalla famiglia nobile von Eulenberg (ceco ze Sovince) della Moravia, il cui stemma è raffigurato nel manoscritto (p. 130). Wok è attestato tra il 1499 e il 1531, ricoprì dal 1518 al 1525 la carica di Alto Giudice della Moravia. Nel 1526 realizzò, con questo manoscritto, un precoce esemplare di un libro di prove. Vi sono trattati diversi procedimenti per l'analisi e la successiva lavorazione di diversi minerali e metalli. La prima parte del manoscritto si suddivide in 40 capitoli (pp. 4-130), nella seconda parte i capitoli non sono numerati (pp. 133-420). Alla fine è rilegato un indice (p. 429-444) del contenuto redatto in un secondo tempo (XVII sec.?) che offre un breve riassunto dei capitoli. L'arte della sperimentazione rivestiva una grande importanza per la pratica dell'industria metallurgica e mineraria nelle sue prime fasi. Nei pressi di Eulenburg (ceco hrad Sovinec), la sede della casata nella Moravia del nord, lo stesso Wolk si impegnò nella estrazione di metalli nobili (Papajík 2005, S. 198-200). Nella persona di Wok si trovarono riuniti l'imprenditore in miniera e lo sperimentatore. Prima del 1924 il manoscritto apparteneva al fondo della biblioteca del museo del ginnasio (ceco Knihovna gymnazijního muzea) di Troppau (ceco Opava), l'istituzione che precedette la odierna biblioteca del Museo della Slesia (ceco Knihovna Slezského zemského muzea). A partire dal 1924 si ritenne che il manoscritto fosse perduto. A causa di un devastante incendio avvenuto nella primavera del 1945, durante il quale andarono persi tutti i registri delle accessioni, oggigiorno non esiste più nella biblioteca del museo alcuna documentazione relativa al manoscritto (informazione del 16.7.2015). L'attuale stato delle conoscenze della ricerca in Cechia è riassunto da David Papajík: "Vok si occupò anche degli aspetti teorici dell'industria mineraria. Nel 1526 redasse sull'argomento una voluminosa opera in tedesco di 420 pagine, che fino ad un recente passato si era conservata nella biblioteca del museo di Opava, ma che nel 1924 era già scomparsa. Ne conosciamo solamente una descrizione, realizzata nel 1881 da Josef Zukal [...]. E' immensamente deplorevole che questo documento unico, riguardante la situazione dell'industria mineraria dell'epoca, non si sia conservato fino a noi." (Papajík 2005, S. 200). La descrizione del 1881, qui ricordata, offre inoltre le seguenti informazioni: "Ms. chart., sec. XVI. Kl. Oct. rilegato senza decorazione in cuoio nero, 420 pagine [...]. I dintorni di Eulenberg possedevano nel XV e XVI secolo una vivace industria mineraria; quest'opera è quindi dovuta a dei bisogni pratici. Si tratta senza dubbio del manoscritto originale di Wok e permette di gettare uno sguardo interessante nell'allora stato della metallurgia. L'indice, aggiunto in un secondo tempo, si deve ad un'altra mano di epoca molto più tarda; questa circostanza, così come l'intenso uso, mostrano che il libro venne utilizzato a lungo" (Zukal 1881, p. 15s.) Il manoscritto è stato acquisito nel 1955 a New York.
Online dal: 17.03.2016
Il manoscritto contiene gli statuti completi del comune di Sils i.E. del 1591, 1601, 1606, 1617, 1621 e 1626. Le correzioni e le aggiunte degli statuti del 1596 furono integrate negli statuti degli anni 1591, quelle del 1611 negli statuti del 1606, quelle del 1631 e 1636 aggiunte su alcuni fogli negli statuti del 1626. Dopo il testo degli statuti si trova ogni volta una lista delle stime. Il manoscritto contiene inoltre i conti annuali del comune dal 1606 al 1651, così come ulteriori risoluzioni dell'assemblea comunale.
Online dal: 22.03.2018
Gli Statuti del Vallese o Landrecht del 23 maggio 1571 (Statuta et decreta inclitae patriae Vallesii noviter sedulo recognita, multis in loci aucta et in subsequentem ordinem redacta), redatti sotto l'episcopato di Hildebrand I von Riedmatten, rappresentano la codificazione delle antiche usanze e una nuova legge per il Vallese, di influenza romana, e valevoli quindi per tutto il territorio della diocesi di Sion. Secondo Jean Graven, grande specialista del diritto antico, questi statuti sono «par leur valeur intrinsèque et par leur aspect, la pièce royale, l'honneur et le couronnement de notre législation valaisanne» (per il loro valore intrinseco e il loro aspetto, la moneta reale, l'onore e il coronamento della nostra legislazione vallesana). Negli anni successivi alla sua stesura, questo documento ha ricevuto molti complementi, aggiunte e commenti, che sono stati resi ufficiali dalla Dieta e redatti nei suoi recessi. Una revisione globale non ha avuto luogo fino al 1780. Questa legge «cantonale» è rimasta in vigore per oltre 200 anni, fino al travagliato periodo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, segno della sua inusuale durata. Gli Statuti del Vallese contengono sia aspetti puramente giuridici (procedura, organizzazione della giustizia, stato dei notai), sia di diritto penale (reati contro lo Stato, contro la fede, contro le persone fisiche; pene e castighi) e di diritto civile (rapporti tra le persone, diritto di famiglia, obblighi, proprietà, eredità). I nove sigilli di cera contenuti in scatole di metallo sono i segni dell'autorità delle sette decanie, del vescovo e del capitolo di Sion.
Online dal: 10.12.2020
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), rilegato con un foglio in pergamena, si divide in varie parti. Quella principale (cc. 2r-43r) è consacrata agli statuti del Vallese (Statuten der Landschaft Wallis), preceduti da un indice delle materie, in una versione che si avvicina agli statuti (Landrecht) degli anni 1511-1514, emanati dal vescovo di Sion e cardinale Matteo Schiner, ma con un diverso ordine degli articoli, e con delle modifiche e aggiunte importanti. Il medesimo copista ha ricopiato sulle cc. 65r-69v gli statuti (Kürzerung des Rechten) promulgati nel 1525, segnatamente da Georg Supersaxo, e confermati nel 1550. Questo manoscritto della biblioteca Supersaxo non costituisce dunque che una versione preliminare degli Statuta del 1571. Ed è infatti il manoscritto del 1571 che si ritrova nell'Archivio di Stato del Vallese (AV 62/4) - che esiste anche in versione tedesca e francese - che costituisce la referenza normativa di base fino alla promulgazione del codice civile vallesano nel 1852. Tra queste due redazioni degli statuti, alle cc. 51r-54v si ritrova il testamento di Johannes Grölin (Groely), borghese e antico castellano di Sion (civis et olim castellani dominorum civium Sedunensium), redatto l'8 gennaio 1585 a Sion dal notaio Martin Guntern (1538-1588). Diverse notizie degli anni 1555-1590 figurano all'inizio e alla fine del manoscritto (sulla controguardia anteriore e la c. 1; alle cc. 70v-77v e sulla controguardia posteriore); si tratta di frammenti di conti e di lavori, di varie mani tra le quali quella di Martin Guntern, così come di notizie relative alla nascita dei figli di Bartolomäus Supersaxo (morto nel 1591), nipote di Georg Supersaxo. Martin Guntern fu non solamente un notaio ma anche una personalità politica (precisamente segretario di stato dal 1570 alla morte) che giocò un ruolo importante nella redazione e traduzione degli statuti del Vallese del 1571. Per quanto riguarda Bartolomäus Supersaxo, che nel 1565 lasciò una nota di possesso nella controguardia anteriore dell'S 95, fu governatore di Monthey (1565-1567), castellano di Sion (1574) e vice balivo (1579-1585); nel 1573 sposò in seconde nozze Juliana, figlia di Johannes Groely.
Online dal: 22.03.2018
Johannes Aal (ca. 1500-1551) fu, quale erudito umanista, prevosto della collegiata e drammaturgo, una delle figure più importanti e di maggior influsso della vita culturale di Soletta. Nel corso del suo studio a Friburgo in Brisgovia il suo maestro, l'erudito universale Heinrich Loriti (Glarean, 1488-1563), il 17 maggio 1537 gli dettò queste osservazioni al suo De geographia liber.
Online dal: 25.06.2015
Questo voluminoso manoscritto composito contiene circa 2'000 ricette e istruzioni, principalmente di tecnologia artistica, ma anche altre mediche, culinarie e alchemiche. Proviene dal patrimonio della famiglia Bieler, risiedente a Soletta fin dal XVII secolo e alla quale appartennero diverse maestranze artistiche.
Online dal: 10.10.2019
Il volumetto, che contiene la traduzione tedesca della regola francescana («Augsburger Drittordensregel»), proviene dal convento francescano di Soletta ed è probabilmente collegato alle terziarie o al beghinaggio «zum Lämmli» di Soletta, la cui cura spirituale era affidata ai francescani.
Online dal: 06.09.2023
Questo libro per la meditazione e la preghiera in tedesco proviene dal convento delle domenicane di S. Michele all'Isola a Berna. Contiene, tra l'altro, numerosi estratti dagli scritti di Gertrud von Helfta, rispettivamente Mechthilds von Hackeborn. La maggior parte del codice è stata scritta dalla suora Luzia von Moos nel 1507. Dal sec. XVII ne è attestato il possesso da parte della famiglia solettese Gugger; all'inizio del sec. XIX è giunto nella biblioteca cittadina di Soletta.
Online dal: 21.12.2009
Il prevosto della collegiata e drammaturgo Johannes Aal (ca. 1500-1551) fu una delle figure più importanti della Soletta del XVI secolo. Questo manoscritto composito, realizzato dal 1517 al 1518 permette di gettare uno sguardo nel suo periodo di studi. Contiene estratti sulla grammatica greca e latina e sulla retorica tratti da scritti di musica teorica, così come da Petrarca, Guarini, Johannes Reuchlin, Sebastian Brandt e altri.
Online dal: 25.06.2015
La più antica cronaca di Soletta rimastaci, di Anton Haffner (ca. 1535-ca. 1608), è tramandata in varie versioni manoscritte. Questa è stata trascritta su carta da Anton Haffner stesso intorno al 1577. Vi si trovano anche osservazioni di mano del pronipote, Franz Haffner (1609-1671), autore della nota cronaca di Soletta a stampa del 1666.
Online dal: 08.10.2015
Compilato nel 1593 da Felix Schmid di Stein am Rhein, questo manoscritto composito contiene tra gli altri il trattato Splendor solis riccamente illustrato, numerose opere di Paracelso e Leonhard Thurneisser zum Thurn e altri scritti alchimistici. Da notare la legatura di Hans Ludwig Brem di Lindau sul lago bodanico.
Online dal: 08.10.2015
Negli anni 1529-1531 l'umanista, riformatore e politico Joachim Vadiano ha redatto una storia del monastero e della città di S. Gallo nel medioevo e tardo medioevo (1199-1491) che ricevette il titolo di Grössere Chronik der Äbte. Vadiano vi descrisse il cambiamento dal nucleo incentrato intorno al monastero verso una città libera imperiale sicura di sè, arricchitasi con il commercio dei tessili. L'opera storica è nello stesso tempo un vivace e riformatore scritto polemico che condanna apertamente, e spesso commenta in maniera pungente, il progressivo processo di corruzione dei dignitari e delle istituzioni ecclesiastiche, soprattutto dell'abate e del monastero di S. Gallo, a partire dalla guerra delle investiture.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto, un autografo, oggi noto come «Kleinere Chronik der Äbte von St. Gallen» (Cronaca minore degli abati di San Gallo), descrive la storia del monastero di San Gallo dai suoi inizi sotto l'abate Othmar intorno al 720, fino al 1532, cioè fino al periodo della Riforma. Il tema iniziale è dapprima la storia del monastero, a partire dal XIII secolo appare anche la città di San Gallo, che riuscì ad imporre la sua indipendenza e la Riforma.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto, un autografo, comprende la descrizione storico-topografica del «Turgöuw» rispettivamente della Svizzera orientale (pp. 1-3) e dell'«Oberbodensee» (pp. 201-227), ovvero i villaggi e le zone della riva settentrionale (da Bregenz a Überlingen) e meridionale (da Rheineck a Kreuzlingen), oltre a una panoramica storica dell'evoluzione del sistema monastico, delle istituzioni ecclesiastiche e del loro processo di decadenza (pp. 3-138), una storia di san Gallo e del monastero di San Gallo (pp. 138-193) e la storia degli imperatori romani da Giulio Cesare a Caligola (pp. 229-323).
Online dal: 14.12.2018